MOSTRI, BELVE, ANIMALI NELL'IMMAGINARIO MEDIEVALE
Anche se il mostruoso e il fantastico hanno accompagnato da sempre la storia dell'uomo, uno dei periodi che con maggiore frequenza viene associato a queste categorie dell'immaginazione è quello medievale. È soprattutto allora che si sviluppa un universo deliberatamente meraviglioso, descritto e rappresentato con un'evidenza pari a quella del mondo reale, del quale esprime significati oscuri e profondi, e con cui si misura intrecciandosi continuamente.
All'uomo medievale, spesso povero e analfabeta, viene raccontata la religione attraverso gli affreschi delle chiese e vengono imposte le leggi da un signore, il feudatario, che non di rado si ritiene suo padrone assoluto. Gli viene pressoché negata la facoltà di pensare e la ragione dell'uomo, oltraggiata, si ribella e, quasi a volersi riscattare, crea le sue immagini, tra le quali le "bestie". Nasce così l'iconografia del bestiario, rappresentazione artistica e fantastica delle paure innate o incamerate: dare loro un corpo è quasi un modo per esorcizzarle.
Questi animali fantastici traggono origine dalle culture orientali e, soprattutto, dal mondo classico: sia il mondo greco che quello romano erano popolati da creature antropomorfe, che spesso mescolavano nel loro aspetto caratteristiche di diversi animali. Le principali fonti storico-letterarie dei bestiari medievali sono l'Iliade e l'Odissea, ma anche la lirica di epoca successiva, richiamandosi ai poemi epici, si rifà a esseri ibridi e immaginari. La ricchezza di immagini e figure dell'antichità classica diventa il patrimonio che l'uomo colto del Medioevo si ritrova a disposizione: un magnifico esempio è la Divina Commedia, quasi il compendio di tutto il sapere classico e medievale.
Ma in tutte le culture ritroviamo esseri frutto del mito ed entrati a far parte della tradizione in ragione delle loro valenze esoteriche. Valenze costruite nel corso di millenni e ancora parte integrante della nostra esperienza quotidiana: tutti sappiamo che draghi, basilischi e unicorni sono esseri inventati, mai esistiti, ma continuiamo a evocarli in ragione dei loro molteplici significati simbolici. I più epidermici sono noti a tutti, ma dietro l'apparenza vi sono quelli occulti, frutto della tradizione esoterica, che ha fatto dell'essere ibrido o mostruoso l'espressione di quei valori perseguiti dall'uomo al fine di raggiungere una strada superiore.
Tra i più famosi bestiari medievali ricordiamo De bestiis et aliis rebus, attribuito a Ugo di San Vittore, Aviarum di Ugo di Fouilloy e il Liber monstrorum de diversis generibus, forse d'autore anglosassone. Modello dei bestiari medievali è un trattato redatto in greco verso la fine del II secolo d. C. e denominato Physiologos. In quel tempo il termine physiologia stava ad indicare il modo in cui ci si avvicinava alla natura interpretandola come specchio delle realtà celesti. Lo scopo era quello di avvicinarsi a Dio cogliendone il messaggio attraverso le sue creature (ogni animale descritto nel Phisiologos era associato a citazioni bibliche: si fondava in tal modo una tipologia cristiana dell'animale, scopo della quale era l'associazione di un'immagine zoologica e di un'idea cristologica).
Liber bestiarum, MS Bodley 764, metà del XIII sec.