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diegol22
POL - Ruby, Berlusconi: Pm mirano a sovvertire regole basilari democrazia
Caso finirà nel nulla, ma nessuno pagherà. Si sono inventati reato di cena a casa del presidente. Intromissione in mia vita privata senza precedenti, dimostra necessità di intervenire urgentemente a tutela privacy cittadini
Roma, 14 gen (Il Velino) - “Mi aspettavo francamente che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno e per l’occasione si sono inventati il reato di ‘cena privata a casa del Presidente’”. È un passaggio, dedicato al caso Ruby, della lunga lettera che il premier Silvio Berlusconi ha inviato ai Promotori della libertà. Berlusconi continua spiegando di avere dedotto che tali magistrati “sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro. Però ci sono delle persone contente, sono i miei avvocati. Sono sicuri – ironizza Berlusconi - che con me non gli mancherà mai il lavoro. Invece se volessi prendere sul serio un’iniziativa che seria in realtà non è, direi – sottolinea il premier - che si è superato ogni limite e che alcuni magistrati che non potrebbero neppure indagare per ragioni di competenza funzionale e territoriale stanno tentando di sovvertire le regole fondamentali della democrazia”.
Berlusconi prosegue: “Ad alcune persone è bastato venire una volta a cena a casa mia, la casa del presidente del Consiglio per avere il proprio cellulare controllato e i propri spostamenti controllati per alcuni mesi, prima ancora che fosse iniziata ufficialmente l’indagine preliminare nei miei confronti. Come al solito domani tutto finirà sui giornali che grideranno allo scandalo seminando veleno e fango nei miei confronti con una intromissione nella mia vita privata che non ha precedenti nella storia del nostro paese e che dimostra – rimarca il capo del governo - la necessità di intervenire con urgenza per evitare che certi magistrati possano impunemente violare la privacy dei cittadini comprimendo la loro libertà. Poi, come al solito, anche questa vicenda finirà nel nulla perché nel nulla si basa ma intanto il presidente del Consiglio e l’Italia saranno stati infangati senza che nessuno poi paghi alcunché”.
(Nicholas D. Leone) 14 gen 2011 19
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