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Newborn
Bombe, fuoco e letame contro la la Lega
30 attacchi in pochi mesi: unica regia
Il culmine dopo la legge anti-clandestini. Tre persone filmate dalle telecamere a Spinea: sarebbero estranee alla vicenda.
di Giuseppe Pietrobelli
VENEZIA (1 giugno) - Trenta attentati contro la Lega Nord-Liga Veneta. È questo il numero impressionante di episodi che hanno avuto come obiettivo di azioni violente o intimidatorie il movimento federalista negli ultimi mesi.
Non solo la "notte dei fuochi" di giovedì, ma uno sciame di episodi alcuni dei quali firmati esplicitamente dal movimento antagonista. Il che potrebbe concurre ad esecutori e mandanti.
Digos e carabinieri, infatti, stanno cercando di formare un unico quadro, in cui bombe o molotov, letame o uova marce, potrebbero essere i tasselli di un unico mosaico. Così hanno aperto gli archivi e ripescato anche un episodio del 2001, la distruzione della sede di Vigonza.
È impensabile che qualche errore non sia stato commesso dai commando che hanno agito, da Vicenza a Monfalcone, in occasioni e con modalità diverse negli ultimi tempi. In effetti sono finiti nel mirino, tra venerdì e sabato scorsi, almeno tre persone. Due erano state riprese da una telecamera a Spinea, non lontano dal luogo dell’attentato più violento, che ha scardinato la saracinesca della sede leghista. I carabinieri le hanno identificate, ma l’interrogatorio avrebbe chiarito le ragioni, lecite, della loro presenza. A una terza persona è risalita la Digos veneziana, sulla base di un numero di targa. In questo caso il soggetto sarebbe stato sottoposto a tampone per cercare eventuali tracce di polvere da sparo. Ma non è stato indagato e quindi all’esame non ha assistito un avvocato. L’esito sarebbe comunque negativo.
Tornando a ritroso nel tempo, qualche errore potrebbe essere stato commesso anche da chi inondò di sterco le sedi vicentine della Lega un mese fa. Se utilizzarono, come si sospetta, le uscite autostradali di Piovene Rocchette, Thiene e Montecchio Maggiore, prima o poi le indagini sulle auto transitate in orario notturno potrebbero dare i loro frutti.
Al momento le indagini sono condotte in Veneto e Friuli da Digos e carabinieri, coordinate dai Pm delle Procure competenti per territorio. Ma non viene esclusa la riunificazione dei fascicoli nel caso emergessero elementi per contestare reati associativi, magari di finalità terroristica. In questo caso entrerebbe in scena la Direzione investigativa distrettuale. Al momento non vi sono prove che vi sia un’unica organizzazione capace di mobilitare persone che operano sul territorio, dietro gli attentati di giovedì notte e delle settimane precedenti. Ma i sospetti non mancano, viste le modalità ricorrenti. E lo stesso gruppo potrebbe aver fatto le prove generali un mese fa, a Vicenza.
Trenta attentati. Il numero di trenta attentati la dice lunga su quanto la Lega sia sotto tiro, soprattutto dopo l’accelerata sui provvedimenti anti-clandestini. Fuori dal Nordest si sono verificati tre gravi episodi. A gennaio l’incendio della porta della sede di Gemonio, il paese di Bossi. A marzo una bomba contro la nuova sede di Bologna, pochi giorni dopo la denuncia di 11 anarco-insurrezionalisti per aver distrutto un gazebo. A maggio un attentato contro una sede diTorino.
Letame a Belluno. Fuoco e sterco sono le armi utilizzate. A febbraio si comincia con l’imbrattamento contemporaneo a Ponte nelle Alpi e a Belluno delle sedi locali della Lega, alla vigilia dell’avvio delle ronde padane. I volantini con la scritta «Rabbia degna» e «Chi semina odio raccoglie merda», potrebbero richiamare i manifesti attaccati giovedì notte su una "vela" del candidato Bottacin.
Benvenuto in arabo. A fine marzo cinque bigliettini scritti in arabo (con testo di un poeta tunisino) furono appesi sulla parete o infilati sotto la porta della sede di Portogruaro, in piazza della Repubblica, che stava per essere inaugurata. «Ci hanno dato il benvenuto» aveva commentato il segretario Daniele Stival.
Mestre esplosiva. Non si sono mai amati i no-global veneziani e i leghisti. In via Felisati a Mestre fecero irruzione in una trentina un anno fa, a volto scoperto, e vennero denunciati. A marzo lanciarono uova contro il consigliere Alberto Mazzonetto, a causa del referendum per i sinti. E diedero l’assalto a un gazebo in piazza Mercato a Marghera.
Sterco a Padova. Significativo che all’inizio di aprile lo sterco sia stato usato a Padova per imbrattare la sede della Lega dopo che un presidio del centro sociale "Pedro" aveva contestato un gazebo leghista per la raccolta di firme contro il degrado della zona, con lancio di uova. Ma Padova ha registrato altri episodi con la stessa matrice politica.
Il primo "merdaday" dopo la "passeggiata con il maiale" della consigliere comunale Mariella Mazzetta sul luogo dell’erigenda moschea. E la sede di via Montà (colpita giovedì scorso) fu cosparsa di letame ad aprile e le vetrate furono infrante da sassate.
I miasmi di Vicenza. La campagna dei miasmi contro la Lega ha quale epicentro Vicenza, o meglio alcune località della provincia, in coincidenza con il 25 aprile. Le sedi colpite sono quelle di Montecchio Maggiore, Sovizzo, Velo d’Astico, Arsiero e Chiuppano. Ad Arzignano, invece, viene lanciata una bottiglia di birra contro un vetro. Rivendicazioni con scritte («Fuori i servi di Roma. Autonomia subito») e con una telefonata all’Ansa da un gruppo per l'«Indipendenza» («Liberazione dai razzisti»). Per finire, il 28 aprile è stata sigillata la porta d’entrata della sede di Cornedo.
La notte dei fuochi. È la serie recente. Una bomba a Spinea. Benzina incendiaria a Padova. Sassi a Tombolo. Minacce con manifesti a Belluno. Scritte ingiuriose a Mestre. Molotov a Udine. Uova a Monfalcone. Tutto in una notte. Impossibile che sia casuale.
Bombe, fuoco e letame contro la la Lega 30 attacchi in pochi mesi: unica regia *-*Il Gazzettino