"La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile" (Corrado Alvaro)
Notizia letta proprio oggi.
Grande Alemanno, sempre meglio! repapelle:
Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema, comprendi?
Mangio sempre i bambini bolliti.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
ah era previsto il rimpasto?chissà xkè, ma ne dubito
-Ma dai, sarà la bora..
-Ma non siamo a Trieste!
1- COME DAGO-ANTICIPATO UN MESE FA ALE-DANNO PREPARA LA FUGA DAL CAMPIDOGLIO - 2- VOCI: STAREBBE PER ABBATTERSI UNA RAFFICA DI AVVISI DI GARANZIA. CHI COLPIRANNO? - 3- PIUTTOSTO CHE FINIRE NEL TOMBINO DI EX CAMERATI RAPACI E PARENTOPOLI FAMELICA, LUPOMANNO è PRONTO A DIVENTARE IL LEADER DEL DOPO-FINI PER IL BANANA - 4- IL FUTURO CAPITOLINO è NERISSIMO COME UNA FOGNA: IN CASO DI SFIDA, SECONDO I SONDAGGI, RETRO-MANNO INCASSEREBBE IL 42 PER CENTO DEI CONSENSI, ZINGARETTI IL 58 - 5- COME STRAANNUNCIATO SAREBBE IL LETTA-LETTA BERTOLASO A PRENDERE IL SUO POSTO -
1- IN CASO DI SFIDA, SECONDO I SONDAGGI, RETRO-MANNO INCASSEREBBE IL 42 PER CENTO DEI CONSENSI, ZINGARETTI IL 58
Giovanna Vitale per "la Repubblica"
Gianni Alemanno Non ci sono solo le liti continue fra gli ex forzisti e il sindaco Alemanno, accusato di favorire i colonnelli di An a scapito della corrente azzurra. E neppure la crescente insofferenza dell´inquilino del Campidoglio nei confronti dei vecchi "camerati" che, come Parentopoli insegna, si sono dimostrati fin troppo rapaci, oltre che incauti. Dietro l´accelerazione della crisi spuntano due elementi che, apparentemente slegati tra loro, potrebbero ben spiegare il perché di tanta fretta nell´azzerare deleghe e assessori.
Da una parte il sondaggio segreto, commissionato da Alemanno e planato giusto ieri sulla sua scrivania, che misura il gradimento dei romani nei confronti dell´attuale sindaco e del presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, da molti nel Pd indicato come candidato unico alla successione nel 2013.
NICOLA ZINGARETTI Allo stato attuale, in caso di sfida, l´esito sarebbe disastroso: secondo la rilevazione, infatti, Alemanno incasserebbe il 42 per cento dei consensi, Zingaretti il 58. Un´autentica debacle per il Pdl e, soprattutto, per uno dei suoi uomini di punta. Roba da spezzare qualsiasi carriera.
E qui veniamo al secondo elemento. Assai caldeggiato dall´ala forzista e considerata una onorevole via d´uscita pure da Alemanno. La strategia che comincia a circolare negli ambienti del centrodestra non solo capitolino, discussa in mattinata alla Camera nel corso del vertice con Cicchitto e Gasparri, prevede l´inserimento in giunta di un uomo fortissimo destinato, tra due anni, a succedere all´inquilino del Campidoglio nel frattempo chiamato a più alti e prestigiosi incarichi. L´asso da calare si chiama Guido Bertolaso, cui verrebbe assegnato il ruolo del vicesindaco in attesa di conquistare - nel 2013 - il colle più alto della politica romana.
CHE COPPIA FABRIZIO CICCHITTO E MAURIZIO GASPARRI Naturalmente per Alemanno non sarà una retrocessione. Lui, per quei tempi, sarebbe pronto a correre come vicepremier accanto a Silvio Berlusconi (o a chi per lui): prenderà insomma il posto che fu di Gianfranco Fini, capo di quei colonnelli di An rimasti senza guida. Sarebbe stato il Cavaliere in persona a proporre questa soluzione all´«amico Gianni»: il più adatto - a dire del premier - a coprire la rive droite del Pdl assediata dai futurista. E ad Alemanno l´idea non è mai dispiaciuta, restando sempre molto attivo nella vita di partito più che in quella amministrativa.
Ecco perché quando a Roma i dissapori con l´ala forzista si sono inaspriti, Alemanno ha cercato di correre subito ai ripari. La prova? Quando, prima di Natale, aveva pensato di effettuare un rimpasto-blitz e di sostituire l´assessore all´Urbanistica Marco Corsini, potegé di Fabrizio Cicchitto, è bastata una telefonata di fuoco del capogruppo alla Camera per fargli cambiare idea. Risultato? Corsini è diventato intoccabile Non solo.
L´azzeramento dell´esecutivo romano sarà l´occasione per tingere d´azzurro la giunta di Roma. A spese del nero: è un fedelissimo di Alemanno l´assessore ai Trasporti Sergio Marchi, diventato dopo Parentopoli non più difendibile; proviene da Fi ma è passato con Gasparri il titolare dell´Ambiente Fabio De Lillo; è espressione di Andrea Augello, sottosegretario alla Funzione pubblica, motore del comitato elettorale di Alemanno prima e Polverini poi, l´assessore al Personale Enrico Cavallari; è sorella di un deputato nonché espressione del parlamentare Fabio Rampelli, altro uomo forte del Pdl post-An in Campidoglio, la responsabile della Scuola Laura Marsilio.
Gianfranco Fini
Al loro posto scaldano già i motori Antonello Augemma, capo dei dissenzienti di Laboratorio Roma, ex Fi; Dino Gasperini, ex udc passato con Fi; Visconti, in quota Alemanno. Solo l´asso verrà tenuto segreto fino all´ultimo.
2- VOCI: STAREBBE PER ABBATTERSI UNA RAFFICA DI AVVISI DI GARANZIA. CHI COLPIRANNO?
Fabio Martini per "La Stampa"
Si è dato i tre giorni. Per un motivo inconfessabile in pubblico: se Gianni Alemanno non rifà la giunta entro giovedì sera, l'indomani mattina - col Papa che riceve gli amministratori capitolini come ogni inizio anno - per il sindaco di Roma la figuraccia diventerebbe proverbiale. Già da tempo, col cinismo accondiscendente dei romani, in Campidoglio lo chiamano «Retromanno», per via di quella attitudine a fare annunci e poi rimangiarseli. Ma stavolta il sindaco non rispetterà quella fama.
FRANCESCO STORACE Alemanno sa già di poter tagliare in tempo il traguardo minimo dei tre giorni, anche perché nessuno come lui sa che non è proprio il caso di incappare nell'ennesima magra dopo lo scandalo di «Parentopoli». Le 850 assunzioni a chiamata diretta all'azienda dei trasporti, le mille all'Ama, la municipalizzata dell'ambiente e le gaffes dell'ex terrorista di destra, anche lui assunto nell'era Alemanno, che dal suo sito web si è messo a sparare proiettili lessicali contro gli studenti che andrebbero ammazzati «a colpi di mortaio», oppure «ricoperti di pece bollente».
Certo, nell'accelerata di Alemanno hanno giocato due elementi palesi. Lo sfregio di immagine subìto con «Parentopoli» e la ricerca del «Sole - 24 Ore». Ma l'ultima «sveglia» l'ha prodotta un sondaggio riservatissimo che circola da qualche giorno in Campidoglio: se si votasse oggi Gianni Alemanno otterrebbe il 42% dei consensi, mentre il suo sfidante più naturale, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, del Pd, incasserebbe il 58%. Naturalmente si tratta di intenzioni di voto, volatili come qualsiasi opinione.
Ma a 51 anni, dopo aver guidato la corrente «rautiana» di An, aver fatto il ministro e aver conquistato il Campidoglio, Gianni Alemanno sa di essere ad uno spartiacque, per sé e per la tradizione che rappresenta. Roma è, da sempre, la capitale della destra italiana. Roma è la città del balcone del Duce, del Foro Mussolini, ma anche di via Sommacampagna, la battagliera sede dell'Msi negli Anni Settanta.
guido bertolaso
Ed è anche la città dei «ragazzi di via Milano». E' lì, nella sede del «Secolo d'Italia», che hanno lavorato e si sono formati in anni duri quasi tutti i capi della destra italiana, Gianfranco Fini, Maurizio Gasparri, Francesco Storace, Silvano Moffa, Adolfo Urso, Teodoro Buontempo, Flavia Perina, Gennaro Malgieri e anche il direttore di RaiUno Mauro Mazza.
Roma, città delle lacrime e del sangue per tutta una generazione e che ha sempre indotto retoriche autopromozionali. Qualche giorno prima che scoppiasse "Parentopoli", Alemanno disse: «Io ho salvato Roma». Frase stentorea che allude al pesante deficit ereditato dalla giunta Veltroni. E proprio lì si nasconde uno dei veri motivi dell'accelerazione di Alemanno: il Comune di Roma è rimasto senza benzina.
UMBERTO CROPPI A luglio il bilancio è stato chiuso con un buco di 180 milioni e per l'anno in corso se ne aggiungeranno altri 150. Col taglio di servizi sempre più essenziali. «Se Tremonti non ci dà una mano, qui finisce male», confida Alemanno. Proprio in vista di un braccio di ferro col ministro dell'Economia, Alemanno ha bisogno di avere il Pdl dalla sua parte. Ecco perché ieri mattina è andato a Montecitorio a trattare il "restyling" della giunta assieme a Maurizio Gasparri e a Fabrizio Cicchitto, che sono anche i "patron" di due degli assessori a rischio turnazione: Fabio De Lillo e Marco Corsini.
Alemanno ha assicurato che i sostituti apparterranno alle stesse cordate. Certo, in queste ore se ne dicono tante. Qualcuno immagina soluzioni altisonanti, ipotizzando il coinvolgimento di "vip" come Guido Bertolaso. In Campidoglio smentiscono, rivelando rapporti personali non idilliaci tra il sindaco e l'ex leader della Protezione civile.
Resterà in giunta Umberto Croppi, l'unico finiano? Assessore alla Cultura, Croppi è blindato da risultati eloquenti, che ne hanno fatto un interlocutore per tutto il mondo della cultura. Entreranno esponenti della Destra, come promesso pubblicamente da Alemanno? «Siamo assisi sul Tevere...», dice Francesco Storace. Il patto con i notabili è per un minirimpasto. Ma tutto potrebbe essere terremotato da una voce, l'ultima che circolava ieri: sul Campidoglio starebbe per abbattersi una raffica di avvisi di garanzia. Se la voce fosse fondata, chi colpiranno?
da 1- COME DAGO-ANTICIPATO UN MESE FA ALE-DANNO PREPARA LA FUGA DAL CAMPIDOGLIO 2- VOCI: STAREBBE PER ABBATTERSI UNA RAFFICA DI AVVISI DI GARANZIA. CHI COLPIRANNO? 3- PIUTTOSTO CHE FINIRE NEL TOMBINO DI EX CAMERATI RAPACI E PARENTOPOLI FAMELICA, LUPOMAN
Scandali a ripetizione sul suo governo: parentopoli è solo l'ultimo. Sicurezza in città sempre peggio. Strade piene di buche. Fa finta di niente, poi guarda un sondaggio che lo vede ultimo in gradimento e come Silvio entra in agitazione. Licenzia tutti gli assessori e ricomincia da capo. Per Minzolini al Tg1, questo terremoto è "una grande opportunità". Per una persona normale è un terremoto politico.
Ultima modifica di stefaboy; 11-01-11 alle 18:33
Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
(brunik - 25/09/2011)
Forse i posti all'ATAC non erano sufficienti... ostridicolo:
Ho sentito su La7 che metterà Bertolaso vicesindaco. Minchia, ha fatto così tanti danni che deve chiamare uno della protezione civile? repapelle:
Il problema non è il problema. Il problema è il tuo atteggiamento rispetto al problema, comprendi?
Mangio sempre i bambini bolliti.