mi riferisco ai fondamenti concettuali della "res publica" romana .
per quanto riguarda la antidemocraticità mi reiferisco al concetto, peraltro ancora per certi versi oscuro, di democrazia moderna.
nella formula SPQR c'è una immensità concettuale che ci consente di ricostruire il paradigma virtuoso dell'evoluzone del potere che da un lato rappresenta il naturale superamento della arcaica forma monarchica e dall'altro ci fa intuire come siano false le cosiddette democrazie moderne
Ultima modifica di uqbar; 05-01-11 alle 01:09
Ultima modifica di flender; 05-01-11 alle 01:12
per la nostra futura nazione auspico la forma repubblicana nella quale abbia un ruolo determinante la formazione di una classe aristocratica composta dai compatrioti che hanno lottato per la liberazione.
molti ritengono erroneamente che una repubblica debba essere necessariamente democratica . invece la forma più naturale per una repèubblica è quella oligarchica affiancata da una rappresentatività popolare
del resto coloro che per primi misero in guardia dagli effetti nefasti della democrazia come forma di governo furono gli stessi che per primi elaborarono il concetto di democrazia : i greci.
se intendi questo in sincerità concordo (è sempre stato anche un mio pensiero...e per una serie di motivi che sarebbe un po' lungo spiegare) ... ma credo non sia opportuno parlarne "troppo apertamente" in questa fase che è ancora, ai noi, di fatto embrionale... c'è un grandissimo rischio di essere fraintesi... e ciò comporterebbe molta, troppa diffidenza verso il movimento di liberazione (inteso nel senso più lato possibile)... che già viene visto, da troppi, con una certa diffidenza.
credo che certi discorsi, facili oggetto di strumentalizzazione tra l'altro, porterebbero il movimento lontano dalla gente...mentre come prima fase sarebbe necessario stare propio in mezzo alla gente... e risolvere anche i loro, piccoli, problemi... anche fosse solo ottenere un'esenzione ticket per intenderci e per semplificare al massimo.
Comunque ritornando in thread il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio ha contribuito, per esempio, a ridare dignità alla figura del generale Josè Borjes attraverso la rimozione di una vergognosa lapide posta nell’anno 1966 dall’amm.ne del comune di Sante Marie (AQ) in ricordo della sua cattura e dell’uccisione ad opera dell’infingardo piemontese Maggiore Enrico Franchini.
Nel dicembre del 1861 in cammino per la salvezza verso lo Stato Pontificio, dati gli sventurati esiti dell’insorgenza e della rottura con Carmine Crocco, appena a 15 km dalla salvezza, decise di fermarsi alla cascina Mastroddi in località Luppa nel Comune di Sante Marie per far riposare i suoi uomini, anzi per essere più precisi, per far riposare i pochi duosiciliani che non lo avevano abbandonato e che, contrariamente agli spagnoli che lo accompagnavano, erano appiedati. Pagò con la vita l’ennesimo atto di lealtà verso chi con lui era rimasto leale. All’alba un reparto di bersaglieri ed uno della Guardia Nazionale di Sante Marie gli furono addosso, lo raggiunsero alla cascina, lo circondarono, ingaggiarono una violenta battaglia e lo catturarono. Portato a Tagliacozzo, insieme ai suoi sfortunati compagni, fu fucilato alla schiena come il peggiore dei banditi.
Come sempre accadde in casi analoghi lo sciacallaggio saboiardo non si fece attendere. Il suo diario fu subito utilizzato dal governo piemontese per il tramite di Marc Monnier, un giornalista francese prezzolato dai saboia, per giustificare agli occhi inorriditi dell’Europa la brutalità della repressione del dissenso politico e del disagio sociale delle popolazioni meridionali… il cosiddetto “brigantaggio”. Ma ogni presunta vittoria ha la sua nemesi…in questo caso per mezzo di chi, già all’epoca, con il suo “I Miserabili” aveva il coraggio di raccontare la miseria dei sobborghi parigini…parlo ovviamente di Victor Hugo che lo celebrò come un eroe, ne deplorò la fucilazione e non mancò di accusare il governo dei saboia per la brutalità commessa, come si legge in “La regina del sud” di Arrigo Petacco.
A ricordo della battaglia della Luppa, l’8 dicembre 1966 la malaccorta amministrazione comunale di Sante Marie pensò bene, si fa per dire, di porre nei pressi di cascina Mastroddi una lapide commemorativa in cui si inneggiava alla vittoria della “legalità” saboiarda e si bollavano spregiativamente come “mercenari” Borjes ed i suoi compagni. Nel pieno di un’inspiegabile (ma in realtà molto spiegabile http://forum.politicainrete.net/regn...e-sicilie.html ) esaltazione della retorica risorgimentale si affermava che gli uomini del maggiore Franchini avevano “prodemente debellato l’ardita banda mercenaria”. Sarebbe bastato in realtà agli amministratori dell’epoca consultare pubblicazioni già esistenti per capire che la “prodezza” del maggiore Franchini era in realtà il frutto del tradimento di chi doveva aiutare Borjes, come il vice console francese J. Rotrou e che l’interesse mercenario semmai era di chi depredò Borjes del denaro che aveva addosso al momento della cattura... ovvero dei piemontesi.
Nel dicembre 2003, dopo 142 anni, l’amministrazione comunale di Sante Marie ed il Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio si sono fatti carico, congiuntamente, di rimuovere l’odioso cimelio e di apporne un altro fedele alla verità storica, restituendo l’onore a Borjes ed ai suoi uomini.
Questa è la vergognosa lapide…
…e questa è la nuova in cui si può leggere il riconoscimento del contributo del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
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Ultima modifica di flender; 05-01-11 alle 02:51