Originariamente Scritto da
Erlembaldo
Dal Sillabo (le affermazioni riportate sono condannate..)
IX - Errori intorno al civile principato del Romano Pontefice
LXXV. Intorno alla compatibilità del regno temporale col regno spirituale disputano tra loro i figli della Chiesa cristiana e cattolica.
Lett. Apost. Ad apostolicae, 22 agosto 1851.
LXXVI. L’abolizione del civile impero posseduto dalla Sede apostolica gioverebbe moltissimo alla libertà ed alla prosperità della Chiesa.
Alloc. Quibus quantisque, 20 aprile 1849.
N. B. – Oltre a questi errori censurati esplicitamente, molti altri implicitamente vengono riprovati in virtù della dottrina già proposta e decisa intorno al principato civile del Romano Pontefice: la quale dottrina tutti i cattolici sono obbligati a rispettare fermissimamente. Essa apertamente s’insegna nell’Alloc. Quibus quantisque, 20 aprile 1849; nell’Alloc. Si semper antea, 20 maggio 1850; nella Lett. Apost. Cum catholica Ecclesia, 26 marzo 1860; nell’Alloc. Novos, 28 settembre 1860; nell’Alloc. Iamdudum, 18 marzo 1861, e nell’Alloc. Maxima quidem, 9 giugno 1862.
Il professor Roberto De Mattei spiega che “il potere temporale è stato rivendicato da Pio IX per due ragioni: innanzitutto come mezzo per assicurare la libertà e l’indipendenza della Chiesa. Ma c’è di più: Pio IX coglie che esistono veri e propri nemici della Chiesa e il loro fine è arrivare a sopprimere la Chiesa stessa. La soppressione del potere temporale è il primo passo”.
Pio IX lettera apostolica Cum Catholica Ecclesia del 26 marzo 1860:
"La Chiesa cattolica fondata e istituita da Cristo per provvedere alla salvezza eterna degli uomini, avendo conseguito, in forza della sua divina istituzione, la forma di società perfetta, deve godere, nell’esercizio del suo sacro ministero, di quella libertà che la sottrae alla soggezione di qualsivoglia potere civile. Poiché per operare liberamente, come era necessario, doveva fruire di quei supporti che rispondevano alle condizioni e alle esigenze dei tempi, per una speciale disposizione della divina Provvidenza avvenne che, quando l’Impero Romano si dissolse e fu diviso in vari regni, il Romano Pontefice, costituito da Cristo capo e centro di tutta la Chiesa, ottenne un principato civile. Questo fu disposto con somma sapienza da Dio stesso, perché in mezzo ad una tale moltitudine e varietà di sovrani temporali, il Sommo Pontefice disponesse di quella libertà politica che era indispensabile per esercitare, senza alcun impedimento, il suo potere spirituale, la sua autorità e la sua giurisdizione sul mondo intero."
Pio IX disse più volte che il potere temporale era una cosa sacra, che egli avrebbe difeso sino alla morte, e fu di parola.
Lo stesso atteggiamento fondamentale tennero i Pontefici successivi, sino a quando un Papa padano e un Capo del Governo padano(definito dal Papa “uomo Provvidenziale") risolsero la “questione romana” con il riconoscimento dei torti subiti dalla Chiesa per colpa del governo italiano, e con la creazione dello Stato sovrano della Città del Vaticano.