L'INTRIGO
Traffico d'armi in Nigeria:
coinvolti due pasdaran iraniani
Sequestrati 13 container ad Apapa. Tensione all'interno degli apparati di sicurezza di Teheran
Le armi sequestrate WASHINGTON – Si sono fatti beccare. E adesso cercano di tirarsi fuori dai guai. Sono dei pasdaran iraniani, coinvolti in una imbarazzante operazione di traffico d’armi in Nigeria. Una manovra – parte del cosiddetto «Piano Africa» – emersa con il sequestro nel porto di Apapa (Lagos) di 13 container pieni di armi. Un carico – come ha rivelato il Corriere nei giorni scorsi – destinato a diversi gruppi estremisti: Hisba, movimento integralista che agisce nel nord della Nigeria; Boko Haram, i talebani dell’Africa; guerriglieri del Mend, responsabili di rapimenti e attacchi nel Delta; ribelli senegalesi della Casamance. Ad organizzare la spedizione – sempre secondo le nostre informazioni ora confermate da un rapporto nigeriano - Azim Agajany e Sayed Tahmasebi, due ufficiali dei pasdaran e un nigeriano, Ali Abbas, alias Abu Geja. Quest’ultimo è stato arrestato dalla polizia locale mentre i due iraniani si sono nascosti all’interno della loro ambasciata ad Abuja.
SI MUOVE MOTTAKI - Smascherati, i khomeinisti hanno mobilitato intelligence e diplomazia per uscire dall’angolo. Con due obiettivi: ottenere la restituzione delle armi e riportare a casa Agajany e Tahmasebi. Nelle ultime 48 ore si è mosso persino il ministro degli Esteri Manoucher Mottaki che ha raggiunto la capitale nigeriana – Abuja – dove ha avuto contatti diretti con le autorità. Ha offerto collaborazione ma avrà dovuto anche dare spiegazioni. Non è però chiaro se abbia ottenuto il via libera per gli ufficiali rifugiatisi nella sede diplomatica.
LA SPEDIZIONE - Dall’inchiesta è emerso in modo chiaro come i due pasdaran abbiano organizzato la spedizione sotto la copertura di una società per costruzioni, la International Trading and General Construction. Inoltre sono entrati nel Paese con un visto sponsorizzato dalla stessa ambasciata dell’Iran. Tutti elementi che si sono tramutati in prove a loro carico. E che hanno provocato – secondo nostre informazioni – tensioni all’interno degli apparati di sicurezza iraniani. Una fonte ci ha confermato sullo svolgimento di riunioni di emergenza coordinate da un alto funzionario dell’intelligence, Sarhang Reza Shamshiri, incaricato di chiudere al più presto la vicenda. L’ufficiale non ha però mancato di sottolineare gli errori commessi dagli agenti. Una «scarsa professionalità» emersa anche dal rapporto nigeriano: dimostrando di non sapere la geografia, Agayani aveva chiesto che il carico fosse trasportato via nave ad Abuja. Peccato che la capitale non si trovi sulla costa. I container erano stati imbarcati su una nave gestita da una società francese nel porto di Bandar Abbas. Dopo una sosta in India, il cargo ha scaricato le armi, in luglio, nel porto di Apapa (Lagos). Gli iraniani le hanno lasciate in deposito ma la dogana le ha scoperte. Il caso è doppiamente delicato per Teheran. L’invio delle armi rappresenta una violazione delle risoluzioni Onu e costituisce, poi, una manovra destabilizzante all’interno della Nigeria.
Guido Olimpio
12 novembre 2010
Traffico d'armi in Nigeria: coinvolti due pasdaran iraniani - Corriere della Sera