Vauro: Voto pensando a Pasolini e alla "Bandiera Rossa"
di Roberta Ronconi
Tra i firmatari dell’appello “Se sei di sinistra, dillo forte”, lanciato dalla lista comunista per le Europee con primo firmatario Pietro Ingrao, c’è anche lui, Vauro. Vignettista, satirista, editorialista, pacifista e soprattutto comunista, Vauro in realtà di alzare molto la voce in questi giorni non sembra aver voglia. Intorno a lui, del resto, ce n’è già parecchi a fare cagnara, ad alzargli la voce contro, a contrastare il suo lavoro sino a censurarlo. Storia recentissima, quella di poco più di un mese fa, che lo ha visto “sospeso” dalla partecipazione al programma “Anno zero” dal dg Rai Mauro Masi per le sue vignette sul terremoto abruzzese e i rischi di speculazione (politica e non solo) sulle disgrazie altrui. Se Vauro fosse tipo da montarsi la testa, il tasso di pericolosità attribuitogli in quei giorni dai nostri governanti ne avrebbe potuto fare un vero narcisista, un idolatra di se stesso. Invece...«Invece quello che è successo e succede a me sinceramente non mi sembra di grande interesse - si schernisce, ridacchiando, il pistoiese -. Queste cose le digerisco con una certa facilità. Non ho la vocazione del martire e continuerò tranquillamente a fare il mio lavoro, in modo onesto».
In che momento della tua vita e delle tue riflessioni ti incontrano queste elezioni europee? Ti sono successe diverse cose pesanti in questi ultimi tempi...
Ripeto, i miei casi non mi pesano. Mi pesa invece l’orribile sensazione di fondo che ricavo nell’osservare lo stato di salute di questo paese. E il livello di conformismo censorio che ha raggiunto. Questo sì, mi fa male.
Tu, che intimamente sei un uomo di pace, ti ritrovi spesso al centro di conflitti. Sia reali, come quello in Iraq, sia virtuali, come quello che ti ha visto protagonista ad “Anno zero”. Una condizione d’animo contraddittoria...
Una contraddizione che mi porto anche dentro le urne. Perché io voterò, come ho già dichiarato, la lista congiunta di Rifondazione e Pdci, due partiti che a suo tempo votarono entrambi per le missioni militari italiane. Un errore che somiglia a un orrore e che mi ha trovato e mi trova ancora profondamente contrario. Fu allora che decisi di uscire dall’attività diretta di partito, defilandomi un po’. Quella scelta, a mio avviso terribilmente sbagliata, ancora non l’ho superata. Dirò di più, quella scelta credo sia uno dei motivi che hanno fatto allontanare una parte dell’elettorato sia da Rifondazione che dal Pdci. Spero però che mai più si ripeta un errore simile.
Con quale spirito, allora, vai a votare?
Con lo spirito che mi suggerisce ogni giorno una poesia di Pier Paolo Pasolini attaccata ad una parete del mio studio. E che spero tutti i dirigenti dei nostri partiti conoscano. Si intitola “La bandiera rossa” e la sua parte finale è la mia fonte di ispirazione in queste elezioni: “Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa, sta per non conoscerti più, neanche con i sensi/ tu che già vanti tante glorie borghesi e operaie/ ridiventa straccio, e il più povero ti sventoli”.
La bandiera rossa. Sei molto legato a questo simbolo?
Più che al simbolo, a ciò che rappresenta, cioé ai poveri che sono sempre di più. Ecco, parafrasando ancora la poesia di Pasolini...noi la bandiera l’abbiamo quasi fatta diventare uno straccio e il suo colore è talmente sbiadito che i nostri sensi quasi non lo percepiscono più. Ma speriamo che almeno, ancora una volta con queste elezioni, sapremo affidare questo nostro simbolo alle mani dei più poveri, perché siano loro a sventolarlo.
Quando parli di poveri, tu che hai una dimensione non italocentrica del mondo e visto che parliamo di elezioni europee, a chi ti riferisci? A parti del mondo o anche a parte della nostra società? Sai, Berlusconi dice che da noi nessuno muore di fame...
Quando parlo di povertà mi riferisco alla povertà culturale, alla povertà di prospettive per i giovani, alla povertà materiale di una generazione senza lavoro. Ma anche alla povertà degli immigrati, dei carcerati, dei pensionati, degli operai. Alla povertà di un’etica e di una morale che ci fanno vivere circondati da un panorama desolante. E infine mi riferisco ad una miseria che ci riguarda tutti, la miseria della speranza. Contro queste povertà combatto e contro queste povertà darò il mio voto.
da "Liberazione" del 5 giugno 2009
-Ma dai, sarà la bora..
-Ma non siamo a Trieste!
E per chi altri poteva votare Vauro? :O
Sinceramente...Andate a farvi fottere, voi comunisti "anti-capitalisti", non avete ancora capito un beato cazzo della realtà e tantomeno dell'Economia. Siete un branco di scimmie indottrinate che favoleggiano di cose che nemmeno capiscono e usano le parole a sproposito, e i risultati di questa prassi si vedono.
Guarda che quelli di cui si parla sono comunisti solo nominalmente.
A loro interessa solo il potere per il potere e per conservarlo sono disposti a far parte di governi antipopolari.
Poi accade che questi governi si sciolgono, nasce il PD e loro sono costretti a correre da soli atteggiandosi ad unica alternativa al sistema.
Non offendiamo i comunisti: quelle in questione sono delle puttane che venderebbero propria madre pur di mantenere la poltrona.
bla bla bla
-Ma dai, sarà la bora..
-Ma non siamo a Trieste!