L'INTERVISTA
"Ho fatto un piacere a Fini non potevo farmi soffiare lo scoop"
Parla il direttore di Libero Belpietro. "Dovevo fare finta di niente? E se poi era una cosa vera?"
di EMILIO RANDACIO
MILANO - "Ho ricevuto una notizia su un presunto attentato. Chi me l'ha data non mi ha chiesto soldi, niente. Mi ha anche detto "non dormo più", e di aver avuto questa notizia per caso, "poi veda lei". Cosa dovevo fare? Faccio finta di niente e, ammettiamo che poi sia una cosa vera, che figura ci faccio?". Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ostenta sorpresa per le reazioni scatenate dall'articolo di prima pagina di ieri.
Andare dal magistrato subito, no?
"Ecco, potevo andare dal magistrato, così mi leggevo la notizia dell'inchiesta su qualche altro giornale".
Di fronte a una notizia di reato di solito ci si rivolge ai giudici.
"Non è reato finché non si consuma, almeno così credo. Vado dal magistrato e poi faccio pure la figura del fesso?".
La fonte era attendibile?
"Non sono Sherlock Holmes, ma posso dire che non era un matto. Sono quindici anni che faccio il direttore di giornali, una certa frequentazione con i mitomani in questo mestiere ti capita. A volte c'è gente che ti viene a dire che dietro questo fatto c'è la Cia, e tu capisci che sono un po' andati. Altri ti chiedono dei soldi.
Poi magari si tratta di un matto, ma non essendo psichiatra non tocca a me fare gli accertamenti dovuti".
Futuro e Libertà parla però di un attacco politico.
"Non capisco le reazioni piccate dei finiani. Non ho detto che Fini
vuol costruirsi un attentato, solo un cretino può pensare una cosa simile. Anzi, il mio intento è stato quello di fare sapere proprio a Fini: "Attenzione, guarda che c'è questa roba". Mi dovrebbero ringraziare".
Ma il procuratore aggiunto di Milano l'ha chiamata solo dopo aver letto il suo fondo, giusto?
"Avrà letto e mi ha convocato. Il mio è stato un comportamento assolutamente trasparente. Ho sentito invece che si insiste sul cosiddetto "metodo Boffo" (l'ex direttore di Avvenire costretto a dimettersi dopo una campagna stampa de il Giornale di Vittorio Feltri, ndr). Ma cosa c'entra? Segnalo un altro fatto: che c'è una tizia che racconta non solo alla mia redazione ma anche ad altre di frequentazioni discutibili di Gianfranco Fini. Non ho sparato alcun titolo sulla escort, ma tre righe nel pezzo".
Lei al magistrato ha fatto il nome della sua "fonte"?
"Ho riferito tutto quello che sapevo".
Non pensa di metterlo in difficoltà?
"Se è venuto a raccontarmi questa storia, evidentemente voleva che uscisse. Me lo ha detto e ho pensato che quella di scrivere un articolo fosse la soluzione migliore".
Le sue due fonti le aveva mai frequentate prima?
"No, nessuna delle due. La escort è una calunniatrice? Non lo so. Questa parla della terza carica dello Stato, non dell'usciere di Montecitorio. Non c'era nessun dettaglio, nessun particolare proprio per evitare scandalismi".
Dopo la pubblicazione del suo articolo, le agenzie di stampa titolavano "Fini prepara attentato, Futuro e libertà: follie".
"Non capisco, questa è una pazzia. Non ho mai detto una cosa del genere. Ho detto e scritto testualmente che "girano strane voci": la lingua italiana ha ancora un senso?".
(28 dicembre 2010) © Riproduzione riservata