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Discussione: La guerra delle monete

  1. #8121
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    E senza neppure capire il perchè.
    Solo per ordini superiori.

    Gli “strumenti di tortura” di Juncker e UE, spiegati da Evans-Pritchard

    Di Maurizio Blondet , il 25 maggio 2018




    (Anzitutto la traduzione dell’articolo sul Telegraph di Ambrose Evans-Pritchard, “Juncker’s ‘torture tools’ are useless against Italy’s well armed uprising“. In fondo, qualche riga di commento)

    Bruxelles si vanta di avere ben oliati metodi per ridurre in ginocchio governi recalcitranti. “Abbiamo qualche strumento di tortura nelle cantine”, scherza Jean-Claude Juncker.

    Il faceto capo degli euro-sicari mette alla prova il nostro senso dell’umorismo. I metodi usati contro una lista di nazioni depresse tra il 2010 e il 2014 sono illegali, anti-costituzionali e scandalosi ancorché condotti con la complicità dei gruppi d’interesse di ogni stato. I quali hanno creato a questi metodi un manto di legittimità.

    Athanasios Orphanides, ex governatore della Banca Centrale Europea, dice che l’arma atomica è il controllo della BCE sullo spread dei Buoni sovrani e la liquidità delle banche. “Essi minacciano i governi che si comportano “male” di distruzione finanziaria. Si sforzano di trascinarli ad accettare “volontariamente” le direttive, col terrore”, dice.

    “Li tagliano dal rifinanziamento del debito e minacciano di uccidere il sistema bancario. Creano a bella posta una crisi di rifinanziamento del debito. Lo hanno fatto appunto all’Italia nel 2011”.

    “Il professor Orphanides, oggi a distanza di sicurezza, (insegna al MIT di Boston) mi dice che la BCE sta molto attenta a non lasciare prove cartacee o prendere decisioni che possano essere contestate nei tribunali. “Operano in un’area grigia senza chiara autorità legale”.

    “Il trucco consiste nel lavorare in combutta con l’Eurogruppo, l’Inquisizione dei ministri delle finanze dell’EMU, che non risponde ad alcun corpo democratico, ed è sostanzialmente sotto il controllo del ministro delle finanze germanico. Abbiamo visto i riflessi di questa entità proto-imperiale autoritaria durante la crisi. Oltretutto, le direttive che ha imposto sono sbagliate: hanno portato l’eurozona ad una depressione economica peggiore degli Anni ’30. Il fine non ha nemmeno giustificato i mezzi.

    “Come giornalista ho coperto questi eventi”, dice Evans-Pritchard: “Questa è la ragione per cui ho votato per il Brexit, pur sapendo che il ritiro britannico dalla UE sarebbe stato traumatico. Sapevo che il fatto di restare nella segreta galera illegale di Juncker sarebbe stato peggio comunque.


    David Sassoli, euro-deputato “de sinistra”, insulta il capo del suo governo. Un partito, uno stile.
    “Adesso i bargelli dell’UE stanno fissando la coalizione ribelle italiana con curiosità professionale. Da rompere, è una noce più dura della Grecia. Per la prima volta dalla creazione dell’unione monetaria, essi hanno a che fare con un governo la cui massa critica è euroscettica. I drappelli di “Italy First” della Lega esibiscono la patriottica Lira, o nuovo fiorino come sarà forse chiamato. Un tentativo troppo brutale di bullizzare la Lega e i tecno-mistici del Cinque Stelle rischia di suscitare atti di resistenza e una pericolosa catena di reazioni, che finirebbe con una bancarotta di 2 mila miliardi sui crediti della Germania verso l’Europa del Sud e la devastazione del progetto UE.

    “Gli sgherri devono essere sottili. Cercheranno di staccare i “grillini” del 5 Stelle, che con Di Maio, loro leader nominale, mostrano già fervore di farsi accettare dalla UE. Sfrutteranno le spaccature nella società italiana, proprio come strumentalizzano quelle britannica per il Brexit. Mobiliteranno i “poteri forti” [in italiano nel testo] di Confindustria e la classe dei mandarini [parassiti pubblici].

    UE, una dittatura spietata mascherata da banca centrale.
    “Il dramma italiano del 2011 è illuminante”, contionua il giornalista del Telegraph, che è stato una vita corrispondente a Bruxelles: “La BCE ha usato il mercato dei titoli di Stato come un’arma politica: ha bloccato e sbloccato successivamente gli acquisti (dei titoli) onde mettere pressione a Berlusconi, e dettando politiche nazionali dettagliate in una lettera segreta – più tardi rivelata. Ha ordinato specifiche “riforme” del diritto del lavoro, un argomento nevralgico che in Italia aveva portato a due assassini. Ha preteso austerità in eccesso sul diktat degli economisti-ciarlatani di Berlino, detti “ordoliberisti”.

    “Quando Berlusconi ha esitato, la BCE ha organizzato un “crisi del debito pubblico italiano” . Scegliendo un momento in cui il contagio dal crack bancario spagnolo aveva lasciato l’Italia vulnerabile. Questo ha spianato la strada per un colpo di Stato pianificato dal capo dello Stato di allora, uno stalinista. Berlusconi fu rovesciato. Mario Monti, un ex commissario UE, fu paracadutato con un gruppo di funzionari di Bruxelles.

    “La BCE non ha nessun mandato legale, scritto nei trattati, per fare nulla di questo. Ha agito ultra vires. E non ci fu un sussurro di critica dalla casta mediatica d’Europa. Non fate conto su questa per denunciare le pratiche arbitrarie e difendere il diritto.

    “Dissero che i funzionari UE dovevano prendere queste misure per salvare l’euro. Eppure la crisi finanziaria dell’eurozona è opera loro. E’ causata dal fatto che la BCE manca di adempiere al suo compito primario di banca centrale, essere il prestatore di ultima istanza in una crisi (anche a tassi punitivi). La crisi infatti è finita istantaneamente quando Berlino ha tolto il suo veto e autorizzato Mario Draghi a fare “tutto ciò che serve” (“whatever it takes”) per salvare l’euro a metà 2012.

    “Claudio Borghi, il capo economista della Lega, dice che la UE non può applicare lo stesso trucco una seconda volta. Gli italiani hanno visto il gioco del prestigiatore. “Tutti hanno potuto vedere che gli spread sono uno strumento di manipolazione politica”, dice.

    “Ciò che unisce Lega e grillini è che condividono il sospetto che la Germania ha truccato l’unione monetaria, aggiustando le regole a suo esclusivo vantaggio. Molti vedono che ha perseguito una strategia mercantilista di concorrenza ai vicini (se non per intento, nei fatti), erodendo il tasso di cambio reale (REER) dell’Italia e intrappolando il paese nella depressione.

    “Nelle specifiche circostanze in cui si trova l’Italia, che un tempo aveva un surplus verso la Germania, l’effetto è stato la deflazione da debiti, de-industrializzazione corrosiva, una crisi bancaria non giustificata (le banche italiane non erano le colpevoli degli eccessi pre-Lehman, [come le tedesche]), e una disoccupazione giovanile sopra il 50% nel Meridione. I grillini possono non comprendere l’esatto meccanismo economico. Ma intuiscono l’essenziale. Che l’Italia è stata colpevolizzata al di là delle sue colpe.

    “Le armi di liquidità della BCE funzionano contro una società ingenua, che si è disarmata, e che teme di essere espulsa dall’EMU (unione monetaria). Se viene sottoposta alla tortura Juncker, l’alleanza degli insorti può attivare il piano dei “mini-Bot”, note del Tesoro, e lanciare la sua valuta parallela. Potrebbe riaffermare il suo controllo sul sistema bancario.

    “In altre parole, l’Italia potrebbe fare ciò che Yanis Varoufakis voleva fare in Grecia: fare la guerriglia. Notoriamente, il ministro greco delle finanze fu stoppato dal “consiglio di guerra” di Syriza nel 2015. Il piano era troppo estremista.

    “Varoufakis, il combattente, ora osserva il dramma italiano con affascinazione da medico legale. Stavolta l’Eurogruppo ha trovato un ostacolo par suo. Le minacce tedesche di congelare i pagamenti del Target 2 all’Italia suonano false. E’ una minaccia vuota”, dice.

    “L’uomo forte della Lega Salvini sembra quasi che non veda l’ora di sfidare Bruxelles, Berlino e i vigilantes dei titoli pubblici. Egli ha definito una volta l’euro come “un crimine contro l’umanità” – come penso anch’io.

    “Salvini vuole uscire dall’euro, ciò che Tsipras non volle. E’ una bella differenza”. Varoufakis intravvede una sequenza di eventi inarrestabili in cui i Lega-Grillini fanno esplodere il fiscal Compact e il Patto di Stabilità. “La flat tax creerà un grosso buco nel bilancio. Seguiranno le tensioni del mercato e le previste reazioni della Germania”. La coalizione si difenderà coi minibot (anche se lui consiglia di mantenerli in forma digitale anziché cartacea, per evitare l’accusa di battere una valuta). “Ci sarà una immediata fuga di capitali. Dovranno imporre il controllo dei capitali. Gli italiani scopriranno quasi senza accorgersene che non sono più nell’euro, senza un referendum”.


    Il tavolaccio di stiramento.
    “La UE ha una scelta. Potrebbe piegarsi al fatto compiuto e permette a Roma di correre alla reflazione fiscale. Potrebbe accettare che l’euro è sfuggito al controllo tedesco, e che l’EMU è adesso una zona della Lira secondo i termini del Club Med. In questo caso, al Germania se ne andrebbe dall’euro.

    “Oppure può tirar fuori lo spezza-pollici, la gogna, il tavolaccio di estensione, e lavorare giorno e notte per rovesciare la democrazia italiana. Se ci riesce, può essere solo ad un costo politico altissimo. Ma può fallire. Nel qual caso l’Italia dovrà andarsene: trascinando Spagna, Portogallo, Grecia, e molto del sistema bancario tedesco dietro di sé”.





    Pezzo durissimo, quello di Evans-Pritchard. Tutto fatto di verità. Anche il ministro Andrea Orlando della “sinistra” (cacasotto) ha confessato come Draghi li abbia terrorizzati nel 2012: “Se non inserite il pareggio di bilancio nella Costituzione, vi tagliamo i viveri: restate a secco, senza stipendi».

    E qualla sinistra tanto tanto radical-chic, che sosteneva tanto tanto Varoufakis e Tsipras, dove è finita? In questa battaglia sta “con più Europa”; ossia dalla parte di questo orribile padrone invisibile, dittatore onnipotente, ad inveire contro chi tenta di liberarcene chiamandoli “populisti” anzi “fascisti” . La sinistra, si sa, fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo (Spengler). Ma anche se questa battaglia finisce con una sconfitta dei giallo-verdi, per questa sinistra è finita. Come è finita Forza Italia, che fallisce e tradisce in questo momento, leccando le scarpe al nemico che l’ha trattata come sopra descritto.

    Momento che sarà difficile.

    Per questo l’oligarchia sta lottando con tutti i mezzi (occulti) perché non sia Paolo Savona a condurre il braccio di ferro in Europa. L’uomo ha la capacità pratica di stare ai tavoli dei potenti; l’esperienza; l’autorevolezza che gli viene dalle cariche coperte; ha la memoria storica (che forzatamente manca ai quarantenni), sa cosa era l’Italia della lira, cosa era prima del “divorzio” della banca centrale col Tesoro; ha il polso e la capacità, se occorre , di concepire un piano B e pilotare il paese nella tempesta.



    Egli ha la chiara visione della realtà, che media e politici servi i hanno nascosto.

    Savona 2015: “BCE ha ratificato le politiche di austerità che gravano sulla domanda interna e si è guardata bene dall’applicare il suo QE direttamente alla crescita dell’attività produttiva, ad es. nel settore delle costruzioni, con obiettivo l’occupazione come hanno fatto US”



    La esprime con la necessaria crudezza:

    “ La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?”.

    Sulla UE e cosa è diventata, è stato chiarissimo: “”Dietro il paravento della liberaldemocrazia, c’è un fascismo senza dittatura e, in economia, un nazismo senza militarismo“. Una frase che Evans-Pritchard potrebbe firmare.

    Antifascisti, partigiani da corteo, esaltatori della Resistenza delle feste, dove siete? Ah già, siete dalla parte della UE. Della BCE. Coi neofascisti della Meloni. E co Berlusconi e i suoi nani e ballerine. Complimenti.

    Quanto a Mattarella, il suo “veto” su Savona (persino ilgenerale Carlo Jean, uomo dei servizi atlantici, gli ha dato un tributo simpatizzante per le sue tesi ,Paolo Savona al Tesoro? Un'ottima notizia. Parola di generale - Formiche.net)

    pone difficili domande. Mattarella non motiva pubblicamente la sua onione negativa: fa scendere il divieto sul nome come un oracolo. Mattarella non capisce di economia e finanza. Qualcuno quindi gli suggerisce questa opposizione accanitisima. Se fosse Draghi, ciò porrebbe qualche sgradevole domanda, confermata dalla lettura del pezzo di Evans Pritchrd.: la banca centrale è fieramente e totalmente indipendente dai politici; dunque dovrebbe valere la reciprocità: che i politici sono indipendenti dlalla banca centrale. Ma invece abbiamo le prove, da Berlusconi a Orlando (PD), che essa s’ingerisce fa’ pressioni su di loro, li rovecia, li terrorizzza, badando a nolasciare èprove cartacee…. Per Mattarella, giurista, tutto ciò è legittimo e normale? Risponde alla Separazione dei su cui si basa lo stato di diritto? A parte che i tre poteri sarebbero l’esecutivo, il legislativo, il giudiziario; da quando risulta che la banca centrale sia un ordine separato e indipendente, che terrorizza il potere esecutivo, il legislativo, e si fa obbedire dal giudiziario? Sarebbe un interessante argomento per le lezioni di un professore giurista palermitano. Per esempio l’analogia tra il modus operandi della BCE – o di Bankitalia, suo braccio locale – e quello di Cosa Nostra, secondo quanto afferma il Telegraph.

    Feroce attacco dell’Economist contro il primo ministro Conte.
    Pezzo durissimo e non firmato, che definisce il professor Conte servo di due padroni, uno che tarocca i titoli di studio, il quinto premier non eletto in Italia, eccetera, insomma la peggior serqua di luoghi comuni dei talk shows di Lilli Gruber e del suo salottino Bilderberg . L’articolo è una lettera anonima, con un tono vendicativo che disonora persino lo “autorevole” settimanale dei Rotschild. Per quanto ricordo io, gli articoli dell’Economist sull’Italia li scriveva un grandissimo giornalista che sa molto bene l’inglese. Ho lavorato con lui (a debita distanza) quando era il coccolino di Indro. Sono in grado di darne una foto:


    Ma avete visto cosa è successo a chi è uscito dall’euro?
    No, cosa è successo?
    Padre Pio aiutalo
    Vedo che il premier Conte è di San Giovanni Rotondo. Preghiamo Padre Pio che aiuti lui e noi. Lui amava l’Italia. E dico sul serio.

    https://www.rischiocalcolato.it/2018...pritchard.html
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #8122
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Goldman mette in guardia dal “contagio italiano” e Ciudadanos chiede il voto anticipato: casualità?

    Di Mauro Bottarelli , il 25 maggio 2018




    Eccomi qua, sono ancora vivo. Non è stata una passeggiata e, devo ammetterlo, sono molto stanco. Quindi, questa è solo una breve incursione nel bailamme in corso, nonostante i medici mi abbiano consigliato di prendermi qualche giorno di riposo assoluto. Non lavoro in miniera, alla fine, scrivo articoli. Quindi, disattendo per poche righe il loro consiglio e poi stacco fino a lunedì (forse). Perché per quanto uno possa voler davvero credere alle coincidenze e alle casualità, lasciando da parte dietrologie e complottismi, ci sono giornate in cui stare zitto equivale ad essere complice. E, francamente, qui stiamo esagerando. Non entro nel merito della questione relativa al governo Conte, alle polemiche Lega-Quirinale sul ruolo di Savona come ministro dell’Economia e sul continuo prendere tempo: qui c’è dell’altro. Perché attorno alla nomina al dicastero di via XX Settembre dell’ex allievo di Guido Carli ed ex ministro di Carlo Azeglio Ciampi ci stanno marciando in molti: in primis, chi si fa forte di questo,



    ovvero la reazione odierna del mitologico spread all’ipotesi di arrivo di un euroscettico alla guida dei conti pubblici italiani, addirittura scomodando fantomatici progetti di spinta volontaria del nostro differenziale a quota 600 per costringere l’Europa a scendere a patti o paralleli del progetto hitleriano di conquista militare dell’Europa con quello della Merkel attraverso la moneta unica. Insomma, in tanti stanno inzuppando il pane. Delle due, l’una e parlo a livello interno: o davvero Salvini e Di Maio stanno giocando con il fuoco oppure mi tocca ammettere che il segretario leghista è un genio. Del male (politico) ma un genio. Perché si sta mettendo nella classica posizione win-win, tramutando il nome di Savona alle Finanze nella conditio sine qua non per la partecipazione stessa della Lega al “contratto” di governo con Conte premier: se Mattarella si impone e dice “no”, Salvini rompe e a quel punto si torna alle urne, con il Movimento 5 Stelle che pagherebbe dazio alla pantomima messa in campo e il centrodestra unito che vincerebbe in carrozza.

    In tal senso, anche in ospedale mi sono giunti spifferi da via Bellerio, facendomi notare come Silvio Berlusconi abbia abbassato – e di parecchio – i toni polemici verso il giovane e ribelle alleato, addirittura smentendo ieri il duro attacco contro di lui mosso dal portavoce azzurro ed ex direttore di “Panorama”, Giorgio Mulè. Stamattina, poi, la fedelissima del Cavaliere, Licia Ronzulli, ha lanciato più di un segnale in tal senso. Se invece passerà il nome di Savona, Salvini avrà piegato nel braccio di ferro nientemeno che il Quirinale, con ovvie ripercussioni politiche sia sugli equilibri di maggioranza che dentro l’alleanza di centrodestra, ammesso che in questo caso essa esista ancora. E’ tutta politica, tutti giochi di potere.

    Come d’altronde questo,



    ovvero il fatto che il nostro spread sia stato in ottima compagnia oggi, visto che anche quello spagnolo è salito a cannone, oltre a quello portoghese che viaggia in tandem il differenziale di Madrid, vista la diretta connessione economica e l’enorme esposizione bancaria fra i due Paesi. Questi due grafici,


    ci mostra il rischio ritenuto maggiore sui mercati: ovvero, la ridenominazione del debito italiano se passasse la ricetta dei cosiddetti mini-BOT, un qualcosa che viene visto come la famosa valuta parallela all’euro che per primo, ad onor del vero, scomodò Silvio Berlusconi a metà campagna elettorale, quando già intravedeva il sorpasso leghista e tentò la carta euroscettica, salvo poi schierare come candidato premier Antonio Tajani. Come dire, sono vegano e mi mangio una fiorentina al sangue. Davvero è questo il rischio? O siamo di fronte a una clamorosa cortina fumogena, destinata a tramutare le tensioni politiche italiane e spagnole nel perfetto capro espiatorio per quello che in realtà è il fallimento del QE di Draghi, quantomeno a livello di riattivazione del meccanismo di trasmissione del credito nell’economia reale? Perché al netto del governo “populista-sovranista” e di Paolo Savona come elemento di destabilizzazione – come se fino ad oggi avesse lavorato per un blog e non per un fondo d’investimento e non avesse frequentato, accolto con tutti gli onori, simposi molto establishment come il Forum Ambrosetti di Cernobbio, senza che nessuno chiamasse la polizia o l’esorcista al suo palesarsi – questi grafici



    ci mostrano una strana coincidenza: ieri Goldman Sachs pubblicava un corposo e approfondito studio dedicato proprio al rischio di contagio dalla nuova crisi del debito italiano, indicando in Portogallo e Spagna le immediate vittime di un eventuale mantenimento del differenziale del BTP sul Bund oltre quota 200 punti base per un periodo relativamente prolungato di tempo: “Italian contagion trigger” lo chiamava Goldman nel suo report e oggi, come sapete, la quota psicologica dei 200 punti base è stata sfondata. Certo, direte voi, visto il livello cui era arrivato ieri e l’incertezza ancora presente – anzi, in aumento – sul fronte governativo, non serviva Nostradamus per prevedere la rottura di quel livello di guardia. Vero, però tu guarda caso, proprio oggi il PSOE in Spagna decide di presentare una mozione di sfiducia contro il governo guidato da Mariano Rajoy e Ciudadanos, la risposta centrista ed europeista ai “populisti” di sinistra di Podemos, chiede l’immediato ritorno al voto, essendo la favorita nei sondaggi.

    Rajoy ha già detto che resisterà, visto che la vicenda per cui si chiede la sua testa riguarda fatti di presunta corruzione risalenti al periodo fra il 1999 e il 2003 e non coinvolge nessun membro dell’attuale governo ma il timing è sospetto: dalla crisi del voto catalano in poi, c’erano mille occasione per sfiduciare Rajoy, il cui governo sta infatti insieme con lo sputo e con il sostegno “responsabile” dei partiti che si oppongono al PP ma si decide di innescare una potenziale crisi di governo proprio mentre l’Italia, il membro più sistemico dei cosiddetti PIIGS, già sta agitando i mercati per le sue potenziali scelte in ambito europeo, frutto di un governo sovranista. Direte voi, la sentenza per il caso Gurtel, con condanne per centinaia di anni di carcere per quel sistema corruttivo, è arrivata adesso. Giusto, la Mani Pulite spagnola, la Tangentopoli alle tapas, il 1992 di Madrid: e sapete chi ha istruito il caso all’Audiencia Nacional?

    Baltasar Garzon, il mitico giudice dell’incriminazione contro Augusto Pinochet, uno che ha fatto del clamore mediatico il tratto distintivo della sua azione. Un difensore dei diritti umani, uno molto amato dai giornali tipo “Repubblica”, uno che ha indagato sui desaparecidos del regime franchista e ha assunto la difesa di Juliane Assange. Uno incappato prima in un’accusa di evasione fiscale (2009) per 200mila dollari e, soprattutto, in un’interdizione dalla professione di magistrato per 11 anni nel 2012 per intercettazioni illegali. E sapete in quale caso? Nel caso Gurtel! Ci siamo già capiti. Ora, che il Partito Popolare non sia bello lindo come l’Olandesina della pubblicità del sapone lo sanno anche i sassi ma che si decida di staccare la spina a un governo nato già zombie proprio ora, in base a una condanna per fatti di almeno 15 anni fa, appare stravagante ed estroso, non vi pare? Come al solito, sarà una coincidenza assolutamente fortuita.

    Sicuramente sarà un caso e l’aria dell’ospedale, intrisa di disinfettante e anestetici, potrebbe aver aggravato la mia paranoia, però qui qualcuno sta giocando sporco. Non solo per soldi su scommesse speculative ma su altro, su qualcosa di più serio: la BCE non può permettersi di bloccare il QE, pena mostrare al mondo la nudità del Re europeo ed europeista con il quale si cerca di blandire la gente, spaventandola a colpi di spread e allora si lascia che i differenziali salgano, che la politica cosiddetta “responsabile” agiti per bene la sua propaganda terroristica e le quinte colonne facciano il lavoro sporco nei rispettivi consessi politici nazionali, gettando benzina su fuochi accesi di proposito e con copiose dosi di accelerante.






    Il gioco del cerino o “del pollo” sul nuovo governo sta per finire, almeno così dovrebbe e anche in Spagna non si dovrebbe tirare troppo in lungo: se invece, casualmente, le fiamme dovessero essere continuamente alimentate, magari per tutta la prossima settimana e dopo un “venerdì nero” come quello appena conclusosi sui mercati europei, allora i miei dubbi da nosocomio troverebbero qualche parziale conferma. E poi, scusate: vista la ghiotta occasione per andarci in culo, sport nazionale a Berlino, non trovate estremamente strano il silenzio tombale di Angela Merkel e, soprattutto, della Bundesbank? Parlano solo i craniolesi di Bruxelles, altrove si tace.

    E si corre da Putin a chiedere udienza, quasi nell’aria ci fosse puzza di crisi e redde rationem in arrivo. Quasi, eh… Ok, ora vado a riposarmi, sono proprio stanco. E la stanchezza mi fa diventare ancora più dietrologo. A presto.

    https://www.rischiocalcolato.it/2018...casualita.html
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #8123
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    MENTRE VIGE IL DIKTAT DI MATTARELLA SU SAVONA…

    Di Maurizio Blondet , il 25 maggio 2018




    Giusto per capire, comincerei con un tweet di Claudio Borghi, l’economista della Lega:

    “Faccio notare a tutti quelli che strillano “I MERCATI I MERCATI” che per quanto riguarda il debito italiano “I MERCATI” hanno un nome e un cognome ed è (come da grafico) BCE. Da tempo l’unico compratore è la BCE quindi lo spread non dipende da noi, ma da lei”.


    La parte blu sono i titoli del debito pubblico comprati da BCE.
    I “mercati liberi” del debito pubbblico, in questa fase, non esistono. E’ la BCE che, invece di fare semplicemente la banca centrale, prova a fare quel che ha già fatto a Berlusconi e alla Grecia, e che vans Pritchard ha descritto nell’articolo che abbiamo pubblicato: “Li tagliano dal rifinanziamento del debito e minacciano di uccidere il sistema bancario. Creano a bella posta una crisi di rifinanziamento del debito. Lo hanno fatto appunto all’Italia nel 2011”.

    Che la resistenza di Mattarella al nome di Paolo Savona sia motivata dall’ostilità di Mario Draghi anche personale, è quanto si legge in questo articolo:

    Perché Mario Draghi è il nemico giurato di Paolo Savona - Lettera43.it

    Perché Mario Draghi è il nemico giurato di Paolo Savona
    Il capo della Bce, vicinissimo a Sergio Mattarella, è il più fiero oppositore all’entrata dell’economista che piace a Salvini e Di Maio nel governo Conte. Non solo per motivi politici. Tra i due non corre buon sangue anche per questioni personali.

    Articolo gustoso, che potete leggervi voi. Riporto la motivazione che mi pare di maggior peso:

    “C’è l’idea che Savona possa rappresentare una spina nel fianco della Bce, e non solo di quella parte di Banca centrale che si occupa di politica monetaria sotto la guida di Marietto, ma anche di quella Vigilanza che nelle mani della perfida signora Danièle Nouy ha combinato un sacco di guai alle banche italiane e contro cui Savona, nella veste di commentatore economico, si è scagliato più volte. E se c’è una cosa che Draghi da quando è al vertice della Bce ha sempre cercato di evitare è proprio avere conflitti con la sua Vigilanza”.


    Daniele Nouy


    Insomma è confermato: i tecnocrati incapaci non vogliono fra i piedi un vero competente. Incapaci o disonesti, ecco il problema: Danièle Nouy, a fine 2017, aveva ingiunto alle banche italiane di liberarsi in tutta fretta dei loro crediti dubbi (non performing loans), ossia in pratica di svendere a 10 quello da cui, col tempo,di può ricavare 20 o 30. Quel che avrebbero ricavato i fondi-avvoltoio che di solito raccattano questi crediti svenduti. La signora aveva fatto crollare le azioni delle banche italiane – apposta, direi – e inoltre che è stata accusata di avere agito al di fuori delle proprie specifiche competenze, cioè di avere invaso il campo proprio del regolatore, fissando nuove regole in materia di valutazione dei crediti.

    Non vorrei si dimenticasse che la condizione economica disperata in cui ci troviamo, ci è stata regalata dalla BCE. Come si vede in questa tabella, il nostro Pil è stato stroncato proprio dal “Draghi Coup” e dalla Monti’s Austerity.




    Il Pil Italiano dopo il golpe di Draghi e l’austerità di Monti. Nel frattempo, mentre a noi si imponeva di non superare il 3% di deficit, alla Spagna veniva concesso di fare spesa pubblica in deficit. E alla Francia ancor più.

    Noi stavamo sotto il 3% quando alla Spagna veniva consentito di spendere a deficit fino al 10% del Pil. Più spesa pubblica, più sviluppo.
    Quello che chiede adesso il governo Salvini-Di Maio (che forse mai verrà) – è di fare spesa a deficit come la Spagna per qualche tempo onde tirarci fuori dall’abisso in cui ci hanno cacciato.

    Per esempio, come ha comunicato Giorgio Spaziani Testa,presidente di Confedilizia, “l’Italia è l’unico Paese europeo in cui i prezzi delle case calano dal 2012. Che cosa sia accaduto a partire da quell’anno in tanti continuano a sottovalutarlo…E’ stata quasi triplicata la tassazione patrimoniale sugli immobili”. Gli immobili sono stati trasfgormati in perdita dal fisco. Con una distruzione immane del patrimonio edilizio: vecchie case di campagna, invendute dopo anni di unutili tentativi, e capannoni industriali inutilizzati, vengono scoperchiati dai proprietari per non doverci pagare le tasse. Fenomeno unico in Europa.

    Paolo Savona ha parlato con forza della necessità di riavviare il settore edilizio. criticando Monti. A un convegno nel 2014: “per raccogliere 4,5 miliardi di IMU hanno abbattuto il valore capitale di almeno 200 miliardi”.






    L’euro ha ucciso la domanda interna e la produzione industriale.
    Per nostra fortuna, il governatore di Bankitalia Visco ci tranquillizza: “Il processo di integrazione europea ci ha garantito pace e stabilità”. Come si vede dalla tabella:


    Il Pil pro-capite salì, in Italia, persino nella Grande Depressone. Adesso è caduto, con la UE.
    Questi dati per capire meglio la fondatezza, onestà, moderazione e cultura dell’articolo dello Spiegel. Illusdtrato con la foto di Portofino e dei suoi yacht, per far capire qunto noi italiani siamo ricchi.





    Durissimo attacco del settimanale Spiegel: “Italia scroccona, colpa di Draghi”

    «I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa»
    (da La Stampa):
    Non si tratta di un paese povero, scrive il giornalista nel suo commento al piano del futuro governo, e poi attacca: «Come si dovrebbe definire il comportamento di una nazione che prima chiede qualcosa per lasciarsi finanziare il suo proverbiale “dolce far niente”, e poi minaccia coloro che dovrebbero pagare se questi insistono sul regolamento dei debiti? Chiedere l’elemosina sarebbe un concetto sbagliato. I mendicanti almeno dicono grazie, quando gli si dà qualcosa. Scrocconi aggressivi si avvicina di più» alla condotta dell’Italia.
    (MB: quanto al dolce far niente, avrei un grafico: siamo i secondi produttori industriali in Europa dopo i tedeschi, prima dei francesi e inglesi. )

    «In effetti si procede verso il ricatto», continua Spiegel, affermando che «rispetto all’Italia la Grecia è una bazzecola». «Se gli italiani decidono di non voler assolvere ai loro pagamenti, l’euro è alla fine e la Germania perderà tutti i soldi impegnati per salvarlo», si legge anche. E l’uomo che «ha fornito l’arma» che l’Italia punta contro i suoi vicini «siede a Francoforte», aggiunge il magazine, tirando in ballo Mario Draghi. Il «whatever it takes» pronunciato dal presidente della Bce nel momento più critico dell’eurocrisi, è la tesi, «è stato notato a Roma». «E adesso alla Bce non resta altro che continuare la sua politica perché ogni rialzo dei tassi porterebbe lo Stato italiano all’incapacità di pagare».

    (MB: c‘è questa solida convizione tedesca che sono loro a pagarci il debito italiano. In realtà non solo ce lo paghiamo noi, ma siamo stati noi a salvare le loro banche (e quelle francesi) che avevano prestato troppo e male alla Grecia. Come si vede nella tabella: nel 2009 l’Italia non era esposta al debito greco, mentre le banche germaniche e francesi avevano decine di miliardi di titoli ellenici. Nel 2014, lo Stato italiano è pieno di titoli greci, di cui si sono liberati tedeschi e francesi. Si chiama “solidarietà europea”. Che loro non sanno cosa sia)


    Nel 2009 e nel 2014
























    E, per citare Luciano Barra Caraccio, ” l’Italia non solo è in attivo ormai stabile delle partite correnti, ma è contribuente netto nel bilancio dell’intera Ue, nonché pesante contributore dei fondi di salvataggio (ESM e suoi antecedenti) le cui erogazioni sono andate a vantaggio di altri”



    Riprendiamo lo Spiegel secondo La Stampa:

    «Io non ho nulla contro persone che vivono al di sopra delle loro possibilità. Per me l’Italia può continuare a praticare l’evasione fiscale come sport nazionale.

    (MB. “Al disopra delle proprie possibilità”. In realtà l’Italia è in continuo avanzo primario: ossia vive al disotto delle sue possibilità. Il suo rapporto debito/Pil aumenta, non perché ha speso in modo irresponsabile, ma al contrario: ha speso troppo strettamente. Non è il debito che è aumentato, è il Pil che è diminuito.

    Il tedesco: “Trovo però incomprensibile che si vogliano addossare i costi delle proprie decisioni politiche ad altri che hanno un’altra concezione della politica. Questo difficilmente si concilia con il mio concetto di democrazia». «Chi vorrebbe essere considerato uno scroccone? Gli italiani, così almeno pare, hanno superato questa forma di orgoglio nazionale»



    Ci sarebbe da dire molto sulla volgarità, l’ingiustizia e la assenza totale di senso di un comune destino che esprime questo articolo. Che è poi il sentimento comune non solo del popolo, ma della classe dirigente tedesca: che dimostra così troppo bassa e abietta rispetto alle respnsabilità – che del resto non si prenderà mai – di paese-guida d’Europa. Oltretutto, questa arroganza dimostra che non si sono accorti di avere già perso, comunque brutalizzino l’Italia; fra qualche mese, ne sonos sicuro, torneranno al marco rivalutato del 30 per cento, dopo aver devastato l’eurozona.

    Ma di questo un’altra volta. E’ notte fonda. Concludo rubando una riga a Barra Caraccio, che sta diventando il mio autore preferito:

    “Se obbedissimo mettendoci more solito sull’attenti sui diktat dell’€stablishment, il consolidamento fiscale ci porterebbe in crescita zero virgola o in recessione.
    E poi ci rimproverebbero che cresciamo poco perché non facciamo le riforme e che abbiamo troppi NPL.
    Ma anche basta”.

    https://www.rischiocalcolato.it/2018...su-savona.html
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  4. #8124
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Media tedeschi, Savona nemico Germania - Ultima Ora - ANSA.it

    Un ottimo motivo per nominarlo SUBITO.
    Volendo rappresentare gli itagliani.
    Vero Mattarella?
    Viva l'Europa UNITA!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  5. #8125
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Perché essere a favore dell’esistenza del denaro contante
    Denaro a corso legale (stabilito in linea di principio): denaro che ha la caratteristica di non poter per legge essere rifiutato per l’estinzione delle obbligazioni pecuniarie nello Stato in cui esso è emesso, come il dollaro negli Stati Uniti d’America o l’euro nell’Unione Monetaria Europea.
    Il denaro a corso legale puo' prendere attualmente la forma di denaro contante o di denaro elettronico.
    Alcuni sostengono che in tal senso dovrebbe esistere solo il denaro in forma elettronica e auspicano pertanto l’abolizione del denaro contante e portano a loro sostegno 4 argomentazioni.
    Tuttavia, queste 4 argomentazioni possono essere tranquillamente rovesciate e prese oggettivamente a sostegno dell’esistenza del denaro contante.
    Vediamo come.
    Prima argomentazione: l’abolizione del contante, eliminando o quantomeno riducendo di molto l’evasione fiscale, favorisce un’economia più sana e sostenibile.
    Questa affermazione è palesemente falsa. Ammesso che l’abolizione del contante riesca ad eliminare o ridurre di molto l’evasione fiscale, non c’è comunque alcuna correlazione tra evasione fiscale e allocazione efficiente delle risorse. In tal senso, possiamo infatti benissimo vivere in paese in cui l’evasione fiscale è zero ma le condizioni economiche generali sono ampiamente disagiate.
    Seconda argomentazione: in ogni caso, il denaro contante puo' essere utilizzato per compiere evasione fiscale e l’evasione fiscale è un problema perché sottrae risorse allo Stato e pertanto è meglio comunque abolire il denaro contante.
    I risultati finali non possono essere slegati dai processi entro cui questi risultati avvengono. Oltre una certa soglia, all’aumentare del peso relativo dello Stato nell’economia tendenzialmente aumentano anche le spinte all’evasione fiscale. Di conseguenza, se il contrasto all’evasione fiscale passa principalmente per una contrazione del campo delle scelte e dei diritti e non per una spontanea adesione al rispetto di certe regole, cio' che alla fine avremo ottenuto saranno sicuramente più danni che benefici e un apparato statale che poggia su basi sociali meno, anziché, più solide.
    Terza argomentazione: la non tracciabilità delle transazioni monetarie possono alimentare il crimine in generale.
    Affermazione vera, ma qui il punto è un altro e cioè se si vuole vivere dentro una società totalitaria, che in quante tale annienta la possibilità di usufruire di quella libertà individuale che è il diritto alla privacy in nome di una sicurezza che comunque, anche nella migliore delle ipotesi, non potrà mai essere garantita al 100 per cento (data la costante evoluzione e adattamento del crimine), oppure in una società libera, che in quanto tale cerca invece continuamente di conciliare il binomio libertà individuali e sicurezza. Inoltre, non è affatto detto che lo Stato possa trasformarsi in nome di un qualche ideale e/o mero interesse materiale nella più grande delle organizzazioni criminali esistenti. Se c’è qualcosa che il secolo scorso ci dovrebbe aver insegnato è proprio che a volte lo Stato puo' tramutarsi nella peggiore delle organizzazioni criminali. Di conseguenza, non si puo' certo considerare una presa di posizione lungimirante dare tutto in mano a un grande lupo con la speranza che sia buono come un agnellino e ci protegga per paura che piccoli lupi ci aggrediscano.
    Quarta argomentazione: senza denaro contante si faciliterebbe la trasmissione e pertanto il successo di tutte quelle politiche monetarie dirette a stimolare la spesa, dato che viene eliminata per gli individui la possibilità di prelevare il contante dal sistema bancario per tesaurizzarlo al di fuori di quest’ultimo.
    La suddetta affermazione ruota attorno all’idea che spendere è in sé e per sé il motore dell’economia, ma, in realtà, non c’è niente di più sbagliato del pensare che la spesa sia in sé per sé il motore dell’economia. Non è infatti la spesa in sé e per sé il motore dell’economia, ma il come si spende. In tal senso, spendere male è infinitamente molto peggio che non spendere alcunché ai fini di un’economia sana e sostenibile. Di conseguenza, se il contesto istituzionale è ostile a un’allocazione efficiente delle risorse, meglio spendere meno che spendere di più e aspettare che il legislatore prenda coscienza che servono atti necessari a promuovere un’allocazione efficiente delle risorse e concretizzi effettivamente questa coscienza. Credere che l’individuo abbia il diritto di decidere in ogni momento quanto denaro spendere e quanto tesaurizzare al di fuori del sistema bancario non equivale ad un’eresia, ma è invece perfettamente conforme ai parametri di una società libera ed economicamente funzionante.
    In breve, il denaro contante rappresenta una restrizione al potere politico che non dipende dalla buona volontà o dall’intelligenza dell’operatore politico di turno e per questo ne andrebbe difesa l’esistenza indipendentemente da quanto utilizzo ciascuno di noi ne faccia.
    https://www.rischiocalcolato.it/2018...-contante.html

  6. #8126
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    https://www.rischiocalcolato.it/2018...-neutrale.html

    Spread a 230, Ma è Necessario. Ci Vuole il Governo Neutrale

    Di FunnyKing , il 28 maggio 2018




    il “neutrale”

    Non fatevi prendere in giro, ci vuole lo spread, tanto spread perchè Cottarelli il “neutrale” ha bisogno della maggioranza in parlamento e dunque di un buon numero di responsabili.

    Lo spread e il crollo ulteriore della borsa italiana è assolutamente coerente con un disegno del genere.


    State attenti cari italiani, Di Maio ieri è stato esplicito, M5S e Lega hanno la maggioranza assoluta di deputati e senatori quindi a meno di defezioni nessuna fiducia a Cottarelli il “neutrale” è possibile.

    Appunto…. a meno di defezioni, e con il voto assolutamente favorevole di tutti gli altri.

    Ci vuole un sacco di spread e tanta voglia di perdere lo scranno.

    p.s. ma ma, Mattarella aveva detto che lo faceva per salvare i risparmi degli italiani e per lo spread…. ma, ma….
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #8127
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    L'Euro ha toccato oggi i 1.14566CHF, non lo si ferma neanche con i paranchi.
    Che gran casino stanno combinando a Roma. È possibile che riusciranno anche a creare un governo che piaccia all'europa e ai mercati, ma potrebbero pentirsi della vittoria.

  8. #8128
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    L'Euro ha toccato oggi i 1.14566CHF, non lo si ferma neanche con i paranchi.
    Che gran casino stanno combinando a Roma. È possibile che riusciranno anche a creare un governo che piaccia all'europa e ai mercati, ma potrebbero pentirsi della vittoria.
    ... fanno solo disastri, che ci sia dx, sx, gialli, verdi, bruni, neri, ecc...

    roma è così, con le sue buche (che da decenni fanno parte del "paesaggio") ma soprattutto i suoi buchi neri che sono voragini economiche talmente grandi da poter distruggere economie di intere regioni produttive (cfr.Padania) e riusciranno a travolgere anche altri stati

    ma non dirlo agli itaglioti... la colpa è sempre degli altri

  9. #8129
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Tanto per aggiungere...
    - 1.1407 CHF per 1 euro proprio ora, ed è in calo. In due settimane siamo ritornati al livello di settembre 2017.
    - I rendimenti dei titoli di Stato svizzeri sono tornati sottozero (-0.122), a livello di dicembre.
    - Quelli tedeschi non ancora, ma sono calati parecchio... ed a questo è dovuto almeno in parte l'aumento dello spread.

  10. #8130
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Mi piacerebbe sapere come è visto in Svizzera quello che è successo e sta succedendo in itaglia.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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