Caso Battisti, "all'Aja l'Italia vincerebbe. Brasile ha violato il trattato di estradizione"

Brasilia - (Adnkronos) - A intervenire sulla mancata estradizione dell'ex militante dei Pac, sono alcuni giuristi brasiliani. Secondo un ex membro del Tribunale supremo federale (Stf), che ha riaperto il dossier, "sarà certamente corretto l'errore commesso dall'ex presidente" Lula. Sit-in di protesta in tutta Italia

Brasilia, 6 gen. - (Adnkronos) - Se l'Italia dovesse ricorrere alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja per ottenere la consegna di Cesare Battisti vincerebbe di certo, mentre il Brasile verrebbe condannato per la violazione del Trattato di estradizione in vigore tra i due Paesi. E' l'opinione espressa da alcuni giuristi brasiliani, interpellati dal quotidiano "Folha de Sao Paulo".

La condanna del Brasile sarebbe praticamente "certa", ha affermato Francisco Rezek, ex membro del Tribunale supremo federale (Stf) ed ex giudice (dal 1997 al 2006) alla Corte dell'Aja, convinto tuttavia che non si arriverà a questo punto. A suo dire, "il Tribunale supremo certamente correggerà l'errore commesso dall'ex presidente" Luiz Inacio Lula da Silva, che ha negato l'estrazione dell'ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia all'ergastolo per quattro omicidi.

Contro la sua decisione, il governo italiano ha presentato ricorso all'Stf, annunciando che, nel caso le sue richieste non venissero accolte, si rivolgerà all'Aja. Le cui sentenze, ha spiegato Rezek, non sono giuridicamente vincolanti, anche se nella pratica tutti le rispettano. "E' talmente assurda l'idea del mancato rispetto di una decisione della Corte dell'Aja - ha detto - che non la prendo neanche in considerazione. Non è mai successo".

"Nessun Paese vuole violare le decisioni di una corte internazionale - ha fatto eco Maristela Basso, professoressa di diritto internazionale all'Universita' di San Paolo - A maggior ragione il Brasile, che vuole assumere una posizione di leadership nel mondo e aspira a un seggio nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo la Basso, la situazione sarebbe "così favorevole" all'Italia, che non ci sarebbe nemmeno bisogno di avviare un processo, che potrebbe durare fino a cinque, ma "basterebbe la richiesta di un parere", che arriverebbe "in pochi mesi".
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