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destradipopolo
SETTE CASE PIGNORATE E TROPPI DEBITI: E IMPROVVISAMENTE L’IDV SCILIPOTI SI CONVERTE A VOTARE PER BERLUSCONI
CONDANNATO IN SECONDO GRADO A PAGARE 200.000 EURO, DAL LUGLIO SCORSO HA ANCHE UN AVVISO DI GARANZIA PER CALUNNIA E PRODUZIONE DI DOCUMENTI FALSI…ANCHE CATONE ANNUNCIA IL VOTO AL GOVERNO: PARE CHE PUBLITALIA GLI ABBIA GARANTITO UN GROSSO CONTRIBUTO PER IL GIORNALE CHE DIRIGE
L’abitazione e altri sei immobili pignorati.
Una sentenza d’appello che lo condanna a pagare un debito da 200.000 euro. Indagato per calunnia, produzione di falsi documenti e l’aggravante di avere commesso il fatto con abuso dei poteri dati dalla sua carica di vicesindaco. Insomma, quella dell’onorevole Domenico Scilipoti, siciliano, classe ’57, è una storia giudiziaria piena di inciampi.
Ma anche una storia di debiti.
Ed è proprio qui che sembra nascondersi il motivo vero del suo repentino avvicinamento alle posizioni del Pdl.
Avvicinamento che in serata pare sfumare. Scilipoti annuncia che voterà la sfiducia e contemporaneamente lascia l’Idv. S
ono semplicemente schermaglie. In realtà il politico sembra contrattare.
Sarà lui il primo acquisto del Cavaliere?
“Mi hanno gettato fango addosso”, dice Scilipoti, rispondendo a quelle confidenze che da giorni, nei corridoi del proprio ex partito, raccontano delle sue difficoltà economiche. Malelingue piuttosto informate.
Visto che lo stesso onorevole Antonio Di Pietro era a conoscenza della vicenda da più di quattro mesi.
Per capire, però, bisogna tornare indietro al 1987. Da qui parte la sua storia giudiziaria.
A dare il la, un debito non pagato per 12 anni e un conto finale da 200mila euro. All’epoca Scilipoti è vice sindaco del Comune di Terme Vigliatore, provincia di Messina.
Tra i tanti impegni, c’è anche il progetto di un centro medico di tre piani. Dovrebbe chiamarsi Esculapio e sulla carta prevede 61 posti letto per 10 tipi di specializzazioni mediche.
L’autore del piano è l’ingegnere Carmelo Recupero.
L’incarico lui lo riceve direttamente da Scilipoti. L’opera però non va in porto, ma Recupero non viene mai pagato.
Nel 1997 il professionista chiede e ottiene un decreto ingiuntivo.
Il politico però non demorde. Tanto da arrivare a negare di aver firmato i progetti dell’ospedale. Ma c’è di più.
Scorrendo le pagine delle sentenza d’appelo del tribuanle di Barcellona Pozzo di Gotto si scopre che l’ormai ex parlamentare dell’Idv sostiene di trovarsi in Brasile al momento della firma. Motivo del presunto viaggio: lezioni universitarie.
Gli avvocati di Carmelo Recupero, però riescono a dimostrare che in quel periodo il vice-sindaco si trova in comune a presiedere un consiglio comunale. Non è finita.
Nel 2008, infatti, il tribunale dispone anche un esame calligrafico. Dalla perizia emerge che tutti i documenti sono stati firmati da Scipoliti.
Nel luglio 2009 arriva la sentenza di secondo grado nella quale, fra l’altro si legge che Scilipoti “sperava di ottenere un finanziamento per l’opera sfruttando la propria carica e di contatti politici”.
La questione, però, si complica ulteriormente. Il 19 luglio scorso si passa dal civile al penale.
Nelle vicenda della casa di cura, Scipoliti risulta indagato per calunnia e produzione di falsi documenti.
A novembre gli viene recapitato un avviso di garanzia.
Da qui la richiesta dell’onorevole di essere ascoltato dai magistrati. Della cosa, infine, viene messo a conoscenza anche Antonio Di Pietro.
Il 5 agosto l’ingegnere Recupero decide, infatti, di esporre il suo caso al leader dell’Idv, allegando tutte le carte che interessano il deputato.
“Egregio onorevole Di Pietro, debbo significarle che nell’Idv, purtoppo è presente un soggetto, mi riferisco all’on. Domenico Scilipoti che a mio parere non rende giustizia al movimento dal Lei rappresentato”.
Passiamo a un secondo nuovo acquisto dei berluscones, in questo caso un recupero: l’on. Catone era infatti passato con Fli, ma ora dissente.
“Per il momento l’unica cosa certa è che non voterò la sfiducia a questo governo. Poi sul fatto se lascerò o meno il partito ancora non lo so bene”.
Raggiunto telefonicamente a Bruxelles Giampiero Catone ribadisce che lui confermerà la fiducia al governo Berlusconi.
Il parlamentare sulle prime nega che ci sia stata una trattativa con i vertici del Pdl che riguardi un’offerta di Publitalia per la pubblicità sul giornale che dirige: “La Discussione”.
Poi però, senza troppa ironia, è disposto ad ammettere che se ricevesse una consistente somma di denaro potrebbe anche accettare un’eventuale proposta della maggioranza a lasciare Fini e a confermare la fiducia all’esecutivo.
“Sa – spiega – io sono molto impegnato nel sociale e sa quante case famiglia io potrei costruire, ad esempio, con 20 milioni di euro? Accetterei qualunque cosa per realizzare progetti del genere”.
“Io non voterò la sfiducia – ribadisce il parlamentare – anche perchè in un momento come questo sarebbe assurdo aprire una crisi al buio”.
E con la patetica scusa della “crisi al buio”, un altro parlamentare spera di “vedere la luce”, intesa come risolvere i problemi personali.
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