Dal Sito di Franca Rame
Silvio Berlusconi come Cetto La Qualunque, il politico amante ‘du pilu’ interpretato nelle sale cinematografiche da Antonio Albanese. Il paragone, «tremendamente reale», è dell’Economist, che nel numero in edicola domani dedica un editoriale alle ultime vicende che vedono coinvolto il premier sotto il titolo ‘Un animale da party -
Perchè il primo ministro potrebbe ancora sopravvivere ai suoi ultimi sordidi scandali sessualì’.
Il settimanale britannico racconta ai suoi lettori lo scenario di «feste orgiastiche» a casa di Berlusconi con «più di 20 ragazze seminude e la stanza del ‘Bunga-Bunga’ attrezzata con palo da lap-dance e un guardaroba pieno di succinte uniformi da infermiere e poliziotte», così come riportato dalle carte dei giudici di Milano.
«L’inchiesta rappresenta forse la più grave minaccia finora per Berlusconi e il suo governo», nota l’Economist.
Ma se davanti a tutto questo «personaggi pubblici più normali» si sarebbero persuasi al ritiro, magari «in un monastero», Berlusconi potrebbe sopravvivere anche questa volta, così come é già successo dopo gli altri «sette scandali sessuali in cui finora è stato personalmente implicato».
L’Economist vede comunque due «grossi pericoli» in una situazione del genere. Il primo riguarda un governo già «incapace a fare molto nei due anni scorsi» definitivamente bloccato sui problemi personali di Berlusconi e «inerte» davanti alla difficile situazione economica.
Il secondo rischio, «forse maggiore, e suggerito dallo stesso Berlusconi in settimana, è che egli possa chiedere un nuovo mandato agli elettori per schiacciare l’indipendenza della magistratura, in un’elezione che potrebbe minacciare le stesse fondamenta del Paese nell’anno del 150/o anniversario. Povera Italia», conclude il settimanale.
Intanto, con l’audizione di nuovi testimoni, l’analisi dei documenti, delle fatture, dei pc e dei cellulari sequestrati la scorsa settimana durante le perquisizioni del consigliere regionale Nicole Minetti e delle dieci ragazze residenti nella palazzina di Milano Due, vanno avanti le indagini della Procura di Milano sul caso Ruby in vista della richiesta di giudizio immediato per il premier Silvio Berlusconi e successivamente della chiusura dell’inchiesta nei confronti del consigliere regionale Nicole Minetti, del talent scout Lele Mora e del direttore del TG4 Emilio Fede.
Anche se giorni fa è arrivata di nuovo la smentita che ci siano immagini o foto dei numerosi festini a luci rosse nella villa di Arcore del premier, sarà l’esame tecnico soprattutto dei computer e dei telefonini a fornire eventuali immagini o video girati nella residenza durante le serate osé.
E poi ancora gli accertamenti sulle agende e sui documenti, come le fatture cercate a casa e negli uffici di Nicole Minetti, a portare nuovi elementi che dovrebbero integrare la richiesta di processo per Berlusconi.
E mentre il Presidente del consiglio, indagato per concussione e prostituzione minorile, ha deciso di non presentarsi dai pm che lo hanno convocato per sabato, domenica o lunedì, i suoi legali a breve depositeranno una richiesta di trasferimento del procedimento al Tribunale dei Ministri per incompetenza funzionale e territoriale.
Per loro i pm milanesi non sono i titolari del fascicolo. Fascicolo che, a loro dire conterrebbe almeno 1.200 pagine in più, tra verbali di testimoni, tra cui quelli della stessa Ruby e altre fonti di prova che - questo il ragionamento della difesa - gli inquirenti depositeranno con la richiesta di processo.
Ieri pomeriggio, poi, si sono rincorse voci, anche queste smentite, di una possibile iscrizione nel registro degli indagati della giovane marocchina - già accusata di furto dalla Procura minorile - per tentata estorsione e falsa testimonianza.
Voci nate anche in seguito alla diffusione delle intercettazioni e dei verbali allegati alla richiesta di autorizzazione alla perquisizione negli uffici di Giuseppe Spinelli, fiduciario del Presidente del Consiglio, inviate alla Camera.
Tra questi l’sms in cui la giovane marocchina confida a un suo amico di aver chiesto a Berlusconi «5 milioni a confronto del macchiamento del mio nome» e l’interrogatorio di una delle sue amiche, Caterina Pasquino: la giovane ha rivelato agli inquirenti che Ruby le aveva confidato di essere «stata spesso a casa del premier, dove ha cenato, ballato e fatto sesso con lui, il quale le dava molto denaro».
Ruby, però, ‘ufficialmente’ ha sempre negato. Come ha negato di aver detto al premier, al contrario di quanto risulta dal verbale di un testimone del 13 dicembre scorso, di essere minorenne.