Spesso si valuta non adeguato il modo in cui i parlamentari si "autogesticono" la retribuzione. Non sono un esperto in materia (purtroppo, mai stato un parlamentare...), però, mi sono chiesto se si può trovare qualche meccansimo innovativo. Mi è venuto in mente una possibile riforma piuttosto radicale, che espongo, per vedere se è sensata, o meno.
L'idea sarebbe quella di retribuire il parlamentare su base percentuale, relativamente bassa, delle entrate dello stato, e prevedere poi un possibile "premio" (che può anche essere negativo), legato all'avanzo primario. Per fare un esempio numerico (con numeri scelti per facilità di calcolo), si può prevedere che un parlamentare riceva, durante l'anno X+1 uno stipendio base pari ad un decimilionesimo delle entrate dello Stato nell'anno X. Se, a puro titolo d'esempio, le entrate nel 2009, fossero state di 480 miliardi di euro, un parlamentare riceverebbe 4000 euro al mese (ipotizziamo netti, ai fini dell'esempio). A questi si possono aggiungere, per le spese, un massimo del 75% dello stipendio base, cioè 3000 euro.
Per quanto riguarda il premio, può essere stabilito in un milionesimo dell'avanzo primario, con un massimo in positivo del 50% dello stipendio base, ed in negativo del 25%. In pratica, se ci fosse un avanzo primario di 12 miliardi di euro, ogni parlamentare riceverebbe mille euro al mese in più. Se l'avanzo primario fosse di 24 miliardi ( o superiore), l'aumento sarebbe di 2000 euro mensili, portando lo stipendio a 6000 euro (a cui si sommano sempre i 3000 euro di rimborso spese). Se, d'altra parte, l'avanzo primario fosse negativo per 18 miliardi di euro o più, lo stipendio si ridurrebbe a 3000 euro al mese (più il rimborso spese).
Vantaggi:
- il sistema è automatico, e non dovrebbe richiedere continue correzioni. Permetterebbe, quindi, una certa rigidità, non essendo necessario provvedere a continui aggiornamenti, In questo modo, si potrebbe prevedere che, in caso di modifica, un certo numero di cittadini, diciamo 1 milione (ma anche due), possa chiedere un referendum confermativo, da tenersi in concomitanza con le successive elezioni generali (la speranza è che sia un'eventualità rara, in modo da non comportare eccessivi costi)
- il sistema motiva i parlamentari a lavorare per avere un avanzo primario consistente, per rimpinguare l'assegno.
- In caso di gravi difficoltà finanziarie dello Stato, lo stipendio di parlamentare automaticamente si riduce, in modo consistente, pur garantendo un'entrata disgnitosa.
Svantaggi e possibili difficoltà
- In caso di forte aumento delle entrate dovute a pura e sempllice forte aumento della pressione fiscale, lo stipendio dei parlamentari cresce, soprattutto se questo provoca un avanzo primario consistente (anche se in presenza di eleate spese). Per lo meno, comunque, non si farebbe debito.
Però i cittadini mi sembrano più attenti agli eumetni di tasse, che all'aumento del debito, e quindi ci sarebbe, forse, maggiore sorveglianza.
- Teoricamente potrebbe essere falsificato il bilancio, per ottenre aumenti di stipendio. Mi sembra comunque un'eventualità remota (se proprio vi fosse un bilancio falso, i motivi alla base sarebbero, credo, assai più seri).
- C'è il possibile problema degli anni condivisi da due legislature. E' risolvibile, però complica un pochino le cose. Non mi dilungo in proposito.
Saluti.
Midìl
P.S.: Ho un dubbio sull'uso che ho fatto dell'espressione "avanzo primario" (inteso come differenza tra entrate e uscite al netto degli interessi sul debito), comunque, mi pare che più o meno si capisca il senso della proposta.