I Radicali fanno il pieno nelle grandi città se non li avessero esclusi dalle tv...
• da L'Opinione del 9 giugno 2009, pag. 3
di Dimitri Buffa
Parlare come ha fatto Emma Bonino di "buona tenuta del voto radicale" quando la soglia del 4% non è stata oltrepassata potrà anche avere il sapore un po` velleitario di quelle dichiarazioni dei politici italiani che hanno sempre vinto anche quando hanno perso. Un rito stantio che abbiamo conosciuto nella prima repubblica e che si è travasato anche nella seconda. Però, basta analizzare con un minimo di buona fede il dato disaggregato dei voti alla Lista Bonino-Pannella nei maggiori capoluoghi di provincia del Centro Nord, Roma oltre il 4,5%, Milano, 5,18%, Bologna oltre il 5%, Trieste oltre il 4 %, Firenze, quarto partito cittadino, Udine, oltre il 4%, Cagliari, quasi il 5%, Torino e Genova, abbondantemente sopra il 3%, per capire che ha proprio e inequivocabilmente ragione Marco Pannella a lamentare la mancata informazione sulle tematiche radicali per oltre nove decimi della campagna elettorale. infatti, se il dato finale dei voti ottenuti per le europee si è attestato intorno al 2,4-2,5%, tutto è dovuto alla mancata penetrazione della comunicazione pannelliana nel sud e nelle piccole province italiane. Luoghi dove non è pensabile radicare una propria presenza se non si gioca ad armi televisive pari con le altre forze politiche. E questo si sa che in Italia è ormai fantascienza. I Radicali italiani, quindi, restano con l`amaro in bocca per un risultato che non a caso molti sondaggisti, a cominciare da Crespi, davano per possibile. Sia pure con una campagna elettorale durata una sola settimana, quella contrassegnata dalla presenza in video da Santoro e da Floris ordinata peraltro dall`AgCom su precisa e reiterata istanza dei Radicali italiani. insomma, in Italia esistono partiti che riescono a fare campagna elettorale in tv solo se un`autorità garante o un magistrato lo ordina ai tanti feudatari dello spazio televisivo. E Pannella ieri, con una lettera pubblicata su facebook ha ribadito che "in queste condizioni il 4% era da considerarsi un miracolo; e che ciò nonostante il risultato ottenuto può essere un significativo punto di partenza per riportare la Lista Bonino a traguardi oggi impensabili. in particolare potrebbe essere ripreso il dialogo con i socialisti della ex "Rosa nel pugno" e con quei verdi del "Sole che ride" che sempre male hanno masticato il fatto di doversi mischiare con i vari Alfonso Pecoraro Scanio e Grazia Francescato. In pratica, dove la gente è culturalmente più evoluta, cioè nei centri cittadini delle grandi e piccole metropoli italiane, e dove pertanto ci si informa anche autonomamente dalla tv pubblica e da Mediaset, i radicali hanno letteralmente sfondato: nel centro di Milano, il cuore della classe dirigente italiana, i radicali hanno superato il 10%. E nel centro di Roma pure sono state toccate punte di oltre il 6%. Peccato che sia al contrario un po` difficile comunicare con le casalinghe di Voghera o di Canicattì quando la tv non ti manda in video per un anno. E peccato che da quelle parti neanche i talk show siano le cose più viste in tv. Magari una presenza a "Domenica in", possibilmente in periodo elettorale, sarebbe stata più consigliata. Ma quella che è la casa dei vari Franceschini, Berlusconi, Casini, Di Pietro e tanti altri, per i radicali rimane un luogo inaccessibile. Peggio dell`Himalaya. E non da questa campagna elettorale solamente, ma almeno da 40 anni. E la sera dei risultati, per Marco Cappato, al danno si è aggiunta anche la beffa di sentirsi dare sulla voce (durante un breve collegamento televisivo) con accuse di propalare menzogne, da parte di Bruno Vespa. Che quanto a mistificazioni sulla realtà (vedi caso Eluana e dintorni) somiglia tanto per il povero eurodeputato uscente della Lista Bonino all`essersi trovato nella situazione` dell`asino rimproverato di essere cornuto da parte di un bue. Potrà consolarsi con il fatto che il suo botta e risposta con Vespa è ormai "cult" su "yotube" e "facebook" esattamente come quello tra Pannella e Franceschini da “Ballarò", quando Super Marco replicò così al leader del Pd che gli diceva di vederlo sempre in tv: "Ma allora hai proprio la faccia come il c..." E fateci caso che in sottofondo si sente anche la voce del ministro Bondi che furbescamente approva dicendo: "questo è vero".