14 Novembre 2010
Stanno uccidendo l'Italia

Antonio Di Pietro: Stanno uccidendo l'Italia

Si avvicina Natale e quest’anno non sarà tanto allegro per un sacco di gente. Soprattutto per i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o che sono in cassa integrazione e che a fine mese portano a casa uno stipendio decurtato.
Ma se la passeranno male anche quelli che il posto di lavoro ancora ce l’hanno. Quest’anno riceveranno una tredicesima identica a quella dell’anno scorso: 8 euro in più per gli operai, 10 per gli impiegati. Una bella presa in giro.
Sarebbe ora di detassare almeno le tredicesime, come chiedono i consumatori e come chiediamo da un pezzo noi dell’Italia dei valori a un Governo che fa finta di non sentire. C'è chi sta pagando sulla propria pelle questa crisi. La cassa integrazione ha sfondato il tetto di un miliardo di ore: rispetto all’anno scorso è cresciuta del 44%. Vuol dire che 600mila lavoratori devono vivere con quasi 7mila euro in meno rispetto all’anno scorso. E, in futuro, rischiano che vada anche peggio: le casse integrazione in scadenza sono 400mila, dopo di che resta solo la disoccupazione.
In situazioni drammatiche come queste ci si chiede: ma il Governo che fa? Racconta frottole affermando che la crisi è quasi passata, ma non è vero per niente. La crescita non cresce. I dati Istat ci dicono che negli ultimi tre mesi, mentre Berlusconi si occupava come sempre degli affari suoi, il Pil è passato da un più 0,5% del trimestre precedente ad un aumento di appena lo 0,2 per cento. In tutto il resto del mondo occidentale,
nello stesso periodo, si è registrata una crescita netta. Il debito delle amministrazioni pubbliche era già da record e adesso è aumentato ancora: da 1842,9 miliardi agosto ai 1844,8 di oggi.
Cosa fa la cricca che ci governa, oltre a preoccuparsi di far liberare le finte nipoti di Mubarak e raccontare bugie al Parlamento? Lo scopriamo leggendo i dati della finanziaria appena approvata alla Camera che taglia orizzontalmente, senza curarsi cioè di dove si abbatte la mannaia. Senza un’idea di sviluppo. Senza una strategia. Restituisce 800 milioni di euro all’università, dopo averle tolto 1,4 miliardi, con una destinazione però tanto confusa che non si capisce più dove questi soldi andranno a finire. Si capisce bene, invece, dove andranno i 245 milioni di euro in più che sono stati regalati alle scuole paritarie mentre 140mila insegnanti, quelli che la scuola pubblica l'hanno tenuta in vita fino ad oggi e che, a 40 o 50 anni d'età, se ne dovranno tornare a casa.
Si potrebbe dire che da un esecutivo che in passato si era impegnato a regalare un condono fiscale a tutti quelli che si erano portati i capitali all’estero derubando lo Stato non ci si poteva aspettare nulla di meglio. Però quei tagli ciechi e quei regali alle scuole private li hanno votati anche l’Udc e Fli: quelli del “terzo polo” sono complici di chi sta uccidendo l'Italia. La verità, quindi, viene fuori.
L’Italia dei valori lo ha sempre detto, ed ora si vede quanta ragione avevamo e abbiamo. Dalla crisi non usciremo finché questo governo non se ne tornerà a casa una volta per tutte. E non ne usciremo neppure se, invece di pensare a una politica economica diversa, il centrosinistra cercherà di allearsi con chi magari non vuole più Berlusconi, però vuole continuare a fare senza di lui le stesse identiche cose.
Postato da Antonio Di Pietro