Calderoli avvisa Berlusconi e opposizione "Gennaio decisivo: o il federalismo o il voto" - Repubblica.it
GOVERNO
Calderoli avvisa Berlusconi e opposizione
"Gennaio decisivo: o il federalismo o il voto"
La Lega stringe i tempi per decidere le sorti della legislatura: "Fondamentale ciò che avverrà dopo il 17 nelle commissioni". Fli verso il congresso costitutivo. Bocchino: "L'ottimismo di Berlusconi peggiora le cose"
ROMA - Quello che si è appena aperto non è un mese qualsiasi. Entro gennaio, è la convinzione di Roberto Calderoli, si decideranno le sorti del governo: "Se non si fa il federalismo, non ha più senso la legislatura e quindi si torna alle urne", mette in guardia il ministro per la Semplificazione normativa. "Aspettiamo la metà di gennaio per verificare i possibili numeri che ci aveva prospettato Berlusconi. E' chiaro che non basta una semplice maggioranza numerica risicata: per fare le riforme necessitano numeri forti", puntualizza l'esponente della Lega.
Parole che arrivano a poche ore dall'avvertimento 1 del leader leghista, Umberto Bossi, che pur dichiarandosi "abbastanza ottimista" sulla tenuta dell'esecutivo, aveva ribadito: "La via maestra taumaturgica è il voto".
"La settimana nodale, chiave di volta dell'intera legislatura - precisa oggi Calderoli - è quella dal 17 gennaio in poi, perché ci sarà nelle commissioni il parere sul federalismo municipale. Lì si vedrà se c'è un Parlamento che vuole davvero realizzare le riforme e proseguire su quella strada o viceversa un Parlamento che guarda ancora agli interessi di bottega e quindi tanto vale andare al voto il prima possibile, ferma restando le potestà del Presidente Napolitano in relazione allo scioglimento delle Camere". "Abbiamo tutto gennaio - conclude
il ministro - per verificare se è necessario andare a votare il 27 marzo".
Ma gennaio sarà un mese decisivo anche per via di un'altra scadenza importante. Nelle prossime settimane è previsto infatti il congresso costitutente di Futuro e Libertà. "Negli ultimi mesi - scrive Italo Bocchino sul sito di Generazione Italia - il duro confronto politico che c'è stato con Silvio Berlusconi ha fatto inevitabilmente prevalere la tattica parlamentare e la ragione dei numeri, riportandoci a quella quotidianità politica dalla quale volevano appunto discostarci. Adesso che questa fase è finita occorre ripartire dallo spirito innovativo, spontaneo e movimentista di Generazione Italia, pensando a che società costruire da qui al 2020 e fregandosene di quanti voti di scarto ha il governo in Parlamento". Inevitabile però un riferimento alle prospettive di sopravvivenza dell'esecutivo. "Non deve interessare quanto resta a Palazzo Chigi, ma quello che saprà fare per l'Italia. La situazione - ricorda Bocchino - purtroppo è critica vista da ogni versante e l'ottimismo del premier non fa che peggiorare le cose".
(02 gennaio 2011)