Russia/ caso Khodorkvosky: Medvedev contro Putin
Russia/ caso Khodorkvosky: Medvedev contro Putin
Russia/ caso Khodorkvosky: Medvedev contro Putin
Grande attesa per il verdetto, la lettura comincerà domani - lunedì 27 dicembre - del secondo processo a Mikhail Khodorkvosky, l'ex patron della società petrolifera russa, ex uomo più ricco di tutta la Russia e dal 2003 in prigione, ufficialmente per frode ed evasione fiscale. La Procura chiede altri 14 anni di carcere duro per simili accuse, ma oggi più che mai la vicenda dell'oligarca che osò sfidare Vladimir Putin è simbolo del rapporto con il potere in Russia.
La sentenza sarà così valutata proprio in quest'ottica: un termometro per i cambiamenti e la modernizzazione promessi dal Cremlino, un test per verificare chi conta davvero nella squadra al vertice. Sulla vicenda si segnala una rara critica di Medvedev al suo predecessore: "nè il presidente nè alcun altro funzionario statale ha il diritto di parlare del caso Khodorkovsky prima del verdetto", ha dichiarato il capo del Cremlino. In un evidente, per quanto indiretto, riferimento ai recenti commenti del premier sull'ex capo di Yukos, secondo cui "i ladri devono stare in prigione".
Khodorkovsky attende a giorni il verdetto del secondo processo a suo carico, che lo vede imputato per furto di enormi quantità di petrolio (che sarebbero state sottratte alla società all'epoca da lui diretta, la Yuko). Il nuovo procedimento contro l'ex uomo più ricco di tutta la Russia ha suscitato forti perplessità, anche nell'entourage dello stesso Medvedev. E molti attendono la sentenza come una sorta di 'spartiacque' del potere: una nuova condanna confermerebbe che il Paese è saldamente in mano ai cosiddetti 'siloviki' - gli uomini dei ministeri forti, e a Vladimir Putin in primis - mentre un'assoluzione o una pena simbolica segnalerebbe che la liberalizzazione predicata da Medvedev sta facendo passi concreti.
L'attesa supera i confini della Russia. Un gruppo di politici occidentali una decina di giorni fa ha firmato un appello al presidente russo Dmitri Medvedev per "porre fine alla persecuzione" contro Khodorkovsky, perchè "ingiusta e non veramente motivata dal punto di vista legale". Ma il prigioniero più famoso della Russia non rinuncia alla sua sfida: al premier Putin, oggi, in un articolo pubblicato da Nezavisimaya Gazeta, augura di "essere amato, non solo temuto, magari non da tutti ma sinceramente. E non solo dai suoi cani".
Il nuovo processo vede Khodorkovsky e Lebedev incriminati per il furto di 218 milioni di tonnellate di petrolio, che sarebbero state sottratte alla stessa Yukos. "Un caso montato e inconsistente", dice il principale imputato, cercando la sponda del presidente Dmitri Medvedev. L'esito di questa vicenda, sostiene infatti l'ex oligarca, sarà la prova della serietà dell'impegno e delle promesse del nuovo capo del Cremlino. Il precedente, Vladimir Putin, paragona Khodorkovsky al finanziere americano in carcere Madoff e lo accusa di aver fatto uccidere più di una persona, rimandando a un passato non certo lineare del prigioniero più illustre del Paese.
Le accuse alla base del nuovo procedimento, e soprattutto la tempistica, hanno lasciato spazio a vari e importanti dubbi. Convocato come testimone lo scorso giugno, l'allora ministro dello Sviluppo economico German Gref ha ammesso che difficilmente potevano essere sottratte e rivendute le quantità di petrolio citate nell'atto d'accusa - circa un quinto della produzione annuale russa di greggio - senza che il governo ne fosse informato.