Originariamente Scritto da
Erlembaldo
La padania 15-12-2010
Il Federalismo, una questione di verità e giustizia
GIUSEPPE REGUZZONI
C’è un principio elementare della ricerca storica che non dovrebbe
mai essere dimenticato o sottaciuto: la storia è ricerca faticosa
di una verità, la verità dei fatti. Questo principio va straordinariamente
di pari passo con il detto evangelico «la verità vi farà liberi».
Applicato alla storia, significa che la verità dei fatti non può mai essere
tradita, se si vuole che essa dica qualcosa sul presente e risulti liberante.
In questi giorni, il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale
Italiana ha organizzato, sullo sfondo del dibattito politico sul federalismo,
un forum intitolato «150 anni dell’Unità d’Italia».
L’iniziativa, fortemente voluta dal cardinale Camillo Ruini (che del Progetto
è responsabile) si chiede se lo stato unitario, l’Italia come la conosciamo,
continuerà o meno a essere unita. Per i Cattolici i valori politici sono comunque
relativi, ed è bene che sia così. Il che, evidentemente, non significa che cessino
di essere dei valori. Resta pur vero che non si può in alcun modo prescindere
dalla verità dei fatti – e dunque dalla constatazione che l’unificazione non fu altro
che un’annessione violenta e intrinsecamente ostile all’anima cristiana dei popoli
della penisola e dell’arco alpino.
In aggiunta, passando dalla “tradizione” al “presente”, sono “fatti” anche, se non
soprattutto, i dati economici e fiscali che, secondo, la felice definizione di Ricolfi,
documentano il tragico e ininterrotto “sacco del Nord”. Anche questa è una verità –
e un’ingiustizia – con cui è necessario fare i conti. Ci sono Regioni che si tramandano
i bilanci oralmente, altre che sgobbano e mantengono il paese.
Se, dunque, è in qualche modo consentito parafrasare il detto evangelico, “la veità
Vi renderà liberi” è necessario che la verità storica ci liberi da tutti gli appesantimenti
retorici che, a loro volta, altro non sono che pretestuose coperture di un sistema
di privilegi e di corruzione diffusa, che si fa sistema statale con il devastante saccheggio
delle risorse del Nord a opera del centralismo romano e della burocrazia meridionalista.
Difficile negare che sia necessaria una riparazione o, se si preferisce, una ricostruzione
Morale e culturale (l’ethos di cui parla il programma del Convegno).
Difficile non riconoscere che questa riparazione, tradotta sul piano della progettualità
politica, altro non possa essere che un federalismo coerente e determinato, non solo
sul piano fiscale. Non per niente, un uomo di Chiesa intelligente e attento alla situazione
politica del paese come il cardinale Camillo Ruini, nell’intervista al TG1 da lui rilasciata
in apertura del Forum, ha dichiarato senza remore: «Personalmente sono favorevole
al federalismo. Ritengo che appartenga alla natura profonda del nostro Paese.
Adesso si cammina verso il federalismo. E credo ormai che sia una scelta irreversibile».
Ed è davvero difficile non trovarsi d’accordo con lui, magari girando la palla a un paio
di politici “cattolici” che di federalismo continuano a non voler sentir parlare...