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  1. #1
    Tringeadeuroppa
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    Predefinito Venezuela e Iran, primi passi verso il mondo multipolare

    Venezuela e Iran, primi passi verso il mondo multipolare

    Venerdi 3 Aprile 2009 – 154 – Alessia Lai


    Dopo Doha, il presidente venezuelano Hugo Chavez è volato a Teheran per un incontro con il suo omologo iraniano. Una visita seguita all’annuncio, dato pochi giorni fa, del raggiungimento degli accordi per la costituzione del Banco iraniano-venezuelano, un’entità finanziaria binazionale che investirà in progetti comuni.
    Così, i due uomini che più, negli ultimi tempi, si sono schierati contro l’impero statunitense, Mahmud Ahmadinejad e Hugo Chávez, si sono dati appuntamento ed incontrati per tenere a battesimo la prima banca iraniano-venezuelana e per discutere di cooperazione in campo energetico. Da alcuni anni, Iran e Venezuela - Paesi produttori di petrolio e gas, accomunati anche dalla forte critica agli Stati Uniti - intrattengono stretti rapporti bilaterali. La visita del mandatario venezuelano a Teheran durerà quattro giorni e durante il suo soggiorno incontrerà numerosi dirigenti iraniani, tra cui il Segretario del Consiglio supremo per la Sicurezza nazionale, Saeed Jalili. Al suo arrivo all’aeroporto della capitale iraniana, accolto dal ministro degli Esteri Manoucher Mottaki, Chávez ha dichiarato “arrivare a Teheran per me è come giungere a casa”. Alla domanda, da parte dei giornalisti, sulle recenti, apparenti, aperture fatte all’Iran dal neopresidente Usa Obama, il mandatario di Caracas ha replicato “Non ho molte speranze, perché (gli Usa, ndr) sono un impero, a prescindere da lui”. Il capo di Stato venezuelano ha quindi sottolineato il ruolo da protagonisti giocato da Venezuela e Iran nella formazione di un nuovo modo di relazionarsi tra nazioni, con sentimento di cooperazione e solidarietà.
    “Il mondo unipolare è finito e in questo nuovo mondo il Venezuela si muove, l’Iran si muove, siamo due attori di alto profilo nella costruzione del mondo multipolare”, ha sostenuto il mandatario.
    In seguito Chávez ha sostenuto una riunione privata con il suo omologo iraniano nella quale si sono discussi differenti temi riguardanti le relazioni di cooperazione. Parallelamente i ministri venezuelani e iraniani hanno sostenuto un incontro per valutare accordi e progetti da sviluppare come, tra gli altri, la creazione di un’impresa mineraria mista.
    Il capo dello Stato venezuelano lascerà Teheran il 4 aprile prossimo, diretto a Tokyo, da dove poi andrà a Pechino, in un giro il cui scopo è quello di stringere legami più forti con Paesi non allineati nell’ottica della creazione di una geopolitica multipolare.


    www.rinascita.info

  2. #2
    Tringeadeuroppa
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    Predefinito Riferimento: Venezuela e Iran, primi passi verso il mondo multipolare

    Quando verrà l'ora di discutere del nucleare israeliano?
    di Vichi - 03/04/2009

    Fonte: Uruknet [scheda fonte]






    Alla fine, anche l’esercito americano si è lasciato sfuggire quello che, in realtà, è il segreto peggio conservato al mondo: Israele possiede la bomba atomica.

    Ufficialmente, gli Stati Uniti hanno sempre adottato una politica di ambiguità riguardo alla capacità nucleare israeliana, non riconoscendo mai – ma neppure negandolo – che Israele sia dotato di testate atomiche.

    Ma uno studio del Dipartimento della Difesa, completato alla fine dello scorso anno, costituisce il primo caso in cui, in un rapporto non classificato, Israele viene esplicitamente definito come una potenza nucleare. A pagina 37 del rapporto del U.S. Joint Forces Command (JFCOM), infatti, si può leggere che "… c’è un arco crescente di potenze nucleari che va da Israele a ovest attraverso l’emergente Iran fino al Pakistan e all’India, e più avanti fino alla Cina, la Corea del Nord e la Russia ad est".

    Questo singolo riferimento è molto più di quanto fino ad oggi gli Stati Uniti abbiano pubblicamente ammesso riguardo alla capacità nucleare di Israele, benché in realtà il mondo intero, già dal 1986, conoscesse il programma atomico israeliano grazie alle rivelazioni di Mordechai Vanunu.

    Alcuni anni dopo, esattamente nel 1991, il reporter investigativo Seymour Hersh pubblicò un libro intitolato "The Samson Option", in cui rivelava in dettaglio la strategia israeliana di un massiccio attacco nucleare contro gli Stati arabi nel caso in cui l’esistenza stessa di Israele fosse in pericolo. Tra l’altro il libro rivela come già nel 1973, al terzo giorno della guerra dello Yom Kippur, Israele avesse minacciato di usare l’arma atomica, ricattando l’allora Presidente americano Richard Nixon e inducendolo ad autorizzare ulteriori rifornimenti militari.

    Attualmente, si ritiene che Israele possieda circa 200 testate atomiche, ma alcuni analisti fanno giungere tale stima a 400 testate, eppure Israele e gli Usa continuano con il solito giochino di non ammettere, ma neppure di negare, la capacità nucleare israeliana. Ancora lo scorso 9 febbraio Barack Obama – nel corso di una conferenza stampa – ha preferito glissare sull’argomento pur a fronte di una esplicita domanda in tal senso della corrispondente Helen Thomas.

    Ma c’è un motivo per questo atteggiamento palesemente ipocrita, e risiede nel fatto che, in base alla legge, gli Stati Uniti dovrebbero immediatamente cessare di fornire i miliardi di dollari annualmente destinati ad aiuti per Israele, ove fosse ufficialmente determinato che questo Paese ha un programma di armamenti nucleari. Questo perché il cd. Emendamento Symington, approvato nel 1976, vieta ogni assistenza a quelle nazioni che sviluppino tecnologie di proliferazione degli armamenti nucleari.

    Vista la pluriennale tradizione di "cecità selettiva" degli americani nei confronti del nucleare israeliano, tuttavia, è logico attendersi che il rapporto del JFCOM non avrà nessuna conseguenza di rilievo, restando una semplice e innocua gaffe. Del resto, come ricordava Ha’aretz in un articolo dedicato al rapporto, già nel dicembre del 2006 era stato lo stesso Segretario alla Difesa U.S.A. Robert Gates a riferirsi ad Israele come una delle potenze nucleari che circondano l’Iran e che lo spingono a dotarsi anch’esso dell’arma atomica.

    Eppure, nel momento in cui molti paventano come catastrofica l’ipotesi che l’Iran di Ahmadinejad si doti dell’arma nucleare, sembrerebbe giunta finalmente l’ora di discutere anche della questione dell’arsenale nucleare israeliano. Perché nulla è di maggior ostacolo ad ogni prospettiva di disarmo globale e di non proliferazione nucleare del regime di doppio standard applicato, anche in questo campo, a favore di Israele.

    Di recente, in un articolo per l’International Herald Tribune, il Direttore dell’IAEA Mohamed El Baradei, ha sostenuto che il vero problema è che "il regime di non proliferazione nucleare ha perso la sua legittimazione agli occhi della pubblica opinione nel mondo arabo a causa di quello che viene percepito come un doppio standard concernente Israele, il solo Stato nella regione al di fuori del Trattato di non proliferazione e di cui è noto che possiede armi nucleari".

    Aggiungendo poi, con una bordata rivolta a Stati Uniti ed Israele: "soprattutto, dobbiamo porre fine alle evidenti violazioni di principi fondamentali del diritto internazionale quali le restrizioni all’uso unilaterale della forza, la proporzionalità nell’autodifesa e la protezione dei civili durante le ostilità, al fine di evitare il ripetersi di carneficine di civili come in Iraq e, più recentemente, a Gaza".

    Israele, in questi ultimi anni, ha dimostrato di non avere alcuna remora a dispiegare la terrificante potenza del suo arsenale bellico, dalle cluster bomb al fosforo bianco, dai proiettili DIME alle granate a flechettes, pur nella piena consapevolezza di mettere a repentaglio l’incolumità di intere popolazioni civili inermi.

    E se un giorno decidesse che è l’ora di far rivivere Sansone?

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Venezuela e Iran, primi passi verso il mondo multipolare

    Iran/ Ahmadinejad e Chavez inaugurano banca irano-venezuelana
    di Apcom

    "Per sostenere progetti industriali e economici comuni"

    Teheran, 3 apr. (Apcom) - Il presidente iraniano Mahmoud Ahamdinejad e il suo omologo venezuelano Hugo Chavez, in visita a Teheran, hanno inaugurato oggi una banca irano-venezuelana per finanziare lo sviluppo di progetti comuni. Lo ha annunciato la tv di stato iraniana. La direzione basata a Teheran, è stata dotata di un capitale d'avvio attività pari a 200 milioni di dollari Usa, sostenuta per parti uguali da ciascuno dei due, come sostiene il sito web del canale tv. Lo stesso sito afferma che la banca "con un capitale di 1,2 miliardi di dollari avrà come obbiettivo il sostenimento dei progetti economici, industriali e minerari comuni e per l'accelerazione di quelli esistenti". La creazione della nuova banca era stata decisa nel marzo 2007 ed era stata nel maggio 2008. (Fonte Afp)

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Venezuela e Iran, primi passi verso il mondo multipolare

    Alleanza strategica fondamentale quella tra Venezuela e Iran. Assolutamente da seguire gli sviluppi che avranno le relazioni tra i due paesi sia sul piano politico che su quello economico e commerciale. Qui alcune informazioni:


    L'Avana. 3 Aprile 2009


    Iran e Venezuela rafforzeranno le relazioni Sud-Sud

    PL - I presidenti dell’Iran, Mahmud Ahmadineyad, e del Venezuela, Hugo Chávez, hanno continuato le conversazioni con l’obiettivo di rafforzare le relazioni Sud-Sud e la ricerca di un mondo multipolare.

    Ahmadineyad ha ricevuto Chávez nel Palazzo del Governo la mattina di giovedì 2 e dopo una passeggiata di trenta minuti circa nei giardini della sede presidenziale, sono iniziate le conversazioni su energia, miniere agricoltura e finanze.

    Inoltre si è svolta una riunione ampliata con i gabinetti riuniti dei due paesi nel secondo giorno di visita nella nazione iraniana.

    “L’agenda del presidente Chávez prevede l’inaugurazione del Banco Venezuela-Iran che ha un capitale di 1200 milioni di dollari”,ha annunciato il ministro del Poder Popular per le Industrie Basiche del paese sudamericano, Rodolfo Sanz.

    Nell’area agricola si darà un impulso alla creazione di un impianto per elaborare il granturco e il latte, per la semina del riso e degli ortaggi, in Venezuela, con tecnologie iraniane ed il miglioramento genetico di sementi per l’agricoltura e il bestiame.

    I due governi hanno firmato sino ad ora 205 accordi di cooperazione in materia agricola, tecnologica, culturale, scientifica ed energetica.

    In quest’ultimo settore le due nazioni sono fondatrici dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio- OPEP - nel 1960.

    Chávez ha indicato che questi importanti passi indicano che il mondo unipolare è finito e che Venezuela e Iran lavorano per contribuire al rafforzamento delle relazioni tra i paesi del sud per un mondo multipolare.

    Il presidente venezuelano è giunto a Teheran la notte di mercoledì 1º aprile per partecipare al Vertice America del Sud - Paesi Arabi in Qatar e dopo la conclusione proseguirà il suo viaggio per il Giappone (Traduzione Granma Int.)

    granma.cu -Iran e Venezuela rafforzeranno le relazioni  Sud-Sud

 

 

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