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Discussione: Geopolitica

  1. #2221
    mutualista in saor
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Tutte cose giuste.
    Io l'ho scritto.
    Il futuro ci dirà.
    Ma non dimenticare, tu che sei giovane.
    Per fortuna ho una buona memoria. Ed è un bene, perché per ricordarmi tutte le porcate che fanno a quest'ora avrei finito i fazzoletti da annodare...


    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Qualcuno si aspettava qualcosa di diverso?
    Islam moderato.
    La questione non è moderato/radicale. Hezbollah, Hamas, i Fratelli Mussulmani, gli ayatollah iraniani e pure i talebani afghani (da distinguere dai pakistani) si son sempre fatti gli affari loro senza mai rompere le scatole. I movimenti finanziati dagli sceicchi sauditi invece han tutt'altro stile. Guardacaso quelli a cui si fa la guerra vera sono i primi, ai secondi invece...
    Occhio dunque a non fare di tutta l'erba un fascio. Stiamo assistendo al consueto scontro tra i soliti noti (con gli amichetti che gli fanno il lavoro sporco) e i loro storici avversari. Credo che focalizzarsi sul presunto scontro di civiltà (che tra l'altro è teoria sviluppata oltre atlantico, e questo dovrebbe suggerire qualcosa) sia fuorviante. Da una parte abbiamo i tagliagole (siano essi Al-Qaeda, Isis o Boko Haram) che servono ad alimentare la fiction sui media, dall'altra il lavoro svolto dai vari predicatori che lavorano sulle moschee costruite con i petrodollari degli sceicchi che serve ad alimentare la teoria dello scontro (le richieste di applicare la Sharia etc). La combinazione dei due elementi serve a far perdere di vista il grande gioco che ci sta sotto (come nella magia, il trucco c'è ma non lo vedi perché il mago è bravo a distrarti).
    Io almeno la vedo così, poi ognuno è libero di vederla diversamente.

    PS: quindi siccome il nemico del mio nemico... sto dalla parte dell'Iran (che dietro sappiamo benissimo chi c'è... e se tifiamo per loro dovremmo farlo a 360° e non solo su scenari che ci interessano maggiormente. Perché la battaglia è globale, e non riusciranno a spuntarla sullo scenario di nostro interesse se perderanno in quelli strategicamente più rilevanti).
    Ultima modifica di pomo-pèro; 29-01-15 alle 20:10

  2. #2222
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Io veramente. e purtroppo, tifo Juve.
    Ti ho solo invitato a ricordarti che l'ho scritto per primo, nel caso si avverasse.
    Voleva essere una cosa simpatica.
    Mamma mia quanto sei serio!
    Per inciso hai scritto cose giuste, che pensavo fossero chiare a tutti noi.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #2223
    mutualista in saor
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Io veramente. e purtroppo, tifo Juve.
    Come i ter.... ehm, i neo-torinesi

    Ti ho solo invitato a ricordarti che l'ho scritto per primo, nel caso si avverasse.
    Ed hai fatto bene a ricordarmelo.

    Per inciso hai scritto cose giuste, che pensavo fossero chiare a tutti noi.
    Certo. Ma ho pensato che fosse il caso di ribadirle. Non per noi ma per chi ci legge da fuori (e magari non essendo iscritto si perde qualche passaggio)... parlo ovviamente di chi ci legge per interesse personale e non per lavoro...

  4. #2224
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Solo a me sembra inquietante questa notizia passata in sordina? che diavolo succede alla politica americana?

    "L'amministrazione Obama è furiosa con il primo ministro Benyamin Netanyahu che andrà a parlare al Congresso americano della minaccia iraniana senza averlo concordato con la Casa Bianca."

    Anche se fossi repubblicano mi incazzerei per una cosa del genere.

    Mo: ira Usa su Netanyahu, pagherà le conseguenze dello sgarbo a Obama - Adnkronos

    http://www.panorama.it/news/esteri/o...issa-sulliran/
    Ultima modifica di Quayag; 31-01-15 alle 17:37



  5. #2225
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Citazione Originariamente Scritto da Quayag Visualizza Messaggio
    Solo a me sembra inquietante questa notizia passata in sordina? che diavolo succede alla politica americana?
    "L'amministrazione Obama è furiosa con il primo ministro Benyamin Netanyahu che andrà a parlare al Congresso americano della minaccia iraniana senza averlo concordato con la Casa Bianca."
    Anche se fossi repubblicano mi incazzerei per una cosa del genere.
    Mo: ira Usa su Netanyahu, pagherà le conseguenze dello sgarbo a Obama - Adnkronos
    Obama non riceve Netanyahu: rissa sull'Iran | Panorama

  6. #2226
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Beh! Prima c'è stata la notizia, riportata, che il negher non avrebbe ricevuto l'ebreo perchè "come da consuetudine non si ricevono personalità prima delle elezioni" e come si sa in Israele prima o poi si voterà.
    Quindi nelle schermaglie infantili di chi comanda il mondo, o lo vorrebbe comandare, vige il "chi la fa l'aspetti". E l'israeliano non si tira certo indietro.
    Cosa succede alla politica amerikana?
    E' da prima delle torri che ci si doveva porre questo interrogativo. E avresti avuto anche la risposta sull'autore VERO di quel fatto.
    Il negher in passato ha dovuto prendere delle precauzioni per timori personali, addirittura.
    Negli USA è in corso una guerra a coltello, e comandano i neocon. Indovina di quale tendenza etnica.
    Sempre la stessa.
    Quella che porta le guerre, le crisi finanziarie e bancarie, che ci riduce alla fame.
    Quella alla quale voglio un gran bene ed alla quale auguro con tutte le mie forze una meravigliosa, gloriosa fine.
    Anche se so che non avrò il piacere di godermela.

    P.s.: spero sia chiara l'importanza, oltre che il significato, del mio avatar, ora.
    Ultima modifica di ventunsettembre; 31-01-15 alle 18:25
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #2227
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Citazione Originariamente Scritto da Halberdier Visualizza Messaggio
    E tu finiscila di ghignare sotto la celata!
    Tanto ti vediamo lo stesso.
    Sii neutrale!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  8. #2228
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  9. #2229
    Venetia
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Cosa pensa Putin del cane.

    sklöpp & kanù

  10. #2230
    email non funzionante
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    Predefinito Re: Rif: Geopolitica

    Afghanistan: non lo diciamo ma la guerra l'abbiamo persa
    Le guerre, quando finiscono, c'è chi le vince e c'è chi le perde. A sentire il generale americano John Campbell che l'altro ieri finiva la guerra dell'Afghanistan, lui, noi, l'America, e comunque la Nato, questa guerra l'abbiamo vinta, perchè abbiamo "riscattato il popolo afghano dal buio della disperazione, restituendogli la fiducia del futuro". Stretto nella sua divisa mimetica liscia di stireria, il berretto a 4 stelle ben calcato sulla testa, gli occhi doverosamente d'acciaio, il generale che con orgoglio consegnava alla Storia "la più lunga guerra combattuta dall'America", parlava da dentro il grande piazzale dove, a Kabul, un forte blindato e vigilato che neanche il più munito rifugio di Spectre custodisce dal 2002 il comando delle operazioni dell'Isaf.
    Ma Campbell aveva nemmeno finito di arrotolare davanti ai fotografi scatenati di flash la bandiera del vecchio comando che già, da qualche misterioso rifugio delle montagne afghane, arrivava per internet uno sprezzante messaggio dei Talebani che irrideva Kabul, il forte blindato, il generale orgoglioso, e noi e la Nato: "Guardateli. Stanno scappando, già che non sono riusciti a sconfiggerci. La loro guerra è stata un fallimento, e lo dimostra anche la cerimonia di oggi". (I Talebani intendevano segnalare che la cerimonia di Campbell era stata tenuta segreta fino all'ulitmo minuto, proprio per timore d'un attacco talebano).
    Un vincitore che deve parlare ben protetto da mura corazzate, e che non può nemmeno far sapere l'ora e il posto dove comunque proclamerà alla Storia la sua (presunta) vittoria, proprio un trionfo non pare averlo ottenuto. E un nemico sconfitto, che si fa pubblicamente beffe del (presunto) vincitore, e lo accusa di scappare da vigliacco perchè abbandona il campo di battaglia, tanto sconfitto non deve poi esserlo nemmmeno lui.
    Sono le due facce d'una guerra dove una cinquantina di paesi hanno tentato di battere con i loro 140mila soldati le bande barbute dei "guerrieri della montagna", e però non ci sono riusciti. I polemologi le chiamano guerre asimmetriche, e sono poi la gran parte dei conflitti del tempo d'oggi, che su un fronte hanno un esercito regolare e, sull'altro, un'armata di gente che ha obiettivi e metodi d'ingaggio incoerenti con qualsiasi trattato di dottrine militari tradizionali e, anche, si muove come il pesce nel'acqua. I polemologi delle accademie militari sembrano illudersi che questa sia una barbara invenzione dei tempi moderni, ma in Afghnanistan s'erano già combattute ben tre guerre con queste stesse tattiche e le stesse diversità, a partire dal 1841 e fino agli ultimi giorni del 1919: sono state le tre guerre anglo-afghane, dove la "diversità" stava comunque che i reali fanti di Sua Maestà britannica che dall'India del Raj avevano invaso l'Afghanistan combattevano con i fucili ben oleati e le uniformi eleganti del 44th Regiment of Foot mentre i guerrieri barbuti di Yaqub Khan, anche scalzi e vestiti di camicioni laceri e turbanti, li attaccavano a schioppettate e a gran fendenti d'arma bianca.
    Ora, quest'ultima guerra asimmetrica, questa afghana di Campbell e di tutti noi, è cominciata, in realtà, ben prima del 2001 e dell'attaco alle Twin Towers di New York, fu nel Natale del '79, quando l'Armata Rossa invase l'Afghanistan, ufficialmente per rispondere alla richiesta d'aiuto d'un paese vicino, il regime neocomunista di Kabul, ma, più prosaicamente per dar concretezza al vecchio sogno zarista dell'avvicinamento ai "mari caldi" e alle fonti del petrolio (era il Grande Gioco dove finisce il Kim di Kipling dopo aver abbandonato il vecchio cannone Zam-Zammah). L'America rispose finanziando i mujahiddyin e Osam bin Laden, e da quel freddo inverno di quasi 40 anni fa i pianori verdi e le montagne blu dell'Indo Kush si son fatti fino a oggi terreno d'uno scontro combattuto per un nuovo ordine internazionale.
    E quando i Talebani dicono che Campbell, e tutti noi, scappiamo, sconfitti, dicono una qualche verità, perchè la guerra della Nato non è riuscita a batterli, e il nuovo governo di Ashraf Ghani con loro dovrà fare comunque i conti. Non gli sarà facile, i Talebani sono un pesce che nuota facile dentro i mille villaggi delle montagne blu, già pronto a muoversi sulle orme dei soldati che Campbell ha rimandato a casa. Per questo, una guerra finita non finisce, e chi vince e chi la perde è una partita ancora da farsi.
    Afghanistan: non lo diciamo ma la guerra l'abbiamo persa



    Ungheria, Cina e Russia. Il triangolo che non piace agli Stati Uniti d'America
    L'Ungheria si avvicina a Russia e Cina, ma gli Usa non gradiscono. E vietano a sei uomini di Orban di entrare negli Stati Uniti
    Matteo Carnieletto
    I legami economici e politici tra Ungheria, Russia e Cina sono sempre più solidi. L'obiettivo è quello di creare un sistema di alleanze capace di contrastare l'Ue.
    Il 2 gennaio scorso, a Budapest, c'è stata una manifestazione contro il governo magiaro. Gli slogan: "Più democrazia!", "Orban vai via". Non è, in verità, la prima manifestazione contro Orban e non sarà nemmeno l'ultima. Il prossimo primo febbraio, infatti, l'opposizione scenderà di nuovo in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti di Orban. E la scelta della data non è affatto casuale. Il primo febbraio, infatti, la Merkel sarà in visita in Ungheria e, in questo modo, l'opposizione vorrebbe testimoniare il proprio attaccamento all'Ue.
    L'opposizione magiara critica le aperture fatte da Orban alla Russia, accusandolo di "abuso geopolitico". In pratica, secondo l'opposizione, Orban starebbe sbilanciando eccessivamente l'Ungheria verso Oriente, indicando con questo termine generico due nazioni precise: la Russia e Cina.
    Con la Russia, in particolare, Orban ha firmato un accordo per potenziare la centrale nucleare di Paks (l'unica centrale dell'Ungheria). Inoltre, in occasione delle sanzioni contro la Russia, il primo ministro ungherese ha detto: "L'Europa si è tirata la zappa sui piedi da sola". A ciò si aggiunge il fatto che Orban è più vicino a Putin che all'Ue per ciò che riguarda le questioni di morale (entrambi sono difensori di quelli che Benedetto XVI chiamò "valori non negoziabili").
    Per quanto riguarda la Cina, invece, l'Ungheria rappresenta un centro economico strategico (la repubblica popolare cinese investe all'incirca 3 miliardi di dollari in Serbia e Ungheria).
    La posizione ungherese va ovviamente ad intaccare non solo gli interessi dell'Ue, ma anche - e soprattutto - quelli degli Usa. Recentemente, è successo un fatto singolare, che però ci aiuta a comprendere quali siano i (cattivi) rapporti che intercorrono tra Ungheria e America. Il "falco" McCain ha per esempio detto che l'Ungheria è "un paese importante" in cui però Orban ha accentrato troppo potere. E alle parole non sono tardati i fatti: a sei uomini ungheresi vicini a Orban è stato vietato di entrare negli Usa. Un piccolo assaggio di quello che potrebbe accadere se l'Ungheria continuerà ad avvicinarsi a Putin.
    Ungheria, Cina e Russia. Il triangolo che non piace agli Stati Uniti d'America - IlGiornale.it


 

 
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