Ventotto giorni di proteste hanno messo fine alla presidenza di Zin el Abidin Ben Ali, salito al potere a Tunisi nel 1987 con un golpe, appoggiato dal Sismi italiano: già capo dei servizi segreti tunisini, cinque settimane dopo essere stato nominato primo ministro, fece giudicare incapace per senilità Bourguiba e si proclamò presidente al suo posto. L'appoggio italiano all'operazione non piacque molto alla Francia: 24 ore dopo una bomba scoppiò al Faro delle Tremiti.
Ma facciamo un passo indietro, per capire meglio.
Nel 1983 l'ottantenne Bourguiba, presidente della Tunisia, emanò un editto che sancì l'aumento del prezzo dei cereali, causando un moto di piazza che destabilizzò il governo della vicina Algeria: Bourguiba non era più in grado di mantenere la calma nel suo Paese e andava eliminato dalla scena politica. La situazione non migliorò con il passare del tempo, tanto che l'anno successivo il premier algerino Benjedid confidò a Bettino Craxi, allora capo del consiglio di essere intenzionato ad invadere la Tunisia per evitare problemi al gasdotto che, proprio attraverso il territorio tunisino, pompava il metano algerino in Italia. Il premier italiano riuscì a far desistere Benjedid dai suoi intenti e, tornato in Italia, avviò una trattativa con Algeri, tramite il Sismi, nella persona dell'ammiraglio Martini: i due paesi si accordarono per un regime change a Tunisi e riconobbero in Ben Ali l'uomo su cui puntare. Martini volò anche a Parigi ad informare e trattare con i vertici della DGSE (i servizi segreti), i quali pretendavo di mantenere ancora un certo controllo suggli affari dell'Algeria, sua ex-colonia. A Parigi però non furono entusiasti delle mosse e dell'intraprendenza italiana: anch'essi convinti che fosse il momento di destituire Bourguiba, avevano però altri nomi su cui puntare.
Ciò nonostante Ben Ali riuscì a farsi proclamare nuovo presidente. E il giorno successivo, come già detto, alle isole Tremiti scoppiò una bomba, piazzata da due svizzeri. All'inizio si credette fosse opera di Gheddafi, che rivendicava le isole come indennizzo per il colionalismo italiano. Fu il Corriere della Sera, nel 1996, ad ipotizzare una vendetta-avvertimento di Parigi: una tesi confermata dallo stesso Martini nel 1999 in un suo libro di memorie.
Comunque siano andate realmente le cose, l'ennesimo mistero italiano. Le stesse ombre che avvolgono altre bombe e altre stragi.
Lotta Europea: Il golpe di Ben Ali