Matteo Salvini è un ex parlamentare, attuale parlamentare europeo, consigliere comunale e possibile vicesindaco di Milano in quota Lega Nord, tra i nomi più quotati del Carroccio lombardo e nazionale. Difficile che vi sia sfuggito, essendo una presenza fissa sui media nazionali e locali.
Il merito è il più delle volte delle sue dichiarazioni provocatorie su, ad esempio, carrozze della metropolitana per soli milanesi, la sparizione del suo account da Facebook (che valse un’interrogazione parlamentare) e i cori contro i napoletani.
La notizia di oggi è che Palazzo Marino ha pubblicato i dati sulle presenze alle votazioni in aula dal 2006, e Salvini risulta recordman negativo, con solo un quarto di presenze. L’interessato, mostrando grande sicurezza di sè, non si è affatto tirato indietro dal commentare, ma anzi ha rivendicato con orgoglio la sua condotta.
“Essendo l’unico leghista, preferisco incontrare i cittadini a Lambrate o in Bovisa per risolvere qualche problema piuttosto che stare ore a Palazzo Marino a parlare di aria fritta. I milanesi, comunque, sembrano premiare la concretezza e quando si discute di argomenti importanti ci sono”
Una difesa che lascia più di un dubbio: senza mettere in questione l’attivismo “sul campo” di Salvini, sembra difficile difendere le richieste dei cittadini se in Consiglio non c’è proprio nessun esponente della Lega. E poi: possibile che il Carroccio non trovi due persone da far lavorare insieme, una a spasso nei quartieri e l’altra in aula?
La realtà è che questo piccolo grande caso la dice lunga su un certo modo di fare politica della Lega: le azioni che servono ad aumentare i consensi (come rilasciare dichiarazioni roboanti ai media o farsi vedere dagli elettori per strada) tendono ad assorbire la maggior parte del tempo, mentre l’azione legislativa e di governo passano spesso in secondo piano. In sintesi: una concezione della politica più come successo elettorale che come governo della cosa pubblica.
Poi c’è un dettaglio, che Salvini nella sua risposta dimentica di citare, che potrebbe spiegare in maniera alternativa le tante assenze: il cumulo di cariche tra poltrona milanese e romana prima (fino al 2009) ed europea poi. Insomma, come ben sanno tutti quelli che hanno un doppio lavoro, è sempre difficile essere in due posti contemporaneamente.
E infatti se si va a vedere l’attività di Salvini su questi altri due fronti, lo si scopre abbastanza impegnato. Di certo più che nel Consiglio Comunale della sua città. Per il primo anno della XXVI legislatura italiana, infatti, risulta un indice di attività piuttosto basso (1,81) ma una pesenza al voto assidua (93%) e solo il 6% di assenze ingiustificate.
A Bruxelles - dove si è trasferito dal 2009 - Salvini risulta presente al 75% delle plenarie: un dato esattamente speculare a quello delle assenze a Palazzo Marino, e sicuramente più positivo. Non abbastanza però per farlo andare oltre al 668esimo posto (su 735) nella classifica degli europarlamentari più assidui. Ma forse anche lì si parla di aria fritta.
Insomma, se certo non si può mettere in dubbio l’attivismo di Salvini nelle periferie milanesi, forse ciò che lo tiene lontano dalla cadrega milanese è anche il cumulo di altre poltrone, forse più lontane dal territorio ma più prestigiose.
Forse è anche per questo che, dando un’occhiata ai redditi dei consiglieri comunali, si scopre che il recordman delle assenze di Palazzo Marino ha dichiarato per il 2008 111.000 euro - circa 15 in più del primo classificato per presenze, il presidente dell’assemblea in quota Fli (ex PdL) Manfredi Palmeri.
Stile Lega Nord: Matteo Salvini difende il suo 75% di assenze al Consiglio Comunale di Milano