Il genocidio è lo scopo. Dichiarato.
Maurizio Blondet 20 Novembre 2023
Ieri su “Yediot Akhronot” l’ex generale IDF Ghiora Eiland: “La via per vincere la guerra più rapidamente per noi richiede il collasso di tutti i sistemi dall’altra parte e non solo l’uccisione di militanti di Hamas. La comunità internazionale ci avverte del pericolo di una crisi umanitaria a Gaza e del pericolo di epidemie gravi.
Non dobbiamo farci intimidire. Epidemie nel sud di Gaza avvicineranno la vittoria e ridurranno le perdite di Tzahal.
E no, non è crudeltà per sé, perché la sofferenza dell’altra parte non è un fine, ma solo un mezzo. Possono interrompere la sofferenza con la resa. Sinwar non si arrenderà, ma non c’è motivo per cui altri leader non lo facciano, quando finiranno la benzina, l’acqua e quando le epidemie arriveranno da loro e quando le vite dei loro famigliari saranno in pericolo.
Il governo israeliano deve essere molto più duro di fronte agli americani, almeno per dire la seguente cosa: fino a che non saranno restituiti tutti gli ostaggi, non richiedeteci pause umanitarie.”
generale Giora Eilan. ,con queste parole concorda il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich.
“Non dobbiamo assolutamente accettare la narrativa che ci ‘permette’ di combattere solo i militanti di Hamas invece di fare la cosa giusta,combattere l’intero sistema, perché è il collasso civile che accelererà la fine della guerra ,” ha scritto il ministro su internet. ♦️Gli israeliani cinicamente compiono un genocidio e lo rivendicano.
https://twitter.com/Secchicandi2/sta...-dichiarato%2F
https://twitter.com/i/status/1726605084140916864
Toccherà anche alle chiese. QAAnzi, già cpoomincia:
A Gerusalemme, i coloni israeliani stanno espropriando le proprietà dei cristiani armeni: il quartiere armeno ha origine nel IV secolo.
Gli israeliani vorrebbero costruire un hotel di lusso.
“Dall’anno scorso a quest’anno, prima che scoppiasse la guerra a Gaza, tutti i cristiani (cattolici, ortodossi, copti, armeni, protestanti) sono stati oggetto di continue e pesanti provocazioni, episodi aggressivi, profanazioni a chiese e danneggiamenti ad altri luoghi sacri.
Statue di madonne fracassate a bastonate, sputi e offese a preti di passaggio, ostacoli vari e molestie continue”
Israele sta facendo pulizia religiosa.
A Gerusalemme, i coloni israeliani stanno espropriando le proprietà dei cristiani armeni: il quartiere armeno ha origine nel IV secolo.
Gli israeliani vorrebbero costruire un hotel di lusso.
“Dall’anno scorso a quest’anno, prima che scoppiasse la guerra a Gaza, tutti i cristiani (cattolici, ortodossi, copti, armeni, protestanti) sono stati oggetto di continue e pesanti provocazioni, episodi aggressivi, profanazioni a chiese e danneggiamenti ad altri luoghi sacri.
Statue di madonne fracassate a bastonate, sputi e offese a preti di passaggio, ostacoli vari e molestie continue”
Israele sta facendo pulizia etnica. L’obbligo di rispettare le minoaranze religiose ed “inclusivi” con gli islamici vige solo per noi animali parlanti.
https://twitter.com/Lukyluke311/stat...-dichiarato%2F
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Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Israele ha ucciso tre dottori di Medici Senza Frontiere. Deliberatamente.
Maurizio Blondet 21 Novembre 2023
Israele aveva ricevuto ancora ieri le informazioni circa le attività svolte dai medici e le coordinate della struttura. Le ha usate per assassinarli
Il comunicato dellaONG:
Siamo inorriditi dall’uccisione di due nostre medici, il dottor Mahmoud Abu Nujaila e il dottor Ahmad Al Sahar, e di un terzo medico, il dottor Ziad Al-Tatari, a seguito di un attacco all’ospedale di Al Awda, uno degli ultimi ospedali funzionanti nel nord della Striscia di Gaza. Il nostro pensiero va alle loro famiglie e a tutti i colleghi in lutto per la loro morte.
Uccisi due medici di MSF in un attacco
Il dottor Abu Nujaila e il dottor Al Sahar si trovavano nella struttura quando è stata colpita al terzo e al quarto piano. Anche altro personale medico, compreso il nostro, è rimasto gravemente ferito. Abbiamo regolarmente informato le parti in conflitto che l’Al Awda era un ospedale funzionante e sulla presenza di suoi operatori all’interno della struttura. Anche le coordinate GPS sono state condivise ieri con le autorità israeliane.
Condanniamo questo attacco con la massima fermezza e chiediamo ancora una volta il rispetto e la protezione delle strutture mediche, del personale e dei pazienti.
In questo momento, più di 200 pazienti sono ancora all’ospedale di Al Awda senza poter ricevere le cure di cui hanno bisogno. Questi pazienti devono essere evacuati immediatamente e in sicurezza in altri ospedali ancora funzionanti, sebbene da ottobre tutti gli ospedali di Gaza stiano lavorando oltre le loro capacità a causa della carenza di forniture, degli attacchi e del carico di lavoro estremamente elevato.
Questo è l’ennesimo incidente che ha colpito il nostro personale negli ultimi giorni. I nostri colleghi, che assistono centinaia di pazienti a Gaza, stanno affrontando momenti estremamente difficili per fornire le poche cure mediche che possono. È estremamente tragico vedere medici uccisi accanto ai letti degli ospedali e questo deve finire subito.
Gli attacchi alle strutture mediche sono una grave violazione del diritto internazionale umanitario e nelle ultime settimane sono diventati sistematici.
Ribadiamo il nostro appello per un immediato cessate il fuoco a Gaza, ora più che mai, per la fine dell’assedio e per la protezione delle strutture sanitarie e del personale medico.
Dopo le moschee, bombe alle chiese
https://www.maurizioblondet.it/wp-co...620770.mp4?_=1
Questa non a GAza, ma nel Libano del Sud
Lunedì l’esercito israeliano ha colpito una chiesa nel sud del Libano con proiettili di artiglieria, provocando danni significativi all’edificio della chiesa. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale libanese NNA ,
l’esercito israeliano ha colpito la chiesa di San Giorgio nella città di Yaroun, nel sud del Libano, vicino al confine
Non sono stati segnalati feriti nel bombardamento israeliano della Chiesa cattolica melchita (greca), una chiesa cattolica orientale. Ha detto anche NNA
diverse aree nel sud del Libano sono finite sotto il fuoco israeliano di carri armati, aerei da combattimento ed elicotteri, compreso un attacco alla casa del parlamentare libanese, Qabalan Qabalan, che è uno stretto alleato di Hezbollah.
L’Occidente è collettivamente responsabile del genocidio israeliano a Gaza
di Ramzy Baroud
Il 20 ottobre, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si trovava sul lato egiziano del valico di Rafah, tra l’Egitto e la Gaza assediata.
Guterres non è stata l’unica figura internazionale a recarsi al confine di Gaza, sperando di mobilitare la comunità internazionale di fronte al genocidio in corso, in una Striscia già impoverita e assediata.
“Dietro queste mura, abbiamo due milioni di persone che soffrono (sic) enormemente”, ha detto Guterres.
Questi sforzi, tuttavia, hanno dato pochi frutti.
Il portavoce del Ministero della Sanità a Gaza, Ashraf al-Qudra, ha affermato in una dichiarazione del 24 ottobre che il flusso di aiuti umanitari a Gaza è “troppo lento per cambiare la realtà” sul campo.
Ciò significa che i dibattiti apparentemente infiniti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, le risoluzioni dell’Assemblea Generale e gli appelli all’azione hanno fatto ben poco per modificare in modo significativo la tragica situazione di Gaza.
Ciò solleva la domanda: a che servono gli elaborati sistemi politici, umanitari e legali internazionali, se non sono in grado di fermare, o addirittura rallentare un genocidio che viene trasmesso in diretta sugli schermi televisivi di tutto il mondo?
Nei genocidi precedenti, siano essi quelli che accompagnarono le Grandi Guerre o quello del Ruanda nel 1994, furono offerte varie giustificazioni per spiegare la mancanza di azioni immediate. In alcuni casi non esistevano Convenzioni di Ginevra e, come in Ruanda, molti si dichiaravano ignoranti.
Ma a Gaza nessuna scusa è accettabile. Ogni testata giornalistica internazionale ha corrispondenti o è presente nella Striscia. Centinaia di giornalisti, reporter, blogger, fotografi e cameraman documentano e contano ogni evento, ogni massacro e ogni bomba sganciata sulle case dei civili. È importante qui notare che decine di giornalisti sono già stati uccisi negli attacchi israeliani.
Approssimazioni scientifiche ci dicono , ad esempio, che quasi 25.000 tonnellate di esplosivo sono state sganciate su Gaza da Israele nei primi 27 giorni di guerra. Equivale a due bombe atomiche, come quelle sganciate dagli Stati Uniti su Hiroshima e Nagasaki nel 1945.
Quando il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tentato insensibilmente di mettere in discussione il numero dei morti palestinesi, il personale medico di Gaza, costretto a eseguire interventi chirurgici salvavita sui terreni sporchi degli ospedali, si è preso il tempo per dimostrargli che si sbagliava. Il 26 ottobre hanno prodotto un elenco contenente i nomi di 6.747 vittime palestinesi uccise nei primi 19 giorni di guerra.
Da allora migliaia di persone sono state uccise e ferite, eppure Washington e i suoi alleati occidentali insistono sul fatto che “Israele ha il diritto di difendersi” anche se ciò avviene a spese di un’intera nazione.
Gli israeliani non mascherano in alcun modo la loro lingua. Il New York Times ha riferito il 30 ottobre che “nelle conversazioni private con le controparti americane, i funzionari israeliani hanno fatto riferimento a come gli Stati Uniti e altre potenze alleate ricorsero a bombardamenti devastanti in Germania e Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale… per cercare di sconfiggere quei paesi”. Pochi giorni dopo, il ministro israeliano Amichai… ha dichiarato apertamente che bombardare Gaza è un’opzione nella guerra genocida del suo paese contro il popolo palestinese.
Il giorno in cui è apparso il rapporto del NYT, Karim Khan, il procuratore della Corte penale internazionale (CPI, quello che ha incriminato Putin…), è arrivato sul lato egiziano del confine di Rafah.
Usava ancora lo stesso linguaggio cauto, come per non offendere la sensibilità di Israele e dei suoi alleati occidentali. “I crimini presumibilmente commessi in entrambi i luoghi devono essere esaminati”, ha detto , riferendosi sia a Israele che a Gaza.
Si potrebbe scusare Khan sostenendo che il gergo legale deve essere trattenuto fino a quando non verrà condotta un’indagine approfondita. Ma raramente vengono condotte indagini approfondite quando si tratta di crimini israeliani a Gaza o in qualsiasi altra parte della Palestina.
Quando viene condotta un’indagine, i giudici internazionali si ritrovano spesso accusati da Stati Uniti e Israele di parzialità o, peggio, di antisemitismo. Nel caso dell’indagine condotta da uno stimato giudice sudafricano, Richard Goldstone nel 2009, l’uomo è stato costretto a ritrattare parte del suo rapporto.
Khan lo sa troppo bene perché attualmente è seduto su un ampio e crescente dossier di crimini di guerra israeliani in Palestina, insistendo nel ritardare la procedura con varie scuse. Ovviamente, gli Stati Uniti non vedono di buon occhio i giudici della CPI che portano avanti casi di crimini di guerra contro Israele. Le sanzioni anti-CPI imposte dall’amministrazione Trump nel 2020 ne sono un esempio.
Molti funzionari delle istituzioni occidentali stanno diventando consapevoli di questa ipocrisia. Il 28 ottobre, Craig Mokhiber si è dimesso dalla carica di direttore dell’ufficio di New York dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani per protestare contro il fallimento delle Nazioni Unite nel fermare “un genocidio che si sta svolgendo davanti ai nostri occhi a Gaza”.
Il 20 ottobre, circa 850 membri dello staff dell’UE hanno firmato una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, criticando il suo “sostegno incondizionato” a Israele.
La lettera era educata e diplomatica, considerando l’orrendo fallimento morale di Von der Leyen, soprattutto se il suo approccio entusiasta alla guerra russa in Ucraina viene paragonato al suo cieco sostegno ai crimini israeliani a Gaza. “Solo se riconosciamo il dolore di Israele e il suo diritto a difendersi, avremo la credibilità per dire che Israele dovrebbe reagire… in linea con il diritto umanitario internazionale”, ha affermato .
Il Comitato Olimpico Internazionale, che insiste sulla separazione tra politica e sport, non ha problemi a intromettersi nella politica quando il nemico è un palestinese.
Il CIO ha rilasciato una dichiarazione il 1° novembre, avvertendo qualsiasi partecipante alle Olimpiadi di Parigi, previste per il 2024, di intraprendere qualsiasi “comportamento discriminatorio” contro gli atleti israeliani, perché “gli atleti non possono essere ritenuti responsabili delle azioni dei loro governi”.
La parola “ipocrisia” qui non inizia nemmeno a descrivere ciò che sta accadendo, e le ripercussioni di questo fallimento morale si faranno sentire in tutto il mondo negli anni a venire. Non dovrebbe mai più essere consentito all’Occidente di svolgere il ruolo di mediatore, di politico imparziale, di giudice o addirittura di umanitario egoista.
Questa non è una conclusione difficile da raggiungere. Gaza è stata trasformata in una Hiroshima a seguito delle bombe occidentali e dell’assegno politico in bianco consegnato a Israele dai governi e dai leader occidentali fin dall’inizio della guerra, 75 anni prima.
Niente potrà mai alterare questo fatto, e nessuna futura dichiarazione “dai termini forti” aiuterà mai l’Occidente a riscattare il suo fallimento morale collettivo.
Il dottor Ramzy Baroud è un giornalista, autore e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, co-edito con Ilan Pappé, è La nostra visione per la liberazione : leader e intellettuali palestinesi impegnati parlano apertamente . I suoi altri libri includono Mio padre era un combattente per la libertà e L’ultima terra . Baroud è un ricercatore senior non residente presso il Center for Islam and Global Affairs (CIGA). Il suo sito web è www.ramzybaroud.net .
https://www.maurizioblondet.it/israe...liberatamente/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.
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Conversazione
Veleno Q.B.
@Veleno_Q_B
La portavoce del Ministero degli Affari Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato il video con Lindsey Graham:
"Il senatore americano della Carolina del Sud Lindsey Graham ha detto con un sorrisetto soddisfatto durante l'incontro con Zelensky: "I russi stanno morendo. Non abbiamo mai speso così bene i soldi".
Durante il Tribunale di Norimberga, il ministro dell'Economia della Germania nazista, Hjalmar Schacht, dichiarò che la sponsorizzazione del Terzo Reich proveniva anche dall'estero e fece il nome delle due più grandi aziende americane: Ford e General Motors. Fu fatto un patto tacito con lui: libertà in cambio di silenzio. Nonostante le proteste dei rappresentanti sovietici, fu rilasciato e visse fino a 93 anni.
Vi ricordo che l'incarnazione del sogno americano, lo stesso leggendario Henry Ford, fu insignito della Gran Croce dell'Ordine al Merito dell'Aquila Tedesca. Le sue fabbriche in Germania non solo producevano fino a 70 mila camion all'anno per le esigenze della Wehrmacht, ma utilizzavano anche la manodopera dei prigionieri, anche di Auschwitz, per questo.
E l'icona tedesca dell'industria automobilistica, la Opel, apparteneva alla... General Motors. Il ricercatore Bradford Snell descrive il ruolo della società come segue: "La General Motors era molto più importante per la macchina da guerra nazista delle banche svizzere. La Svizzera era solo un deposito di denaro rubato. La General Motors era parte integrante dello sforzo bellico tedesco. Il Terzo Reich avrebbe potuto invadere la Polonia e la Russia (URSS) senza l'aiuto della Svizzera. Ma non avrebbe potuto farlo senza l'aiuto della General Motors.
L'azienda Kodak, nel suo stabilimento in Germania, produceva spolette per le bombe aeree, non disdegnando di utilizzare anche la manodopera dei prigionieri di guerra.
Lo stabilimento della Coca-Cola a Colonia, anche prima della sua nazionalizzazione da parte del governo tedesco, forniva regolarmente bibite ai soldati tedeschi. E la famosa "Fanta" fu inventata proprio dai nazisti.
Il gigante petrolifero Standard Oil, attraverso le sue campagne sussidiarie, aiutò Hitler con la carenza di prodotti petroliferi, partecipando alla gomma sintetica e ai carburanti sintetici. E l'IBM, amata dagli informatici di tutto il mondo, produsse per i nazisti dispositivi di contabilità e controllo, anche per la produzione di petrolio. Tra l'altro, le apparecchiature di questa azienda aiutavano a tenere traccia degli orari dei treni per i campi di sterminio...
E non possiamo non citare le banche: Anche la JPMorgan Chase & Co. e poi la Chase National Bank, attraverso le quali venivano effettuate transazioni multimiliardarie e Berlino aveva la possibilità di acquistare dollari e di effettuare transazioni finanziarie all'estero. La "Chase" ha collaborato con la banca tedesca "Alliance" anche in questioni come... l'assicurazione dei beni e della vita delle guardie dei campi di concentramento del Terzo Reich".
Il senatore Graham ha sicuramente materiale per fare paragoni. Uno dei loro investimenti ha portato alla Seconda Guerra Mondiale e all'Olocausto.
Ora, miliardi di dollari americani si riversano nell'insaziabile gola del regime neonazista di Kiev. A questo proposito, vorrei ricordare ai senatori e a tutti i beneficiari americani come è finita la precedente avventura".
Israele: il genocidio non fa bene all’ economia
Maurizio Blondet 23 Novembre 2023
Cifre dall’israeliano Channel 12, che le ha sapute da fonti del governo
350.000 persone degli 8 milioni di abitanti di Israele sono fuggite dal Paese in un mese. Lavoratori qualificati. Sion era tutto un fiorire di start-up di successo..
Il deficit di bilancio è salito al 400%.
Lo shekel è sceso del 15%.
Le azioni delle cinque maggiori banche israeliane sono scese di oltre il 20%.
Cinquantamila lavoratori stranieri hanno lasciato il Paese. Anche il turismo si è fermato del tutto.
La carenza di manodopera, già rilevante prima, è aumentata dopo la mobilitazione.
Un altro milione di israeliani è fuggito dalle proprie case o è costretto a rimanere vicino ai rifugi e lontano dalle attività economiche a causa del rischio di conflitto.
Dall’operazione Al-Aqsa Flood guidata da Hamas , il regime sionista ha richiamato più di 360.000 soldati a dir poco; Ma questo ha imposto un prezzo pesante a questo regime; Dai loro stipendi mensili di 1,3 miliardi di dollari alla chiusura delle attività economiche perché queste forze di sicurezza hanno abbandonato il lavoro a causa della guerra. A questo costo si aggiungono gli stipendi dei soldati dell’esercito occupante : ogni soldato delle forze di sicurezza riceve mille shekel al giorno. A ciò si aggiungono i costi delle ore di volo, del carburante, del cibo e delle munizioni militari.
Ci dev’essere anche un problema di diserzione di massa, visto che
️ I media israeliani hanno riferito: “A partire dal 1° dicembre, l’esercito rafforzerà le misure di sanzioni per coloro che fuggono dal servizio militare e non si uniscono alla propria unità due mesi dopo lo scoppio della guerra”.
Hanno aggiunto: “La pena dovrebbe variare da uno a tre giorni di carcere per ogni giorno di assenza, rispetto ai periodi di detenzione più brevi del passato. In un momento in cui oggi nell’esercito israeliano ci sono duemila soldati che hanno disertato, la maggior parte dei quali provengono dall’esercito regolare, e la maggior parte dei quali sono fuggiti nel periodo precedente il 7 ottobre, e centinaia di riservisti non sono entrati in servizio .
In un contesto simile, un soldato di riserva in servizio nel nord ha detto a Channel 12: “Soffriamo per la mancanza di cibo e attrezzature. Dormiamo in coperte e ambulanze per combattere il freddo, e senza donazioni saremmo in una situazione molto difficile”. (in fondo quasi tutti hanno una doppia nazionalittà..e alte e desiderate qualifiche.)
Hezbollah ha pubblicato un grafico che mostra le perdite dell’esercito di occupazione israeliano al confine libanese-palestinese durante 46 giorni di operazioni della Resistenza islamica libanese “sulla via di Al-Quds”.
Perdite dell’esercito occupante israeliano tra l’8 ottobre 2023 e il 22 novembre 2023:
170 telecamere
40 siti militari colpiti 275 volte
21 sistemi di disturbo
5 colonie bombardate
47 radar
3 droni
77 sistemi di comunicazione
21 veicoli blindati
35 sistemi di intelligence
Evacuazione di 43 insediamenti che ospitano 70.000 coloni.
Perdite umane: più di 354 occupanti israeliani uccisi o feriti
15 Posizioni di dispiegamento militare
https://www.maurizioblondet.it/israe...-all-economia/
Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
Tacito, Agricola, 30/32.