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    Predefinito L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    di Marco Respinti
    08-01-2011




    L’équipe dello storico dell’Università di Innsbruck Oliver Seifert, che lavora in loco da circa cinque anni, ha appena annunciato il rinvenimento di corpi sepolti da un sessantennio nel cimitero, ora abbandonato, dell’ospedale psichiatrico di Hall, 9 chilometri a nordest della città austriaca, il più importante del Tirolo Settentrionale, fondato nel 1830. Si tratta di 220 salme. Molte di loro appartengono a persone le cui vite Adolf Hitler aveva giudicato «non degne di essere vissute» e che pertanto venivano regolarmente internate in strutture come il manicomio di Hall per essere soppresse. Dopo i primi lanci di stampa, Dino Messina ha offerto sul Corriere della Sera del 6 gennaio il quadro globale della vicenda.

    La politica nazionalsocialista contro i disabili portò a quei «trattamenti autorizzati», scrive Messina, che furono l’«assassinio legalizzato» di oltre «70mila persone», eliminate «attraverso iniezioni di potenti veleni o docce di ossido di carbonio», uno sterminio fermato ufficialmente solo, nell’agosto del 1941, allorché intervennero «i vescovi cattolici e i pastori protestanti», ma continuato «in strutture più decentrate». Come appunto l’ospedale di Hall, dove i 220 corpi ora riscoperti appartenevano a degenti deceduti - lo documenta un libretto ritrovato da Seifert negli archivi dell’ospedale - fra il 1942 e il 1945, 30 solo nel mese di marzo dell’ultimo anno. Forse non tutti sono stati vittime dell’«eutanasia selvaggia», osserva Messina, voluta dal Terzo Reich, ma ad Hall «furono uccise almeno 360 persone nell’ambito del progetto di eutanasia ufficiale», senza dimenticare «il caso dei quattrocento malati “optanti” provenienti dall’ospedale di Pergine» (persone cioè che avevano scelto, in base all’accordo italo-germanico di allora, per la nazionalità tedesca). Costoro, ricorda oggi il dottor Lorenzo Toresini, allievo dello psichiatra Franco Basaglia e primario dei servizi mentali di Merano (lo riporta Messina), «una mattina furono messi su pullman con i vetri oscurati, accompagnati sino al Brennero da un gruppo di suore e poi scomparvero nel nulla». Forse alcuni di loro erano fra i 220 malati di mente eliminati ad Hall, luogo che il Reich «pensava di trasformare Hall in uno dei centri di sterminio».

    Qualche giorno prima, il Corriere della Sera ha ricordato che, «secondo uno studio di storici dell’Università di Innsbruck sulla “Sterilizzazione forzata e l’eutanasia nazista in Tirolo, Sudtirolo e Vorarlberg”, circa 3.000 persone, fra le tre regioni, furono denunciate fino al 1945 per presunte “malattie ereditarie” fra le quali i nazisti includevano anche quelle mentali. Fra il 1940 e il 1945 oltre 700 adulti e bambini con handicap furono deportati. Nello stesso periodo almeno 400 persone furono sterilizzate con la forza. È possibile quindi che fra i resti scoperti vi siano anche quelli di sudtirolesi. Fino a pochi anni fa, infatti, in Alto Adige, in assenza di una clinica psichiatrica vera e propria, i malati venivano ricoverati o in una casa di cura di Pergine in Trentino, o proprio a Hall in Tirolo. Il periodo delle denunce va dal '38 al '45. Il personale sanitario era obbligato a denunciare i casi riscontrati. Se ne occupavano poi i Tribunali per le malattie ereditarie (uno era a Innsbruck) che potevano disporre il ricovero coatto. Il regime aveva previsto anche ad Hall un centro per eliminare queste persone e anche un programma di eutanasia con iniezioni letali. Nessuno dei due piani fu realizzato, ma gli storici sospettano da anni che durante il nazismo centinaia di persone siano state fatte morire di fame ad Hall. Tocca ora ai patologi accertare le cause della morte delle persone i cui resti sono stati scoperti ad Hall».

    Vicende, queste, che nel loro macabro disegno generale non sono un mistero per alcuno, inquadrate nella cosiddetta Aktion T4, ovvero il programma eugenetico nazionalsocialista che soprattutto dal 1939 mirò alla soppressione o alla sterilizzazione di tutte le persone affette da malattie ereditarie, tare genetiche, morbi inguaribili o allo stadio terminale e malformazioni fisiche di ogni tipo. La sigla “T4” stava per “Tiergartenstraße 4”, cioè l'indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove sorgeva la sede dalla Gemeinnützige Stiftung für Heil und Anstaltspflege, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale del regime. Era qui che il Reich pianifica la purga di ogni elemento razzialmente indegno in base a un concetto di umanità costruito sopra una idea aberrante di perfezione fisica per giustificare la quale Hitler amava citare a modello l’antica Sparta.

    Del resto, la prova generale era andata già in onda durante la Rivoluzione Francese, almeno attraverso i massacri eugenetici perpetrati fra il 2 e il 6 settembre 1792, documentati dallo storico Frédéric Bluche (Septembre 1792. Logiques d'un massacre, Laffont, Parigi 1986), e il genocidio delle popolazioni cattoliche dell’Ovest francese. Con la scusa di colpire presunti “partigiani del re”, nel settembre 1792 il potere giacobino fece eliminare anche numerosi cittadini considerati di “serie b” quali sacerdoti, clochard, prostitute, malati di mente e gente non “filosoficamente pura” (il 17 ottobre 1926 Papa Pio XI beatificò 191 delle vittime dei “massacri di settembre”, quasi tutti preti) e fra 1793 e 1794, al culmine del Terrore, in Vandea si cercò di sopprimere l’intera popolazione anche in base a considerazioni proprio di tipo eugenetico.

    Ora, la scoperta dello storico Seifert riporta drammaticamente di attualità quel passato orrendo e aggiunge nuove prove documentali dei crimini commessi del nazismo. Scrive giustamente Messina che, al di là di ogni espressione roboante magari sparata solo a titolo sensazionalistico, il nocciolo autentico della questione è che il ritrovamento di Hall «potrà dare un contributo notevole alla storia dell’eutanasia durante il nazismo», affinché si possa «avviare finalmente un nuovo filone di studi su un capitolo poco conosciuto del nazismo, quello dell’ “eutanasia selvaggia”».

    Sacrosanto. Il primo passo che spetterà quindi certamente agli storici sarà quello d’inquadrare il problema inserendolo coerentemente nel mosaico ideologico del nazismo, ma il secondo sarà evidenziare il legame strutturale che esiste fra visioni del mondo ideocratiche e diniego del diritto alla vita degli “anelli più deboli” della catena sociale. Fu così per il nazismo. È stato così per il giacobinismo (e forse proprio il non aver fatto per tempo luce su quei crimini settecenteschi ha permesso il ripetersene nel Novecento”) ed è stato così anche nell’Unione Sovietica degli ospedali-lager riservati a quei “malati di mente” che erano gli oppositori del regime.

    Gli storici dovranno spiegare la voglia di dare la “buona morte” ai soggetti giudicati “indegni” di cui sono intrisi tutti i programmi politici liberticidi e concentrazionari, e quindi il legame costante che esiste fra “buona morte” e “genetica buona”.

    Grazie al lavoro scrupoloso degli storici sarà allora possibile comprendere come mai oggi l’Occidente democratico, nato proprio in opposizione agli orrori della Seconda guerra mondiale, sorto dalle resistenze ai totalitarismi, solerte nel pronunciare quel “mai più” che a suo tempo ha giustamente comportato pure il processo pubblico dei gerarchi nazisti imputati di crimini contro l’umanità, diversi dei quali sono poi stati giustiziati, possa ritrovarsi, piuttosto disinvoltamente, a discutere di quegli stessi «trattamenti legalizzati» che sono stati l’onta dei totalitarismi per poi decidere a colpi di maggioranze e di voti parlamentari chi sia da consegnare a essi.

    A nessuno piace, e assai giustamente, sentirsi dare del carnefice hitleriano. Ma perché nessuno sente allora il peso che quel passato ha sul nostro presente? Perché l’eutanasia è cattiva se è nazista, ma diventa una conquista di civiltà se è democratica?

    La Bussola Quotidiana notiziario cattolico di opinione online: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?
    “Pray as thougheverything depended on God. Work as though everything depended on you.”

  2. #2
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    No, sempre.

  3. #3
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da UgoDePayens Visualizza Messaggio
    Grazie al lavoro scrupoloso degli storici sarà allora possibile comprendere come mai oggi l’Occidente democratico, nato proprio in opposizione agli orrori della Seconda guerra mondiale, sorto dalle resistenze ai totalitarismi, solerte nel pronunciare quel “mai più” che a suo tempo ha giustamente comportato pure il processo pubblico dei gerarchi nazisti imputati di crimini contro l’umanità, diversi dei quali sono poi stati giustiziati, possa ritrovarsi, piuttosto disinvoltamente, a discutere di quegli stessi «trattamenti legalizzati» che sono stati l’onta dei totalitarismi per poi decidere a colpi di maggioranze e di voti parlamentari chi sia da consegnare a essi.

    A nessuno piace, e assai giustamente, sentirsi dare del carnefice hitleriano. Ma perché nessuno sente allora il peso che quel passato ha sul nostro presente? Perché l’eutanasia è cattiva se è nazista, ma diventa una conquista di civiltà se è democratica?
    Si contestano al nazionalsocialismo le pratiche di "sterilizzazione forzata" e quelle di "eutanasia selvaggia".
    Ma oggi il nazionalsocialismo non c'è più e al suo posto abbiamo la liberal-democrazia. La differenza è che in democrazia il criterio di liceità degli atti medici non è più coercitivamente stabilito dall'autorità politica, bensì dalla libertà di scelta del cittadino in fatto di salute e malattia. Il rifiuto o la volontà di sospendere le cure, anche quelle che salvano la vita, è senza dubbio l’espressione più avanzata dell’autonomia e della sovranità del cittadino/paziente nella società democratica. Il paziente è libero di affidarsi completamente ai medici, come succede nella maggioranza dei casi, ma è anche libero di affidarsi solo a se stesso e alle proprie idee, preferendo alle cure, alle terapie e al dolore il sacrificio della vita.
    Chi volesse intromettersi nelle decisioni morali prese dagli individui in piena "libertà di coscienza", non farà altro che riproporre su piani differenti quella stessa tirannia medica, tanto contestata al nazionalsocialismo.
    Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)

  4. #4
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da donerdarko Visualizza Messaggio
    bensì dalla libertà di scelta del cittadino in fatto di salute e malattia. Il rifiuto o la volontà di sospendere le cure, anche quelle che salvano la vita, è senza dubbio l’espressione più avanzata dell’autonomia e della sovranità del cittadino/paziente nella società democratica.
    La c.d. libertà di coscienza è un valore facilissimamente manipolabile con campagne ad hoc , spessissime volte strappacore e patetiche in cui varie istanze riescono a lucrare , anche solo il c.d. quarto d'ora di celebrità, vedasi il partito radiculo con il caso Welby, e la sinistra rottamata con Monicelli (e nessuno nel caso di Monicelli si è domandato perchè un vecchio di 95 anni è stato abbandonato da tutti i famigliari , che hanno la vera responsabilità morale del tragico evento )

    Se poi la cosiddetta libertà d'informazione medica è sottoposta alla martellante pressione lobbistica delle industrie farmaceutiche che , dopo la finanza speculativa, sono i più grossi conglomerati multinazionali stiamo freschi , e per ricordarsi del potere di manipolazione dell'informazione riguardo tali lobbies basta ricordare l'allarme pilotato riguardo la c.d. influenza suina che ha prodotto utili per miliardi di Euro alle suddette.

    Almeno lo Stato (teoricamente) ha come compito il benessere del cittadino.

    L'industria farmaceutica il guadagno. E quando non ci sono malattie , si possono tranquillamente inventare (come ad esempio la cosiddetta sindrome di iperattività in fase preadolescenziale che porta , in America, a somministrare psicofarmaci a decine di migliaia di bimbi)
    Preferisco di no.

  5. #5
    waglione
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    La c.d. libertà di coscienza è un valore facilissimamente manipolabile con campagne ad hoc , spessissime volte strappacore e patetiche in cui varie istanze riescono a lucrare , anche solo il c.d. quarto d'ora di celebrità, vedasi il partito radiculo con il caso Welby, e la sinistra rottamata con Monicelli (e nessuno nel caso di Monicelli si è domandato perchè un vecchio di 95 anni è stato abbandonato da tutti i famigliari , che hanno la vera responsabilità morale del tragico evento )

    Se poi la cosiddetta libertà d'informazione medica è sottoposta alla martellante pressione lobbistica delle industrie farmaceutiche che , dopo la finanza speculativa, sono i più grossi conglomerati multinazionali stiamo freschi , e per ricordarsi del potere di manipolazione dell'informazione riguardo tali lobbies basta ricordare l'allarme pilotato riguardo la c.d. influenza suina che ha prodotto utili per miliardi di Euro alle suddette.

    Almeno lo Stato (teoricamente) ha come compito il benessere del cittadino.

    L'industria farmaceutica il guadagno. E quando non ci sono malattie , si possono tranquillamente inventare (come ad esempio la cosiddetta sindrome di iperattività in fase preadolescenziale che porta , in America, a somministrare psicofarmaci a decine di migliaia di bimbi)
    A proposito sai quanto costa un giorno di terapia intensiva?

    dai spara.



    [edit della moderazione] frenare la lingua, grazie.
    Ultima modifica di :Esther:; 28-01-11 alle 10:17

  6. #6
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    La c.d. libertà di coscienza è un valore facilissimamente manipolabile con campagne ad hoc , spessissime volte strappacore e patetiche in cui varie istanze riescono a lucrare , anche solo il c.d. quarto d'ora di celebrità, vedasi il partito radiculo con il caso Welby, e la sinistra rottamata con Monicelli (e nessuno nel caso di Monicelli si è domandato perchè un vecchio di 95 anni è stato abbandonato da tutti i famigliari , che hanno la vera responsabilità morale del tragico evento )
    Certo, per l'appunto io sono il primo a sottolineare che il concetto di libertà è aporetico e facilmente manipolabile...

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    Se poi la cosiddetta libertà d'informazione medica è sottoposta alla martellante pressione lobbistica delle industrie farmaceutiche che , dopo la finanza speculativa, sono i più grossi conglomerati multinazionali stiamo freschi , e per ricordarsi del potere di manipolazione dell'informazione riguardo tali lobbies basta ricordare l'allarme pilotato riguardo la c.d. influenza suina che ha prodotto utili per miliardi di Euro alle suddette.
    Certo che le case farmaceutiche cercano il loro guadagno, ma dall'altra parte c'è chi farebbe di tutto per incassare l'approvazione delle agenzie religiose cattoliche (ingerenze, ritardi pilotati, ostacoli vari, ecc.)...

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    Almeno lo Stato (teoricamente) ha come compito il benessere del cittadino.
    Bè, non mi pare che la richiesta di estendere le possibilità di autodeterminazione dei pazienti in materia di salute sia così lesivo del "benessere del cittadino"; certamente è più dannoso ostacolare il ricorso a metodi e risorse biomediche che accrescono il numero delle alternative.

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    L'industria farmaceutica il guadagno. E quando non ci sono malattie , si possono tranquillamente inventare (come ad esempio la cosiddetta sindrome di iperattività in fase preadolescenziale che porta , in America, a somministrare psicofarmaci a decine di migliaia di bimbi)
    Certo, il successo della cosiddetta "etica terapeutica" è il risultato di numerosi fattori, tra questi anche la sempre minore capacità dell'etica religiosa di offrire orizzonti di senso accettabili; la terapeutica cerca anch'essa di offrire risposte alle "domande di senso" e lo psicologo non a caso si è sostituito al prete nel ruolo di confessore ovunque, peggio che le cavallette... Però che si impasticchino milioni di bambini non è un problema della medicina o della chimica o di Ippocrate, ma dell'utilizzo indiscriminato e smisurato che gli uomini fanno degli strumenti messi a disposizione dalla tecnica.
    Ultima modifica di donerdarko; 28-01-11 alle 04:51
    Segni particolari: "macchina da espansione razziale euro-siberiana" (Giò91)

  7. #7
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da waglione Visualizza Messaggio
    A proposito sai quanto costa un giorno di terapia intensiva?

    dai spara.



    [edit della moderazione] frenare la lingua, grazie.
    Vabbene , se vuoi far secche le persone , per sparagnare esistono vari termini per appellarti, ma mi sa che li lascerò , per stavolta, nell'immaginario del lettore.
    Preferisco di no.

  8. #8
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da donerdarko

    Certo che le case farmaceutiche cercano il loro guadagno, ma dall'altra parte c'è chi farebbe di tutto per incassare l'approvazione delle agenzie religiose cattoliche (ingerenze, ritardi pilotati, ostacoli vari, ecc.)...
    A partire dal singolo medico che ha il congresso pagato dalla casa farmaceutica (e spesso in posti veramente cool), fino ad arrivare ai necessari appoggi bancari indispensabili per qualsiasi partito (e per accedere ad un prestito e più utile avere come garante una megamultinazionale che un'organizzazione pro life) si può ravvisare che se calcoliamo il peso ed il guadagno per chi se ne fa alfiere di determinate ingerenze, beh, queste spostano la bilancia e di parecchio verso istanze antilife.


    Bè, non mi pare che la richiesta di estendere le possibilità di autodeterminazione dei pazienti in materia di salute sia così lesivo del "benessere del cittadino"; certamente è più dannoso ostacolare il ricorso a metodi e risorse biomediche che accrescono il numero delle alternative.
    Una persona , un singolo, ostaggio del dolore e della paura è la persona meno libera e quindi meno autodeterminata che possa esistere. Sfuma così' la volontà del singolo, verso un complesso non di ragionamenti ma di soppesamento delle emozioni.
    Ma compito dell'Autorità , al di là dell'aiuto al singolo, è il pensiero in primis alla comunità e a quella tipologia di istanze che riescono a garantire un determinato tessuto sociale, basato in primis non solo per il Cristiano ma anche per il cittadino sic et simpliciter nella difesa di determinati principi e certezze, tra cui il rispetto della vita da applicarsi sine glossa.

    Per quanto riguarda terapie alternative, credo non sia necessario ricordare l'enorme contributo dato dalla studio delle cellule staminali adulte a cura del Pontificio consiglio per le scienze.
    Anche perchè nei paesi in cui non vige niuna legislazione di garanzia ovvero regna la libera sperimentazione, si pensi ad esempio alla Corea del sud, non si sono raggiunti risultati di rilievo.

    In soldoni cioè, giocare al Dr Frankenstein, non solo è ontologicamente sbagliato, ma non ha nemmeno fatto portare a casa dei risultati.

    Certo, il successo della cosiddetta "etica terapeutica" è il risultato di numerosi fattori, tra questi anche la sempre minore capacità dell'etica religiosa di offrire orizzonti di senso accettabili; la terapeutica cerca anch'essa di offrire risposte alle "domande di senso" e lo psicologo non a caso si è sostituito al prete nel ruolo di confessore ovunque, peggio che le cavallette... Però che si impasticchino milioni di bambini non è un problema della medicina o della chimica o di Ippocrate, ma dell'utilizzo indiscriminato e smisurato che gli uomini fanno degli strumenti messi a disposizione dalla tecnica.
    L'etica terapeutica?
    E che sarebbe?
    Mi ricorda un po' il martellante , da qualche anno, richiamo circa una presunta "etica finanziaria" in cui partecipano e parlano gli amministratori delegati di vari gruppi bancari e che poi tornano a fare i farabutti peggio di prima.

    Più corretto il Dr Cox in Scrubs quando dice "Sono diventato medico per gli stessi quattro motivi di tutti: donne, soldi, potere e donne" .

    E qua si dovrebbe analizzare un concetto più ampio come il libero mercato, in cui il paziente è un consumatore ed il medicinale e la terapia , un bene di cui egli è destinatario.
    Però andremmo fuori tema.

    L'etica terapeutica è un qualcosa di molto utile per crearsi una pseudocoscienza ed un biglietto presentabile nella società.
    L'apoteosi del relativismo, quindi , ma come Cristiani si tende più a guardare e a fare i conti con l'assoluto.
    Preferisco di no.

  9. #9
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da Miles
    A partire dal singolo medico che ha il congresso pagato dalla casa farmaceutica (e spesso in posti veramente cool), fino ad arrivare ai necessari appoggi bancari indispensabili per qualsiasi partito (e per accedere ad un prestito e più utile avere come garante una megamultinazionale che un'organizzazione pro life) si può ravvisare che se calcoliamo il peso ed il guadagno per chi se ne fa alfiere di determinate ingerenze, beh, queste spostano la bilancia e di parecchio verso istanze antilife.
    Una persona , un singolo, ostaggio del dolore e della paura è la persona meno libera e quindi meno autodeterminata che possa esistere. Sfuma così' la volontà del singolo, verso un complesso non di ragionamenti ma di soppesamento delle emozioni.
    Ma compito dell'Autorità , al di là dell'aiuto al singolo, è il pensiero in primis alla comunità e a quella tipologia di istanze che riescono a garantire un determinato tessuto sociale, basato in primis non solo per il Cristiano ma anche per il cittadino sic et simpliciter nella difesa di determinati principi e certezze, tra cui il rispetto della vita da applicarsi sine glossa.
    I medici possono fare tutti i congressi e i viaggi di lavoro spesati che vogliono, o ricevere regali e favori, ma basta il dL Calabrò per imporre loro l’obbligo di nutrire e idratare anche i pazienti che rifiutano questi trattamenti. L'intero apparato ideologico del disegno di legge è chiaro. Il dl Calabrò nega l’esercizio di un diritto di libera scelta da parte di coloro che, col testamento biologico, intendano decidere, semplicemente, se rifiutare o meno le cure anche in caso di perdita di coscienza e di prognosi infausta, annunciando anzi rappresaglie contro i Comuni che hanno istituito o stiano per istituire il registro dei testamenti.

    Citazione Originariamente Scritto da Miles
    L'etica terapeutica?
    E che sarebbe?
    Mi ricorda un po' il martellante , da qualche anno, richiamo circa una presunta "etica finanziaria" in cui partecipano e parlano gli amministratori delegati di vari gruppi bancari e che poi tornano a fare i farabutti peggio di prima.

    Più corretto il Dr Cox in Scrubs quando dice "Sono diventato medico per gli stessi quattro motivi di tutti: donne, soldi, potere e donne" .

    E qua si dovrebbe analizzare un concetto più ampio come il libero mercato, in cui il paziente è un consumatore ed il medicinale e la terapia , un bene di cui egli è destinatario.
    Però andremmo fuori tema.

    L'etica terapeutica è un qualcosa di molto utile per crearsi una pseudocoscienza ed un biglietto presentabile nella società.
    L'apoteosi del relativismo, quindi , ma come Cristiani si tende più a guardare e a fare i conti con l'assoluto.
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  10. #10
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    Predefinito Rif: L'eutanasia è cattiva solo quando è nazista?

    Citazione Originariamente Scritto da donerdarko Visualizza Messaggio
    I medici possono fare tutti i congressi e i viaggi di lavoro spesati che vogliono, o ricevere regali e favori, ma basta il dL Calabrò per imporre loro l’obbligo di nutrire e idratare anche i pazienti che rifiutano questi trattamenti. L'intero apparato ideologico del disegno di legge è chiaro. Il dl Calabrò nega l’esercizio di un diritto di libera scelta da parte di coloro che, col testamento biologico, intendano decidere, semplicemente, se rifiutare o meno le cure anche in caso di perdita di coscienza e di prognosi infausta, annunciando anzi rappresaglie contro i Comuni che hanno istituito o stiano per istituire il registro dei testamenti.
    Far morire una persona di fame e di sete, non è una libera scelta.
    Il problema è la disinformazione che regna su cosa sia veramente la libera scelta, in quanto il corpo ad esempio percepisce il dolore anche in stato vegetativo. E la sete ad esempio è una delle sensazioni più atroci che può provare l'organismo umano.
    Così come è francamente ridicolo pensare di (e ci ha pensato ognuno di noi, sia chiaro) poter disporre in futuro della propria vita quando in realtà non si dispone della stessa anche nell'attimo che noi chiamiamo "presente".

    Per quanto concerne le vicende legislative che tu citavi, tanto per cambiare in Italia il fronte di spaccò in due.
    Ma se è da notare che nel mondo antilife i protagonisti erano più o meno gli stessi (determinati politici professionisti e la cosca dei manifestanti di professione) è vero viceversa che sul fronte opposto (prolife) a parte la scontata adesione della Chiesa si è rivelata invece una presa di posizione nuova e mai sbandierata prima di molti. Ovvero che in Italia esiste una buona parte di cittadini che si è informata prima di prendere una determinata posizione e non si è fatta ammansire dalla classica domanda da bar tipo "ti piacerebbe vivere da ciecato, sordo, senza poter muovere braccia o gambe".

    Il problema è che quando cominci, in senso ampio e generale, a dire la "vita è degna di essere vissuta a meno che..." le dai una quantificazione che però si evolverà sempre più al ribasso.

    E che a quantificare il valore di una vita sia uno stato come quello attuale (e non parlo solo dell'Italia) o determinate istanze progressiste, beh, mi lascia molto perplesso, per non dire timoroso.

    In linea astrattamente teorica tu puoi disporre della tua vita anche in caso di menomazioni tali che ti tolgano la possibilità di disporre di te stesso, ad esempio accordandoti con un tuo parente che ti tolga lui stesso la spina .
    Son cose che son sempre esistite e sempre fatte.
    Ma la differenza è che nessuno lo ha mai rivendicato come diritto insito nell'uomo e che soprattutto tale diritto dev'essere sancito dallo stato.
    Perchè, a conti fatti, sempre di omicidio si parla ed è presuntuoso ma soprattutto paraculo che si debba sancire che tale pratica, qualora avallata sullo stato, sullo stesso debbano ricadere eventuali conseguenze morali. Chi prende determinate decisioni deve avere cioè una responsabilità tale che lo portino anche ad affrontare eventuali sensi di colpa. (ma se viene un senso di colpa, vorrebbe dire che c'è la percezione che qualcosa non sia giusto in tale pratica).
    Si tenderebbe cioè a voler scaricare , con il testamento biologico, tale responsabilità su un 'ipotetica coscienza morale della società stessa.
    Gesto un bel po' paraculo, considerando che è prassi considerare che quando una responsabilità è di tutti , alla fine non è di nessuno.

    Chi agisce, abbia il coraggio di assumersi tutta la responsabilità che è connessa.
    Preferisco di no.

 

 
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