Secondo le autorità, le due organizzazioni sosterebbero i ribelli nel Chhattisgarh. Ma gli attivisti respingono le accuse
Le autorità dello stato indiano di Chhattisgarh hanno accusato Medici Senza Frontiere e la Croce Rossa di assistere i ribelli maioisti attivi nella regione.

L'ufficiale della polizia locale, Kolluri, ha riferito che due dei combattenti arrestati portavano con sè delle medicine, per un valore complessivo di 6 mila dollari, ottenute grazie al soccorso degli "operatori di Medici senza Frontiere e della Croce rossa". Le due organizzazioni internazionali hanno subito respinto le accuse.

Martin Sloot, capo della sezione indiana di MSF, ha chiarito che il gruppo fornisce l'assistenza sanitaria e le cure alle persone che ne hanno bisogno, senza sostenere la causa politica degli insorti. Gli fa eco Surinder Oberoi, responsabile delle comunicazioni della Croce rossa, secondo cui le dichiarazioni del governo sono "infondate".

Secondo gli esperti indiani, i ribelli operano in più dei due terzi del paese. Per questo, il primo ministro, Manmohan Singh, ha descritto la rivolta maoista come la minaccia interna più pericolosa per il Paese.

PeaceReporter - India, la Croce Rossa e Medici Senza Frontiere accusati di sostenere i maoisti