Piano per il Mezzogiorno, il governo ignora la Sardegna

[Morfeo]

Steri (Udc): «La Regione dovrebbe impugnare quelle norme». Sindacato sardo e politici contro il piano per il Mezzogiorno varato dal governo. La maggioranza degli industriali giudica poi inutile la nascita della Banca del Mezzogiorno

CAGLIARI. Sindacato sardo e politici contro il piano per il Mezzogiorno varato dal governo. Per Giulio Steri, capogruppo Udc, «è una gravissima violazione dello Statuto. La Regione dovrebbe accertare se è possibile impugnarlo». In quel piano è prevista anche la nascita della Banca del Sud che è stata bocciata da un sondaggio con gli imprenditori dell'isola.

Quel piano non convince Cgil-Cisl e Uil: «La Sardegna è totalmente ignorata», spiega Enzo Costa, «la cabina di regia fa capo a Roma, si parla di tante cose e mai di insularità che per noi è fondamentale». Certo la questione meridionale (e sarda) è diventata un'anomalia europea perché alla crisi economica si è aggiunta quella culturale. Il tasso di crescita del Sud è inferiore a quello della Grecia, Estonia, Slovenia e Ungheria hanno già raggiunto il Mezzogiorno.

«I dati estremamente negativi non costituiscono però da soli la questione meridionale e sarda», precisa Mario Medde. Così poco più di vent'anni dopo la caduta del Muro di Berlino la Germania ha recuperato l'abissale divario che separava la parte dell'Est, noi a 150 anni dall'unità nazionale vediamo il Sud allontanarsi ancora di più. E, a giudizio del sindacato sardo, non può certo bastare un piano propedeutico solo al modello di federalismo fai da te, scritto per le regioni più ricche.

Un piano che si dovrebbe impugnare visto che scavalca l'autonomia della Regione (accomunata a tutte le altre) ma difficilmente si potrà farlo perché in realtà è una cornice che rimanda le misure da prendere ad altri provvedimenti legislativi. Se il cuore del piano per il Sud - così l'ha definito il presidente della Giunta Cappellacci - è la nascita della banca, sono in primo luogo gli imprenditori sardi a ritenerla del tutto inutile. Il dato emerge dal Rapporto «Impresa e competitività» elaborato dall'Associazione studi e ricerche per il Mezzogiorno e dall'Osservatorio banche e impresa.


E questo non perché siano soddisfatti dell'attuale momento del credito. Il Rapporto fotografa la congiuntura devastante che l'isola sta attraversando e, per cercare di trovare la via d'uscita dalla crisi, sono è stato realizzato un sondaggio: la nascita della Banca del Sud è una nebulosa non definita per il 36% degli intervistati che non hanno voluto rispondere mentre trenta imprenditori sardi su cento giudicano l'iniziativa inutile. Banca del Sud nascerebbe attraverso un conferimento di quote del Mediocredito per coadiuvare le piccole banche, in particolare cooperative e popolari; una risposta che il sindacato sardo giudica inadeguata rispetto alla gravità della situazione.

Per i bancari, in realtà, al Sud scarseggiano le banche in grado di valorizzare le dinamiche economiche locali e le energie positive perché la maggior parte delle politiche creditizie sono stabilite su scala nazionale. Dalla ricerca effettuata sulle aziende regionali, le imprese pro e contro la Banca del Sud si equivalgono nel manifatturiero così come nel settore delle nuove tecnologie. Giudizio positivo tra le imprese delle costruzioni mentre è esattamente il contrario per il settore del turismo.

«In molti casi», è scritto nel Rapporto degli industriali, «ci si lamenta del fatto che l'impianto della legge è sbilanciato verso l araccolta di fondi e la fiscalità di vantaggio introtta è rivolta principalmente ai risparmiatori, mentre la Banca del Sud, senza misure di incentivo ad hocm non avrebbe alcuna convenienza a investire nelle regioni meridionali».

Inoltre, i progetti di investimento sottoposti alla banca dovrebbero comunque superare i criteri di selezione per non generare distorsioni che, anzichè generare l'auspicata competitività, sarebbero solo causa di una concorrenza non sana tra le imprese con il rischio di avvantaggiare imprese che non lo meritano. Da sottolineare, infine, che gli imprenditori sardi ripongono molte speranze di rinascita nel federalismo però la legge approvata convince il 15% del campione mentre un altro 15% la giudica negativamente. A prevalere è la quota (27,8%) di coloro che pensano che non cambierà nulla che poi è come dire che le imprese devono restare in ginocchio.

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come sempre ce la prendiamo in culo

[Perdu]

Ma poita est chi no fait a tenni a unu polìticu, e seu narendi unu, chi fetzat is interessus nostus??? onf:

[lux74vbr]

Per la verità questo governo stà ignorando l'Italia intera!

[Four Moors]

Trattati peggio di una colonia. Molto peggio.

Perchè non uniamo questa discussione con queste due?

http://forum.politicainrete.net/sard...ntantioco.html

http://forum.politicainrete.net/sard...ta-lisola.html

Tanto mi pare che stiamo parlando di varie ramificazioni dello stesso argomento.