Originariamente Scritto da
QUINTO
L'ateismo non è altro che una religione che si distingue dalle altre perché ipersemplificata. Sono solo due i dogmi di questa religione: il primo è la negazione del trascendente; il secondo è che a parte il primo dogma si può credere in qualsiasi cosa. L'agnosticismo considera inconoscibile tutto ciò che è al di là del dato sperimentale in quanto non sottoponibile ai metodi delle scienze positive. Questo termine ha anche il significato di non prendere posizione su di un determinato argomento religioso o politico. Pertanto di fatto l'agnosticismo è una forma moderata di ateismo, visto che nessuno può e potrà mai portare la prova scientifica inequivocabile dell'esistenza o inesistenza di Dio o di una realtà trascendente.
In base al primo dogma sono false tutte le credenze monoteiste, politeiste, della reincarnazione, della vita ultraterrena, eccetera. E' un dogma perché non esistono e non possono esistere strumenti scientifici inequivocabili per appurare l'esistenza o l'inesistenza di un ordine divino oltre alla realtà che vediamo.
Per tutti gli atei la vita ha inizio dal concepimento e fine con la morte su questa terra, senza qualsiasi forma di giustizia superiore. Per l'ateismo l'umanità è solo una comunità di scimmie evolute, più precisamente solo degli organismi cellulari complessiqueste frutto casuale dell'evoluzione, una forma di vita animale esistente per caso e senza alcuno scopo profondo: l'ateismo dunque è il peggior incubo dell'umanità. Per l'ateismo la materia dell'universo, materia intesa come qualsiasi cosa diversa dal nulla, esiste da sempre e soggetta a continue trasformazioni casuali. Tuttavia alla ragione appare assurdo che una forma di materia sia eterna ovvero che esista senza una causa. Secondo la scienza la materia non può originarsi dal nulla. Non si può percorrere a ritroso all'infinito nelle cause di trasformazione della materia: ciò sarebbe logicamente assurdo. Percorrendo a ritroso la storia della materia arriva necessariamente un momento nel quale occorre immaginare un motore primo, una causa incasuata che conduce necessariamente a pensare ad un ente trascendente, perché solo un ente del genere va al di là delle leggi di causalità e temporalità alle quali è soggetta la materia.
Passiamo al secondo dogma dell'ateismo. Cosi come ogni persona sceglie di aderire all'ateismo, al cattolicesimo o altre religioni, allo stesso modo un ateo sceglie di seguire certi principi morali. A parte la negazione del trascendente un ateo può scegliere di credere in qualsiasi cosa. Un'altra differenza importante è che il cattolico segue un codice morale assoluto il quale fa riferimento a Dio; l'ateo invece segue un codice morale il cui riferimento è semplicemente l'ateo stesso. Questa non è una piccola differenza in quanto la persona che aderisce al cattolicesimo sarà portata a tenere in una altissima considerazione la coerenza alla propria morale, mentre un ateo se trova qualche difficoltà nel seguire la propria morale può tenere questo in poco conto in quanto non deve fare riferimento ad alcun Dio. Se consideriamo tale questione a livello sociale abbiamo che per l'ateo (per l'ateo non relativista) è sufficiente la legge dello Stato per regolare la morale sociale: ma che valore saldo e assoluto può avere ciò che affermano lo Stato e la maggioranza, le leggi da essi emanate? Le leggi sono solo pezzi di carta scritti ed approvati da alcune scimmie evolute, perché mai dovrei sottomettermi, credere ad esse e non seguire la mia volontà? Di certo lo Stato non è onnipresente e onnisciente.
Per l'ateismo l'amore, la solidarietà, l'odio, il disprezzo, sono solo fenomeni elettrochimici del cervello, non sono anche categorie morali inquadrate in un ampio quadro di valori espresso dall'ordine divino. Data questa impostazione Un ateo potrebbe anche non porsi nessun problema nell'aver stimolato delle reazioni elettrochimiche negative (come dolore e sofferenza) in altri aggregati cellulari forgiati casualmente dall'evoluzione (= individui umani). L'estensione del male nel mondo è enorme e di certo la soluzione non può essere dire semplicemente di comportarsi bene per amore del bene; secondo l'ateismo il bene non è altro che una delle numerose opinabili interpretazioni di una serie di manifestazioni elettrochimiche del cervello, è un concetto che non ha alcun valore assoluto.
In conclusione, analizzando il contenuto e le conseguenze dell'ateismo si comprende che l'ateismo è la più vuota e pericolosa delle religioni. Ovviamente ateo non significa “cattivo”, vi possono essere atei molto morali, in quanto ogni ateo ha una sua propria morale; gli atei vanno rispettati come persone ma non l'ateismo, dottrina assolutamente assurda, con gravi conseguenze individuali e sociali. Spesso l'ateismo è semplicemente una posizione superficiale ed emotiva di reazione ad una particolare cultura religiosa del luogo in cui vive; il non voler vedere oltre una o più determinate interpretazioni religiose negative e degli errori di esse. Un atteggiamento emotivamente distruttivo piuttosto che un ragionamento costruttivo e razionale. Allo stesso modo essere cattolico non vuol dire essere perfetto, buono o intelligente. Semplicemente però, e non è poca differenza, significa impegnarsi per essere obbedienti ad importanti verità divine, salde e profonde, chiaramente codificate nella religione, sul valore della vita e della moralità delle azioni.
L'ateismo è un erroneo atteggiamento scientista, che sostiene che la questione del divino possa essere trattata come una qualsiasi analisi di laboratorio la quale analizza dati scientifici inequivocabili nell'affermare se una cosa esista oppure no. Tutto ciò che percepiamo può essere spiegato dalla scienza. Anche ciò che ancora non ha trovato una spiegazione, riguardo il funzionamento dell'universo, oppure di fenomeni che riguardano la natura umana, un giorno potrà avere la sua spiegazione scientifica. Ma si badi bene: la scienza può illustrare l'aspetto meccanico del funzionamento delle cose, il “come” ma non il loro “perché” profondo; nemmeno potrà mai spiegare perché alcune cose siano giuste ed altre sbagliate. Come la scienza potrebbe dimostrare alcuni concetti come per esempio che uccidere o drogarsi sia sbagliato? Può illustrare il danno che avviene fisicamente e chimicamente, può illustrare le modalità di azione del danno; ma non può dimostrare che ciò sia giusto o sbagliato. La scienza è indispensabile ma la scienza da sola è del tutto misera cosa. La ragione si deve avvalere della scienza in senso stretto ma deve anche tenere conto delle deduzioni logiche che suggeriscono l'esistenza del trascendente; queste deduzioni logiche si definiscono appunto fede in quanto non sperimentali e dimostrabili in laboratorio.