Per il gennaio del 1850 vengono fissate le elezioni della Camera dei Deputati dei Regni e Stati Federati d'Italia e Dalmazia.
Gli schieramenti sono i seguenti
1) Repubblicani
Guidati da Mazzini in esilio all'estero
Vogliono la repubblica unitaria e la soppressione di tutti gli stati e del papato, ma sono deboli, divisi e piuttosto screditati, dopo tanti fallimenti e dopo il successo di Carlo Alberto.
2) Democratici-Estrema
Vogliono riforme sociali, l'allargamento del suffragio elettorale, che resta molto ristretto, la totale laicizzazione dello Stato.
Liberali in economia ma favorevoli a dazi per aiutare l'industria
Loro capi sono Brofferio in Piemonte e Guerrazzi in Toscana ed Emilia.
3) Liberali di Destra
Guidati da Sella, Lanza e Minghetti sono favorevoli a suffragio ristretto, politica di economia per rimettere in sesto le finanze dello stato, espansione industriale limitata, ostili ad ogni riforma politica e sociale.
4) Liberali di Sinistra
Guidati da Rattazzi, sono favorevoli ad un allargamento del suffragio, a politiche tese ad estendere il potere sabaudo in tutta Italia (sono anche detti Partito dell'Unione) e vorrebbero vedere il Papa ridotto a sovrano temporale. Sono favorevoli all'allargamento delle industrie italiane, soprattutto quelle piemontesi e lombarde. Rimpiangono la mancata occasione di liquidare le Due Sicilie per fare manbassa di tutti i soldi che il re Borbone si ostina a tesaurizzare senza investire.
5) Partito del Centro
Guidato da Massimo D'Azeglio. Moderato e laicista in amministrazione, ma rispettoso dei diritti della Chiesa in campo morale e confessionale. Unico vero partito nazionale, grazie ai contatti e alle amicizie del D'Azeglio in tutta la penisola. Unico vero problema la crescente rivalità tra il primo ministro e il suo ministro della Marina, il giovane conte Camillo Benso di Cavour, che con sue azzeccate riforme e con la sua crescente influenza gli dà sempre più fastidio. Unitario in politica interna, avverso a nuove avventure in politica estera, diviso tra gli amici di Gran Bretagna e Francia in politica estera.
6) Partito Cattolico Nazionale
Guidato da Vincenzo Gioberti, primo presidente dell'Assemblea Federativa Italica. Esso sostiene l'idea del mantenimento della Federazione entro limiti ben precisi, la libertà d'insegnamento delle gerarchie ecclesiastiche, l'assenza di una scuola e di una anagrafe statale, affidando tutti questi compiti alla Chiesa e il Primato morale del Papa come Presidente della Federazione stessa, anche le incombenze esecutive spettano a Carlo Alberto. "Poco importa in effetti a chi tocchi il Primato, basta che il progetto federativo continuì cosi e che la Lega non si trasformi in stato unico.
Tutela dei valori tradizionali ma simpatie verso la borghesia, piuttosto che verso la nobiltà.
7) Partito della Consorteria
Liberale e sostenitore dei ceti agricoli, avverso all'industrializzazione ha la sua roccaforte nel Granducato di Toscana. Alla testa della Consorteria c'è il brillante primo ministro di Toscana, Barone Bettino Ricasoli, molto amico di diversi esponenti dei liberali di destra piemontesi.
Tutela dell'autonomia della Toscana, difesa dei comuni interessi italiani, avversione verso la Francia e L'Impero Tedesco, amicizia verso la Gran Bretagna. Sostiene l'Autonomia dello stato rispetto alla Chiesa e la soppressione di ogni privilegio detenuto dai preti.
Ha fondato due giornali La Patria riservato alla sola Toscana e la Nazione, a diffusione nazionale.
8) Conservatori (Partito della Reazione)
Variegato schieramento senza un vero capo e senza un comune sentire su molte questioni. Unico nesso tra savoiardi, napoletani, siciliani: Il Papa non si tocca, e quanto più reazionario è meglio è. Molto ostili a Carlo Alberto, sperano di Sostituirlo con Ferdinando II a capo della Confederazione al primo passo falso del "Re Liberale".
9) Papalini-Legittimisti
I sostenitori del ritorno degli antichi sovrani spossessati dalla rivoluzione e del reintegro del Papa nei suoi domini, senza se e senza ma.
10) Partito degli Italici Puri
Riedizione del vecchio schieramento postnapoleonico, sono i fautori di un regno di Lombardia indipendente dai Savoia, voltisi al federalismo dopo essere stati sconfitti. Sono guidati da Cattaneo sono federalisti, anti centralisti, laicisti e repubblicani.
La libertà economica è per loro fondamentale come parte della libertà necessaria perchè uno stato possa vivere.