Berlusconi non vuole le elezioni:niente maggioranza al Senato

[destradipopolo]

CON IL TERZO POLO ADDIO MAGGIORANZA AL SENATO E ADDIO PALAZZO CHIGI… CALCOLANDO REGIONE PER REGIONE, SULLA BASE DELLA MEDIA DEI SONDAGGI DEGLI ULTIMI DUE MESI, IL TERZO POLO SAREBBE DETERMINANTE…E TENDE AD AUMENTARE I CONSENSI

Terzo polo anche solo intorno al 14 per cento e Senato senza maggioranza. Sarebbe questo il risultato più probabile di eventuali elezioni politiche anticipate secondo una proiezione di Ipr Marketing basata su un sondaggio eseguito tra dicembre e gennaio.
Il dato era nell’aria anche perché, mentre alla Camera il premio di maggioranza garantisce un largo successo alla coalizione o al partito che prende più voti qualunque sia la percentuale, il meccanismo per Palazzo Madama è su basi regionali e anche il premio di maggioranza si applica regione per regione. Sondaggio e proiezioni danno vita a tre scenari: uno “normale”, uno molto favorevole al centrodestra, uno molto favorevole al centrosinistra.
In nessun caso uno schieramento supererebbe quota 155 senatori quando per una maggioranza risicata ce ne vogliono 158 (sui 315 seggi del Senato), e almeno 165/170 per reggere davvero un governo.
Ipr Marketing ha dunque “certificato” quello che appariva probabile: col sistema di voto del Senato, infatti, lo sbarramento al di sotto del quale non si ottengono seggi in ciascuna regione è del 20% per una coalizione, dell’8% per un singolo partito e del 3% per ciascun partito all’interno di una coalizione.
E’ chiaro che il Terzo Polo, in caso di voto anticipato, si presenterà dappertutto come un unico partito per garantirsi seggi in tutte le regioni.
E ci riuscirebbe.
Stando ai dati Ipr, infatti, solo in Molise, Trentino e Valle d’Aosta i centristi uscirebbero a mani vuote.
E in almeno dieci regioni otterrebbero più di un seggio con punte di 5 in Piemonte e Campania e addirittura 6 in Sicilia.
Una situazione che si conferma in tutti e tre gli scenari presi in esame: il Terzo Polo raggiungerebbe sempre i 44 seggi, largamente sufficienti per impedire il prevalere di una delle due coalizioni.
Secondo il sondaggio, il centrodestra (Pdl o quel che sarà più Lega) si attesterebbe intorno al 42,5 per cento, il centrosinistra (allargato a una sorta di Nuovo Ulivo dall’Idv al Sel e a Rifondazione passando per il Pd) sul 40% e i centristi al 14%.
Altre forze più piccole (dai grillini alle liste locali) si dividerebbero il restante 3,5%. Ipr ha preso i dati relativi a ciascuna regione e ha provato a costruire gli scenari di cui sopra.
Nello scenario considerato più “normale” e più probabile), il centrosinistra vincerebbe in 13 regioni: Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, tutte quelle dove già governa più quelle (Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna) dove il Terzo Polo diventerebbe determinante a sfavore del centrodestra che uscirebbe battuto proprio a causa del voto ai centristi. L’esempio tipico è quello del Lazio dove alle ultime regionali la Polverini (centrodestra) vinse con il 51,1%: qui, all’attuale maggioranza andrebbe sottratto il 6,12% ottenuto dall’Udc (che sosteneva la candidata del centrodestra) più la quota dei finiani.
Applicati tutti i correttivi e l’effetto del voto politico è abbastanza probabile (e il sondaggio Ipr lo conferma) che il Lazio sfugga alla coalizione governativa.
I totali vedrebbero il centrodestra con 137 seggi, il centrosinistra con 134 e il centro con 44.
Nel secondo scenario, il Terzo Polo mantiene i suoi 44 seggi sempre grazie al superamento dello sbarramento dell’8% in quasi tutte le regioni e il centrodestra riesce a vincere anche in Liguria, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna.
Ma neppure questo sarebbe sufficiente a portare a casa una maggioranza ancorché risicata.
Tirate le somme, infatti, il centrodestra raggiungerebbe 155 seggi e il centrosinistra scivolerebbe a quota 116. Il terzo Polo, a quota 44, sarebbe determinante.
L’ultimo scenario è quello più favorevole al centrosinistra che riuscirebbe a conquistare anche la Campania arrivando a quota 143 contro i 128 del centrodestra, ma, di nuovo, la maggioranza sarebbe impossibile a meno di un’alleanza col Terzo Polo.
Quella di allargare la maggioranza ai centristi sarebbe così l’unica strada rimasta al centrodestra per evitare nuove elezioni che rischierebbero di precipitare il Paese nel caos.
Ma è chiaro che il Terzo Polo presenterebbe un conto salatissimo.
E, in cima alla lista delle sue richieste ci sarebbe quella che il Pdl non vorrebbe mai vedere: un altro premier al posto di Berlusconi.
destra di popolo

[Freccia Tricolore]

CON IL TERZO POLO ADDIO MAGGIORANZA AL SENATO E ADDIO PALAZZO CHIGI… CALCOLANDO REGIONE PER REGIONE, SULLA BASE DELLA MEDIA DEI SONDAGGI DEGLI ULTIMI DUE MESI, IL TERZO POLO SAREBBE DETERMINANTE…E TENDE AD AUMENTARE I CONSENSI

Terzo polo anche solo intorno al 14 per cento e Senato senza maggioranza. Sarebbe questo il risultato più probabile di eventuali elezioni politiche anticipate secondo una proiezione di Ipr Marketing basata su un sondaggio eseguito tra dicembre e gennaio.
Il dato era nell’aria anche perché, mentre alla Camera il premio di maggioranza garantisce un largo successo alla coalizione o al partito che prende più voti qualunque sia la percentuale, il meccanismo per Palazzo Madama è su basi regionali e anche il premio di maggioranza si applica regione per regione. Sondaggio e proiezioni danno vita a tre scenari: uno “normale”, uno molto favorevole al centrodestra, uno molto favorevole al centrosinistra.
In nessun caso uno schieramento supererebbe quota 155 senatori quando per una maggioranza risicata ce ne vogliono 158 (sui 315 seggi del Senato), e almeno 165/170 per reggere davvero un governo.
Ipr Marketing ha dunque “certificato” quello che appariva probabile: col sistema di voto del Senato, infatti, lo sbarramento al di sotto del quale non si ottengono seggi in ciascuna regione è del 20% per una coalizione, dell’8% per un singolo partito e del 3% per ciascun partito all’interno di una coalizione.
E’ chiaro che il Terzo Polo, in caso di voto anticipato, si presenterà dappertutto come un unico partito per garantirsi seggi in tutte le regioni.
E ci riuscirebbe.
Stando ai dati Ipr, infatti, solo in Molise, Trentino e Valle d’Aosta i centristi uscirebbero a mani vuote.
E in almeno dieci regioni otterrebbero più di un seggio con punte di 5 in Piemonte e Campania e addirittura 6 in Sicilia.
Una situazione che si conferma in tutti e tre gli scenari presi in esame: il Terzo Polo raggiungerebbe sempre i 44 seggi, largamente sufficienti per impedire il prevalere di una delle due coalizioni.
Secondo il sondaggio, il centrodestra (Pdl o quel che sarà più Lega) si attesterebbe intorno al 42,5 per cento, il centrosinistra (allargato a una sorta di Nuovo Ulivo dall’Idv al Sel e a Rifondazione passando per il Pd) sul 40% e i centristi al 14%.
Altre forze più piccole (dai grillini alle liste locali) si dividerebbero il restante 3,5%. Ipr ha preso i dati relativi a ciascuna regione e ha provato a costruire gli scenari di cui sopra.
Nello scenario considerato più “normale” e più probabile), il centrosinistra vincerebbe in 13 regioni: Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, tutte quelle dove già governa più quelle (Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna) dove il Terzo Polo diventerebbe determinante a sfavore del centrodestra che uscirebbe battuto proprio a causa del voto ai centristi. L’esempio tipico è quello del Lazio dove alle ultime regionali la Polverini (centrodestra) vinse con il 51,1%: qui, all’attuale maggioranza andrebbe sottratto il 6,12% ottenuto dall’Udc (che sosteneva la candidata del centrodestra) più la quota dei finiani.
Applicati tutti i correttivi e l’effetto del voto politico è abbastanza probabile (e il sondaggio Ipr lo conferma) che il Lazio sfugga alla coalizione governativa.
I totali vedrebbero il centrodestra con 137 seggi, il centrosinistra con 134 e il centro con 44.
Nel secondo scenario, il Terzo Polo mantiene i suoi 44 seggi sempre grazie al superamento dello sbarramento dell’8% in quasi tutte le regioni e il centrodestra riesce a vincere anche in Liguria, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna.
Ma neppure questo sarebbe sufficiente a portare a casa una maggioranza ancorché risicata.
Tirate le somme, infatti, il centrodestra raggiungerebbe 155 seggi e il centrosinistra scivolerebbe a quota 116. Il terzo Polo, a quota 44, sarebbe determinante.
L’ultimo scenario è quello più favorevole al centrosinistra che riuscirebbe a conquistare anche la Campania arrivando a quota 143 contro i 128 del centrodestra, ma, di nuovo, la maggioranza sarebbe impossibile a meno di un’alleanza col Terzo Polo.
Quella di allargare la maggioranza ai centristi sarebbe così l’unica strada rimasta al centrodestra per evitare nuove elezioni che rischierebbero di precipitare il Paese nel caos.
Ma è chiaro che il Terzo Polo presenterebbe un conto salatissimo.
E, in cima alla lista delle sue richieste ci sarebbe quella che il Pdl non vorrebbe mai vedere: un altro premier al posto di Berlusconi.
destra di popolo

Bisognerebbe inventare una coalizione Sinistra - terzo polo. Una alleanza tattica su poche cose

[3Denari]

Bisognerebbe inventare una coalizione Sinistra - terzo polo. Una alleanza tattica su poche cose

Giusto, per un governo di poche ore.
:giagia:

E poi:
- La sin. continua a dire che non vuole elezioni
O meglio un terzo della sin., percè un terzo la vuole e un terzo non sà
(criticate Veltroni ma il PD dovrebbe chiamersi PDMA : partito del "ma anche")
- il "terzo polo" non ci pensa proprio
- l'unica "forse" a cui le elezioni non dispiacerebbero è la lega, non lo fà perchè furbescamente ha capito che non chiedendole ("tradendo" nel liguaggio della dex) ne guadagnerà in voti.

[furbo]

CON IL TERZO POLO ADDIO MAGGIORANZA AL SENATO E ADDIO PALAZZO CHIGI… CALCOLANDO REGIONE PER REGIONE, SULLA BASE DELLA MEDIA DEI SONDAGGI DEGLI ULTIMI DUE MESI, IL TERZO POLO SAREBBE DETERMINANTE…E TENDE AD AUMENTARE I CONSENSI

Terzo polo anche solo intorno al 14 per cento e Senato senza maggioranza. Sarebbe questo il risultato più probabile di eventuali elezioni politiche anticipate secondo una proiezione di Ipr Marketing basata su un sondaggio eseguito tra dicembre e gennaio.
Il dato era nell’aria anche perché, mentre alla Camera il premio di maggioranza garantisce un largo successo alla coalizione o al partito che prende più voti qualunque sia la percentuale, il meccanismo per Palazzo Madama è su basi regionali e anche il premio di maggioranza si applica regione per regione. Sondaggio e proiezioni danno vita a tre scenari: uno “normale”, uno molto favorevole al centrodestra, uno molto favorevole al centrosinistra.
In nessun caso uno schieramento supererebbe quota 155 senatori quando per una maggioranza risicata ce ne vogliono 158 (sui 315 seggi del Senato), e almeno 165/170 per reggere davvero un governo.
Ipr Marketing ha dunque “certificato” quello che appariva probabile: col sistema di voto del Senato, infatti, lo sbarramento al di sotto del quale non si ottengono seggi in ciascuna regione è del 20% per una coalizione, dell’8% per un singolo partito e del 3% per ciascun partito all’interno di una coalizione.
E’ chiaro che il Terzo Polo, in caso di voto anticipato, si presenterà dappertutto come un unico partito per garantirsi seggi in tutte le regioni.
E ci riuscirebbe.
Stando ai dati Ipr, infatti, solo in Molise, Trentino e Valle d’Aosta i centristi uscirebbero a mani vuote.
E in almeno dieci regioni otterrebbero più di un seggio con punte di 5 in Piemonte e Campania e addirittura 6 in Sicilia.
Una situazione che si conferma in tutti e tre gli scenari presi in esame: il Terzo Polo raggiungerebbe sempre i 44 seggi, largamente sufficienti per impedire il prevalere di una delle due coalizioni.
Secondo il sondaggio, il centrodestra (Pdl o quel che sarà più Lega) si attesterebbe intorno al 42,5 per cento, il centrosinistra (allargato a una sorta di Nuovo Ulivo dall’Idv al Sel e a Rifondazione passando per il Pd) sul 40% e i centristi al 14%.
Altre forze più piccole (dai grillini alle liste locali) si dividerebbero il restante 3,5%. Ipr ha preso i dati relativi a ciascuna regione e ha provato a costruire gli scenari di cui sopra.
Nello scenario considerato più “normale” e più probabile), il centrosinistra vincerebbe in 13 regioni: Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, tutte quelle dove già governa più quelle (Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna) dove il Terzo Polo diventerebbe determinante a sfavore del centrodestra che uscirebbe battuto proprio a causa del voto ai centristi. L’esempio tipico è quello del Lazio dove alle ultime regionali la Polverini (centrodestra) vinse con il 51,1%: qui, all’attuale maggioranza andrebbe sottratto il 6,12% ottenuto dall’Udc (che sosteneva la candidata del centrodestra) più la quota dei finiani.
Applicati tutti i correttivi e l’effetto del voto politico è abbastanza probabile (e il sondaggio Ipr lo conferma) che il Lazio sfugga alla coalizione governativa.
I totali vedrebbero il centrodestra con 137 seggi, il centrosinistra con 134 e il centro con 44.
Nel secondo scenario, il Terzo Polo mantiene i suoi 44 seggi sempre grazie al superamento dello sbarramento dell’8% in quasi tutte le regioni e il centrodestra riesce a vincere anche in Liguria, Lazio, Abruzzo, Calabria e Sardegna.
Ma neppure questo sarebbe sufficiente a portare a casa una maggioranza ancorché risicata.
Tirate le somme, infatti, il centrodestra raggiungerebbe 155 seggi e il centrosinistra scivolerebbe a quota 116. Il terzo Polo, a quota 44, sarebbe determinante.L’ultimo scenario è quello più favorevole al centrosinistra che riuscirebbe a conquistare anche la Campania arrivando a quota 143 contro i 128 del centrodestra, ma, di nuovo, la maggioranza sarebbe impossibile a meno di un’alleanza col Terzo Polo.
Quella di allargare la maggioranza ai centristi sarebbe così l’unica strada rimasta al centrodestra per evitare nuove elezioni che rischierebbero di precipitare il Paese nel caos.
Ma è chiaro che il Terzo Polo presenterebbe un conto salatissimo.
E, in cima alla lista delle sue richieste ci sarebbe quella che il Pdl non vorrebbe mai vedere: un altro premier al posto di Berlusconi.
destra di popolo

molto percolosa
vuoi che il drago non riesca a comprare quattro voti fra udiccini e dipietristi?
Bisognerebbe rispolverare i Senatori a vita.

[Medsim]

PErsonalmente non credo che il PDL accetterebbe una soluzione che non vera Berlusconi premieri, significherebbe la fine della carriera politica di diversi ministri e deputati o presunti tali, voluti da Berlusconi in persona.

Come scenario è più plausibile una coalzione moderata composta dal terzo polo e il CSX con esclusione di quel poco che è rimasto della sinistra radicale.

[FABRIZIO DALLA VILLA]

Non credo ai sondaggi e non mi faccio incantare da quei numeri, che, a mio avviso, sono campati per aria. Ho 52 anni e non mi è MAI capitato di essere interpellato anche solamente per un sondaggio. Probabilmente i sondaggi sono fatti nella Capitale, oppure tra parenti, amici e conoscenti di questo o quel politico.
Anche il sondaggio presentato in questo topic, lascia il tempo che trova. Che razza di analisi è quella che afferma l'esistenza di tre ipotesi: una favorevole a Berlusconi, una contraria e una neutra? C'è bisogno di un sondaggio per affermare ciò? Scommetto che lo sa anche un bambino di 5 anni che ci sono queste 3 ipotesi! Suvvia!repapelle:repapelle:

[grefojet]

...Come scenario è più plausibile una coalzione moderata composta dal terzo polo e il CSX con esclusione di quel poco che è rimasto della sinistra radicale.

forse anche a te come a tutti gli scienziati del PD sfugge (e da lì tutte le difficoltà del PD... a cui sono iscritto... tanto per chiarire) che il "popolo" del PD è in stragrande maggioranza stufo di inseguire la chimera di scenari improbabili, teoricamente utili a far apparire rassicurante la più grande forza di opposizione ora alle gerarchie clericali, ora a quelle della finanza e dell'industria.

Abbiamo tentato con ciò di tenere dentro dalla Binetti a Rutelli e permesso che si scaricasse l'unico che aveva sinceramente interpretato il senso del PD come incontro delle migliori culture di ispirazione cattolica e socialista... Romano Prodi.

I dirigenti sono ovviamente convinti che sono ancora nella condizione di "dettare la linea" e che poi il popolo "accetta di ogni"... usando un linguaggio contemporaneo.

Così ci si convince di poter marginalizzarlo e considerarlo ininfluente per la parte che questo disagio evidenzia... si perdono milioni di voti e se ne spingono altrettanti nell'area dell'abbandono della politica e del non voto, ma si continua imperterriti a sparare cazzate. Così ci si ritrova con residui che residui più non sono (per responsabilità del PD), si perdono i confronti nelle primarie e si pongono i presupposti per ritornare a una politica di 50 anni fa.

Io, sinceramente, ne ho da tempo pieni i coglioni.

[edera rossa]

Anche il sondaggio presentato in questo topic, lascia il tempo che trova. Che razza di analisi è quella che afferma l'esistenza di tre ipotesi: una favorevole a Berlusconi, una contraria e una neutra? C'è bisogno di un sondaggio per affermare ciò? Scommetto che lo sa anche un bambino di 5 anni che ci sono queste 3 ipotesi! Suvvia!repapelle:repapelle:

ma questo sondaggio ha semplicemente colto le due fasi estreme della forbice e quella centrale rispetto ai dati che cono stati raccolti ed elaborati.
Non dice che berlusconi può o vincere o perdere o così così; fa notare che anche nella elaborazione dei dati raccolti ftata con ipotesi più favorevol i berlusconi non gli andrebbe comunque la maggioranza al senato.
Naturalmente questo per quel che possono valere le previsioni; ma le previsioni sono interessanti anche nelle tendenze che esprimono rispetto a previsioni fatte con campioni analoghi in momenti diversi. Alcune previsioni si basano appunto sull'interrogare le stesse persone nel corso del tempo ( per cui se non sei interrogato la prima volta, non ti interrogano neanche la seconda). m'è capitato di essere interogato ogni tanto, telefonicamente, sempre dalla stessa agenzia. Non sò poi come facciano ad elaborare i dati visto che quello delle persone in casa a certi orari, con telefono fisso, e con tempo libero di rispondere, corrisponde ad un campione troppo specifico di cittadini. Ma probabilmente incrociano con altre tecniche.

[carapintadas]

Giusto, per un governo di poche ore.
:giagia:

E poi:
- La sin. continua a dire che non vuole elezioni
O meglio un terzo della sin., percè un terzo la vuole e un terzo non sà
(criticate Veltroni ma il PD dovrebbe chiamersi PDMA : partito del "ma anche")
- il "terzo polo" non ci pensa proprio
- l'unica "forse" a cui le elezioni non dispiacerebbero è la lega, non lo fà perchè furbescamente ha capito che non chiedendole ("tradendo" nel liguaggio della dex) ne guadagnerà in voti.

Urca..largo di manica è...gli hai dato ben tre ore di sopravvivenza..ad un governo di sinistri.Le elezioni non farebbero bene economicamente a nessuno ma se si continua con questi "argomenti" temo che non ci sia altro sbocco naturale

[3Denari]

Urca..largo di manica è...gli hai dato ben tre ore di sopravvivenza..ad un governo di sinistri.Le elezioni non farebbero bene economicamente a nessuno ma se si continua con questi "argomenti" temo che non ci sia altro sbocco naturale

Il tutto dipende da Bossi.

Berluschiere lasci il posto, basta, questo non farà bene in questo periodo, comunque così non è pox continuare
Berluschiere risolva i suoi problemi. in ogni caso anticipa di pochi anni.

Probabilmente questo vorrà dire doveci sorbire per uno o due anni la sin,
ma è un male necessario.
Poi si vedrà