Originariamente Scritto da
yure22
Il giornale .it 23 I 2011
Piazza Craxi fa scoppiare la contestazione
Contestazioni, urla, disapprovazione. Proteste a Lissone di chi non vuole che una piazza sia intitolata a Bettino Craxi. L’atmosfera è tesa. In strada simpatizzanti del Partito democratico, bandiere rosse e non potevano mancare, i seguaci del giustiziere Antonio Di Pietro. Sono proprio loro i più agitati. Solo lo spiegamento di carabinieri e polizia ha evitato lo scontro fisico. La sceneggiata raggiunge il suo culmine quando sulla piazza arriva Stefania Craxi figlia del leader socialista e sottosegretaria del governo Berlusconi. Dagli scalmanati parte una pioggia di monetine per rievocare quella sera a Roma davanti all’hotel Raphael. Sugli striscioni c’è di tutto. Insulti, minacce, provocazioni. «Dopo la piazza a Craxi dedicate qualcosa a Berlusconi». L’intenzione è evidente: mandare all’aria la manifestazione. Che proseguirà, come previsto dal programma, all’interno di Palazzo Terragni.
I vecchi socialisti sono sorpresi. E per rievocare la figura di Bettino Craxi si raccolgono in una sala all’interno del Comune. Ma neppure questo basta ai fautori delle democrazia a giorni alterni. Gli esagitati non si calmano e seguono il corteo dei socialisti gridando altri insulti: nel mirino soprattutto Stefania. La Craxi, nonostante la tensione, ostenta tranquillità ma in realtà il volto è teso. La contestazione - naturalmente «democratica e pacifica» - cerca la mortificazione. Nel sottosegretario prevale il senso dello Stato, si avvicina al tenente Luigi Dipuorto, scambia due parole con lui e decide che bisogna evitare gli scontri. «Per il grande rispetto che nutro verso le forze dell’ordine – dice Stefania Craxi - credo sia meglio proseguire la cerimonia in Comune. Non voglio assolutamente che la situazione degeneri. Questi contestatori, basta guardarli, vogliono lo scontro fisico. Mi fanno un pochino pena. Li ha visti in faccia? Sono arrivati qui solo per provocare. Qualcuno - si lascia scappare - ha bisogno di un trattamento sanitario obbligatorio». Intanto la prima piazza in Lombardia dedicata a «Bettino Craxi – Statista» è fatta. Proprio a Lissone, dove il sindaco Ambrogio Fossati è targato Carroccio. «Sono davvero grata a questa amministrazione comunale. Ci sono amici socialisti che ora militano sia nel centro destra sia a sinistra». E su Milano, la città di famiglia, precisa: «Il sindaco Letizia Moratti ha promesso che intitolerà una via a Craxi – conferma Stefania -. Sono sicura che manterrà la parola». E Matteo Salvini? Sa che l’europarlamentare leghista e possibile futuro vicesindaco non ne vuole sapere? «Lui è uno - è la risposta -, so per certo che la maggioranza della Lega la pensa diversamente». Arriva Paolo Pillitteri, il cognato, Rosilde, la sorella, Stefano, il nipote e poi Roberto Biscardini, Massimo Guarischi e molti personaggi che hanno fatto la storia del Psi. Fuori dal palazzo solo urla e insulti.
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Craxi non é morto ! già, un morto non può far paura.
Chi trema oggi?
Oggi trema chi fu la causa della rovina di bettino, del PSI, di coloro che ne usurparono la storia di coloro che ,fuorusciti nel '921 tentarono invano di usurpare il nome e la storia di quel grande partito fondato a genova nel 1893.
A temere pure é quella branchia della magistratura che colla sdcusa di avere le mani pulite di fatto instaurò una dittatura di questo potere sugli altri, a temere é quel giudice che accusò craxi di latrocinio m entre egli si faceva prestare i soldi.
Che scemense !quali stupidità, uno é ladro l'altro é un povero che per cam pare deve farsi fare prestiti.
Il giudice povero che chiede oboli l'accusato invece deve pagare, lui non avev a chiesto i soldini a prestito.
Il CSM ,si sa, ha un occhio benevolo verso gli associati ,tanto da promuovedre invece di condannare un pedofilo sorpeso nei cessi di un cinema , fra stronzi profumati, con un bambino di soli 14 anni.
Piazza bettino craxi porta i nodi al pettine, ci fa mettere da parte le monetine da tirare a questi despota e questo fa paura.
Il buon bersani se la fa sotto: ha un partito al 23% che si sta dividendo in rivoli, nessuno lo vuole e sente lp'ora della morte politica vicina.
A ben guardare era meglio franceschini, almeno questi aveva i capelli e non una zucca che fa intravvedere i semi e null'altro.