Originariamente Scritto da
oniat
da
doppiocieco
di Nicodemo
Il federalismo fiscale è una solenne fregatura. Lo dice anche il PD: «Con il nuovo fisco previsto nella riforma del federalismo fiscale, i municipi perderebbero complessivamente 445 milioni di risorse l’anno da destinare ai servizi per i cittadini, con il passaggio dai trasferimenti statali all’autonomia delle imposte. L’Aquila e Napoli, avranno più del 60% di introiti in meno. Questo è quanto emerge secondo uno studio condotto dal Partito democratico e messo a punto dal senatore del Pd Marco Stradiotto.
Inoltre se il federalismo municipale andrà in vigore come la maggioranza l’ha concepito, risulterà assai iniquo nella ripartizione della pressione fiscale, determinando una sorta di spaccatura virtuale tra il nord e il sud del Paese. Ma ciò che è ancora più grave è che nella manovra non si sia tenuto conto delle problematiche contingenti di alcune città, che più di altre sarebbero dovute essere maggiormente tutelate. Stiamo parlando de L’Aquila e di Napoli, dove invece i servizi, come tutti sanno, dovrebbero essere incentivati.
La proiezione è stata fatta utilizzando dati della Copaff, la Commissione paritetica sul federalismo fiscale che lavora al ministero del Tesoro, mettendo a confronto i trasferimenti relativi al 2010 e il totale del gettito dalle imposte devolute in base al decreto attuativo sul fisco comunale (tassa di registro e tasse ipotecarie, l’Irpef sul reddito da fabbricati e il presunto introito che dovrebbe venire dalla cedolare secca sugli affitti). Tra i 92 comuni presi in esame 52 otterrebbero alcuni benefici dalla proposta di riforma e 40 ne verrebbero penalizzati.
In particolare un taglio drastico delle risorse risulterà per il comune de L’Aquila (-66%) che perde 26.294.732 milioni, si tratta di -360 euro all’anno per abitante, seguito da Napoli (-61%) che perde quasi 400 milioni (392.969.715), essendo però il comune che riceve i trasferimenti statali più alti rispetto a tutti gli altri capoluoghi italiani (668 euro per abitante di fronte a una media di 387 euro). E ancora Roma perderà 129.540.902 euro (il 10% delle entrate); Palermo 185.727.331 euro pari al 55% dei fondi per i servizi essenziali, così come Cosenza. E saranno soprattutto i comuni del sud ad essere penalizzati: Messina perderà il 59%, Taranto il 50%. »
Come potrebbe non essere una solenne fregatura un qualcosa che viene da un partito come la lega, che conti della serva alla mano ha pensato bene che se il nord si tenesse le risorse derivanti dalla tasse di una regione come la Lombardia, con un un tasso di sviluppo annuo del 6%, la loro Padania finirebbe per assomigliare al Brasile. Quello che vogliono questi satrapi padani è la creazione di una zona franca dove poter soddisfare i loro appetiti e quelli dei loro parenti senza tanti problemi. Vogliono creare una oligarchia a carattere nepotistico e scorrazzare beatamente nei loro feudi, usando il tallone e la frusta con i loro sudditi negri, che una volta spremuti per bene saranno, nelle loro intenzioni, rimandati a casa.
Poveri illusi. In un mondo globalizzato si credono autosufficienti, come se il sud fosse un ramo secco che una volta appassito cada senza far danno. Le loro fabbriche letali stanno chiudendo una ad una lasciando il deserto, un paesaggio martoriato, perché concepito solo come bene di consumo. Non si rendono conto che se l'Italia tutta ha una possibilità di salvezza, questa risiede nella capacità di mettere in moto una rete di attività produttive a carattere totalmente innovativo, che ci permetta di soddisfare un mercato interno in un'ottica di risparmio delle risorse e di produzione a Km zero e di ricavarci una nicchia di mercato su un piano internazionale, senza essere costretti a competere con la Cina sul prezzo dei prodotti. Inoltre, come sanno anche i bambini le nostre peculiarità paesaggistiche e monumentali possono essere valorizzate al massimo solo in un contesto di territorio nazione, con un ente preposto a carattere centrale. Il “padroni a casa nostra” è unicamente sinonimo di distruzione del territorio e di cementificazione selvaggia.
Questi signori, malgrado tutto forse creeranno le premesse per un ribaltamento delle storia, forse noi terroni ad un certo punto ci sveglieremo dall'encefalite letargica berlusconian-leghista e renderemo al nord la pariglia.
La storia Risorgimento è una favoletta per bambini: sappiamo benissimo come è andata. L'unità d'Italia è stata semplicemente una guerra d'occupazione da parte di un nord sottosviluppato da un punto di vista industriale, ma militarmente forte, che ha invaso un sud sviluppato, per mano delle truppe piemontesi, distrutto le sue industrie, fra le più moderne ed evolute d'Europa - i nostri cantieri navali e le nostre industrie pesanti erano un gioiello di tecnologia - rapinato le casse dello stato borbonico per una cifra equivalente a svariati miliardi degli attuali euro e ridotto alla fame imigliaia di contadini. Da città fiorente e capitale europea della cultura, Napoli è stata ridotta volutamente a un cumulo di macerie. La mano di ferro del famigerato generale Cialdini, ha indotto molti a diventare briganti, uomini che facevano parte di un esercito di resistenza all'invasore, che nell'iconografia ufficiale sono dipinti come ladri e delinquenti.
Cose ormai dette e ridette, ma è che bene ripetere perché questi bifolchi della lega comprendano la lezione e la smettano di darci dei pigri e degli indolenti e di gridare “Roma Ladrona”.
I ladri sono loro, il peccato originale è il loro, ma non è questione di nord sud, è sempre e solo una questione di potere.