Interessante articolo di Ricolfi sulle tare e le inadeguatezze del csx e dei finiani (la cui patetica salita sui tetti ha spalancato un po' di occhi sul loro vuoto a perdere)
Pdl e Pd, tramonti paralleli
Interessante articolo di Ricolfi sulle tare e le inadeguatezze del csx e dei finiani (la cui patetica salita sui tetti ha spalancato un po' di occhi sul loro vuoto a perdere)
Pdl e Pd, tramonti paralleli
Le domande di Ricolfi al PD
ma voi, se andaste al governo, che cosa sareste in grado di fare di diverso e di meglio di quel che offre l’attuale governo?
Una domanda che ha sotto di sé tante altre domande, tanti altri dubbi. Qual è la vostra idea del futuro dell’Italia? Come pensate di far ripartire la crescita? Avete qualcosa di concreto da dire anche ai cittadini del Nord? Smonterete o manterrete quel poco di federalismo che ha messo in piedi la Lega? Dove li prenderete i soldi per fare le mille cose che rimproverate a Tremonti di non aver fatto? A quali gruppi sociali chiederete di pagare il conto? Ma soprattutto, domanda delle domande: visto che (per ora) non siete d’accordo su quasi nulla, che cosa ci garantisce che, una volta vinte le elezioni, non sarete paralizzati dalle vostre divisioni interne, come ai tempi del governo Prodi?
L'autore dell'articolo ha ragioni da vendere: obiettivamente parlando, se il centrodestra è in una crisi innegabile sotto ogni punto di vista, dovuta anche ai "sabotatori" finiani, altrettanto evidente è l'inadeguatezza della sinistra italiana. Il PD, infatti, non ha ancora risolto il rebus intricato delle alleanze: convergenza al centro con Casini e Rutelli o alleanza organica con la sinistra radicale nelle sue diverse sfaccettature (Vedola e Rifondazione)? Accordo o no con Antonio Di Pietro e l'Italia dei Valori? Che rapporto con il Movimento 5 Stelle?
Dall'inadeguatezza del Partito Democratico emerge, inoltre, sempre di più, come esso in realtà sia un contenitore ancora più vuoto del PDL.
Se il PDL è fondamentalmente una creatura di Berlusconi, quale leader carismatico ed indiscusso - fino ad un anno fa - del centrodestra italiano, il PD è la mera somma del PCI-PDS-DS con quel che rimaneva della Margherita, rutelliani esclusi, voluta per poter dare ai "banchieri" un loro referente politico sicuro dall'identità ibrida e poco chiara.
Esatto. La cosa sconcertante di questa 'crisi' è che non dipende da una oggettiva crescita dell'opposizione o da una oggettiva superiorità del suo programma e delle sue proposte rispetto al cdx, ma è da addebitare esclusivamente ai finiani.
Sulle riforme costituzionali, c'è solo da mangiarsi le mani. Un rafforzamento serio dell'esecutivo in un contesto come l'attuale sarebbe stato non l'optimum (che non esiste in politica) ma certo un significativo passo in avanti nella capacità da parte del governo di gestire le crisi. Da far andare di pari passo con la riforma della magistratura, una riforma in grado sia di mantenere l'autonomia della suddetta, sia di sottrarre l'esecutivo al ruolo di 'tutela' che i giudici si sono ritrovati ad esercitare dal '92 in poi.
Ultima modifica di Marco d'Antiochia; 30-11-10 alle 15:06
Ultima modifica di msdfli; 01-12-10 alle 00:03
Riguardo al centrosinistra? Devono sperare nel governo tecnico, perchè se si va ad elezioni anticipate rischiano di prenderlo in saccoccia un'altra volta. Se si alleano con Di Pietro e la sinistra radicale, rischiano di sbilanciarsi in senso demagogico ed estremista: in tal caso, Berlusconi avrebbe gioco facile ad utilizzare la carta del "dagli al comunista" e una macchietta politica come Di Pietro farebbe il resto. I moderati finirebbero per votare Berlusconi in modo da evitare un governo troppo sbilanciato a sinistra. Non si potrebbe escludere, in uno scenario del genere, nemmeno un apparentamento del centrodestra con Casini al Senato o addirittura in entrambe le Camere.
In caso di alleanza fra PD, UDC, FLI, MPA e rutelliani, Berlusconi sarebbe in maggiore difficoltà perchè si troverebbe di fronte un polo moderato, molto di centro e poco di sinistra.
Bisogna vedere però se la CEI dà il benestare o meno ad un'operazione del genere, dato che già su Avvenire sono stati dati dei chiari avvertimenti a Casini sull'evitare qualsiasi alleanza organica fra UDC e FLI.
Incognita però di un'operazione del genere? Il PD rischia di perdere moltissimi voti a sinistra. Di Pietro, Vendola, Grillo se si presenta a livello nazionale e Rifondazione Comunista: tutte 'forze politiche' che, puntando sulla demagogia e il populismo anti-berlusconiano, in versione progressista chiaramente, potrebbero erodere non pochi consensi al PD. Si tratta di forze che, volendo, in caso di alleanza del PD al centro, potrebbero coalizzarsi in un blocco unico.
Si aggiunga però un fatto: il PD in moltissime realtà governa con la sinistra radicale e la base tendenzialmente, essendo la stessa dei DS, vuole un'aggregazione a sinistra, non una a destra.
L'optimum per loro sarebbe una sorta di nuovo CLN anti-berlusconiano con dentro tutti: da Casini a Bertinotti, passando per Rutelli e forse pure Fini.
Ma sarebbe rischiosissimo per tutti.
Un'accozzaglia del genere farebbe rivoltare lo stomaco a tre quarti degli Italiani, sinistrati compresi.