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    Predefinito 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    BOZZA PER IL DOCUMENTO POLITICO
    (I Congresso Federazione della Sinistra)




    INDICE

    I.

    1.IL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO
    2.LE CAUSE DELLA CRISI E LA NECESSITA’ DEL SUPERAMENTO CAPITALISTICO
    3.CHI SIAMO E PERCHE’ CI UNIAMO
    4.LA FEDERAZIONE E I SOGGETTI CHE VI PARTECIPANO

    II.

    5.DIFENDERE E ATTUARE LA COSTITUZIONE, RINNOVARE LA DEMOCRAZIA ITALIANA
    6.CENTRALITA’ DEL LAVORO
    7.LA QUESTIONE DI GENERE
    8.BENI COMUNI, AMBIENTE, SOVRANITA’ ALIMENTARE
    9.IL DIRITTO AL SAPERE. LA CULTURA PATRIMONIO UNIVERSALE
    10.DIRITTI CIVILI E LAICITA’ DELLO STATO
    11.PER LA PACE, PER IL DISARMO
    12.UNA COSTITUENTE PER L’EUROPA DEMOCRATICA

    III.


    13.IL CASO ITALIANO: UNA DESTRA EVERSIVA
    14.IL CASO ITALIANO: LA CRISI DELLA SINISTRA
    15.AUTONOMIA DELLA SINISTRA E UNITA’ DEMOCRATICA

    IV.

    16.LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA CON I GIOVANI: PER UN’ITALIA ONESTA, PER UN’ITALIA GIUSTA

    Per leggere la bozza completa scaricare il file allegato da: Dalle parole ai fatti | Blog di Claudio Grassi
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  2. #2
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    PER IL SOCIALISMO DEL XXI SECOLO: VERSO IL CONGRESSO COSTITUENTE DELLA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA

    Salvi: “Unità di tutte le opposizioni contro il governo Berlusconi”

    Costruire il Socialismo del XXI secolo: per un’alternativa economica e sociale al capitalismo, per uscire dalla crisi con un’alternativa di sistema. E’ questo il compito ambizioso con cui prende avvio il Congresso costituente della Federazione della Sinistra (che si articolerà territorialmente per giungere all’appuntamento nazionale di fine anno): il Consiglio nazionale ha infatti approvato ieri il documento politico, atto di nascita del nuovo soggetto politico che per la prima volta nella storia recente della sinistra italiana torna a unire comunisti e socialisti, partiti e associazioni (Prc, Pdci, Socialismo2000, Lavoro e solidarietà) e invita a partecipare altri soggetti politici, movimenti, associazioni, cittadine e cittadini che ne condividono gli obiettivi.
    “Ci uniamo per invertire la tendenza alla divisione e alla frammentazione che tanto danno hanno arrecato alla sinistra, alle lavoratrici, ai lavoratori – è scritto nel documento di 30 pagine che delinea la linea politica della Federazione –; per dare senso e credibilità alla prospettiva del cambiamento”. Per la Federazione “il capitalismo non è in grado di garantire lo sviluppo sociale e civile e l’equilibrio ambientale del pianeta”: la crisi è “conseguenza del modello di capitalismo senza limiti e senza regole che ha dominato negli ultimi decenni”.
    E’ questa l’analisi che porta la Federazione a “sentirsi parte delle forze che in Europa e nel mondo si battono per costruire un’alternativa di sistema, a partire dal conflitto tra chi controlla la proprietà dei beni economici e chi non ha questo potere, dalla contraddizione fondamentale tra capitale e lavoro, dalla contraddizione tra i sessi”.
    L’alternativa di sistema della Federazione parte dalla centralità del lavoro, con politiche per la piena e buona occupazione. Tra i punti qualificanti: la difesa e anzi l’attuazione piena della Costituzione; l’economia sostenibile, la sovranità alimentare, l’ambiente e le risorse naturali come beni comuni sottratti al mercato; la valorizzazione piena del pensiero e della pratica femministe; i diritti sociali e civili come universali diritti di cittadinanza; la tutela dei migranti; politiche pubbliche per orientare l’economia a fini sociali e ridistribuire le risorse a vantaggio del lavoro e dei ceti popolari; il diritto all’istruzione, al sapere, alla conoscenza, garantito dalla scuola e dall’università pubbliche e gratuite.
    “Occorre subito il massimo di unità contro il governo Berlusconi tra tutte le forze dell’opposizione politica e sociale – dichiara Cesare Salvi, portavoce della Federazione della Sinistra - anche dando vita a un coordinamento permanente delle opposizioni. E proponiamo, in primo luogo a tutte le forze a sinistra del Pd, di dar vita a un tavolo per costruire insieme la massima forma di unità possibile contro le politiche del governo, del padronato e dell’Europa, invertendo la tendenza alla divisione e alla contrapposizione”.

    Roma, 29 luglio 2010

    fonte: facebook Salvi


    L'intervento di B. Steri

    Le frecce all'arco della sinistra: inclusione e non esclusione

    di Bruno Steri

    su redazione del 18/09/2010

    Intervento al Consiglio nazionale della Federazione della Sinistra

    Ho trovato convincente l’analisi svolta nella relazione introduttiva e giusto l’invito a produrre un deciso salto di qualità nella nostra iniziativa politica. Come abbiamo ripetutamente detto, quest’ultima è chiamata a muoversi lungo tre direttrici di fondo: internità ai conflitti nel quadro della drammatica condizione sociale in cui versa il Paese, promozione di un’alleanza democratica (correttamente ridefinita come alleanza per la Costituzione), offensiva unitaria a sinistra del Pd. In particolare, Salvi ha insistito sulla necessità di accelerare su questi ultimi due obiettivi. Concordo anche su questo: occorre infatti spiegare bene le urgenti e imprescindibili ragioni dell’alleanza democratica; e, parimenti, chiarire che l’enfasi sull’interlocuzione unitaria non è affatto da confondere – come teme qualche compagno – con una richiesta astratta e politicista, che sacrifichi la nostra autonomia strategica. E’ sbagliato, sul piano logico ancor prima che su quello politico, ritenere che vi sia contraddizione tra proposta unitaria e salvaguardia del nostro profilo ideale e politico. Non vi è motivo di impelagarci in un atteggiamento reticente: un atteggiamento, per così dire, del “sì, però” (sì, va bene l’alleanza democratica, però…; sì, l’offensiva unitaria, però…). La politica è l’arte del positivo: dobbiamo dire - ovunque ci sia consentito - in termini semplici e articolati quello che vogliamo, piuttosto che indugiare su ciò che non vogliamo o paventiamo.

    Faccio qualche esempio. Poco fa, la compagna Forenza ci ha informato in merito alla discussione sviluppatasi all’interno del movimento universitario in vista dell’importante scadenza del 16 ottobre prossimo: e ha precisato che, in quel contesto, c’è chi (sponda Pd) non intende optare per l’adesione. Non mi pare una questione da poco ed è evidente che noi dobbiamo portare con grande nettezza la nostra posizione. C’è forse qualcosa o qualcuno che ci impedisca di condurre su questo una limpida e dura battaglia politica? che ci trattenga dal dire a chiare lettere che noi consideriamo la giornata di lotta indetta dalla Fiom non semplicemente un momento vertenziale ma uno snodo politico di grande rilevanza? Noi non pensiamo che le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese debbano dismettere la “cultura dei diritti acquisiti” e rassegnarsi alla “cultura della povertà” (Marchionne dixit). Per questo – adduco un ulteriore esempio – non possiamo esser d’accordo con La Torre quando, in una recente intervista rilasciata a ‘Liberazione’, afferma che occorre superare l’estremismo della Fiom e quello di Marchionne. Occorre replicare e dire con estrema chiarezza da che parte stiamo.

    Ma, allora, a maggior ragione occorre anche spiegare bene perché testardamente, pervicacemente insistiamo sulla necessità di un’alleanza democratica. La Federazione della Sinistra intende esser portatrice di una netta collocazione di classe e, nello stesso tempo, ritiene vitale mandare a casa il governo delle destre, contribuendo a creare le condizioni politiche perché ciò accada. Battere Berlusconi, dunque: invertendo una pericolosa deriva politico-istituzionale, sventando l’attacco frontale al nostro assetto democratico, nato dalla Costituzione antifascista. Ma non solo: io penso che sia anche essenziale riempire di contenuti sociali la nostra offensiva unitaria. Ho letto il discorso tenuto da Bersani a conclusione della festa del Pd a Torino e concordo con quanto osservava prima Diliberto: nel ragionamento del leader Pd – la cui ispirazione non è ovviamente la nostra ma è nel contempo alquanto lontana dal “veltronismo” – vi sono spunti che sarebbe comunque sbagliato liquidare sommariamente. Ad esempio: ci interessa o no un approfondimento sul fisco (il cui prelievo deve essere progressivo: art. 53 della Costituzione)? E ci interessa o no un approfondimento sulla scuola pubblica, sul potenziamento della ricerca pubblica? Io penso di sì. Aggiungo un terzo punto: che fine ha fatto il documento prodotto da Fassina e dal suo gruppo di lavoro, in cui si boccia il prof. Ichino (e, con lui, il superamento dell’art.18) e si torna a considerare prioritario il lavoro a tempo indeterminato? Dobbiamo lasciare che solo il giornale di Confindustria faccia pressing sul segretario del più grande partito di centrosinistra e minacci ritorsioni nel caso in cui egli intenda chiudere la stagione della flessibilità/precarietà aperta dal “pacchetto Treu”? Perché non dovremmo anche noi a chiedere a Bersani: segretario, cosa intende fare il tuo partito (e, eventualmente, il tuo governo) sulla questione della precarietà? Come intendi concretizzare la filosofia espressa da un documento del Pd? Chiedo: sostanziare di contenuti la nostra proposta politica e aprire su questi un’interlocuzione, trasparente quanto decisa, equivale a perdere o annacquare l’identità della Federazione della Sinistra? Solo un inguaribile settario potrebbe pensarlo.

    Ciò vale anche per l’unità a sinistra del Partito Democratico. Bene ha fatto Cesare Salvi, qualche giorno fa su “il manifesto”, a ribadire a chi l’avesse dimenticata la differenza che intercorre tra una repubblica parlamentare e una repubblica presidenziale, tra le regole di una democrazia rappresentativa e quelle di una democrazia plebiscitaria. Evidentemente, egli aveva di mira il partito plebiscitario nel suo complesso; ma ci vuol poco a capire che si rivolgesse anche a Vendola, per ricordargli che, finché c’è un sistema parlamentare, sono i partiti componenti una coalizione a decidere democraticamente e a mediare col “popolo” (e non un leader tribuno). Queste osservazioni sono state fatte senza asti da piccolo cabotaggio, con argomentazione stringente e pulizia concettuale. E ciò non ha impedito che, nel medesimo articolo, fosse rilanciata la proposta unitaria nei confronti di SeL e dello stesso Vendola, a ridosso delle scelte da operare nelle grandi vertenze sociali in atto. A me pare sia questo l’atteggiamento giusto, il tono giusto. In effetti, considero molto importante che il Pd di Bersani abbia abbandonato la catastrofica tesi dell’autosufficienza, quella stessa che ha regalato a Berlusconi il governo del Paese; e che abbia aperto un dialogo alla sua sinistra, rompendo la “convenzione ad escludere” nei confronti della Federazione della Sinistra. Ritengo altresì che sarebbe sbagliatissimo lasciar cadere la prospettiva di una unità alla sinistra del Pd, la quale ha ovviamente in SeL una componente essenziale. Il contesto in cui ci troviamo ad operare è tutt’altro che semplice: e dobbiamo assicurare più frecce al nostro arco. Avendo sempre come bussola i contenuti concreti, quelli che ogni giorno sono in cima alle preoccupazioni della nostra gente. In ultima istanza, tali contenuti devono restare alla base delle nostre scelte: per essere comprensibili e guadagnare consenso, per smentire chi vorrebbe descriverci come unicamente interessati ad un accordo in funzione della sopravvivenza di un ceto politico. Noi dobbiamo esser quelli che cercano la via concreta per cambiare effettivamente le cose, chiamando altri a costruire con noi il cammino: dobbiamo farlo con concretezza e generosità, lasciando ad altri la deprecabile eventualità di un rifiuto.



    Concludo sul regolamento del congresso. La linea politica cui ho sin qui accennato avrebbe dovuto essere legittimata e resa operativa dalla celebrazione di un congresso vero della Federazione della Sinistra. Avremmo cioè avuto bisogno di fare un decisivo passo in avanti nell’integrazione politica e organizzativa delle forze che compongono il soggetto federato. Purtroppo, la modalità pattizia che è stata scelta prefigura un congresso ingessato, con una platea dei delegati composta sulla base di quote predeterminate e senza che essa sia la risultante di un normale, aperto e democratico percorso congressuale. Temo che un tale esito deluderà molti compagni che, ormai da mesi, sono impegnati in questo progetto politico. Certo - mi dite - si fa quel che è possibile fare: le difficoltà territoriali interne e l’incertezza del quadro politico hanno infine indotto a optare per un minimo di discussione interna e un massimo di visibilità esterna (già in chiave elettorale). Tuttavia, resta di fatto la percezione di una frenata, di un deficit di apertura e di partecipazione. Mi impegnerò a far decollare l’impresa, il mio contributo non mancherà di certo: ma oggi non chiedetemi di dirmi soddisfatto.

    http://www.esserecomunisti.it/index.aspx...colo=33194
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  3. #3
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    Un congresso per unire
    blog di Claudio Grassi

    Il tema di gran lunga più dibattuto in questo blog è quello dell’unità.
    Ovviamente le posizioni che si confrontano sono molto diverse. Vi è chi non la vuole nemmeno sotto forma di Federazione. Infatti diversi contestano la costruzione della Federazione della Sinistra. Vi è chi vorrebbe fare l’unità con le componenti che stanno a sinistra del Prc (Sinistra critica, Pcl, Rete dei comunisti, etc). Chi vorrebbe farla con Sinistra ecologia e libertà. In specifico quando si parla di Nichi Vendola si scade nel dileggio e nell’insulto. Credo sia un modo sbagliato di discutere. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni si possono contestare anche le posizioni più distanti dalle proprie senza scadere nell’invettiva insultante. Portare argomenti è il modo migliore per convincere gli indecisi e – come tutti sappiamo – nel mondo della sinistra ce ne sono molti. Anche tra i frequentatori di questo blog, come abbiamo potuto vedere nei commenti dei post precedenti, ci sono posizioni diverse. Perché non approfittarne per discutere con serietà e rispetto reciproco?

    Per quanto mi riguarda, in questi mesi, ho esposto ripetutamente il mio parere sull’argomento.
    Spero che il congresso nazionale della Federazione della Sinistra, che si terrà tra pochi giorni, si caratterizzi proprio con un messaggio di unità, in tutte le direzioni.
    Unità tra le forze che compongono la Federazione.
    Unità, al suo interno, tra Prc e Pdci, che devono trovare le modalità per riunificarsi.
    Unità con Sinistra ecologia e libertà per costruire una sinistra plurale che, come abbiamo visto il 16 ottobre e durante la raccolta di firme per l’acqua pubblica, possa tornare ad incidere nella realtà politica e sociale del Paese.
    Unità – qualora vi fossero le elezioni anticipate – con le altre forze democratiche per battere Bossi e Berlusconi.
    Conosco le critiche che vengono mosse a questo ragionamento. Sono, principalmente, di due tipi. Cerco di dimostrare la loro infondatezza. La prima sostiene che in questa proposta unitaria vi sia un eccesso di politicismo. Si dice: prioritario è il lavoro sociale, la presenza nelle lotte. In quel contesto si costruisce l’unità vera. Penso anche io che l’intervento sociale sia centrale, in particolare nel mondo del lavoro. Credo che la Federazione della Sinistra, come hanno saputo fare – pur con progetti molto diversi tra di loro – Die Linke e Kke, debba caratterizzarsi come il soggetto che pone il lavoro e la lotta intransigente contro l’attacco a cui è sottoposto al centro della sua piattaforma.
    Su questo terreno occorre lavorare. La presenza massiccia della Federazione della Sinistra, riconosciuto da tutti, nella piazza del 16 ottobre, è la dimostrazione di un lavoro che è stato fatto in quella direzione. Ma, come ha detto Landini dal palco di quella piazza, occorre costruire una “sponda politica”. E in Italia, non in Germania o in Grecia, per come sono andate le cose in questi ultimi anni, questa sponda politica, da sola, non la costruisce né la Fds (tantomeno il Prc) né Sel. Occorre l’unità delle forze presenti in quella piazza per poter contare qualcosa, per incidere. Così come occorre – e anche questo ce lo chiede quella piazza – che queste forze non si sottraggano dal dare il loro contributo per la cacciata di Berlusconi. Quindi la proposta unitaria è l’esatto contrario del politicismo. E’ la condizione minima per essere credibili tra i lavoratori e le lavoratrici e per cercare, altro elemento essenziale, di riportare la rappresentanza del lavoro nelle istituzioni.

    L’altra critica che viene rivolta fa leva sul fatto che l’unità determinerebbe l’abbandono della identità e della radicalità. Anche questo argomento mi sembra infondato. Se alziamo lo sguardo e parliamo fuori dai nostri ambienti, mi sento di poter dire che è l’ultimo dei problemi che abbiamo. Ma come si fa a dire che oggi Rifondazione Comunista o la Federazione della Sinistra siano percepite come “poco comuniste” o “poco di sinistra”? Se fosse vero questo, in questi due anni avremmo assistito ad un exploit delle forze comuniste presenti a sinistra del Prc (e non si può certo dire che manchi l’offerta, visto che ce ne sono almeno cinque o sei!). Il problema, semmai, è opposto. E’ la vocazione, presente nelle nostre file, al minoritarismo, al settarismo, al dogmatismo, che non ha mai fatto parte della cultura comunista e della sinistra. Non voglio scomodare i “classici” che vengono a sproposito citati (magari senza nemmeno averli letti), ma Lenin ha fatto la Nep, Stalin il patto Molotov-Ribbentrop, Togliatti l’alleanza con la monarchia, Berlinguer il compromesso storico. Esempi diversi, ma accomunati dal primato assegnato in ciascuna di quelle circostanze storiche alla “politica”, e cioè all’analisi concreta della situazione concreta e alle strategie messe in atto per fare fronte alle difficoltà. Potrei proseguire con gli esempi ma credo che siano sufficienti.
    Alle ultime elezioni la Federazione della Sinistra ha raccolto il 2.7%. Oggi i sondaggi ci accreditano tra il 2 e il 2.5 per cento. L’errore più grave che possiamo compiere è quello di coltivare questa nicchia, rassegnarci al fatto che quello è il nostro consenso. Per fare questo occorre certamente avere una identità, una proposta politica e un gruppo dirigente credibile, ma occorre anche confrontarsi con altri, cercare di cogliere la verità interna delle loro posizioni, essere meno supponenti e più accoglienti. Quando si criticano gli altri sarebbe opportuno avere il senso delle proporzioni. Occorrerebbe mettere al bando i personalismi che tanto male ci hanno fatto in questi anni e continuano ancora a farci.
    Ho l’impressione che questo approccio ci manchi e che se non lo riacquisiamo rischiamo di essere schiacciati in una condizione di marginalità. Anche per questo penso che le nostre proposte unitarie siano una condizione minima per provare a ripartire.
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  4. #4
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    Diretta video del Congresso della Federazione della Sinistra


    Domani sarà trasmessa la diretta integrale del Congresso della Federazione della Sinistra sul sito della federazione. Durante la diretta sarà possibile interagire attraverso una chat senza filtro. Tutti i materiali video relativi al congresso potranno essere condivisi attraverso i solcia netwok più diffusi.
    La diretta sarà accessibile anche attraverso la pagina Facebook della Federazione: cliccando su LIVESTREAM si potrà condividere e commentare il video.

    Diretta video del Congresso della Federazione della Sinistra
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  5. #5
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    Giovanni Impastato, fratello di Peppino, si iscrive alla Federazione della Sinistra


    20/11/2010 161 | POLITICA - ITALIA

    Giovanni Impastato, il fratello di Peppino Impastato, comunista ucciso brutalmente dalla mafia nel '78, dopo essere intervenuto oggi al primo congresso nazionale della Federazione della Sinistra, ha annunciato di aver deciso di iscriversi all'organizzazione che aggrega Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà perché politicamente e culturalmente rappresenta una delle realtà più attive contro le mafie in Italia.


    Giovanni Impastato, fratello di Peppino, si iscrive alla Federazione della Sinistra - ControLaCrisi.org
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  6. #6
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    ho letto il documento e condivido molti punti,ma quello che mi è piaciuto di più è stato quello sull'unità delle opposizioni

    però mi sa che siete abbastanza spaccati

    chi vuole alleanza col Pd
    chi vuole lista con Sel
    chi vuole restare autonomi da Sel ma con il centrosinistra
    chi vuole mandare a cagare sia Sel che Pd

    ma Salvi e Diliberto hanno parlato già ?

    ho sentito ora Bellotti,abbastanza duro contro l'alternativa
    VOTA NO AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE
    UN NO COSTITUENTE PER LA DEMOCRAZIA CONTRO L'AUSTERITA'
    http://www.sinistraitaliana.si/ - http://www.noidiciamono.it/

  7. #7
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    diliberto ha già detto che bisogna far l'accordo col pd
    penso anche salvi abbia già detto lo stesso
    patta ha detto in un'intervista che se non andiamo al governo siamo inutili
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  8. #8
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    spero che caricano i video degli interventi di Salvi e Diliberto

    Salvi,Diliberto e Patta,altrimenti non ripartite e lo sapete
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  9. #9
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    per me resta un mistero cosa ci faccia Salvi con Ferrero e Ferrando

  10. #10
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    Predefinito Rif: 1^ Congresso nazionale della Federazione della Sinistra

    Citazione Originariamente Scritto da benfy Visualizza Messaggio
    per me resta un mistero cosa ci faccia Salvi con Ferrero e Ferrando
    ferrando se ne è andato 4 anni fa

 

 
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