Berlusconi: "Basta illazioni"
Rivelazioni della Santanchè su un presunto «compagno» di Veronica
UGO MAGRI
INVIATO A BARI
Che disastro gli ha combinato la Santanchè. Berlusconi se n’è reso conto immediatamente, ieri mattina, leggendo i giornali. La regina del gossip ha raccontato a «Libero» che Veronica Lario «da lungo tempo ha un compagno». Si tratterebbe di una guardia del corpo, al secolo Alberto Orlandi, 37 anni. Berlusconi, lo difende la Santanché, «ha messo da parte il suo orgoglio di uomo» per non sfasciare tutto, pensando ai figli... Ahi! I figli. Ecco il tasto da non toccare. Mai. Franceschini li aveva chiamati in causa goffamente, e ancora non sa darsi pace. Invece la Santanché ci si tuffa a corpo morto, descrive i cuccioli nati da Silvio e Veronica come tutti dalla parte del babbo, «si sono schierati al fianco suo, senza se e senza ma». Sottinteso: per forza, visto come stanno le cose... Avesse taciuto, per Silvio sarebbe stato meglio.
Alle sei di sera, in conferenza stampa a Bari, un cronista chiede al Cavaliere che cosa ne pensa. Ululati dei supporter, che non gradiscono la domanda. Ecco la (cauta, cautissima) risposta del marito di Veronica: «Sono spiaciuto che si vengano a portare sulle prime pagine dei giornali situazioni che dovrebbero attenere esclusivamente alla vita di una famiglia ». Non dice «ero all’oscuro », tantomeno «ben lo sapevo ». Berlusconi, nella veste di presidente del Consiglio, quasi commenta la vicenda in terza persona. Prova a farne una questione di privacy che riguardaun po’ tutti i cittadini di questa Repubblica. Perché «di pettegolezzi», dice il portavoce Bonaiuti, «la gente ne ha le tasche piene».
In realtà, già a quell’ora della giornata Silvio intuisce che una nuova bufera si sta addensando sul suo capo. Stavolta non politica,ma familiare. Grava il sospetto che la Santanché abbia svelato gli amori di Veronica, veri o presunti, per farsi perdonare dal premier il «tradimento » di un anno prima con la Destra di Storace. E corre voce che il «Giornale», quotidiano della famiglia Berlusconi, voglia pubblicare una foto di Veronica con il body-guard. Alle dieci di sera Luigino, il più giovane dei figli nati da Veronica, si ribella. Fa circolare una dichiarazione sdegnata contro la «DamaNera ». Io a spada tratta dalla parte di mio padre contro mia madre? Ma neanche per sogno. «Non voglio prendere le parti né dell’uno né dell’altra, chiedo di non essere strumentalizzato». Sono le 23,15 di questa lunga domenica quando il premier è costretto a intervenire.Ea prendere le distanze tanto dalla Santanché che dagli attacchi contro Veronica. Dirama una nota, «nemmeno io voglio essere strumentalizzato », e invece «constato con amarezza che la mia vita privata viene continuamente utilizzata mediaticamente a fini politici... I miei tre figli più giovani non hanno in alcun modo preso posizione rispetto alla separazione, e d’altronde non desidero che lo facciano... Credo che nessuno debba permettersi di interpretare arbitrariamente il loro apprezzabile riserbo».
Per quanto stia cercando di scrollarsida dosso il caso Noemi, Silvio proprio non ci riesce. Ieri da Bari invano aveva tentato di parlarne come se fosse acqua passata, «siamo arrivati a toccare il fondo» però ora finalmente si torna alla politica (che lui concepisce in chiave di propaganda sui «fatti» del governo). «Ma non vi rendete conto», aveva finto stupore davanti ai cronisti, «che su di me non c’è mai stato nulla, solo e soltanto calunnie?». L’ira dei giorni scorsi, la grande nevrosi del premier sotto assedio che veniva descritto in preda alla tentazione di sciogliere le Camere («mai passata per la mente un’idea simile», precisa ora l’interessato), a metà pomeriggio pareva in via di riassorbimento. Il Cavaliere tornava finalmente a riaffacciarsi per strada senza il terrore di essere insultato. Il giovane ministro Fitto, padrone senza rivali del Pdl pugliese, gli aveva organizzato una claque fantastica, centinaia di sostenitori invasati che lo trascinavano tipo Padre Pio per le vie di Bari. Davanti al teatro Petruzzelli gli avevano preparato una contestazione (altrettanto organizzata), ma Berlusconi era stato dirottato altrove, manco se n’era accorto. Tutto sembrava volgere al bello.
La lettera che l’ex-fidanzatino di Noemi aveva scritto al «Corsera » per scusarsi delle sue rivelazioni piccanti e per sostenere di essere stato «strumentalizzato» contro il premier. Poi la denuncia di una «velina», Laura Drezwicka, la quale giurava che le sarebbero stati offerti tanti denari per accusare Silvio (il «Giornale » dice di avere in mano le bobine che provano il tentativo andato a vuoto, «l’Espresso» si difende esibendo altre intercettazioni)...
L’intervista della Santanché a «Libero» sarebbe stata perfetta, ciliegina sulla torta per il premier, se si fosse limitata a svelare il segreto di Veronica, quello che Berlusconi aveva evocato sospirando («Un giorno la verità verrà a galla e si capiranno tante cose») e il fido Confalonieri aveva lasciato intuire («Chi è senza peccato scagli la prima pietra... »). Ma chi troppo vuole, a volte, nulla stringe.