Bce: tensione sul debito sovrano anche in Italia, Spagna e Belgio
A dicembre e agli inizi di gennaio le tensioni sul debito sovrano non si sono manifestate solo in Grecia, Irlanda e Portogallo, ma «anche in altri paesi dell'area dell'euro quali Spagna, Italia e Belgio». Lo rileva la Banca centrale europea nel suo bollettino di gennaio. Nel documento l'istituto di Francoforte indica che lo scenario di ripresa dell'economia dell'eurozona, che si conferma per il quarto trimestre del 2010, è dominato da un livello di «incertezza persistentemente elevato» e con rischi «lievemente orientati al ribasso».
I rischi sono connessi «alle tensioni» sui mercati finanziari e alla loro potenziale trasmissione all'economia. Ulteriori rischi sono legati ai rincari energetici, spinte protezionistiche e correzione disordinata di squilibri internazionali. Dall'altro lato c'è la possibilità che il commercio mondiale cresca più delle attese e che il clima di fiducia delle imprese dia maggiore vigore all'attività economica. La Bce invita poi i paesi dell'area dell'euro ad attuare «con tempestività riforme strutturali consistenti e di ampia portata a integrazione del risanamento dei conti pubblici per migliorare le prospettive di una maggiore crescita sostenibile».
Focus Italia
La Banca centrale europea, in un passaggio, fa un implicito riferimento anche all'Italia: «Profonde riforme risultano particolarmente necessarie nei paesi che in passato hanno subito una perdita di competitività».
Le banche trattengano gli utili per far favorire la domanda del credito
Le banche dovranno dimostrarsi capaci di aumentare la disponibilità di finanziamenti al settore privato a fronte di un aumento della domanda dopo che nel 2010 c'è stato il punto di svolta dopo la crisi. «Ove necessario - si legge nel bollettino - per raccogliere questa sfida è indispensabile che le banche trattengano gli utili, ricorrano al mercato per rafforzare maggiormente la propria componente patrimoniale oppure sfruttino appieno le misure di sostegno pubblico a favore della ricapitalizzazione».
Inflazione eurozona
L'area euro dovrebbe mantenere la stabilità dei prezzi nel medio termine, con l'inflazione attesa in rialzo sopra il 2% per poi scendere a fine anno. La Bce avverte però che «è necessario seguire con molta attenzione» l'andamento dei prezzi, che presentano «rischi al rialzo» connessi alle quotazioni dell'energia e delle materie prime.
Rallentamento dei salari legati soprattutto a Italia e Germania
Italia e Germania sono i due paesi dell'area euro in cui le retribuzioni contrattuali hanno frenato di più, portando il tasso di crescita in Eurolandia a minimi record nel quarto trimestre (+1,4%). «Il calo di 0,5 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (quando le retribuzioni erano aumentate dell'1,9%, ndr) è riconducibile - scrive la Bce - in particolare al rallentamento della dinamica dei salari fissati dai contratti collettivi in Germania e in misura minore in Italia».
Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/finan...?uuid=AaiqXJ1C