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    Predefinito Daverio: “Lo Stato ha fallito, più bravi i Borbone”




    Emergenza patrimonio.
    Philippe Daverio: “Lo Stato ha fallito, più bravi i Borbone”


    Mentre le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia sono sempre più silenziose, decisamente fragorose e sempre più frequenti sono le bombe lanciate da autorevoli personaggi della cultura che stanno pian piano abbattendo il muro della retorica risorgimentale, riattribuendo i giusti meriti al sud pre-unitario e alla dinastia borbonica che lo condusse ai vertici del prestigio internazionale.

    Sotto il profilo economico-industriale bastano i saggi di Paolo Malanima, direttore dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del CNR e Vittorio Daniele dell’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, e quello di Stefano Fenoaltea e Carlo Ciccarelli della Banca d’Italia per dimostrare che il sud non era affatto sottosviluppato rispetto al nord.
    Ormai i grandi personaggi della cultura sono sempre più soliti nell’amplificare ciò che noi meridionalisti professiamo e facciamo oggetto della nostra battaglia culturale mai fumosa e poggiata, appunto, su cultura e studi in quanto consapevoli di essere “semplici” divulgatori di verità sotterrate.

    Dopo l’amplificazione della legge borbonica sull’introduzione pionieristica della raccolta differenziata portata alla ribalta nazionale da Roberto Saviano, sulle pagine de “IL MATTINO” di Napoli del 1 Dicembre 2010 è il turno di Philippe Daverio, apprezzato e stimato critico d’arte e docente universitario, che decreta il fallimento della tutela del patrimonio artistico in Italia e la superiorità e l’efficienza delle Due Sicilie rispetto alla moderna nazione italica: «La tutela del patrimonio in Italia è un fallimento. Lo Stato ha fallito e l’Italia si è dimostrata meno capace di quanto fecero i Borbone nelle Due Sicilie che era un grande Stato».

    Philippe Daverio sta per lanciare “Save Italy”, un progetto per portare all’attenzione dell’intera comunità internazionale il caso Italia e chiedere l’intervento di tutti per far qualcosa di utile alla salvaguardia del nostro impareggiabile patrimonio.
    Del resto era stato proprio lui ad avallare la mia video-denuncia “Il ponte sullo Stretto che ammazza la cultura” ammonendo così: «In Italia viene ritenuto prioritario il ponte sullo Stretto di Messina. Vuol dire anche che per realizzare il ponte non si salva la Reggia di Caserta».

    E significativo è, in chiave risorgimentale, un passaggio di una sua dichiarazione su “LA STAMPA” di Torino del 12 Dicembre 2009 in cui, pur valorizzando il patrimonio culturale torinese, Daverio trovò comunque il modo per dire ai piemontesi tra le righe che sono invasori: «il Piemonte non è Italia. Torino è la capitale di uno stato che ha conquistato l’Italia senza farne parte». Così confermando che il Risorgimento non fu un moto di unione ma una guerra senza dichiarazione, un’annessione del sud, unica parte del paese davvero indipendente e italiana, da parte di un nord sabaudo filo-francese (e inglese), quindi straniero.


    Emergenza patrimonio. Philippe Daverio: “Lo Stato ha fallito, più bravi i Borbone”
    Ultima modifica di x_alfo_x; 02-12-10 alle 15:57

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    Predefinito Rif: “Lo Stato ha fallito, più bravi i Borbone”

    «Vogliono fare il ponte sullo Stretto e i beni culturali sono abbandonati». Intervista a Philippe Daverio
    Lorenzo Calò
    Il mattino 7/10/2010

    Philippe Daverio, storico dell'arte: per salvare i nostri tesori lanceremo il progetto «Save Italy»

    “Guardi: non è che poi mi stupisca più di tanto. Anzi, mi avrebbe meravigliato l'opposto. Purtroppo non è una novità».
    Philippe Daverio, storico dell'arte e docente all'università di Palermo non mostra alcuna sorpresa nell'apprendere dell'(ennesimo) assalto - un mix di incuria e degrado - alla Reggia. Ma la Reggia di Caserta è patrimonio dell'umanità e il parco è stato recentemente insignito del titolo di «più bello del mondo»...
    «Lo so. Ma so anche che siamo in Italia. Poi, in questi casi, non si capisce mai di chi è la responsabilità: se di chi gestisce il monumento o, più in generale, della mancanza di fondi. Un tempo le disponibilità finanziarie erano più ampie. Caserta è un sito di rilevanza strategica ma i tagli hanno colpito un po' tutti».
    Ma è solo una questione di risorse finanziarie?
    «In Italia spendiamo un sesto di quanto spende la Germania per il patrimonio culturale. Ma c'è una differenza: l'Italia deve mantenere un patrimonio costituito quasi al 95 per cento di reperti antichi che necessitano di costi maggiori. Allora prendiamone atto: così è impossibile competere».
    Professore, è una resa?
    «È una constatazione. Ma stiamo cercando di reagire».
    E come?
    «Le dò una chicca: abbiamo ideato, fra poco lo lanceremo ufficialmente, un progetto internazionale. Lo chiameremo "Save Italy" per portare all'attenzione dell'intera comunità internazionale il caso Italia e chiedere l'intervento di tutti per far qualcosa di utile alla salvaguardia di questo impareggiabile patrimonio».
    Cos'è, un altro movimento politico?
    «No. E’ un movimento disperato».
    E a chi è rivolto?
    «Ma vengano i danesi, i tedeschi, dalla Cina, dalla Groenlandia: insomma, tutti devono capire che lo stato in cui è ridotto il patrimonio culturale italiano è un'emergenza internazionale».
    Chi ci sta lavorando?
    «Io e un vasto gruppo di amici».
    Ma l'iniziativa avrà l'avallo del ministero?
    «Non si tratta solo di questo. Bondi è un poeta e Resca è un manager che sta lavorando molto. Ma la questione è un'altra».
    Quale?
    «Tomo alla Germania. La Merkel ha detto: cari cittadini, dovremo tutti tirare la cinghia per risparmiare 80 miliardi. Tutti esclusi tre settori: la cultura, la formazione e la ricerca. In questa direzione va l'Europa; dove va invece l'Italia?».
    Si tratterebbe di definire le priorità...
    «Ecco. In Italia viene ritenuto prioritario il ponte sullo Stretto di Messina. Anche questa è una constatazione; ma vuol dire anche che per realizzare il ponte non si salva Caserta».

    patrimonio sos: in difesa dei beni culturali e ambientali

 

 

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