Intanto prosegue la crisi lebanese, cioè il conflitto tra le due coalizioni dai nomi fin troppo dimenticabili – la
“14 marzo“, che unisce i sunniti, l’élite cristiana e i drusi attorno a Saad Hariri, e la
“8 marzo” che unisce Hezbollah, Amal, le sinistre e i cristiani meno benestanti guidati dal generale Aoun. La seconda coalizione ha preso il 55% del voto popolare, ma una minoranza dei seggi in parlamento. Il passaggio del furbissimo Walid Jumblatt, capo dei Drusi, all’opposizione, ha portato alla caduta del governo e all’elezione di un nuovo primo ministro,Najib Miqati, un miliardario sunnita che ha scelto di schierarsi con l’8 marzo.
A Beirut, Hassan Nasrallah ha parlato davanti a una grande folla, mettendo in guardia i tunisini a proposito del viaggio in Tunisia di Jeffrey Feltman, vice segretario di Stato degli Stati Uniti, noto per le sue pesanti interferenze nella politica statunitense. E infatti, Feltman è stato accolto a Tunisi da una
manifestazione di protesta…
Nello stesso giorno, a Tripoli e altrove, ci sono state violente manifestazioni contro il nuovo primo ministro, al grido di “Saad! Saad! [Hariri]“.
Insomma, gli amici dell’Occidente. Se non fosse per il fatto che le manifestazioni a sostegno di Saad Hariri erano guidate da elementi salafiti e jihadisti sunniti:
gli stessi gruppi e individui che inscenarono le violente proteste, alcuni anni fa, contro le “vignette danesi”, oggi sono in piazza per difendere la coalizione che i nostri media chiamano “filo-occidentale”. Le violenze pare abbiano spinto diversi cristiani ad avvicinarsi alla coalizione 8 marzo.
Qui potete vedere gli
occidental-jihadisti mentre devastano una banca.