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    Predefinito Dal Risorgimento alla rivoluzione anti-Italiana

    Dal Risorgimento alla rivoluzione anti-Italiana

    di Piero Vassallo


    L'esigenza di estendere e tradurre in istituzione politica la consolidata unità spirituale degli italiani si manifestò alla fine del XVIII secolo, quando l'invasione dei cleptomani giacobini e napoleonici mise a nudo la debolezza politica e militare di un paese prospero e felice.

    Sotto questo profilo la gloriosa armata del cardinale Fabrizio Ruffo è la prima e più eminente figura del risorgimento italiano.

    Nel saggio su Gioberti e Rosmini, Giovanni Gentile
    , un autore estraneo alla cultura tradizionalista e non indenne da inspiegabili simpatie per il settario Giuseppe Mazzini, riconobbe apertamente che la spontanea insorgenza dei cattolici antigiacobini destò la coscienza unitaria degli italiani.

    Nella benedizione del Beato Pio IX all'Italia si può dunque leggere la volontà di approvare e incoraggiare l'insorgenza italiana contro gli illuminati invasori europei, indirizzandola alla costituzione di una federazione degli stati cattolici.

    Purtroppo il movimento unitario, ossia il risorgimento autenticamente italiano, fu contrastato dalla dura opposizione di Clemente von Metternich, un continuatore anacronistico della tradizione ghibellina e un interprete rigoroso dell'ideologia antiromana strisciante nella corte di Vienna.

    Nel disgraziato 1848 si consumò il divorzio della politica unitaria dalla genuina tradizione italiana. Il risorgimento cattolico degenerò in risorgimento liberale. Dopo il 1848 l'unificazione dell'Italia fu condotta da poteri forti (massonerie, sette protestanti e governi inglesi e prussiani, cartelli di speculatori ecc.) che agivano contro la storia italiana.

    Carlo Alberto, dopo aver licenziato il fedele e illuminato ministro Clemente Solaro della Margarita, premuto dai poteri forti, si affidò alla dissennata guida dei massoni, dei carbonari, dei liberali e dei profittatori, una potente ma ristretta minoranza, che rappresentava il due per cento della popolazione del Regno sardo.

    Il tradimento e la mistificazione del risorgimento cattolica attuati da Carlo Alberto si estesero come un'ombra infelice e disastrosa su tutta la vicenda unitaria.

    Angela Pellicciari, nel saggio I panni sporchi dei Mille, ha sostenuto autorevolmente che l'odio alla Chiesa di Roma fu la vera anima del c. d. risorgimento.

    Infettati dal fanatismo insegnato dalla schifosa e ributtante setta massonica, i liberali, complice Vittorio Emanuele II, condussero una guerra senza quartiere contro il Cattolicesimo
    e contro i fedeli, specialmente se indigenti.

    Gli atti del parlamento piemontese del 1848, esaminati scrupolosamente dalla Pellicciari, registrano un vano blaterare intorno all'amor di patria e l'attuazione di un piano inteso a devastare la cristianità e a depredare i beni usati dal clero per assistere i poveri. Poveri il cui numero fu spaventosamente incrementato dalla politica attuata dai credenti nella mano magica del mercato.

    Sulla traccia dell'illustre studiosa di Fabriano, Giuseppe Bagnasco, genovese felicemente imprestato alla scuola siciliana di Tommaso Romano, dimostra che nella canagliesca impresa dei mille garibaldini e dei Savoia l'odio alla Cristianità fu puntualmente associato al disprezzo del diritto, all'ignoranza della storia e della cultura italiana e all'avversione ai veri interessi della popolazione meridionale.

    Nello scintillante saggio Filibustieri Arrembaggio conquista e distruzione del Regno delle Due Sicilia, edito dalla palermitana Thule, Bagnasco offre un prezioso contributo alla demistificazione del garibaldinismo e alla comprensione delle nascoste e vergognose finalità del risorgimento massonico-liberale. Bagnasco cita, ad esempio, il testo di Giulio Cesare Abba, che stabilisce il numero dei garibaldini morti nell'impresa: 78. E si domanda: "se tali furono in tutto, i 650 caduti solo a Milazzo, chi erano? Perché la storia non chiarisce che erano piemontesi in camicia rossa?".

    Sono molte le verità che le fastose e rumorose celebrazioni garibaldine, orchestrate da carristi impuniti in associazione con gli esponenti di una destra immemore e naufragante, rimuovono o coprono sotto squilli di trombe e tromboni.

    Nessuno rammenta l'elenco degli inconfessabili motivi che suggerirono l'intervento decisivo della flotta inglese in appoggio alle navi dei garibaldini.

    Bagnasco cita l'odio nutrito dalla corte inglese verso la Chiesa di Roma [non a caso al seguito dei bersaglieri varcarono la breccia di Porta Pia i banditori del protestantesimo] ma non dimentica le ragioni di basso profilo: il mantenimento del controllo inglese sulle miniere siciliane di zolfo, il fastidio e il timore procurati ai ministri di sua maestà britannica dallo sviluppo della flotta napoletana, la volontà inglese di stroncare l'efficace concorrenza condotta dalle industrie manifatturiere napoletane [quasi un'anteprima dello squallido intrallazzo avviato sul panfilo Britannia], la preoccupazione inglese destata dai rapporti troppo amichevoli tra il regno borbonico e l'impero russo [l'odio delle massonerie verso la Russia e l'Italia non tramonta, come è confermato dall'avversione all'attuale amicizia italo-russa].

    Vedere le ombre indecenti che si addensarono sul processo unitario, in definitiva, facilita la comprensione della scena politica attuale, dove l'anti-Italia riprende con mezzi diversi (ma non troppo...) la guerra civile intesa a umiliare la tradizione e la storia degli italiani.

    Sopra tutto aiuta a capire che la vera festa dell'Unità d'Italia si dovrebbe celebrare l'11 di febbraio, giorno della Conciliazione, impresa politica che ha abbattuto l'edificio anti-tradizionale e anti-italiano costruito dalla massoneria e dalla corte britannica.

    RISCOSSA CRISTIANA - aggiornamenti e news: DAL RISORGIMENTO ITALIANO ALLA RIVOLUZIONE ANTI-ITALIANA


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    Interessante articolo sul risorgimento cattolico Italiano - che non c'è stato, perché a prevalere furono i 'sovversivi'.

    Le Insorgenze cattoliche contro le invasioni straniere, la figura dello statista italiano Clemente Solaro della Margarita e il tentativo di Papa Pio IX di formare una Federazione tra gli Stati cattolici italiani che avrebbe rafforzato politicamente e militarmente il Paese, processo bloccato dal Piemonte allora sotto l'influenza del partito rivoluzionario e la regia britannica.

    E si fa perfino un parallelo con la situazione attuale - il Britannia nel 1992 e il nuovo attacco contro l'Italia. Che sia giunta l'ora di riprendere il lascito dei Patrioti che combatterono la sovversione, gli stranieri e i loro agenti in difesa della Terra dei Padri?

    L'ora di rimettere in discussione le basi dell'Identità Nazionale in crisi, valorizzandone la natura ed il patrimonio pluriforme, riscoprendone l'autentica matrice culturale: la Romanità - spogliata però della retorica romantico-nazionalista che, come diceva Dostoevskij, ha offuscato la vera Idea di Roma - ed il Cattolicesimo - non liberale - romano - d'altronde fu facile per la Chiesa far proprio il diritto romano: come diceva Marta Sordi, "Roma era cattolica prima ancora di essere cristiana".


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    Militi nelle divise storiche della Guardia Nobile Veronese che lottò gli eserciti della Francia napoleonica - Pasque Veronesi


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    Il cardinale Fabrizio Ruffo e la sua armata - i Sanfedisti - protetti da Sant'Antonio di Padova


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    Il conte Clemente Solaro della Margarita


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    Pio IX fu il primo a proporre la Lega italiana, che il granduca di Toscana e il tanto calunniato re Ferdinando erano pronti a sostenere. Il progetto di unione federale, che fallì a causa degli eventi connessi all’instaurazione della Repubblica Romana, testimonia come la Chiesa Cattolica non soltanto non era contraria all’idea dell’unità d’Italia, ma si fece addirittura promotrice di un progetto federale, che fu osteggiato da Casa Savoia spinta da francesi e inglesi


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    Militi nelle divise storiche della Guardia Nobile Veronese che lottò gli eserciti della Francia napoleonica - Pasque Veronesi


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    Preferisco celebrare l'Eroe di Arcole.
    Dalla sua fatale sconfitta contro la perfida Albione inizia la discesa negli inferi per la Civiltà Europea e si instaura il dominio anglosassone del mondo.
    Ultima modifica di Rolandus; 21-01-11 alle 02:25

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    Pio IX fu il primo a proporre la Lega italiana, che il granduca di Toscana e il tanto calunniato re Ferdinando erano pronti a sostenere. Il progetto di unione federale, che fallì a causa degli eventi connessi all’instaurazione della Repubblica Romana, testimonia come la Chiesa Cattolica non soltanto non era contraria all’idea dell’unità d’Italia, ma si fece addirittura promotrice di un progetto federale, che fu osteggiato da Casa Savoia spinta da francesi e inglesi


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    Il Papato, riprendendo il Guicciardini, è l'origine de' mali d'Italia.

    Sia il Guicciardini che il suo concittadino Machiavelli avevano già individuato, all'inizio del XVI secolo, nel potere temporale, ma soprattutto territoriale dello Stato Pontificio, che divideva e divise per secoli l'Italia, l'elemento fondante dell' instabilità di quest'ultima, della sua frammentazione e del suo asservimento alle potenze straniere, che potevano chiamarsi Francia, Spagna o Impero.

    E' importante ritornare in quel periodo storico. Infatti la maggior parte delle difficoltà e dei limiti intrisechi al processo di unificazione sono legati in buona parte al loro secolare ritardo. Il XV secolo aveva visto l'unificazione della Francia e della Spagna. La prima a seguito della vittoria nella Guerra dei Cent'anni contro l'Inghilterra, grazie alla quale i Valois riuscirono a sottomettere i Borgognoni, storici rivali, e di conseguenza tutto il variegato mondo di medi e piccoli feudatari che costellavano il Regno, iniziando quel processo di totale centralizzazione del potere e dell'amministrazione che sarà poi una delle conseguenze della Rivoluzione Francese. La seconda grazie ad un formidabile sovrano, quale fu Ferdinando il Cattolico, aragonese, che sposando Isabella, castigliana, unì le due maggiori corone iberiche, unione che fu consacrata dalla cacciata definitiva degli Arabi dalla Spagna, liberando la città di Granada.

    In Italia tutto ciò, l'affermazione di un grande feudatario capace di attrarre nella propria orbita gli altri staterelli ed ergersi a sovrano di un regno unitario fu reso impossibile dalla presenza del potere pontificio, il quale fu utilizzato di volta in volta dalle varie potenze per dominare nella Penisola. Non a caso la liberazione di Roma, nel 1870, avvenne grazie alla vittoria prussiana sulla Francia, la quale fu costretta a ritirare il suo contingente dal Lazio, lasciando libera via ai bersaglieri.
    Ultima modifica di Rolandus; 21-01-11 alle 03:03

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    Citazione Originariamente Scritto da Rolandus Visualizza Messaggio
    Preferisco celebrare l'Eroe di Arcole.
    Dalla sua fatale sconfitta contro la perfida Albione inizia la discesa negli inferi per la Civiltà Europea e si instaura il dominio anglosassone del mondo.
    A parte che le guerre napoleoniche hanno devastato l'Europa ed è noto chi le finanziava, Napoleone si scontrò si con l'Inghilterra, ma si dimentica un piccolo particolare: voleva esportare i Lumi in tutta Europa.
    La discesa per la civiltà europea inizia in Francia con il trionfo dei Lumi e finisce con la prima guerra mondiale, la fine del Sacrum Imperium e la repubblicanizzazione e la disgregazione dell'Europa.
    E alla belligeranza di Napoleone in ogni caso è preferibile la Realpolitik di un Metternich. hefico:

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  10. #10
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    Interessante articolo sul risorgimento cattolico Italiano - che non c'è stato, perché a prevalere furono i 'sovversivi'.

    Le Insorgenze cattoliche contro le invasioni straniere, la figura dello statista italiano Clemente Solaro della Margarita e il tentativo di Papa Pio IX di formare una Federazione tra gli Stati cattolici italiani che avrebbe rafforzato politicamente e militarmente il Paese, processo bloccato dal Piemonte allora sotto l'influenza del partito rivoluzionario e la regia britannica.

    E si fa perfino un parallelo con la situazione attuale - il Britannia nel 1992 e il nuovo attacco contro l'Italia. Che sia giunta l'ora di riprendere il lascito dei Patrioti che combatterono la sovversione, gli stranieri e i loro agenti in difesa della Terra dei Padri?
    Sono d'accordo. Aggiungo che il regno dei Savoia fu anche il primo Stato italiano a cedere ai privati l'emissione di carta moneta -la Banca Nazionale degli Stati Sardi, futura Banca d'Italia-. Mentre il Piemonte emetteva carta moneta -o meglio i privati la emettevano per lo Stato- il Regno delle Due Sicilie emetteva monete d'oro e d'argento di proprieta' del portatore. Non solo, ma a causa delle sue velleita' imperialiste presto il Regno di Sardegna di trovo' impossibilitato alla convertibilita' in oro delle riserve ed aumento' l'emissione di carta-straccia. Il Piemonte fu costretto dal debito alla guerra per evitare la bancarotta. Quindi gli italiani grazie a lor signori persero anche la sovranita' monetaria e venne introdotta anche nella penisola italiana la moneta nominale che, come spiega Giacinto Auriti, ha una matrice giacobina: <<il fenomeno più importante che si è avuto con la Rivoluzione Francese non è stata la carta costituzionale, ma la banca centrale con la contestuale sostituzione della moneta d'oro con la moneta nominale. Ciò non è stato un semplice mutamento della struttura merceologica del simbolo, ma la sostituzione di una fattispecie giuridica con un'altra. Quando la moneta era d'oro, il portatore ne era il proprietario; con la moneta nominale, ne è diventato inconsapevolmente il debitore. Tutta la moneta nominale è emessa dalle banche centrali prestandola: dunque tutto il denaro in circolazione è gravato di debito verso le banche centrali>>.
    Sir Josiah Stamp ex direttore della banca d’Inghilterra 1928 -al tempo, ritenuto secondo uomo piu' ricco d’Inghilterra- spiega come funziona :<<I banchieri possiedono la terra. Portategliela via ma lasciategli il potere di creare denaro e con un semplice schizzo d’inchiostro creeranno abbastanza soldi per comprarla nuovamente. Tuttavia, portategli via il potere di creare il denaro e tutte le grandi fortune come la mia scompariranno e dovrebbero scomparire perchè in questo modo il mondo sarebbe un posto migliore e più felice da vivere. Ma se desiderate rimanere gli schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra schiavitù, lasciateli pure continuare a creare denaro>>.

 

 
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