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  1. #1
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    Predefinito Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    [INDENT]

    Il fascismo, meglio ancora un certo fascismo consumatosi nella sua fase di regime, ha partorito un'idea economica e di stato sociale che poteva apparire in origine davvero rivoluzionaria: il sistema corporativo.
    Rifacendosi in parte all'antico sistema delle corporazioni medievali e in parte alla dottrina sociale della Chiesa, il primo fascismo ha concepito un disegno economico che si voleva alternativo tanto al capitalismo quanto al comunismo. Il corporativismo doveva essere il punto di incontro del padronato e dei salariati, una sintesi di collaborazione e armonia tra capitale e lavoro che si sarebbe trasmessa per osmosi anche alla società.
    Nell'ambito di un superiore interesse nazionale i lavoratori avrebbero dovuto mettersi a disposizione dello sforzo produttivo mentre il padronato avrebbe dovuto provvedere a soddisfare i bisogni dei lavoratori in termini di salario e permettendo alla Stato di garantire assistenza e servizi. I sindacati avrebbero potuto comunque avanzare le rivendicazioni dei lavoratori ma in caso di mancato accoglimento non si sarebbe arrivati allo sciopero, che avrebbe violato il principio di collaborazione in nome del bene nazionale, ma tutto sarebbe stato rimesso nelle mani dello Stato.
    Purtroppo questa modello di agognata concordia ordinum si è spesso rivelata una bufala.
    Dietro la propaganda si è nascosto il più delle volte un capitalismo di sostanza in cui la bilancia della collaborazione si è incrinata più a vantaggio del capitale che del lavoro. Nella storia dei sistemi corporativi ci sono solo un'eccezione e mezza a questa consuetudine. La mezza è il fascismo italiano stesso che con la Carta del Lavoro e le riforme promosse in vent'anni ha concesso senz'altro molto alla classe lavoratrice. Mai quanto al capitale, probabilmente, ma comunque davvero molto, più che ogni successivo governo democratico. L'eccezione piena è invece quella del peronismo argentino, unico caso in cui il corporativismo ha avvantaggiato più i lavoratori del padronato. Sotto questo aspetto il peronismo fu molto più vicino al socialismo che al capitalismo ma pagò proprio l'ambiguità di voler mantenere in piedi un sistema di “socializzazione con padroni”, in cui questi ultimi erano decisamente disincentivati a investire proprio perché, a causa dei sindacati peronisti, avrebbero avuto le mani legati nella gestione delle proprie aziende e un margine di profitto ridotto.
    Le esperienze corporative dovrebbero insegnare che una collaborazione proficua, una sintesi tra il capitale e il lavoro può esistere solo sulla carta. Pertanto il corporativismo non può essere considerato un'esperienza rivoluzionaria perché a seconda del contesto viene riassorbito dai modelli capitalista e socialista classico. E se la collaborazione tra capitale e lavoro, da parte dell'area neofascista, poteva essere sostenuta in una fase storica in cui era vivo il timore per il comunismo, oggi non ha più ragione d'essere.
    E' bene proclamare che l'unica vera rivoluzione sul piano economico, destinata a trasmettersi di rimando alla società, la si può avere eliminando uno dei due fattori tra capitale e lavoro. E per noi che giudichiamo capitale e profitto come elementi del tutto superflui nell'economia reale, non può che essere questo l'elemento da eliminare, ridistribuendo così tutta la ricchezza aziendale tra lavoratori-cooperatori. Lavoratori-cooperatori radicati al territorio e capaci di gestire le aziende in sintonia con le necessità della popolazione e all'interno di un coordinamento statale in un circuito economico il più possibile limitato all'ambito nazionale.
    E' quello che si chiama, a nostro avviso, socialismo comunitario e nazionale.


    Originale
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  2. #2
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    L'argomento è di fondamentale importanza e meriterebbe di essere approfondito ulteriormente.
    Penso che liquidare il Corporativismo come "capitalismo macherato" sia abbastanza ingeneroso. Da più fonti si capisce come la Rivoluzione Sociale concepita dal Fascismo fosse organizzata "a gradini". La fase corporativa doveva essere un passaggio intermedio obbligato per giungere alla Socializzazione.
    Si potrebbe obiettare che per questo passaggio c'è voluta la guerra e si è aspettata l'ultima fase della RSI, e su questo do sicuramente ragione.

    Per quanto riguarda il presente, guarderei all'Argentina, dove diverse imprese che la crisi di fine anni '90 aveva portato sull'orlo della chiusura sono state rilevate in gestione dai lavoratori stessi, che le hanno così risollevate (soprattutto nel settore agroalimentare).
    Sono chiamate "Empresas Recuperadas" (Imprese Recuperate) o "FaSinPat" (Fabbriche Senza Padrone).
    Ultima modifica di Canaglia; 17-11-10 alle 13:56
    Passata la buriana facciamo i conti

  3. #3
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Dèi cosa mi tocca leggere.

  4. #4
    Hic Sunt Leones
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Citazione Originariamente Scritto da Midgard Visualizza Messaggio
    Dèi cosa mi tocca leggere.
    In effetti certe accuse massimaliste al Fascismo non tengono conto della complessità degli equilibri politici e sociali con cui anche una Rivoluzione si trova necessariamente a fare i conti.
    Ultima modifica di Canaglia; 17-11-10 alle 14:10
    Passata la buriana facciamo i conti

  5. #5
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    L'argomento è di fondamentale importanza e meriterebbe di essere approfondito ulteriormente.
    Tematiche già affrontate agli inizi degli anni '50; pensiamo alle polemiche sulla Rivolta Ideale tra corporativisti e socializzatori. Mi stupisco che chi si proclama sintesi ed avanguardia tiri fuori fumose tematiche dopo 50 anni, rivisitazioni storico-teoriche sospette (come si evince dal titolo) e soprattutto sterili parole d'ordine.

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Penso che liquidare il Corporativismo come "capitalismo macherato" sia abbastanza ingeneroso.
    Diciamo le cose come stanno: tipico gergo e approccio sovversivo.

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Da più fonti si capisce come la Rivoluzione Sociale concepita dal Fascismo fosse organizzata "a gradini". La fase corporativa doveva essere un passaggio intermedio obbligato per giungere alla Socializzazione.

    In effetti certe accuse massimaliste al Fascismo non tengono conto della complessità degli equilibri politici e sociali con cui anche una Rivoluzione si trova necessariamente a fare i conti.
    Anche qualora il corporativismo fosse stato il fine ultimo della disciplina dell'economia nell'Italia fascista, non vi sarebbe nulla da ridire. Si potrebbe polemizzare sul fatto che il corporativismo fascista, a differenza dei corporativismi affermatisi tradizionalmente in Europa, abbracciasse esclusivamente la sfera economico-produttiva.

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Si potrebbe obiettare che per questo passaggio c'è voluta la guerra e si è aspettata l'ultima fase della RSI, e su questo do sicuramente ragione.
    Questo dimostra ulteriormente la mossa propagandistica di Mussolini e della Repubblica Sociale Italiana per non far scivolare il mondo operaio nel comunismo.

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    Per quanto riguarda il presente, guarderei all'Argentina, dove diverse imprese che la crisi di fine anni '90 aveva portato sull'orlo della chiusura sono state rilevate in gestione dai lavoratori stessi, che le hanno così risollevate (soprattutto nel settore agroalimentare). Sono chiamate "Empresas Recuperadas" (Imprese Recuperate) o "FaSinPat" (Fabbriche Senza Padrone).
    Potrebbe essere interessante come esperimento. Diciamo che se volessimo essere più concreti e precisi e meno utopici, qualora le occasioni si palesassero, si dovrebbe guardare alla Russia di Vladimir Putin.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Citazione Originariamente Scritto da Canaglia Visualizza Messaggio
    L'argomento è di fondamentale importanza e meriterebbe di essere approfondito ulteriormente.
    Penso che liquidare il Corporativismo come "capitalismo macherato" sia abbastanza ingeneroso. Da più fonti si capisce come la Rivoluzione Sociale concepita dal Fascismo fosse organizzata "a gradini". La fase corporativa doveva essere un passaggio intermedio obbligato per giungere alla Socializzazione.
    Si potrebbe obiettare che per questo passaggio c'è voluta la guerra e si è aspettata l'ultima fase della RSI, e su questo do sicuramente ragione.

    Per quanto riguarda il presente, guarderei all'Argentina, dove diverse imprese che la crisi di fine anni '90 aveva portato sull'orlo della chiusura sono state rilevate in gestione dai lavoratori stessi, che le hanno così risollevate (soprattutto nel settore agroalimentare).
    Sono chiamate "Empresas Recuperadas" (Imprese Recuperate) o "FaSinPat" (Fabbriche Senza Padrone).

    Capisco la tua posizione, ma non possiamo tralasciare la realtà.
    Io non voglio guardare in questo caso all'evoluzione del fascismo italiano ma al corporativismo in genere - il quale ha trovato espressione anche in altri contesti non necessariamente fascisti.
    Come scrivevo il corporativismo perfetto si è rivelato impossibile. A seconda degli equilibri sociali ed economici esso scivola verso il capitalismo o verso il socialismo, tendenzialmente verso il primo che può mettere radici più forti quando alla classe lavoratrice si toglie la possibilità di lotta.
    Quindi non è che io disprezzi in sé l'idea, dico solo che alla luce delle esperienza passate pensare di riproporre il corporativismo oggi sia ingenuo.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Citazione Originariamente Scritto da Midgard Visualizza Messaggio
    Dèi cosa mi tocca leggere.
    Nell'ultima riga della risposta a Canaglia ho anticipato una risposta anche a te. Ho ripreso questo discorso vecchi di 50 anni proprio perché, nonostante il passare del tempo, c'è ancora chi vorrebbe un equilibrio tra capitale e lavoro che la storia ha dimostrato essere impossibile. Ho cercato di mettere in chiaro questa ambiguità.
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Personalmente al corporativismo del 30 preferisco la RSI e le socializzazioni.
    Anche se va tenuto conto come dice giustamente Canaglia del tempo.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    discussione molto interessante.
    in un'ottica assolutamente contemporanea (ma non solo), sono però molto scettico sulla possibilità che lavoratori (o rappresentanti dei lavoratori) e datori di lavoro possano rimenere 'associati' all'interno delle 'corporazioni' (o strutture simili, qualsiasi nome gli si voglia dare) senza che, visto il differente 'peso' tra i due, si crei poi una 'sudditanza' (magari ben remunerata...) , verso i padroni, sacrificando in tal modo le posizioni dei lavoratori.
    in una società turbocapitalista e mondialista, il lavoro/i lavoratori sono senza possibilità di rimedio 'concordato' assolutamente subalterni agli interessi dei capitalisti.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Corporativismo, la “rivoluzione” dei capitalisti mascherati

    Il corporativismo nell' Italia fascista non funzionò bene, non perchè l' idea non fosse buona, anzi. Il problema è che il regime fascista era intrappolato nei compromessi con le forze contro-rivoluzionarie che avevano un certo peso e quando si faceva qualcosa che danneggiasse i loro egoismi riuscivano a porre un grado di resistenza non indifferente.
    All' interrogativo se oggi si potrebbe riproporre il corporativismo, rispondo in maniera un pò complicata. La collaborazione fra datori di lavoro e dipendenti potrebbe funzionare spontaneamente nella maggior parte delle piccole e medie imprese, dove entrambi le parti in causa vivono nella stessa area geografica, ma è indispensabile abolire gli interessi sul debito e diminuire le tasse riformando il sistema monetario, perchè si tratta di fattori che sottoppongono l' azienda a stress; va protetta l' economia locale dal mercato internazionale, perchè anche la competizione giocata sul ribasso dei costi e sullo sfruttamento della manodopera crea grosse pressioni. Io direi di risolvere i problemi alla radice e una collaborazione tra le parti in causa verrebbe da se. Riguardo le grandi imprese, non dovrebbero avere una dimensione internazionale, non devono essere multinazionali, perchè tali dimensioni finiscono per creare troppa distanza tra vertice e manodopera, perchè l' internazionalizzazione dei mercati rende il mercante che può cogliere l' opportunità ladro.
    Ultima modifica di Avanguardia; 18-11-10 alle 20:13

 

 
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