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Discussione: Geopolitica

  1. #121
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Forse hai sbagliato indirizo.
    Ti ho già dato l'addio una volta e non voglio ripetermi.
    Sei patetico nel provocare la polemica con me.
    Il 3D è aperto a tutti, persino a quelli come te, quindi se ci tieni sei libero di scriverne tu, come hai fatto.
    Di guerre e situazioni degne di discussione è pieno il mondo.
    Ci sarebbe molto da dire anche sugli episodi che citi, sempre con un gran paio di paraocchi, comunque.
    Questo forum si intitola "Padania" e cerco di limitarmi agli avvenimenti che in un qualche modo hanno a che fare con questa terra, la mia, direttamente, indirettamente od in prospettiva.
    Il resto qui non credo abbia senso.
    Hai tanti altri posti dove dare sfogo alle tue frustrazioni politiche.
    Io, nel mio piccolo, e con le premese di cui sopra, cerco di portare all'attenzione dei forumisti padani articoli che possano interessare, ricavati da varie e svariate fonti.
    Con tutti i limiti della mia incapacità.
    Non ho più intenzione, spero che tu finalmente riesca a capire l'itagliano, di parlare con te.
    Un'ultima cosa: Putin non è mio amico, forse tuo, anche se in fondo mi è simpatico e personalmente lo considero una barriera indispensabile al colonialismo americano, esportatore di democrazia.
    ADDIO!
    Ultima modifica di ventunsettembre; 15-04-11 alle 00:12
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #122
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Londra scommette su una bancarotta italiana

    14 aprile 2011 | Autore Lino Bottaro
    di: Filippo Ghira
    f.ghira@rinascita.eu

    Quando si dice i corsi e i ricorsi storici. La City londinese entra ancora una volta a gamba tesa nelle nostre vicende politiche, economiche finanziarie. La strada scelta dal Financial Times, organo della speculazione britannica, è quello solito di un articolo di analisi della nostra situazione interna che, vista pura la non particolare stabilità del governo Berlusconi, deve essere letto nella maniera giusta come un siluro in piena regola a un Paese già colpito nei suoi interessi petroliferi in Libia.
    Non è un caso infatti che l’attacco a Gheddafi, con la scusa di proteggere i ribelli già armati da britannici e francesi, abbia visto in Londra e Parigi i suoi più decisi fautori, ben felici di fare uno spezzatino di Tripolitania e Cirenaica e impossessarsi del petrolio e del gas dei suoi giacimenti e battere fuori gli italiani.

    Nel caso di Berlusconi poi, si tratta di una avversione antica che il FT è stato ben lieto di cavalcare di nuovo considerato che il Cavaliere, sceso in campo politico nel 1994, scompigliò i piani di Wall Street e della City che volevano spazzare via la DC e il PSI, e il sistema italiano di economia mista, e portare al governo il PCI-PDS ormai divenuto socialdemocratico e legittimato a governare in cambio dell’avvio del processo di privatizzazioni delle imprese pubbliche, come ENI, Enel e Telecom. Un processo che ritardò di poco e che venne ripreso alla grande dai governi di Prodi, D’Alema ed Amato (1996-2001). Non è infatti un caso che D’Alema, il giorno dopo essere divenuto presidente del Consiglio (autunno 1998), si sia recato appunto alla City di Londra per rassicurare gli gnomi locali sulla fede “liberista” del suo governo, il primo guidato da un post comunista.
    Una precisazione necessaria visti i precedenti. Il 2 giugno 1992, mentre l’Italia festeggiava la festa nazionale, la City ci preparava la festa. La crociera del Britannia, da Civitavecchia all’Isola del Giglio, vide infatti radunati sul panfilo reale un bel numero di manager italiani delle imprese pubbliche che vennero intrattenuti sulla necessità di avviare il processo di privatizzazione e quindi svendere le suddette imprese ai privati italiani e stranieri. Una corsa ad imbarcarsi su un panfilo affittato da “British Invisible”, società di promozione del made in Britain, che è spiegabile solo con la presa d’atto che era partita la stagione di Mani Pulite e che si era creato un vuoto di potere che dava l’idea di essere in procinto di allargarsi sempre di più. E quindi i boiardi di Stato furono spinti ad andare a vedere che aria tirava e cercare di capire quali sarebbero stati i nuovi referenti politici. Poi, tanto per fare capire che non si trattava di uno scherzo, nell’autunno del 1992 da Londra (ma anche da Wall Street) partì una massiccia speculazione contro la lira che spinse la Banca d’Italia governata da Carlo Azeglio Ciampi, ad utilizzare quasi tutte le proprie riserve valutarie per contrastarla, anche se era evidente che si trattava di una battaglia persa. Tanto è vero che lo stesso Ciampi fu obbligato a svalutare comunque la lira del 30% e rendere di conseguenza le aziende italiane più convenienti per tale percentuale.
    Oggi il copione si sta ripetendo sia pure su un altro scenario e con diversi attori. E non è un caso che la speculazione contro i titoli di Stato che ha già colpito Paesi come Grecia, Irlanda, Spagna e Portogallo, potrebbe interessarsi adesso dell’Italia. L’obiettivo non siamo ovviamente noi come Italia ma noi come membri del sistema dell’euro. La moneta unica, al di là di ogni giudizio che uno possa avere su di essa, sulla Banca centrale europea e sulla cessione di sovranità da parte degli Stati e delle Banche centrali nazionali, continua ad essere vista con profonda avversione sia da Londra (sterlina) che da Washington (dollaro) che temono di vedere progressivamente accantonato il ruolo storico della loro moneta. Colpire pesantemente un Paese come l’Italia, la terza o la quarta potenza economica europea, significherebbe creare una profonda crepa nell’architettura della moneta comune.
    L’Italia in effetti ha un debito pubblico enorme, quasi il 120% sul Prodotto interno lordo (a fine dicembre era il 119%) e il 4,5% del disavanzo che, secondo il Patto di Stabilità europeo dovrebbe essere al 3%. Ma questi dati sono compensati da una più alta propensione al risparmio, una più alta ricchezza delle famiglie, che ad esempio all’80% sono proprietarie della casa nella quale vivono. Una realtà che, a fronte della crisi, sta però cambiando tanto che lo stesso Istat ci ha annunziato che da tempo le famiglie italiane stanno attingendo ai risparmi di una vita.
    Per il Financial Times, quindi, l’Italia è la “gran giocatrice d’azzardo” dell’Unione europea. E’ il Paese la cui economia e il cui debito sono abbastanza grandi da poter influenzare il destino della Ue. Se il Portogallo è stato relativamente facile da salvare e la Spagna potrebbe cominciare a creare qualche problemino, l’Italia è decisamente troppo grande per essere soccorsa. Quindi lasciamola fallire, sembra suggerire il FT, simbolo di un Paese che non fa parte del sistema dell’euro ma che anticipa generalmente le scelte degli speculatori e dei governi che ne sono l’espressione politica. E mentre il Portogallo si adopera per ricevere l’aiuto necessario, osserva il FT, il Belpaese è preso da altre faccende con un Berlusconi che affronta il suo ennesimo processo con la sua solita voglia di scherzare. Gli italiani, insiste il quotidiano, si dividono tra quelli che sono divertiti dalle sue follie e quelli che sono sgomenti. C’è poi n’altra parte di italiani che appare preoccupata che le vicende del Cavaliere non facciano comprendere i cambiamenti economici in atto e distraggano dalla necessità di affrontare compiutamente la crisi economica. E quindi, udite, udite,
    “negli ambienti finanziari c’è chi si preoccupa che l’Italia venga colpita dalla crisi del debito”. Una crisi che potrebbe essere aiutata dall’esterno con una speculazione che, come nel caso dei Paesi Pigs, (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna), Pigs vuol dire porci, verrà condotta cercando di fare cadere il valore di mercato dei titoli di Stato e spingendo quindi al rialzo i rendimenti, tanto da obbligare il Tesoro a dichiarare bancarotta per l’impossibilità di pagare gli interessi. Resta solo da aspettare e vedere quando partirà la speculazione contro l’Italia.

    Londra scommette su una bancarotta italiana | STAMPA LIBERA
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #123
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Madoff spara a zero su banche, autorità, ex investitori. In Jp Morgan sapevano tutto

    11 aprile 2011 | Autore Lino Bottaro

    Fantastico, ecco che si dipana la matassa sulle truffe finanziarie che hanno messo in ginocchio mezzo mondo. Al pari di Lehman Brothers che è riuscita a saccheggiare l’Italia, JPM agisce in ogni luogo ove vi sia da poter rastrellare denaro, non importa con che metodo.
    Queste Banche si sono meritevolmente guadagnate il comune denominatore di entità tendenti a sovvertire l’ordine economico mondiale. ndr
    Madoff spara a zero su banche, autorità, ex investitori. «In Jp Morgan sapevano tutto» - Il Sole 24 ORE



    Madoff spara a zero su banche, autorità, ex investitori. In Jp Morgan sapevano tutto (Ap)
    Ma va davvero?!?!ndr
    Bernard Madoff non ci sta ad andare a fondo da solo e, dal carcere, dove sta scontando una condanna a 150 anni di carcere per avere organizzato una frode da 65 miliardi di dollari, spara a zero su banche, autorità di regolamentazione e alcuni dei suoi ex collaboratori. In un’intervista esclusiva di tre pagine pubblicata oggi sul Financial Times, il finanziere lancia molte accuse, ma porta poche prove, ammettendo comunque di avere mentito agli investitori e ai suoi parenti per almeno 16 anni prima di confessare il proprio reato nel 2008.
    Le accuse a JpMorgan Chase
    In particolare, Madoff accusa JpMorgan Chase, che gestiva i conti correnti della sua società Bernard Madoff Investment Securities, di avere sufficienti informazioni per rilevare attività sospette: “Non sono un banchiere, ma so che movimenti per 100 miliardi di dollari dentro e fuori da un conto dovrebbero metterti sul chi vive”.
    JpMorgan aveva tutte le note di pagamento», ha detto dal carcere di Butner, in Nord Carolina. Il finanziere ha poi rincarato la dose, ma senza fare nomi: «Due dirigenti sapevano cosa stava succedendo». Lo scorso dicembre, il curatore fallimentare Irving Picard aveva intentato causa contro JpMorgan, chiedendo la restituzione di fondi per 6,4 miliardi di dollari: secondo Madoff, la banca, che pure nega ogni coinvolgimento, «non ha una sola possibilità al mondo di evitare un sostanzioso patteggiamento».
    I primi quattro investitori
    Jp Morgan non sarà l’unico istituto coinvolto, dice il finanziere, secondo cui anche Hsbc e Ubs «avranno grossi problemi». Madoff ha puntato l’indice anche contro quattro dei primi investitori nelle attività di Madoff, ovvero Jeffry Picower (trovato morto nell’ottobre 2009 nella piscina della sua villa a Palm Beach, in Florida), Stanley Chais (morto nel settembre 2010), Norman Levy (morto nel 2005) e Carl Shapiro: «erano complici, tutti quanti, e per questo loro o i loro eredi ora patteggiano». (Il Sole24Ore-Radiocor)

    Madoff spara a zero su banche, autorità, ex investitori. In Jp Morgan sapevano tutto | STAMPA LIBERA
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  4. #124
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    BRETTON WOODS 2.0: LA CONFERENZA DELL’ORDINE DEL NUOVO MONDO DI SOROS
    apr 17th, 2011 | By admin | Category: News
    DI STEPHEN LENDMAN
    www.uruknet.info :: informazione dal medio oriente :: information from middle east :: [vs-5]



    Nel luglio del 1944, 730 delegati provenienti da 44 nazioni si incontrarono al Mount Washington Hotel di Bretton Woods, NH, per una conferenza monetaria e finanziaria delle Nazioni Unite. Il suo scopo era di istituire un sistema monetario internazionale post-bellico delle valute convertibili, tassi di cambio fissi, il libero scambio, il dollaro come valuta di riserva mondiale legata all’oro, e quelli di altre nazioni fissate al dollaro.
    Inoltre progettò un quadro istituzionale per l’accumulazione di capitale di mercato per garantire che le nuove colonie liberate perseguissero lo sviluppo economico capitalista a vantaggio degli alleati vittoriosi, soprattutto l’America.
    E anciora, furono istituiti il FMI e la Banca Mondiale per integrare le nazioni in via di sviluppo nell’economia mondiale globale dominata dal Nord, intrappolandole attraverso il debito come mezzo per trasferire le loro ricchezze a potenti banchieri occidentali.
    Questo schema, ai giorni nostri, obbliga nazioni indebitate a prendere nuovi prestiti per coprire i vecchi, assicurando il crescere dell’indebitamento e la severità di regolazione strutturale, che include:
    – privatizzazione delle imprese statali;
    – licenziamenti di massa;
    – deregolamentazione;
    – profondi tagli alla spesa sociale;
    – congelamento o tagli dei salari;
    – accesso al mercato internazionale senza limiti per le compagnie occidentali;
    – tagli fiscali a favore delle compagnie;
    – repressioni o eliminazione del sindacalismo; e
    – dura repressione contro gli oppositori di un sistema incompatibile con la democrazia sociale.
    Come risultato, dalla seconda guerra mondiale, la ricchezza pubblica si è spostata in potenti mani private, ampliando il divario tra elitisti super-ricchi e famiglie di lavoratori, un processo più intenso che mai ora, compresi gli importi.
    Nel 1971, il sistema si disfece quando Nixon chiuse la finestra d’oro, terminando l’ultimo legame tra oro, dollaro e moneta solida. Da allora in poi, le valute fluttuarono, in concorrenza tra loro in pieno stile casinò, manipolate da membri potenti, come Soros, fondi speculativi, gigantesche banche internazionali o governi, a volte in modo cooperativo con gli altri, nel loro reciproco interesse. Bretton Woods stabili`un sistema monetario post bellico internazionale, includendo le mission originali del FMI e della Banca Mondiale:
    – la prima, determinare i tassi di cambio stabili legati al dollaro e colmare squilibri di pagamento temporanei,
    – la seconda, fare credito a paesi in via di sviluppo, messi in ginocchio dalla guerra. Entrambi gli enti, infatti, hanno dato prova, fino ad oggi, della natura ampiamente sfruttatrice del loro obiettivo.
    Nel suo libro "Super Imperialismo: La Strategia Economica dell’Impero Americano" ed in altre opere, Michael Hudson ha spiegato come l’accumulo di dollaro finanzi l’imperialismo Americano e gli interessi delle compagnie:
    – facendo circolare surplus dollari globalmente per incrementare la speculazione finanziaria e le acquisizioni aziendali;
    – attraverso banche centrali globali che "riciclano tali afflussi di dollari (in) titoli del Tesoro americani per finanziare il deficit di bilancio federale degli Stati Uniti; e cosa più importante, il carattere militare del deficit dei pagamenti Usa e il disavanzo del bilancio federale nazionale "
    In altre parole, I dollari finanziano le acquisizioni aziendali americane, e gli eccessi speculativi creano bolle e crisi economiche globali, così come le spese sconsiderate proprie dell’America, il suo militarismo, le sue guerre imperiali, le sue centinaia di basi in tutto il mondo, e la belligeranza globale e sfruttamento a scapito dei valori democratici e della giustizia sociale.
    Prima o poi, però, gli eccessi erodono la fiducia e producono un cambiamento, soprattutto oggi che la Federal Reserve sta sacrificando la forza del dollaro per salvare Wall Street a scapito della crescita economica produttiva e la stabilità. Quanto maggiore è l’erosione del dollaro, tanto meno gli investitori stranieri sono propensi a tollerare l’acquisto di bad assets, dando all’America un pasto gratuito per finanziare una politica controproducente.
    Come risultato, Michel Hudson vede tensioni internazionali crescenti durante la prossima generazione a causa del monetarismo avventato americano, le guerre perpetue, e l’estremo divario economico tra elitisti super-ricchi e lavoratori comuni.
    Per decenni, le compagnie degli Stati Uniti hanno avuto un vantaggio competitivo dalle regole del Washington Consensus e le istituzioni che Bretton Woods controlla, tra cui il FMI e la Banca mondiale, offrendo all’America un pasto gratis nel governare costringendo gli altri paesi in schiavitù per debiti e minacciando di far cadere il sistema monetario globale se un numero sufficiente di essi si fossero opposti. E, naturalmente, intraprendendo guerre imperiali quando quelle finanziarie non funzionano.
    Finora è stato cosi` perché all’Europa e all’Asia manca la volontà politica di creare un nuovo ordine economico internazionale, in modo che le nazioni che producono vantaggi economici li possano mantenere, non lasciare che l’America li usurpi per rafforzare il suo "nuovo tipo di pianificazione globale centralizzata" – una basata sulla finanziarizzazione e sui titoli del Tesoro Usa, non meccanismi industriali.
    In termini di WTO, essa trasferisce i guadagni del commercio estero da altre economie in America, svuota le loro risorse complessive, promuove la dipendenza, non l’autosufficienza, e la supporta con una linea dura militarista e minacce di collasso sistemico monetario. Alla fine, i paesi sfruttati si oppongono alla "tassazione senza rappresentanza", un "quid senza quo", un pasto gratis offerto delle "nazioni del mondo paganti surplus". Più l’America lo esige sommergendo le economie mondiali con i dollari, più le nazioni svantaggiate probabilmente si opporranno, minacciando di ritirarsi dal FMI, la Banca Mondiale e la WTO.
    E’ una possibilità che globalisti come George Soros si propongono di sfruttare, tra le altre, attraverso Bretton Woods 2.0 per sviluppare idee e politiche per un nuovo ordine finanziario mondiale che elitisti come lui stesso controllano.
    George Soros – Investitore Predatorio Miliardario
    I suoi investimenti disonesti sono noti. Ad esempio, nel 1992, ha guadagnato un miliardo di dollari sabotando la politica monetaria europea, attaccando il Meccanismo di Cambio Europeo (MCE) attraverso un assalto speculativo, di alto grado di leva, sulla sterlina inglese, costringendola alla svalutazione e la rottura del MCE.
    Nel giugno 2003, Neil Clark ha scritto un articolo sul New Statesman, spiegando le sue macchinazioni, come predatore disonesto. Di conseguenza, si è "fatto i miliardi grazie alla crisi della moneta orientale del 1997, " ed è stato multato nel 2002 "per insider trading da un tribunale in Francia". Quando gli è stato chiesto del tumulto causato dalla sua speculazione, ha detto sprezzante:
    "In qualità di operatore di mercato, non ho bisogno di preoccuparmi delle conseguenze delle mie azioni".
    Guadagnando miliardi da questi, hanno provocato il caos per milioni a livello globale. Altri ancora grazie alla collaborazione del suo Gruppo di Crisi Internazionale e Open Society (in cui aperte significa per lui da saccheggiare) con Zbigniew Brzezinski, Al Gore, il generale Wesley Clark, Richard Perle, Paul Wolfowitz, e molti altri noti furfanti e organizzazioni.
    Per decenni, Soros ha insidiosamente operato per il dollaro. Ad esempio, nel 1998, ha scritto una lettera oltraggiosa a Bill Clinton, chiedendo una "strategia globale politica e militare per abbattere Saddam e il suo regime" per motivi che l’amministrazione Bush ha attuato.
    E ‘inoltre collegato al Gruppo Carlyle, approfittando del militarismo e delle guerre dai contratti di difesa. Tra i suoi soci e collaboratori ci sono Bush I, James Baker, Colin Powell, l’ex primo ministro britannico John Major, Frank Carlucci, Richard Darman, una sola volta i membri della famiglia bin Laden, e molte altre figure ben collegate.
    Clark ha spiegato che Soros " potrebbe non essere, come talvolta si è ipotizzato, un agente interamente pagato dalla CIA. Ma che le sue società e le ONG siano strettamente avvolte nell’espansionismo degli Stati Uniti non può essere seriamente messo in dubbio".
    Si rivoltò contro Bush II per la tattica, non l’ideologia, per aver commesso il peccato capitale di far scoprire il gioco grazie al suo fanatismo bellico. In effetti, Soros sostiene fermamente la guerra finanziaria e militare a favore di maggiori profitti a livello globale, per ottenere il controllo su denaro, risorse e mercati, ma vuole che lo si faccia abilmente e che non si noti – a modo suo.
    Come risultato, egli usa la sua ricchezza ed influenza per estromettere i regimi "inetti" al business. Ad esempio, Clark ha detto che è stato determinante nel crollo sovietico per:
    "aver distribuito 3 milioni di dollari l’anno tra i dissidenti tra cui il movimento Solidarnosc, Carta 77 in Cecoslovacchia e Andrei Sakharov nell’Unione Sovietica. Nel 1984, fonda il suo primo Open Society Institute in Ungheria e pompa milioni di dollari in movimenti di opposizione e mezzi di comunicazione indipendenti. Apparentemente volte a costruire una ’società civile’, queste iniziative sono state progettate per indebolire le strutture politiche esistenti e aprire la strada per lo sfruttamento eventuale dell’Europa orientale da parte del capitale globale ".
    Soros ora si prende il merito dell’aver "Americanizzato l’Europa orientale", sfruttando la sua ricchezza e le persone a scopo di lucro. In Jugoslavia, Clark ha detto:
    "Gli jugoslavi sono rimasti ostinatamente resistenti e più volte hanno rimesso riformato Partito Socialista di Slobodan Milosevic al governo. Soros è stato all’altezza della sfida. Dal 1991, il suo Open Society Institute ha incanalato più di 100 milioni di dollari per" elementi anti Milosevic, "finanziando partiti politici, case editrici e media ‘indipendenti’ come Radio B92, usandoli contro Milosevic.
    Quando Washington lo ha spodestato nel 2000, "tutto ciò che rimaneva era trasportare (lui) al tribunale dell’Aja, co-finanziato da Soros"e altri cosiddetti custodi dei diritti umani, con quelli delle compagnie che richiedevano la loro parte di bottino. Oggi la Jugoslavia è balcanizzata, il suo popolo sfruttato e i kosovari disciplinati dalla Liberation Army (KLA) di Hashim Thaci in Kosovo, un’organizzazione disonesta collegata alla CIA e alla criminalità organizzata.
    Soros, comunque, ne ha beneficiato enormemente. Lo ha fatto, infatti, in ogni paese a cui ha mirato a spese della libertà, dei valori democratici e del benessere pubblico.
    "In Kosovo, per esempio, ha investito 50 milioni di dollari in un tentativo di ottenere il controllo del complesso minerario di Trepca, dove ci sono vaste riserve di oro, argento, piombo e altri minerali del valore stimato di (circa) 5 miliardi di dollari. Ha quindi copiato un modello da lui (usato) con grande effetto su tutta l’Europa orientale (attraverso) la ‘terapia shock’ e ‘la riforma economica’, poi fiondandosi in picchiata con i suoi associati per acquistare beni statali di valore a prezzi stracciati ".
    Infatti, la sua strategia di Pax Americana differisce solo da Bush II in finezza. "Ma è altrettanto ambizioso e altrettanto mortale", per mezzo di guerre militari o finanziarie per ottenere il massimo profitto.
    Istituto di Soros per il Nuovo Pensiero Economico (INET) – Conferenza di Bretton Woods
    Dallo 08 aprile 2011, la seconda conferenza annuale INET ha indirizzato le scosse di assestamento della crisi economica globale, come parte di un impegno ad ampio raggio per "attirare la più ampia Unione Europea, così come le economie emergenti dell’Europa orientale, l’America Latina e l’Asia" e far loro accettare le idee del ‘Nuovo Ordine Mondiale’ di Soros.
    Con l’obiettivo di "inspirare e provocare un nuovo pensiero economico", oltre 200 studiosi, capi di imprese e di governo (molte con legami diretti con lui) hanno partecipato, inclusi la INET di Soros e Robert Johnson, primo ministro britannico Gordon Brown, Paul Volker, Larry Summers, Joseph Stiglitz, Kenneth Rogoff, Jeffrey Sachs (il veleno della cui shock terapia ha aiutato ad affondare la Russia post-sovietica e l’Europa dell’Est), Carmen Reinhart dal (Pete) Peterson Institute for International Economics, Andy Haldane della Banca d’Inghilterra, Henry Kaufman ed altri elitisti del Nuovo Ordine Mondiale, tracciando nuove vie per il controllo globale finanziario e dei profitti.
    Le tematiche discusse hanno incluso:
    – L’ordine economico e politico emergente: cosa ci aspetta?
    – Bretton Woods: cosa possiamo imparare dal passato per progettare il futuro?
    – Tornare in pista: gestione macroeconomica dopo una crisi finanziaria.
    – Sovranità e disegno istituzionale in età globale: il mercato globale e gli Stati nazionali.
    – la sovranità e l’efficace supervisione internazionale possono essere riconciliati: la sfida dei grandi istituti finanziari complessi.
    – Esplorare la complessità nella teoria economica.
    – L’economia politica di regolazione strutturale: comprendere gli ostacoli alla cooperazione.
    – Il mercato o lo stato: possono le forze di mercato offrire innovazione, istruzione ed infrastrutture?
    – Economia sostenibile.
    – Aree di valuta ottimale e governance: la sfida dell’Europe.
    – L’architettura dell’Asia: struttura finanziaria e sistema economico emergente; e
    – Raccogliere la sfida: equità, regolazione ed equilibrio nell’economia mondiale.
    Un Commento Finale
    Il globalista Soros crede che l’ "America dovrebbe essere sostituita da un governo mondiale con una valuta globale regolata dalle Nazioni Unite."
    In altre parole, vuole la sovranità nazionale sostituita dal controllo centralizzato del denaro, della popolazione, delle risorse e del mercato – una società non democratica basata sul rapporto padrone – servo della gleba in cui è impossibile viverci a meno di essere governanti ed approfittatori.
    Il 25 gennaio 2010, lo scrittore del New York Times, Andrew Sorkin sottolineò, "Ancora in richiesta: Uno Sceriffo della Finanza", citando Soros che aveva detto:
    "Abbiamo bisogno di uno sceriffo globale" davanti al Forum Economico Mondiale di Davos, Svizzera, nel 2008. Forse ha in mente se stesso.

    Stephen Lendman

    Fonte: www.uruknet.info :: informazione dal medio oriente :: information from middle east :: [vs-5]
    Link: Bretton Woods 2.0: Soros New World Order Conference :: www.uruknet.info :: informazione dal medio oriente :: information from middle east :: [vs-5]
    Traduzione per www.comedonchisciotte.org cura di FEY

    BRETTON WOODS 2.0: LA CONFERENZA DELL’ORDINE DEL NUOVO MONDO DI SOROS -
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #125
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #126
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    http://www.ansa.it/web/notizie/rubri...899581135.html


    La carta dell'ONU è a triplo velo...
    Ultima modifica di ventunsettembre; 20-04-11 alle 14:01
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #127
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Activist Post: It's Official: "Arab Spring" Subversion is US Funded

    E' ufficiale: la primavera araba viene finanziata dagli USA.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #128
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #129
    Blut und Boden
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    La Cina detiene il 13% del debito publico italiano.
    Il Sole 24 ore.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  10. #130
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Attacco alla Libia: spiegazioni inedite, ma convincenti. 18 04 2011

    La Libia non appartiene alla Banca per i Regolamenti Internazionali -144 tonnellate d’oro nella sua riserva – Le coppie che si sposano ricevono 50mila dollari a fondo perduto.
    Antonio de Martini
    IL CORRIERE DELLA COLLERA

    Quale può essere il fil rouge che collega tutti i paesi attaccati – e presi di mira in varie forme – dagli USA e Gran Bretagna con l’aiuto di una serie di ausiliari tradizionali più o meno consapevoli? Libia, Libano, Siria,Irak,Somalia, Sudan, Iran.
    Non hanno in comune l’etnia ( Iran è ariano mentre gli altri sono semiti o – Sudan – misti).
    Non hanno in comune la religione: Libano ha cristiani, l’Iran è sciita, la Siria è mista. Non il petrolio: Somalia e Siria non ne hanno in quantità significative.
    Non la ricchezza: Somalia e Sudan non lo sono.
    Se invece vediamo il negativo, vediamo che nessuno di questi paesi figura tra i 56 aderenti alla Banca per i Regolamenti Internazionali.
    In pratica sono paesi che hanno rifiutato di far parte della comunità finanziaria internazionale e la Libia in particolare se la stava cavando molto bene:
    • Stando ai dati del FMI la Banca centrale libica possiede 144 tonnellate di oro nei suoi forzieri. Per un paese di tre milioni e mezzo di abitanti, non è niente male. L’educazione e l’assistenza medica sono gratuite; le coppie che si sposano ricevono 50.000 dollari a fondo perduto.
    •I Ribelli, ancora prima di costituire un governo provvisorio, hanno annunziato ( il 19 marzo) di aver costituito la BANCA CENTRALE DI LIBIA. La Banca centrale di Libia ( quella di Gheddafi per intenderci) è pubblica e non privata, stampa la moneta e presta denari allo stato senza interessi per finanziare le opere pubbliche tra cui il famoso fiume sotterraneo fatto dall’uomo che utilizza le acque fossili del Sahara per irrigare tutta l’area agricola della Libia che si trova al Nord. A proposito l’attività agricola in Libia è esentasse. Completamente. Questa politica è l’esatto contrario di quella seguita dal mondo occidentale che fa pagare tutti i servizi quali l’educazione e la sanità ed ha privatizzato le banche centrali che fanno pagare gli interessi agli stati quando forniscono loro i fondi.
    • La ragione ufficiale che ha spinto l’Occidente a non mantenere le Banche Centrali come pubbliche è che questi prestiti aumentano l’inflazione, mentre prendere prestiti dalle Banche estere o dall FMI , non provocherebbe inflazione. In realtà prendere i denari a prestito da Banche centrali pubbliche – senza interessi – riduce grandemente il costo dei progetti pubblici di investimento e in alcuni casi li riduce del 50%.
    • Gheddafi aveva da poco lanciato la proposta di creare una moneta unica africana IL DINARO ORO e l’unico paese africano che si era opposto, è stata la Repubblica del Sud Africa, che è stata proprio quella che si è presentata a Tripoli per la mediazione con i ribelli e la NATO. Su questa proposta c’è un commento di Sarlosi che l’ha giudicata “una minaccia per l’Umanità”.
    • Sia Saddam Hussein che Gheddafi avevano proposto – entrambi sei mesi prima dell’attacco – di scegliere l’Euro ( o il dinaro) come valuta per le transazioni petrolifere.
    ADESSO RESTIAMO IN ATTESA DI VEDERE – IN CASO DI VITTORIA DELLA NATO – SE EDUCAZIONE E SANITA’ RESTERANNO GRATUITE, SE LA BANCA CENTRALE LIBICA ADERIRA’ ALLA B.R.I. E SE L’INDUSTRIA PETROLIFERA LIBICA VERRA’ SVENDUTA A PRIVATI. Poi anche i più ingenui cominceranno ad avere sospetti.

    Selvas Blog: Attacco alla Libia: ecco spiegazioni inedite, ma convincenti.

    Attacco alla Libia: spiegazioni inedite, ma convincenti. | STAMPA LIBERA
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

 

 
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