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Discussione: La guerra delle monete

  1. #8201
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    https://www.maurizioblondet.it/la-bo...ati-e-esplosa/

    La bomba dei crediti deteriorati è esplosa
    Maurizio Blondet 24 ottobre 2018 5 commenti

    di Pasquale Cicalese

    Succede che con la più devastante crisi economica che l’Italia abbia mai conosciuto i crediti non riscossi dalle banche, vale a dire i crediti deteriorati o, detto in inglese, Non performing Loans (NPL) esplodano fino a passare da 42 miliardi del 2008 a 360 miliardi del 2016.

    Succede che la Vigilanza Bancaria Europea obblighi le banche italiane a diminuire il totale degli NPL sui bilanci bancari.

    Succede che le banche italiane, costrette a disfarsi presto degli NPL, li vendano ad un valore inferiore al 20%.

    Succede che fondi avvoltoi comprino questi NPL e incomincino a riscuotere il credito con metodi da strozzino.

    Succede che l’associazione degli armatori Confitarma informi che diverse compagnie marittime navigano in brutte acque.

    Succede che i crediti delle banche siano state cedute a fondi avvoltoio, i quali chiedono il fallimento e riscuotano decine e decine di navi poi messe in vendita.

    Succede che diverse compagnie armatoriali facciano questa fine, a tal punto che Confitarma lancia l’allarme sul calo della proprietà italiana nella flotta mercantile.

    Succede che a distanza di tre anni siano circa 180 miliardi di euro gli NPL ceduti a fondi avvoltoio.

    Succede che si tratti di macchinari, aziende, immobili e quant’altro posti in garanzia.

    Succede che i fondi avvoltoio stiano riscuotendo i crediti nel silenzio generale, portando alla rovina decine di migliaia di operatori economici e famiglie.

    Succede che stia operando lo strozzinaggio di massa.

    Per maggiori informazioni rimando al mio Si prepara la più grande distruzione economica dell’Italia (2016)

    *****

    Si prepara la più grande distruzione economica dell’Italia
    da Marx XXI
    “Qualora il finanziamento sia già garantito da ipoteca, il trasferimento successivamente condizionato all’inadempimento, una volta trascritto, prevale sulle trascrizioni e iscrizioni eseguite successivamente all’iscrizione ipotecaria” Comma 4 articolo 2 Decreto Legge n° 59 del 3 maggio 2016

    Si lamentano, i banchieri, perché manca la retroattività del decreto. Ma come, dicono, per la risoluzione di Popolare Etruria e il relativo bail in si è attuata la retroattività e sulle norme riguardanti il recupero crediti no?

    Basta leggere il comma di cui sopra, per capire che si è trovata la quadra. E’ il patto marciano, vale a dire il trasferimento al creditore di beni del debitore qualora quest’ultimo sia inadempiente dopo tre rate. Ti tolgono tutto, capannoni, macchinari, scorte di magazzino, seconde case, ecc. Ti lasciano solo la casa di residenza. Il patto marciano può essere infilato in un nuovo contratto tra debitore e creditore.

    l gioco è semplice: la banca chiama l’imprenditore a cui ha dato un fido e gli dice di ricontrattare tutto altrimenti glielo toglie. L’imprenditore è costretto ad accettare e a firmare le nuove condizioni. Se dopo sei mesi non paga le rate gli sequestrano tutto, senza lo strumento dell’ipoteca, per la qual cosa si dovrebbe passare da un procedimento giudiziario. Sarebbe automatico.

    Si è arrivato, dunque, allo spossessamento del debitore. Per cifre enormi: le sofferenze bancarie sono 200 miliardi, di cui 140 miliardi di imprese non finanziarie. I crediti deteriorati sono invece 360 miliardi, la gran parte di aziende. Praticamente l’ossatura della struttura industriale italiana si troverà nei prossimi anni ad onorare debiti, altrimenti i beni verranno confiscati dalle banche.

    Che ne faranno? Ci sono garanzie di immobili per 100 miliardi e 37 di garanzie personali. Verrebbero venduti a fondi, concorrenti italiani o acquirenti esteri. Il panorama industriale italiano cambierebbe volto. O verrebbe definitivamente distrutto, dopo aver già perso il 25%.

    Siamo di fronte alla più grande svendita del Paese della storia moderna, alla più imponente distruzione di capitale, superiore alla Seconda Guerra Mondiale, con effetti sociali dirompenti.

    Quel che definimmo la seconda linea del fronte verrebbe distrutta nel giro di pochi anni.

    Si è arrivati dunque al redde rationem, dopo cinque anni dalla famosa lettera della Bce che imponeva all’Italia un percorso infernale di riforme che hanno portato alla più grave recessione degli ultimi 150 anni. Si è dato un colpo micidiale al salario sociale globale di classe, si è attuata la deflazione salariale, è stato imposto un feroce credit crunch che ha colpito al cuore l’imprenditoria italiana, si è riformata la Costituzione con il Fiscal Compact. Risultato: sono esplosi i crediti deteriorati. Ora si passa all’incasso. Si distrugge la struttura industriale per via bancaria attraverso quell’Unione Bancaria che Enrico Letta definì a suo tempo un “successo dell’Europa unita”.

    Mediante il meccanismo della Vigilanza Europea negli ultimi due anni c’è stato un accanimento pazzesco della Bce nei confronti del sistema bancario italiano, reo di attuare la funzione di banca commerciale, cioè fornire credito all’economia reale. Infischiandosene dei derivati di cui sono pieni i sistemi bancari del Nord Europa, la Vigilanza ha imposto alle banche italiane aumenti di capitale, accantonamenti e regole varie che hanno bloccato l’erogazione del credito.

    Ora si impone il rientro dai crediti deteriorati, il più velocemente possibile e si incomincia a parlare di rischio dei titoli di stato, di cui le banche italiane sono zeppe (445 miliardi di euro), con relativi nuovi aumenti di capitale. Si sono riformate le banche popolari e quelle di credito cooperativo, portandole assurdamente nel mercato azionario. C’era il problema delle banche da ricapitalizzare: le banche italiane hanno dato vita ad Atlante, che fortunatamente è intervenuta nella ricapitalizzazione della Popolare Vicenza e successivamente di Veneto Banca, Ci sarebbe poi Carige, MPS e varie casse di risparmio, ma la dotazione finanziaria, pari a 4,25 miliardi, potrebbe non essere sufficiente ed in ogni caso questa massa di capitale servirebbe unicamente agli aumenti di capitale delle banche citate e non certo a comprare sofferenze bancarie a livello di libro.

    Perché qui è la faccenda: con il bail in della Popolare Etruria, assurdamente analizzata come un fatto di cronaca nera, le sofferenze bancarie sono state vendute, per imposizione europea, al 17% del valore. Le banche hanno sofferenza bancarie nette, dopo accantonamenti, pari a 87 miliardi a valore di libro del 45%. La differenza tra il 17 e il 45% è pari a decine di miliardi, e se fossero vendute come quelle della Popolare Etruria le perdite sarebbero enormi.

    E’ intervenuto il decreto legge 59 per accelerare il recupero crediti, ma non essendo retroattivo in borsa stanno ancora perdendo capitalizzazione. In ogni caso, con il Patto Marciano, che può essere sottoscritto tra creditori e debitore, lo spossessamento di chi non è in regola con i pagamenti sarebbe immediato. Data la continua situazione di stress economico della struttura industriale (si è recuperato appena l’1% di quanto precedentemente perso e la chiamano ripresa), per cui alcuni parlano di un euro che sta asfissiando il sistema economico (si veda Gianfelice Rocca della Technint sul Financial Times di marzo), non si esclude affatto una vendita massiccia di proprietà industriali al miglior compratore.

    nsomma, l’Unione Europea impone misure draconiane all’Italia che provocano la più grave recessione della storia contemporanea, il sistema economico va in tilt, il sistema bancario viene investito da una mole impressionante di crediti deteriorati e a questo punto interviene nuovamente l’Unione Europea per chiedere la risoluzione del problema delle sofferenze bancarie.

    (Il resto su ControPiano, giornale comunista online:

    La bomba dei crediti deteriorati è esplosa | Contropiano

    Spiega benissimo la strategia di Draghi per schiacciare i risparmiatori italiani a favore dei Nordici.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #8202
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    A favore delle banche.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #8203
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    A favore delle banche.
    Dietro .Le stesse forze che hanno creato l'idaglia ...
    Il Silenzio per sua natura è perfetto , ogni discorso, per sua natura , è perfettibile .

  4. #8204
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Citazione Originariamente Scritto da Freezer Visualizza Messaggio
    Dietro .Le stesse forze che hanno creato l'idaglia ...
    Quoto.

  5. #8205
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    La Russia prepara la guerra al dollaro: in arrivo un nuovo asse con la Cina?
    Nelle ultime settimane il governo di Mosca ha compiuto significativi passi in avanti per concretizzare un obiettivo che da tempo Vladimir Putin e i suoi più stretti collaboratori avevano indicato come fondamentale, ovvero il graduale distaccamento dal dollaro degli scambi commerciali della Federazione Russa.
    Come segnala Italia Oggi, “entro l’ anno il governo della Federazione si doterà di un piano per la de-dollarizzazione dell’ economia nazionale. Non si mettono al bando i verdoni, sia chiaro, ma la strategia di Mosca è pronta a cambiare passo: dove possibile si promuoveranno gli scambi commerciali internazionali in monete nazionali, si vuole poi stimolare l’ utilizzo del rublo e diversificare le riserve del Paese. A questo piano sta lavorando il ministero delle finanze. Per il viceministro Alexey Moiseev, che sta coordinando le relazioni tra il suo dicastero guidato da Anton Siluanov, il Ministero dello Sviluppo Economico di Maksim Oreshkin e la Banca centrale della governatrice Elvira Nabiullina, entro la fine del 2018 si dovrebbero raggiungere risultati concreti”.
    Tutti gli interessati hanno tenuto a ribadire, nei loro interventi pubblici, come la mossa non corrisponda a una reazione alle sanzioni commerciali imposte dall’amministrazione Trump ma sia piuttosto dovuta alla volontà russa di esercitare un maggiore controllo sui flussi finanziari e sulla loro denominazione, contribuendo a inserire il rublo in circuiti internazionali piuttosto anemici della divisa di Mosca a causa delle sanzioni occidentali.
    La Russia riduce la sua esposizione col dollaro
    “Pensiamo alla creazione di un complesso di misure per poter utilizzare altre valute”, aveva spiegato il ministro Oreshkin, molto più conveniente, “oppure di passare al trading in valute nazionali”. Come segnala Bloomberg, la Russia ha già iniziato la dedollarizzazione graduale dei depositi denominati in valuta estera detenuti dalla Banca Centrale, aumentando in maniera significativa quelli denominati in euro e yuan.
    Al tempo stesso, una diminuzione si è manifestata anche nella percentuale di titoli di debito russo denominati in dollari, che pur minore rispetto al 68% del dicembre 2015 rimane comunque attestata a un considerevole 53%.
    Il nodo esportazioni
    Il settore delle esportazioni rimane, tuttavia, quello decisivo per determinare la potenzialità della Russia in caso di progressivo sganciamento del dollaro. Come ricorda il Financial Times, la modesta dimensione del mercato interno russo e l’insufficiente diversificazione economica rendono Mosca tuttora oltremodo dipendente dall’export di armi, materie prime energetiche e derrate alimentari per sostenere il proprio Pil e la tenuta del suo sistema economico.
    La natura degli acquirenti dei prodotti russi determinerà, in questo contesto, il destino della politica anti-dollaro della Russia, che ha chiuso il 2017 con un surplus commerciale di 115 miliardi di dollari. Oltre ai Paesi che già puntano a chiudere le porte alla valuta statunitense (Turchia, Iran, Venezuela, forse anche l’Arabia Saudita) la Russia spera in un ammorbidimento dell’Unione Europea che porti a riconsiderare il ruolo dell’euro e, soprattutto, conta su un fattore oramai divenuto imprescindibile per la sua azione globale: il sostegno della Cina.
    Circa un anno fa il governo di Pechino ha ufficializzato la sua decisione di lanciare i cosiddetti “petro-yuan“, ovvero una serie di contratti futures sull’oro nero denominati nella divisa cinese, maggiore concretizzazione dell’ipotesi di “un’evoluzione del sistema in grado di superare l’eccessiva dominazione da parte di un numero limitato di valute di riserva” ventilata da Vladimir Putin al summit Brics del 2017.
    I petro-yuan tirano la volata alle mosse di Mosca
    Nonostante le potenziali divergenze, Putin e Xi Jinping hanno dimostrato unità d’intenti al recente summit di Vladivostok per quanto riguarda la limitazione dello strapotere del dollaro negli scambi valutari globali. “Molti futures sul petrolio, denominati in yuan, sono stati lanciati sul mercato di Shangai alla fine di marzo 2018 ed hanno rapidamente realizzato scambi per 62.500 contratti; e quindi per un valore nozionale di 27 miliardi di yuan, ovvero 4 miliardi di dollari”, si legge su Formiche.
    Il colpo decisivo a favore dei petro-yuan potrebbe essere la quotazione in Oriente del gigante petrolifero saudita Aramco, ultimamente molto attiva nel mercato cinese. Al tempo stesso, la Russia potrà vedere la sua strategia di diversificazione valutaria decollare solo se saranno i giganti dell’energia, come Gazprom e Rosneft, a cavalcare per primi l’iniziativa. E lo yuan potrebbe aprire la strada al rublo: gli investimenti cinesi nella “Nuova Via della Seta” ricordano che oramai non è più solo il dollaro il motore dell’economia globale.
    Ma la Russia, anche nella sua politica più ambiziosa, non puo' prescindere dal potente e ingombrante alleato orientale. Questo è il dilemma più grande per il Paese guidato da Vladimir Putin: la sfida al rivale numero uno passa attraverso l’accordo con una Cina enormemente più forte sotto il profilo economico, politico e demografico. E la conquista di un maggior spazio di manovra nei confronti di Washington potrebbe aver come conseguenza una stretta nell’abbraccio con Pechino che potrebbe avere conseguenze di lungo termine controproducenti per una Russia che dalla Siberia all’Asia Centrale non vede certamente la Cina come il vicino più benvoluto. Ma la geopolitica odierna è il regno dell’incertezza, cosi' come lo è la sfera dell’economia globale. Quello tra rischio calcolato e azzardo è un crinale molto sottile.
    Mosca prepara la guerra al dollaro: in arrivo un nuovo asse con la Cina?

  6. #8206
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Riporto qui su monete questo articolo, trattandosi di economia, anche se l'argomento rientra in altri argomenti.
    Raccomando la visione, un po' lunga, del video.

    https://www.maurizioblondet.it/il-go...-la-sovranita/

    Il golpe è servito: tutti gli uomini italiani del cartello finanziario che ci ha tolto la sovranità

    Maurizio Blondet 31 ottobre 2018 10 commenti


    Cosa hanno in comune Andreatta, Amato, Prodi, Ciampi, Draghi, Monti e Letta? Quali sono i legami tra questi esponenti politici con le grandi istituzioni finanziarie? Come è avvenuto il furto della sovranità dell’Italia ? Le risposte di Francesco Amodeo in questo video che conclude la serie de “La Matrix europea”

    https://www.youtube.com/watch?v=r6mEH6VQO6I




    Incomincio a credere che servano plotoni di esecuzione e fosse comuni.
    I pali non sarebbero sufficienti.
    Ultima modifica di Eridano; 01-11-18 alle 21:35
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #8207
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Ultima modifica di Eridano; 01-11-18 alle 21:35
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #8208
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Lettera del Capo dello Stato: 'Tutelare gli interessi fondamentali del Paese'.
    "Si avvii dialogo costruttivo con l'UE"

    Si può tranquillamente aggiungere il suo nome alla lista dei traditori elencati nel video, i quali non hanno fatto mistero di contare sul suo ... intervento super partes.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #8209
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Lettera del Capo dello Stato: 'Tutelare gli interessi fondamentali del Paese'.
    "Si avvii dialogo costruttivo con l'UE"

    Si può tranquillamente aggiungere il suo nome alla lista dei traditori elencati nel video, i quali non hanno fatto mistero di contare sul suo ... intervento super partes.
    Va ricordato che era lui il ministro della difesa quando venne bombardata la Serbia...

  10. #8210
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    Predefinito Re: La guerra delle monete

    Purtroppo la libertà demokratica ci impedisce di dire tante cose.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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