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Risultati da 1 a 4 di 4
  1. #1
    Pasdar
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    Predefinito 2030 - Elezioni nell'Impero Cinese

    Novembre 2012: Alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'Americ inaspettatamente trionfa il candidato dell'ala oltranzista dei Tea Parties.

    10 Gennaio 2013: Il Congresso approva la dichiarazione di guerra contro la Repubblica Islamica dell'Iran.

    10 Gennaio - 22 Febbraio 2013: Guerra di Persia, combattuta essenzialmente attraverso scambi di missili convenzionali. La regione Palestinese viene devastata in maniera apocalittica. Il 65% degli ebrei e il 35% dei palestinesi muore a causa dei bombardamenti a tappeto ordinati dal Presidente della Repubblica Islamica. La Palestina ormai non è che una distesa di fanghiglia fumante, qui e là intervallata dai pochi insediamenti umani che ancora sopravvivono.

    Gennaio 2013 – Aprile 2013: Grande Crisi dell’Energia. A causa della guerra e del dissesto idrogeologico la produzione di petrolio mediorientale crolla al 75% della produzione del 2012 e i prezzi schizzano a livelli di 600 dollari al barile. Le industrie cinesi, tremendamente colpite dall’aumento del prezzo dei carburanti, soffrono di un drastico calo di produzione. Alla fine del 2009 il PIL è diminuito del 23% rispetto al 2012.
    Gli organi centrali (PCC, Stato e forze armate) lanciano una campagna di nuova statalizzazione, condotta però con maggior criterio rispetto all’ondata degli anni Cinquanta. Solo le imprese che falliscono (e sono molte) vengono incamerate dallo Stato e al più presto riaffidate a mano privata.
    Nelle campagne serpeggiano i primi moti di scontento verso il marxismo maoista, ma sono in gran parte concentrati nelle regioni dove l’etnia Han è percepita come straniera, come lo Xinjang o la Mongolia interna e rientrano comunque abbastanza in fretta.

    Gennaio 2013 – Ottobre 2013: La Riconversione. Il sistema produttivo cinese, trainato dall’efficienza delle industrie nordorientali, comincia ad uscire dalla tremenda crisi di produzione che l’ha vista protagonista. Le industrie, ritornate a gestione privata, virano verso l’alimentazione a gas metano, fornito in parte dalla Russia, estratto in parte in Cina. Nonostante la rinnovata disponibilità energetica, la produzione non tornerà mai più al livello del 2012, a causa della decisione governativa di costituire delle scorte più vaste possibile.
    I contraccolpi sono comunque modesti, visto che la Cina si ritrova ad essere una delle poche grandi potenze che non è toccata dalla guerra.
    La decisione del governo di creare scorte il più possibile grandi e al tempo stesso disperse tocca comunque anche gran parte dei beni di consumo primario in sovrapproduzione.

    4 Dicembre 2013: Guerra di Corea. La Repubblica Popolare Cinese, stanca dell’inefficienza e della corruzione degli stati Coreani e con il beneplacito Giapponese, occupa militarmente l’intera penisola.

    9 Dicembre 2013 – 11 Gennaio 2014: Assedio di Pyongyang. Le forze armate nordcoreane rimaste dopo la prima fase dell’offensiva cinese, guidate dal "Grande Generale" Kim Jong-Un, si asserragliano nella capitale, dando luogo ad una sanguinosissima guerriglia urbana. Il 10 Gennaio Kim Jong-Un viene circondato e ucciso in combattimento dopo un’accanita resistenza. Puro Juche. Anzi, Songun.

    4 Marzo 2014: Cade anche Seoul, quest’ultima senza colpo ferire.

    1 Aprile 2014: L’intera Corea viene accorpata come Prefettura nella Provincia di Liaoning. Nella Corea del Nord l’annessione viene salutata con immense manifestazioni di gioia e vista come un’autentica liberazione. Nella Corea del Sud, dopo l’assicurazione del mantenimento del regime socialista sì ma di mercato e di un minimo di libertà religiosa, l’evento passa piuttosto sotto silenzio.

    8 Giugno 2014: Seconda Grande Rivolta del Tibet. Dopo la rivolta del XX secolo, ancora una volta l’altopiano himalayano si solleva. L’odio contro gli Han è intensissimo e l’intero Tibet viene messo a soqquadro dalla ribellione. In pochi giorni 120.000 Han o fuggono e altrettanti vengono massacrati. Lhasa è completamente epurata da ogni potere afferente alla Repubblica Popolare Cinese e molti monaci valicano nuovamente il confine.

    13 Giugno 2014: La rivolta raggiunge il suo apice. Vengono costituite numerose milizie, al comando di ufficiali Han traditori o di ex-ufficiali tibetani della polizia, per un totale di oltre duecentomila miliziani, votati al sacrificio per permettere il ritorno del Dalai Lama.

    Giugno – Luglio 2014: Il governo cinese, prima di procedere alla repressione, organizza l’evacuazione dei civili Han presenti in Tibet. Le basi militari, per espresso ordine del Comitato Militare Centrale, rimangono passive nella difesa dall’assedio.
    Lhasa, comunque, è totalmente fuori controllo cinese.

    Luglio – Dicembre 2014: La Polizia Armata e l’Esercito di Liberazione sferrano una grande offensiva per rompere l’assedio alle basi militari circondate. Si scontrano però con unità tibetane insolitamente feroci. Anche reparti di monaci, armati e addestrati, partecipano ai combattimenti più intensi, distinguendosi per il valore dimostrato.

    Gennaio – Marzo 2015: Le forze cinesi hanno ormai riconquistato il controllo militare del Tibet, anche se numerose bande di guerriglieri continuano a lottare, soprattutto sui monti lontano dai monasteri. A differenza di quanto avvenuto in precedenza, i monasteri, alcuni dei quali ricostruiti dagli insorti, non vengono smantellati e la libertà di culto rimane in vigore.

    15 Marzo 2015: Lhasa viene dichiarata “città sicura e pacifica”, al prezzo non indifferente di 1.504 morti Han e di un numero ignoto di tibetani. In segno di distensione e magnanimità, rimangono in Tibet poche unità di Polizia Armata (non più di 50.000 uomini) e i reparti missilistici dell’ELP. I monaci vengono tollerati, ma ogni tentativo di infiltrazione dall’estero è respinto.

    Marzo – Ottobre 2015: In Tibet si assiste ad un arrestarsi completo delle iscrizioni al Partito Comunista Cinese e ad una graduale emorragia di quadri tibetani. La disoccupazione cresce del 45% in pochi mesi.

    25 Aprile 2015: Grande Parata per gli Occidentali. La Cina, in onore dei compagni comunisti in Italia, organizza una maestosa parata militare a Pechino, che dura oltre sei ore e vede sfilare, oltre alle unità dell’Esercito di Liberazione del Popolo, anche alcune unità delle “forze di sicurezza” di Taiwan.

    1 Maggio 2015: In occasione della Festa dei Lavoratori, entra in vigore la nuova Costituzione (la sesta), che sancisce la fine dell’ateismo di stato e l’introduzione del concetto di “Socialismo Cinese Maoista e Confuciano”, riconoscendo l’importanza della dottrina di Confucio. Le celebrazioni di gioia organizzate dal Partito registrano un successo del tutto imprevisto, causando anche numerose congestioni nel traffico viario delle città.

    6 Luglio 2015: Un emendamento costituzionale muta il nome ufficiale dello Stato in “Repubblica del Popolo della Nazione Cinese”.

    7 Luglio 2015: La RPNC e la Repubblica di Cina firmano l’Atto di Unione, che prevede l’agognata riunificazione delle due Cine.

    1 Agosto 2015: Il discendente in linea diretta di Confucio ritorna al paese natale, alla testa di una processione popolare che il governo appoggia in quanto confacente alla “natura cinese del Socialismo”.

    1 Ottobre 2015: In occasione della Festa della Liberazione, a Taiwan e su tutta Taipei vengono ammainate le bandiere della Repubblica di Cina e viene innalzata la bandiera della Repubblica del Popolo della Nazione Cinese. La Cina è di nuovo una.

    4 Novembre 2015: Terremoto di Lanzhou. La città di Lanzhou e il circondario, per un’estensione di 45 chilometri in ogni direzione, vengono sconvolti da un violentissimo terremoto, che provoca ben 569.245 morti. Il sisma colpisce la zona di più intensa industrializzazione, e i danni sono a dir poco enormi.

    22 Dicembre 2015: Le radiazioni della stella Eta Carinae entrano in risonanza con la Terra e anichiliscono ogni forma di comunicazione e di elettrogingilli vari. La Cina, già in crisi per i danni umani ed economici provocati dallo spaventoso terremoto, seguito a distanza di pochi giorni da numerose scosse di assestamento, collassa definitivamente in numerosi stati, staterelli e potentati vari, mentre i depositi d’emergenza costituiti tre anni prima vengono a stento controllati dalle strutture amministrative locali.

    Gennaio 2016 – Aprile 2023: La Grande Anarchia. La Cina, ora frammentata in 435 stati di media e piccola dimensione, è sconvolta dalle faide locali. Il Partito Comunista, sebbene attorno a Pechino, alle maggiori città e in Corea del Nord riesca a resistere, si dissolve o si ricicla come apparato puramente amministrativo, privo però sia della volontà di controllo politico che della possibilità di effettuarlo.
    Numerose carestie ed epidemie si susseguono, prostrando i popoli cinesi e decimandoli nel numero: nel dicembre 2016 essi ammontano a 1.124 milioni, nel 2019 a 914 milioni, nel 2023 ad appena 809 milioni di abitanti. In soli sette anni muoiono quasi 500 milioni di cinesi.
    Durante questo periodo, malgrado la Cina sia in difficoltà maggiori che le altre nazioni confinanti, non avvengono particolari mutamenti di frontiera, sia a causa della difficoltà di gestire un’invasione su scala continentale con i mezzi del XIX secolo, sia a causa del perdurante sciovinismo cinese, che induce gli staterelli postcomunisti a far fronte comune contro lo straniero.
    Siccome narrare sette anni di guerre, guerricciole e scontrarelli è inutile e dispersivo, delineo i tipi di società e di Stato che si instaurano in questo periodo.
    Sulla costa orientale, nella penisola coreana, nelle isole minori e a Taiwan il Partito Comunista e l’ELP riescono a mantenere il potere anche se, a causa degli scarsi collegamenti disponibili, sorgono numerose Repubbliche Popolari autonome, in relativa pace tra loro. Il Partito Comunista si è trasformato sostanzialmente in un mandarinato acefalo che come colore di casta ha il rosso e che si ispira a una commistione di maoismo nazionalista, socialismo di turbomercato e confucianesimo. È sviluppato soprattutto il settore terziario e l’ateismo è ancora molto diffuso, sebbene alcuni templi vengano restaurati dai pochi monaci che si fanno vedere in queste zone. La Repubblica Popolare di Pechino è considerata una guida e il suo governante mantiene il titolo di Segretario Generale del PCC, senza che questa attribuzione interferisca minimamente con l’autonomia delle altre Repubbliche Popolari, tra cui le principali sono di Pyongyang, di Shanghai e di Taiwan. Nonostante le cicliche carestie dovute alle guerre contro gli stati rurali abbiano provocato una drastica riduzione della popolazione, le Repubbliche Popolari sono anche le più popolose: ben 150 milioni di abitanti, quasi un sesto della popolazione presente nel 2016, concentrati nelle città costiere.
    Immediatamente all’interno, tra l’Anhui e il Gansu sudorientale e a sud della Mongolia interna, si stende la fascia dei cosiddetti Regni dell’Aratro. Questi sono centinaia di staterelli a base sub regionale a base quasi totalmente agricola. L’unità base sia economica che amministrativa è il villaggio e al posto dell’industria l’artigianato vive una fase di fiorente espansione. Sorgono numerose officine in ogni villaggio e tutti gli abitanti o quasi sono impiegati nei primi due settori economici. Anche se alcuni stati regionali hanno un loro sistema di mandarinato – in verità non dissimile, negli uomini, dal PCC – il reale tessuto connettivo è rappresentato dalla fitta rete di templi e monasteri che gli abitanti, malgrado l’economia quasi di sussistenza, hanno provveduto immediatamente a ricostruire. Le religioni tradizionali, unite al confucianesimo e alle altre scuole filosofiche, sono molto diffuse e il livello culturale medio è abbastanza elevato, tanto da essere prossimo a quello delle repubbliche popolari (lo Shanxi è storicamente il cuore culturale della Cina: una specie di Toscana dagli occhi a mandorla).
    Lo Jilin e l’Heilongjiang si sono federati in una repubblica più o meno democratica e parlamentare. Sono aree riconquistate al buddismo e alla piccola e media imprenditoria. Il livello culturale è medio, meno che nella zona centrale della Cina ma più delle regioni maggiormente arretrate e i governi (formalmente) provvisori sono di impronta federal-ladrocinio-demobuddista. Quale area italiana vi ricorda?
    La Mongolia Interna ha rotto i già tenui legami con la Cina e ha costituito il Khanato dell’Orda Rossa, tornando alle antiche tradizioni dei suoi avi.
    Il più vasto di questi nuovi potentati è il Tibet, sostanzialmente omogeneo, che riprende quasi del tutto pacificamente l’indipendenza e allarga i sui confini al Tibet Storico in un regime teocratico.
    Lo Xinjiang si frammenta in una decina di feudi Iuguri, molto poco islamici e molto affaristi e guerrieri.

    Durante questi sette anni, tuttavia, si attua un sistematico processo di riunificazione nel rispetto delle differenze, aiutato anche dalla scoperta, da parte di un monaco e di un artigiano dello Shanxi, dell’Energia Deng, chiamata così in onore del Segretario Generale Deng Xiaoping, che aveva permesso il restauro di quel monastero nell’ormai lontano 1982. L’utilizzo dell’Energia Deng non si basa sullo sfruttamento di risorse naturali ma piuttosto dello sfruttamento del flusso dell’energia spirituale che permea il mondo.

    Insomma, la Cina si riunisce ed è carino che lo faccia grazie ad una bubbola tecno-mistica, una volta tanto.
    Il Tibet accetta di riunirsi agli Han in cambio di una notevole autonomia e di una permanenza duratura del Dalai Lama a Lhasa, cosa che gli Han ormai si sono rassegnati a tollerare.
    Forse.

    1 Luglio 2023: La Celeste Incoronazione. Sebbene i comunisti delle città orientali siano pronti per riprendere il potere, si rendono dolorosamente conto che il popolo, soprattutto quello delle zone rurali, si è riabituato in fretta sia alle pratiche feudali sia alla (quasi) completa libertà d’espressione. Inoltre il controllo dei vari cleri sul popolo è in realtà saldo abbastanza da far sì che questo non accetti altro che la restaurazione formale del Celeste Impero, in cui le strade erano lastricate d’oro e i frutti erano a portata di tutti.
    I commenti dei comunisti in proposito fanno riferimento ad una vetusta pubblicità borghese capitalistica e occidentale che suona così “Sì, e poi c’era la marmotta che incartava la cioccolata”.
    Comunque sia, il PCC ormai è quasi completamente (suo malgrado) de ideologizzato e dopo alcuni mesi di ricerche negli archivi dell’anagrafe viene scovato un tale discendente dell’ultimo imperatore, che viene prontamente incoronato come Lhao I.

    1 Ottobre 2030: Elezioni.


    Nota politico-amministrativa
    La Cina – l’Impero Socialista Confuciano del Regno di Mezzo – è una monarchia federale e costituzionale. Il territorio comprende l’antica Repubblica Popolare Cinese, il Tibet, l’intera penisola coreana e le isole cinesi, come Taiwan e altre. Il Governo è esercitato dall'Imperatore per tramite del Gabinetto Segreto, parte a sua volta del Consiglio Imperiale; il potere legislativo è esercitato dalla Dieta Imperiale, che si compone di due Camere: l'Assemblea Legislativa e il Congresso dei Rappresentanti. L'Assemblea Legislativa è composta in parte da rappresentanti a selezione mista (ogni distretto elegge tre candidati e l'Imperatore sceglie tra questi), in parte da membri di esclusiva nomina Imperiale; il Congresso dei Rappresentanti è composto da rappresentanti delle categorie produttive ufficialmente riconosciute (Lavoratori, Imprenditori, Lavoratori autonomi, Cooperative e Comuni popolari), eletti dai membri di queste e confermati dal Gabinetto Segreto.
    Tra le due Camere, l'Assemblea Legislativa ha il potere di proporre (e solo proporre) la rimozione del Gabinetto Segreto.
    La magistratura invece è di competenza dei vari distretti territoriali.
    Il monarca, tenendo conto dell’Assemblea Legislativa, nomina il governo, del quale è l’unico referente, nomina e presiede la Consulta Interconfessionale, può sciogliere l’Assemblea Legislativa del Popolo Cinese e dà (come può non dare) la sanzione definitiva alle sue deliberazioni.
    Nomina, su proposta dei vari ministeri, i funzionari imperiali ed è capo delle Celesti Forze Armate.
    L’unità amministrativa di base è il villaggio. Più villaggi formano una provincia, che raggruppate assieme formano un distretto, compreso a sua volta in una regione amministrativa, che spesso coincide con la tradizionale suddivisione a grande scala.
    Ad ogni livello operano le varie assemblee legislative, in modo del tutto analogo ai nostrani Consigli Provinciali o Regionali. I loro atti devono essere convalidati da due funzionari, il Celeste Delegato e il Delegato della Consulta Interconfessionale Locale, nominati entrambi da Sua Maestà.
    L’economia è profondamente diversificata secondo le regioni geografiche, ma è generalmente rispettato il principio del solidarismo e di mutua assistenza.
    Addirittura, in alcune zone piuttosto isolate, è cessato del tutto l’uso del denaro.
    La pratica religiosa è libera – quasi obbligatoria in Tibet – e l’ateismo malvisto, anche se non vietato.



    I partiti

    (nota: le descrizioni sono spesso sarcastiche e danno la voce soprattutto agli avversari dei vari partiti. Decidete voi se e come fare la tara)

    Partito Comunista Combattente
    Partito di rigida ortodossia comunista, erede delle ali estremiste del PCC. È il perfetto omologo del PMLI nostrano e il nome è stato scelto, non a caso, “in onore ai compagni comunisti italiani di cinquanta anni fa”. Marxista-Engelsiano-Leninista-Stalinista-Maoista (difficile, dite? Loro ci riescono), nutre simpatie inconfessabili e – finora – inconfessate per la Banda dei Quattro e per la Rivoluzione Culturale. Giudica “carente” e “moderato” Deng Xiaoping.
    Vuole la restaurazione della Repubblica Popolare Cinese, “Mao-Version”, incluse comuni popolari, controllo di polizia, ripristino del sistema “rieducativo” in luogo di quello puramente detentivo e soprattutto l’isolazionismo velatamente etnico e l’ateismo di Stato, rimanendo per altri versi più reazionario di Gomez Davìla. In politica estera vorrebbero l’annessione o l’influenza dell’Indocina per riportarli sotto una sana guida leninista.
    Candida come premier l’oscuro Yu Huan, sottoufficiale dell’ELP, ed è popolare soprattutto nelle regioni centro-settentrionali della costa cinese e nell’ex-corea del nord, dove ha ereditato gran parte dei quadri del partito.

    Partito Comunista Cinese
    È il vecchio Partito Comunista Cinese, che ha caratterizzato per oltre 60 anni la scena politico-burocratica cinese. Partito di generica impostazione comunista, negli ultimi 20 anni ha fatto notare una sua progressiva apertura al “socialismo di mercato”, anche se gli avversari politici lo definiscono più “di mercato” che “socialista”. È forte soprattutto sulla costa cinese e sull’immediato entroterra, nelle regioni meridionali della penisola coreana e, ultimamente, anche a Macao e a Singapore. È il classico partito d’ordine e si richiama sempre meno a Mao Zedong e sempre più, a livello di dottrina politica, a Deng Xiaoping e a Hu Jintao. Economicamente è stato-liberista, mentre eticamente è assai moderato, spingendo tra l’altro per un mantenimento della “politica del figlio unico”, dacché le guerre, epidemie e carestie varie non sono ancora riuscite ad abbassare la popolazione cinese in misura sufficiente. In politica estera è a favore di una cooperazione sempre più stretta con il continente nordamericano, per contenere l’aggressivo espansionismo giapponese.
    Candida il “sindaco” di Pechino, Liao Gaotao, protagonista di una grande battaglia contro i reazionari dell’interno.

    Socialismo e Sapienza
    Movimento fratello dei suoi omologhi occidentali, in Cina “Socialismo e Sapienza” si basa sulle antiche società segrete cinesi. Per il resto è sempre uguale nello scandaloso liberalsocialismo progressista e buonista. Candida a premier, con il PPPP, Jin Hiaodeng.

    Democrazia Multireligiosa
    È un movimento politico strettamente interconfessionale e che si fonda sull’estesa rete di potere dei templi, buddisti, shintoisti, induisti e in parte anche cristiani. Vuole più vantaggi fiscali per il clero in genere e soprattutto la possibilità di imporre a villaggi prossimi ai templi di campagna delle prestazioni feudali. È estremamente radicato nell’interno, e soprattutto in Tibet dove gode dei più alti appoggi. Non ha particolari indicazioni etiche e diplomaticamente vorrebbe una grande alleanza asiatica in grado di conquistare l’egemonia mondiale. Amen.

    Democrazia Cristiana in Cina
    Il nome dice tutto, sono democristiani puri. Cattolici in larga maggioranza, la corrente protestante è davvero ridotta. Economicamente sono socialdemocratici e lievemente dirigisti, eticamente piuttosto conservatori, vorrebbero la sanzione dei privilegi acquisiti durante l’anarchia. In politica estera sono vicini all’Europa. È radicato nelle regioni meridionali della costa, dove in alcuni casi impensierisce addirittura il PCC.

    Fiore del Drago
    Piccolo partito stile "Cocomero" e ambientalista radicale, vorrebbe la fine definitiva delle macchine. Recentemente uno dei suoi leader dello Shanzi è stato linciato da una folla di massaie inferocite senza che la gendarmeria riuscisse (o, dicono alcuni, volesse) ad intervenire. (Poco) radicato soprattutto nello Shanzi e nello Xinjiang.

    Partito Progressista del Popolo Proletario
    Dai suoi avversari soprannominato "L'Ameba" per l'informità progressista delle sue posizioni, si è originato da una scissione nel PCC e come simbolo ha un albero di uliv, ehm, di alloro. Di posizioni in generale liberal-buoniste e progressiste. Lo spunto originale della loro politica è essenzialmente il progetto istituzionale di far rispondere il Primo Ministro a tutta la Dieta Imperiale anziché soltanto all’Assemblea Legislativa. Radicato nella zona meridionale costiera e nell’entroterra altrettanto meridionale, è alleato con Socialismo e Sapienza e assieme a quest’ultimo partito candida a premier Jin Hiaodeng, ex-generale dell’ELP.

    Destra Nazionale – Movimento Sociale Han
    È il partito all’estrema destra dello schieramento, formato soprattutto dai membri del vecchio Kuomintang e pertanto saldissimo a Taipei e zone circostanti e consimili. Nazionalista, militarista, reazionario, tradizionalista, xenofobo, spesso manesco, con tratti ultrareligiosi, considera la sua stessa esistenza come una degenerazione dei tempi. Le sue correnti interne si formano soprattutto sui temi economici, dove ad una maggioranza sostanzialmente liberista si contrappone una minoranza socialdemocratica, e sulla politica estera, dove la maggioranza vorrebbe allearsi al Giappone in un’ottica aggressivamente imperialista e una minoranza (soprattutto giovanile) invece vorrebbe sostenere i vari movimenti di liberazione nazionale. Candida a premier Pyn Romualdao.
    Insomma, si sa chi sono.

    Il Movimento – Democrazia Operaia
    Una masnada di gentaglia, soprattutto studenti, che si salda con gli operai dipendenti, oggettivamente sfruttati. Presente soprattutto nelle grandi città come Shanghai, meno a Pechino. È frazionato in cento correnti e mille rivoli, che accusano le altre 99 correnti e 999 rivoli di essere traditori della rivoluzione, perché “la borghesia il proletariato la lotta di classe cazzo” (cit.). Le sue correnti più grosse e organizzate sono note per atti di grande coraggio come spiare per giorni un militante avverso e poi massacrarlo di botte in proporzione di 5(+2 da palo) a 1.
    Il candidato premier è Lyn Hongweng.
    Insomma, conosciamo anche questi.

    Forza Nuova
    UNICA OPPOSIZIONE, FORZA NUOVA! FUORI DAI POLI, NO AD ALLEANZE COL POLO, CONTINUITA' IDEALE CON LA RSI (anche in Cina).
    Sempre gli stessi, coerenti fino alla morte, lo stesso numero di militanti ma in tutta la Cina cristiana.
    Non è certo la mancanza di consenso numerico che farà arretrare un Camerata di Forza Nuova dall'Idea! Anche perché sono trattati peggio di cani randagi, in quanto nelle aree costiere le autorità sostengono sistematicamente Il Movimento - Democrazia Operaia.

    Rifondazione per la Sinistra
    Vendola, dopo la doppia sberla ricevuta al VII congresso comunista del 2010 e alle sventure d'Italia, emigra in Cina e fonda un’associazione per i diritti umani e tutte quelle belle cose lì. Nel 2030, ormai anzianotto, si presenta con questo innovativo partito, fondato sull’ambientalismo, sulla lotta, sul governo, sull’unità dello Stato, sul federalismo.

    Lega Sud - Movimento per l'Indipendenza Tibetana
    Credo di essere esentato dalla descrizione :gluglu:
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  2. #2
    Crocutale
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    Predefinito Re: 2030 - Elezioni nell'Impero Cinese

    Eta Carinae... ce ne vuole di fantasia.

    MSH
    Religione, Patria, Famiglia e Autogestione dei Mezzi di Produzione.

  3. #3
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    Predefinito Re: 2030 - Elezioni nell'Impero Cinese

    Come partiti questa Cina Imperiale è troppo italianizzata :sofico:

  4. #4
    Pasdar
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    Predefinito Re: 2030 - Elezioni nell'Impero Cinese

    Citazione Originariamente Scritto da Cattivo Visualizza Messaggio
    Come partiti questa Cina Imperiale è troppo italianizzata :sofico:
    Veh? :sofico:
    Scrissi questo sondaggio nella prima metà del 2007 :sofico: Ma è decisamente intenzionale.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

 

 

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