E' di oggi la notizia che la regione "cestina" (bella parola, specchio dello spirito di riguardo per il cittadino) il 40% delle domande di sovvenzione delle associazioni culturali.
Capisco che sono tempi di magra e che ci sono troppe associazioni, che spesso producono solo ciarpame, pur di incassare soldi pubblici, ma, scorrendo la lista dei beneficiari, mi accorgo che si tratta spesso di associazioni oscure, che fanno pagare biglietto di ingresso, che organizzano un evento all'anno.
La beffa sta sia nella scelta, che nella mancata audizione dei bocciati, che nell'introduzione nella lista di enti quali i Comuni, che dovrebbero avere un budget proprio. Non è possibile che si tratti di un travaso da una mano pubblica ad un'altra!
Resta occultato il ruolo delle province, tradizionalmente organi di distribuzione di contributi alle associazioni di "volontariato", composte da poche persone che incassano da "volontari" con un'etichetta diversa dalla propria, aggirando così l'obbligo di non essere "a scopo di lucro".