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Discussione: E' morta Tullia Zevi

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    Predefinito E' morta Tullia Zevi

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    LUTTO
    Addio a Tullia Zevi
    voce dell'ebraismo italiano
    La giornalista e scrittrice è morta a Roma, fra poco avrebbe compiuto 92 anni. La gioventù in esilio dopo le leggi razziali, l'esperienza americana e il ritorno in Italia con l'impegno politico e il giornalismo militante. Nel 2007 aveva pubblicato l'autobiografia "Ti racconto la mia storia". Napolitano: "Grande personalità antifascista e democratica"

    Addio a Tullia Zevi voce dell'ebraismo italiano Tullia Zevi
    ROMA - E' morta a Roma la giornalista e scrittrice Tullia Zevi, già presidente dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane. Era ricoverata in ospedale da qualche giorno. Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo febbraio. Esule con la famiglia dopo le leggi razziali del 1938, aveva partecipato attivamente alla lotta antifascista. Dopo la guerra, l'impegno nel giornalismo militante e nell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Nel 2007 aveva pubblicato un libro, Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo,in cui ha tracciato un bilancio della sua vita e delle sue battaglie di libertà e tolleranza. "Una donna di grande personalità antifascista e democratica - ha detto in un messaggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - di limpida e ferma consapevolezza storica e posizione ideale, di alto impegno civile e di squisita umanità e cultura". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi la ricorda come "personalità di grande spessore umano e intellettuale".

    FOTO L'impegno e gli affetti 1

    VIDEO L'intervista: il senso della memoria 2

    Tullia Zevi nasce a Milano il 2 febbraio del 1919, figlia di un avvocato antifascista.
    Da liceale, durante una vacanza in Svizzera, viene a sapere dal padre che non farà ritorno a Milano. E' il 1938, anno della promulgazione delle leggi razziali. "Quel giorno abbiamo scoperto la diversità - dirà in un'intervista del 2008 a Il Manifesto - che cosa volesse dire essere considerati e apparire come 'diversi'. E direi che abbiamo misurato sulle nostre vite, quasi sui nostri corpi, questa sensazione: ci è entrata nella pelle". Inizia così il periodo dell'esilio, che la vedrà prima in Francia, a Parigi - dove prosegue gli studi alla Sorbona - e poi negli Stati Uniti. Lì frequenta la Juillard School of Music di New York e il Radcliff College di Cambridge, in Massachussetts, suona l'arpa in diverse formazioni, anche nella New York City Simphony Orchestra, con Leonard Bernstein. Frequenta i circoli antifascisti di New York e si avvicina alla professione giornalistica. Conosce e frequenta gli esuli italiani come Gaetano Salvemini e Amalia Rosselli. Partecipa alla pubblicazione dei Quaderni di giustizia e libertà e del bollettino Italy against Fascism. Per la Nbc cura una rubrica che parla ai partigiani per un programma a onde corte destinato all'Italia. E incontra Bruno Zevi, architetto e critico d'arte, che sposa nella sinagoga spagnola di New York il 26 dicembre del 1940.

    Il ritorno in Italia è dopo la fine della guerra, nel 1946. Suo marito era già rientrato per partecipare alla Resistenza. Tullia Zevi si dedica completamente al mestiere che lei stessa definirà "cotto e mangiato", il giornalismo. Ma si impegna, al tempo stesso, all'interno della comunità ebraica dalla quale proveniva, devastata dalla guerra e dagli orrori del nazifascismo. Documenterà la tragedia della Shoah al processo di Norimberga e sarà anche in aula a Gerusalemme, nel tribunale allestito nel Beit Haam, con Adolf Heichmann alla sbarra. Per oltre trent'anni, dal 1960 al 1993, lavora come corrispondente del quotidiano israeliano Ma'ariv e per il londinese The Jewish Chronicle, dal '48 al '63 è corrispondente della Jewish Tepegraphic Agency e, dal '46 al '76, del Religious News Service di New York.

    Dal '78, per cinque anni, è vicepresidente della Comunità ebraica italiana, della quale diventa presidente nell'83, unica donna ad aver mai ricevuto l'incarico. Sarà anche eletta presidente dello European Jewish Congress e membro dell'esecutivo dello European Congress of Jewish Communities; nell'88 è incaricata della presidenza della Commission for Intercultural and Interfaith Relations dello European Jewish Congress. E nel '92 è la candidata italiana al premio "Donna europea dell'anno". Alla fine dello stesso anno riceverà, dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, il titolo di Cavaliere di Gran Croce, massima onorificenza italiana. Ma numerosi sono i riconoscimenti che le sono stati tributati. Dal "Premio 8 marzo. La donna nella scuola, nella cultura e nella società" al premio "Donna coraggio" alla medaglia d'oro assegnatale del ministero dei Beni culturali nel '94 per "il suo contributo all'educazione, all'arte, alla cultura".

    Tullia Zevi è stata anche membro della Commissione per l'interculturalismo del ministero dell'Istruzione, della Commissione parlamentare d'inchiesta sula missione italiana in Somalia, della commissione italiana dell'Unesco, della commissione nazionale per la bioetica, del comitato promotore del Partito democratico. Una vita in prima linea, raccontata nell'autobiografia Ti racconto la mia storia, dialogo con la nipote Nathania in cui si riassumono le sue lunghe e spesso travagliate esperienze, fra storia personale e storia universale - tante le foto, all'interno del libro, che la ritraggono durante i suoi incontri con i grandi personaggi della storia contemporanea, Golda Meir e re Hussein di Giordania, Papa Paolo VI e Ferruccio Parri, Yitzhak Rabin e Arafat, Hillary Clinton e Rita Levi Montalcini. L'avventura umana e l'impegno politico di una donna che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento per l'ebraismo e per la cultura laica.

    Esprime "profondo dolore, mio e di tutto il Consiglio dell'Unione per la scomparsa di una cara amica e di una figura di alto livello umano e culturale" il presidente dell'Ucei, Renzo Gattegna. "Una delle più grandi figure dell'ebraismo italiano, persona di grande onestà e intelligenza" la definisce il rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff. Una "grande donna, una figura storica che lascia un vuoto difficile da colmare", la ricorda il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici. Al messaggio di cordoglio del presidente del Senato, Renato Schifani ("un'alta figura intellettuale, testimone in Italia e nel mondo dei valori più nobili e condivisi della cultura ebraica di cui è stata apprezzata e indiscussa protagonista") si aggiungono quelli del vicepresidente del Senato Vannino Chiti, del presidente della Camera Gianfranco Fini, del presidente della Regione Lazio Renata Polverini, del sindaco di Roma Gianni Alemanno e di numerosi altri esponenti della politica e della cultura.
    Addio a Tullia Zevi voce dell'ebraismo italiano - Repubblica.it




    Queste sono le donne italiane. Grazie a Tullia Zevi per aver onorato il nostro partito e l'Italia tutta.
    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



  2. #2
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    Riposi in pace.
    Gran donna.
    VOTA NO AL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE
    UN NO COSTITUENTE PER LA DEMOCRAZIA CONTRO L'AUSTERITA'
    http://www.sinistraitaliana.si/ - http://www.noidiciamono.it/

  3. #3
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    Condoglianze

  4. #4
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    Peccato, condoglianze alla famiglia

  5. #5
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



  6. #6
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    Con A. Schlesinger, favorì la nascita del primo centro-sinistra
    QUANDO KENNEDY DISSE SI A NENNI.
    QUEL POMERIGGIO A CASA ZEVI


    Nel 90° anniversario della nascita di JFK (nel maggio del 2007) la Critica Sociale intervistava la signora Tullia Zevi che fu fautrice, con Arthur Schlesinger jr, segretario particolare dell'allora Presidente americano e suo vecchio amico di università, della decisione - non indolore - della Amministrazione Usa a favore dell'ingresso del PSI di Pietro Nenni nell'area del Governo italiano, dopo la scelta autonomista del leader socialista in seguito all'invasione sovietica dell'Ungheria nel '56. Nacque così il primo centro sinistra, che dopo una accurata trattativa preliminare, ebbe il via libera direttamente da Kennedy in un lungo colloquio con Nenni in occasione di un ricevimento al Quirinale in onore del Presidente USA in visita nel nostro Paese.

    Per ricordare nel momento della sua scomparsa un episodio di grande importanza per la storia italiana, di cui la signora Zevi è stata non solo spettatrice, ma promotrice appassionata, ripubblichiamo l'intervista che rilasciò alla Critica.

    “Mi fa piacere parlare con lei, ma per quale giornale scrive?”. Per Critica Sociale, spiego, iniziando una telefonata che si protrarrà per un paio d'ore con Tullia Zevi. “Avete ripreso le pubblicazioni? E' una vecchia rivista, lo sa?”. La testimonianza che cerchiamo è quella della “Signora del centro sinistra”, perché sia Arthur Schlesinger che Pietro Nenni ricordavano che fu proprio nella casa romana di Tullia Zevi, allora in via Nomentana, che i socialisti, come lei stessa dice, “vennero sdoganati” per entrare di lì a un anno nel Governo.

    http://www.criticasociale.net/files/...698_file_1.pdf

  7. #7
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    Citazione Originariamente Scritto da Manfr Visualizza Messaggio
    Con A. Schlesinger, favorì la nascita del primo centro-sinistra
    QUANDO KENNEDY DISSE SI A NENNI.
    QUEL POMERIGGIO A CASA ZEVI


    Nel 90° anniversario della nascita di JFK (nel maggio del 2007) la Critica Sociale intervistava la signora Tullia Zevi che fu fautrice, con Arthur Schlesinger jr, segretario particolare dell'allora Presidente americano e suo vecchio amico di università, della decisione - non indolore - della Amministrazione Usa a favore dell'ingresso del PSI di Pietro Nenni nell'area del Governo italiano, dopo la scelta autonomista del leader socialista in seguito all'invasione sovietica dell'Ungheria nel '56. Nacque così il primo centro sinistra, che dopo una accurata trattativa preliminare, ebbe il via libera direttamente da Kennedy in un lungo colloquio con Nenni in occasione di un ricevimento al Quirinale in onore del Presidente USA in visita nel nostro Paese.

    Per ricordare nel momento della sua scomparsa un episodio di grande importanza per la storia italiana, di cui la signora Zevi è stata non solo spettatrice, ma promotrice appassionata, ripubblichiamo l'intervista che rilasciò alla Critica.

    “Mi fa piacere parlare con lei, ma per quale giornale scrive?”. Per Critica Sociale, spiego, iniziando una telefonata che si protrarrà per un paio d'ore con Tullia Zevi. “Avete ripreso le pubblicazioni? E' una vecchia rivista, lo sa?”. La testimonianza che cerchiamo è quella della “Signora del centro sinistra”, perché sia Arthur Schlesinger che Pietro Nenni ricordavano che fu proprio nella casa romana di Tullia Zevi, allora in via Nomentana, che i socialisti, come lei stessa dice, “vennero sdoganati” per entrare di lì a un anno nel Governo.

    http://www.criticasociale.net/files/...698_file_1.pdf
    Questa donna è stata una figura centrale della storia italiana, pur rimanendo sempre in secondo piano, ed ha sempre fatto scelte coraggiosissime e giuste, come quella ricordata da quest'articolo
    Davvero Tullia Zevi si merita di essere ricordata a lungo nel nostro forum.
    Perché l'unico tipo di rapporto che riusciva a concepire era di tipo feudale. Non aveva la minima idea di cosa fosse il cameratismo al quale anelava l'anima. (E. M. Forster)



  8. #8
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    Predefinito Rif: E' morta Tullia Zevi

    In ricordo di Tullia Zevi

    A nome mio personale, di tutti i membri della la Fondazione Giorgio Bassani ed in particolare di Valeria Bassani, annuncio con profonda emozione la scomparsa di una nostra grande amica e membro d’eccezione, Tullia Zevi, avvenuta a Roma il 22 gennaio 2011 e partecipo al dolore dei suoi figli Ada Chiara e Luca. Giorgio e Valeria Bassani- Bruno e Tullia Zevi : due giovani coppie incontratesi a Roma durante la guerra e diventate subito complici e amiche : comune era in loro la curiosità e apertura intellettuale, l’impegno politico antifascista, l’alto concetto dell’essere italiano, la certezza che la realtà ebraica andasse compresa non come fenomeno avulso dalla società italiana, ma al contrario , come parte integrante e altamente significativa della storia e della cultura del nostro paese. E’ con tale spirito che Bruno Zevi tanto si impegnerà, a fianco di Giorgio Bassani , in seno a Italia Nostra e che Tullia Zevi concepirà la sua azione in seno al movimento ebraico italiano e auspicherà la creazione di un Museo della Shoah, a Ferrara, dedicato a tutti i perseguitati e discriminati della società, non solo ebrei. Tullia Zevi ha accettato con entusiasmo di far parte della Fondazione Giorgio Bassani, fin dal momento della sua creazione, nel febbraio del 2002. Si è impegnata per noi e al nostro fianco, per tener alti il significato, valore e portata dell'opera e figura di Giorgio Bassani, partecipando regolarmente alle nostre riunioni fino almeno al 2005. Ricordo in particolare la sua presenza così attiva alla riunione di Ferrara, presso l’Università, nel 2003, il suo intervento alla cerimonia d’inaugurazione della tomba dello scrittore e del Parco Bassani, sempre a Ferrara, il suo impegno, insieme con tutta la Fondazione, per far sì che il comune della città apponesse una lapide in ricordo di Bassani sulla facciata della sua casa natale. Ricordo il suo bellissimo viso, i suoi capelli morbidi, raccolti a "chignon", la sua voce calda e grave, e la luce che emanava da lei, segno di alta e nobile spiritualità. Il suo ricordo è guida per noi, è luce per la Fondazione Giorgio Bassani.

    PAOLA BASSANI e tutti i membri del consiglio di amministrazione e comitato scientifico della Fondazione Giorgio Bassani

    :: Fondazione Giorgio Bassani ::
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  9. #9
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