DAL MONDO
SPAGNA Il Cardinale "imbavagliato" in ateneo
09/12/2010 - Doveva tenere una lezione. Invece l'1 dicembre pochi studenti hanno impedito all'arcivescovo Rouco Varela di parlare in università. Col beneplacito del Governo... (da páginasdigital.es)
Il cardinale Antonio Rouco Varela.
Chesterton lo avrebbe avuto ben chiaro: avrebbe proposto che, per evitare i furti, si consegnasse il denaro ai ladri, in quantità, e così si risolvesse gran parte dei crimini contro la proprietà. La delegata del Governo a Madrid, Amparo Valcarce, ha trasformato quella che era soltanto un’ironia dell’autore del Napoleone di Notting Hill in una filosofia della sicurezza. Dato che un gruppetto di studenti non voleva che il cardinale Rouco si recasse all’Università Autonoma di Madrid per tenere una conferenza, ha disposto che la conferenza fosse soppressa. E Rouco non ha potuto parlare.
In realtà questa soluzione è alla base di un’antica perversione della democrazia: si sopprime la libertà, e in questo modo si garantisce la sicurezza. Lo Stato abdica a una delle sue funzioni fondamentali e dà ragione ai nemici della libertà. L’aggravante è che tutto questo si verifica in uno spazio come l’Università, che per vocazione è lo spazio della ragione, del dialogo, della ricerca della verità. Da un po’ di tempo a questa parte le università di Madrid si sono trasformate in un luogo dominato dall’intolleranza. Gruppi sparuti di studenti radicali, appoggiati da qualche professore rimasto fermo all’intransigenza sessantottina, boicottano qualsiasi manifestazione pubblica che non rientri all’interno di certi schemi progressisti. L’ideologia si trasforma così in violenza.
L’Università deve aprire spazi di libertà. Ma non è con una dinamica ideologica, seppur generata da “un’ideologia buona”, che si raggiunge tale scopo. All’Università Autonoma il cardinale Rouco andava a parlare di cristianesimo. E il cristianesimo, quando è rimasto fedele alle sue origini, è stato capace di rompere questa dialettica, già presente durante l’Impero romano. Ha creato spazi di libertà di cui hanno usufruito tutti, anche i suoi nemici. E lo ha fatto proponendo quella freschezza, quella voglia di vivere che 2000 anni fa ha scosso un pugno di pescatori della Galilea. La pretesa di far tacere i cristiani è piuttosto antica, è la pretesa del potere. L’avevano già il Sinedrio e gli imperatori, e l’hanno ereditata i totalitarismi del XX secolo. E quanto più intensa è stata la pretesa di farli tacere, tanto più si è diffusa la buona vita di chi segue Cristo. Questa pretesa li ha resi più coscienti del loro valore.
E continua così. Oggi hanno preteso di imbavagliare un successore degli apostoli, ma le diverse centinaia di allievi e docenti che volevano ascoltarlo hanno oggi una ragione più profonda, più ricolma di affetto, per proporre a tutti, anche a quelli che manifestavano contro il cardinale, ciò che per loro è irrinunciabile. Oggi il cielo è più terso, oggi è più evidente che l’Università, per essere libera, ha bisogno che il cristianesimo sia presente non come un insieme di idee o di valori, ma come un avvenimento che sorprende perché rende la vita più grande. Le autorità non hanno assolto al loro compito, ma ciò non impedirà che vi siano uomini liberi che riconoscano liberamente la convenienza umana della fede. Questo è il compito dei cristiani.