USA: RON PAUL ALZA IL 'SIPARIO' SULLA FED
(di Geminello Alvi) - Il deputato Ron Paul del Texas e' il nuovo presidente del Domestic Monetary Policy Subcommittee del Congresso degli Stati Uniti. Si tratta dell'importante comitato che ha giurisdizione sulla Federal Reserve e proprio questo fatto ha suscitato sui giornali un certo scalpore. Ron Paul e' non solo il politico repubblicano che ha incarnato il pensiero libertario, ma ha scritto l'altro anno un libro dal titolo che non lascia dubbi sulle sue intenzioni: End the Fed. Vi spiega tra l'altro che se la Fed venisse abolita " la ricchezza della nazione non sarebbe piu' ostaggio dei capricci di un pugno di burocrati non eletti i cui interessi sono equamente divisi tra i servigi ai cartelli bancari e quelli ai politici piu' potenti di Washington". C'era stato nel 1964 per la verita' un precedente alla stessa presidenza quello del deputato Wright Patman che per trent'anni aveva tuonato contro la Federal Reserve, biasimandone la segretezza e l'insensibilita' ad urgenze diverse da quelle delle grandi banche. Senza tuttavia ottenere granche'. Anche se da allora i pretesi complotti degli insider, nei quali compare regolarmente dalla sua fondazione prima della Grande Guerra la Fed, sono stati argomento di vari bestsellers. E comunque alla fine del suo libro il nuovo presidente del sub comitato citava Patman, spiegando pero' di considerare le accuse di questo suo predecessore troppo lievi: "Considero attualmente il suo discorso una sottovalutazione. Perche' circa l'anno passato, durante i salvataggi la Federal Reserve ha accumulato un incredibile ammontare di potere, rendendosi piu' influente nel mondo di quanto mai siano stati il Congresso o il Presidente".
Nel passato la maggioranza del Congresso e' stata comunque alla fine molto rispettosa dell'establishment finanziario. Ma la questioni dei bonus ai banchieri delle banche salvate ha generato un vasto risentimento. Ron Paul stesso tuttavia limita le possibilita' di successo delle sue battaglie. Ha infatti dichiarato a Floyd Norris come costui scrive in un articolo su Herald Tribune che: "Non sto facendo nessuna promessa facile. Mi sono messo contro persone molto influenti e potenti. Sono stati capaci di lavorare in segreto sin dal 1913."
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