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Discussione: Geopolitica

  1. #2531
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Miriano: "C'è l'Onu che elargisce aiuti ai Paesi poveri per sì all'aborto e teoria del gender, ma c'è chi resiste"
    di Marco Guerra
    “Lezione di civiltà all’occidente che ha perso il contatto con la realtà”. Così Costanza Miriano, giornalista Rai, ha commentato su IntelligoNews il voto contrario dei Paesi europei – Italia compresa – ad una risoluzione Onu, passata a maggioranza, che difende la famiglia “come elemento naturale della società” e i diritti e il benessere dei bambini. Le ragioni del voto contrario sono legate al fatto che nella risoluzione non si faceva riferimento alle altre "opzioni di famiglia"...
    Allora siamo alle solite, l’Europa e i Paesi occidentali hanno problemi perfino a riconoscere il valore della famiglia?
    “Con un voto a maggioranza, si sono fatti sentire i Paesi fuori dal blocco occidentale, sul cui voto hanno influito le lobby del pensiero debole del politicamente corretto. Sono convinta infatti che anche nei Paesi europei e nord-americani la maggioranza della popolazione ritenga fondamentale la difesa della famiglia naturale per la crescita sana di ogni individuo, basta vedere le reazioni di sdegno alla foto – che ha fatto il giro del mondo – della coppia di due omosessuali che abbracciano un neonato immediatamente dopo il parto”.
    In effetti la foto è stata presentata da tutti i media come una sorta di conquista del progresso, ma leggendo i commenti postati dalla gente si è visto come il pensiero fosse totalmente di segno opposto. Assistiamo alla propaganda delle lobby?
    “Hanno un modo molto violento e aggressivo di sostenere le loro tesi, poiché non si può fare altrimenti se si va contro l’evidenza dei fatti. Quindi per andare contro la realtà della natura bisogna togliere la libertà di parola con la legge Scalfarotto e lavorare in ogni modo contro la verità che dice che una vita è generata da un uomo e da una donna. Così come è evidente che un bambino cresce in un ambiente più sano se può godere dell’unione stabile di un padre e di una madre. Quella foto in realtà è l’emblema di tanti drammi personali: in primis quello di un bambino che non sarà mai allattato dalla madre e quello di una donna che per motivi economici ha prestato il proprio utero ad una gravidanza surrogata”.
    In occidente però si registra l’eccezione della Russia…
    “Meno male che c’è Putin! Il presidente russo contrasta decisamente le lobby gay”.
    Perché i media garantiscono il massimo sforzo in favore delle battaglie degli omosessuali?
    “Le lobby hanno tanto potere nelle direzioni delle testate giornalistiche. Alcuni colleghi appartengono a questi apparati etero-diretti e altri, invece, sono semplicemente troppo pigri per opporsi al pensiero unico dominante. Quindi un giornalista che fa un pezzo sul gay pride inevitabilmente finisce per parlare in favore dei cosiddetti diritti civili rivendicati dai gay”.
    Tornando alla fattispecie del voto all’Onu, possiamo affermare che malgrado tutte le contraddizioni e difficoltà che vivono i Paesi hanno mostrato una certa fermezza in tema di valori non negoziabili…
    “Un cardinale di ritorno dal Burkina Faso mi ha raccontato che l’Onu in cambio dell’elargizione di aiuti economici spesso cerca d’imporre a vari Paesi l'aborto e l'ideologia del gender. Tuttavia la maggioranza sembra resistere a queste spinte”.
    Miriano: "C'è l'Onu che elargisce aiuti ai Paesi poveri per sì all'aborto e teoria del gender, ma c'è chi resiste" - IntelligoNews - quotidiano indipendente di informazione


    Russia: orario lavorativo agevolato per le donne
    Cosi la Russia cerca di dare un altro aiuto alle famiglie
    Le autorità russe intendono proporre una riforma del lavoro femminile, che prevede la diminuzione dell’orario di lavoro nei venerdì per le impiegate. Vladimir Slepak, capo della Commissione consultiva sulle politiche sociali, parlando al Moscow Times ha dichiarato che «oggi le donne – specialmente quelle con famiglie numerose – hanno bisogno di più tempo per provvedere alla buona educazione dei figli e per dedicarsi ai problemi domestici. Per di più in tempo di crisi, coi prezzi del cibo in aumento etc.».
    A queste parole hanno fatto eco quelle di Vladimir Ryazansky, capo della Commissione del consiglio federale sulle politiche sociali: «Non c’è neanche bisogno di dire che un calendario di lavoro intenso è difficile da affrontare per una donna. Un calendario più flessibile sarebbe quindi del tutto appropriato».
    La proposta è arrivata dopo che ai primi di maggio i governatori della regione di Kemerovo e della Buriazia hanno approvato la riduzione delle ore di lavoro del venerdì per le donne nel settore pubblico. Slepak ha detto di voler ora presentare la proposta alla alle camere del parlamento russo – la Duma e il Consiglio federale – perché «le famiglie hanno bisogno di sostegno».
    Russia: orario lavorativo agevolato per le donne | Azione Tradizionale



  2. #2532
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Pechino cambia strategia: ?Cinesi, potete fare due figli? - La Stampa

    Pechino cambia strategia: “Cinesi, potete fare due figli”
    Troppi anziani e forza lavoro in calo: addio al controllo delle nascite

    Poche politiche governative cinesi sono state più detestate di quella «del figlio unico». Trentacinque anni dopo l’emanazione delle norme di controllo delle nascite - che sarebbero la causa di milioni di aborti forzati e abusi sulle donne -, la Cina sarebbe sul punto di introdurre la politica «dei due figli». Il nuovo regolamento potrebbe entrare in vigore già alla fine dell’anno. Cambio di rotta Finora la politica del figlio unico ha evitato 400 milioni di nascite.

    Questa è una combinazione a livello di continenti.
    Il 30 agosto del 2004 sul giornale La Repubblica vi era un piccolo trafiletto (cm. 3 per cm.12) intitolato.
    “””Presto in italia 40 milioni di Cinesi”””.

    In esso si riferiva che il vice ministro di allora Adolfo Urso aveva firmato l'ottobre precedente un accordo europeo con la Cina sotto la presidenza italiana della UE, in occasione della visita di Berlusconi a Pechino, che 80 milioni di cinesi possono avere all'anno il permesso turistico per l'Europa (metà per l'italia).

    Ossia in qualsiasi momento vi è l'autorizzazione per l'invasione e l'occupazione gialla mascherata da turismo.
    Ma adesso pare che i Cinesi siano battuti.

    Navi europee di diversi Stati navigano nel Mediterraneo e giornalmente imbarcano migliaia di Africani.

    Se la Cina non si muove l'Europa presto diventerà nera.

    Se la Cina aspetta che vengano maggiorenni quei suoi cittadini che nasceranno in più con l'abolizione della restrizione delle nascite, ha perso il tram.
    Oggi l'italia è un laboratorio di come si possa incamerare migliaia di stranieri capillarmente.

    La Cina sta perdendo, non ha più la sicurezza del suo disegno imperiale.
    Se crede di dominare il mondo con il possesso di carta stampata a colori si illude.

    l'Europa con mille euro al mese si compra gli Africani.
    O si taglia o il caos

  3. #2533
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    Predefinito Re: Rif: Geopolitica

    L’intervista. De Benoist: “La superpotenza Usa la soppressione delle radici e l’Europa”
    Nicholas Gauthier
    Dopo la caduta del muro di Berlino, gli Stati Uniti sono diventati una “superpotenza”. Dove è ora la potente America tra crisi finanziarie e guerre irregolari?
    Il dibattito sul “declino americano” è stato lanciato negli Stati Uniti alla fine del 1980 da Paul Kennedy, il cui libro Ascesa e declino delle grandi potenze è ormai famoso in tutto il mondo. Molti di coloro che condividono il suo punto di vista ragionano a partire dall’adagio secondo il quale “ogni Impero morirà”. Gli Stati Uniti non hanno mai creato un vero impero, ma una zona di influenza, che non è la stessa cosa. Gli alleati sono considerati come vassalli, i nemici come figure del male (l’ultimo in ordine di tempo Vladimir Putin). In questi ultimi anni, la crescita in potenza dei paesi emergenti, a cominciare dalla Cina, il bilancio catastrofico delle guerre in Iraq e in Afghanistan, l’indebolimento del sistema del dollaro, oggi apertamente contestato dai cinesi e dai russi, l’accumulo di deficit, di un’ampiezza mai vista prima, o l’evoluzione demografica (la popolazione di origine europea non rappresenta già più che una minoranza delle nascite), ha dato un certo credito a questa tesi. Detto ciò, gli Stati Uniti sono ancora la potenza principale del mondo, soprattutto perché la mondializzazione ha creato un ambiente favorevole allo sviluppo del loro “soft power”, teorizzato nel 1990 da Joseph Nye in Bound to lead (Costretti a comandare, ndt).
    Il fatto che l’America del Nord sia la sola nazione al mondo ad essere nata a seguito di un genocidio può spiegare la sua psicologia così specifica e l’idea che certi Americani possano realizzarsi in questo “destino particolare”?
    Io ho piuttosto l’impressione che, al contrario, sia questa psicologia che spiega lo sterminio metodico degli Indiani. La mentalità americana è segnata da una concezione economica e commerciale del mondo per l’onnipresenza dei valori biblici e per l’ottimismo tecnico. Gli Stati Uniti hanno una storia breve, che si confonde con la modernità; la civiltà americana è una civiltà che si dispiega nello spazio più che svolgersi nel tempo. Durante la loro breve storia, gli Stati Uniti non hanno conosciuto che un solo grande modello politico, praticamente invariato dalle origini – da cui deriva il loro conformismo (Céline, nel 1925, parlò della “opprimente scipitezza dello spirito degli Stati Uniti d’America”). Il pensiero dei Padri Fondatori è nell’essenziale ispirato dalla filosofia dell’Illuminismo, che implica il contrattualismo, il linguaggio dei diritti e la fede nel progresso. Christopher Lasch ha detto a giusto titolo che “negli Stati Uniti, la soppressione delle radici è sempre stata percepita come la condizione essenziale per l’aumento delle libertà.” Gli Stati Uniti sono nati dal desiderio di rottura con l’Europa. Tocqueville scrisse: “Le passioni che agitano gli Americani sono passioni commerciali, non passioni politiche. Trasportano nella politica le abitudini del commercio”. La “democrazia in America” non è che il regno di un’oligarchia finanziaria.
    Ma i primi immigrati intendevano creare una nuova società che fosse in grado di rigenerare l’umanità intera. Volevano fondare una nuova Terra promessa che avrebbe potuto diventare il modello di una Repubblica universale. Questo tema biblico, che è al centro del pensiero puritano, ritorna come un leitmotiv in tutta la storia degli Stati Uniti. Costituisce il fondamento della “religione civile” e dell'”eccezionalismo” americano. Dal 1823, James Monroe pose sotto il segno della Provvidenza la prima dottrina americana in materia di politica estera. Interventisti o isolazionisti, in pratica tutti i suoi successori hanno adottato lo stesso approccio. Ed è anche la teologia puritana del “Patto” che ispira la dottrina del “destino manifesto” (Manifest destiny) annunciato da John O’Sullivan nel 1839: “La nazione fra le nazioni è destinata a manifestare all’umanità l’eccellenza dei principii divini […] E’ per questa missione divina accanto alle nazioni del mondo che l’America è stata scelta”. In altre parole, se Dio ha scelto di favorire gli Americani, loro hanno allo stesso tempo il diritto di convertire gli altri popoli al loro modo di essere, che è necessariamente il migliore.
    Le “Relazioni internazionali” non significano niente altro che la diffusione su scala globale del sistema di vita americano. Rappresentando il modello alla perfezione, gli americani non hanno bisogno di conoscere gli altri. Sta agli altri adottare il loro modo di agire. Non ci si può stupire, in queste condizioni, che le delusioni degli Stati Uniti nella politica estera spesso derivano dalla loro incapacità di immaginare che altri popoli possano pensare in modo diverso da loro. In effetti, per molti Americani, il mondo esterno (il “resto del mondo”) semplicemente non esiste, o piuttosto non esiste nella misura in cui si americanizza, condizione necessaria perché divenga comprensibile.
    Ciò che più sorprende degli Americani è la loro incontestabile capacità di rimbalzo…
    Questa capacità di rimbalzo si spiega con il fatto che gli Americani non hanno stati d’animo sul valore del loro modello, per l’onnipresenza della violenza nella loro cultura, e anche per il fatto che non hanno subito nel XX secolo il salasso abominevole che hanno subito gli Europei. Gli Stati Uniti hanno avuto 117mila morti durante la Prima guerra mondiale (1 milione e 700mila la Francia), 418mila morti durante la Seconda guerra mondiale (almeno nove milioni di morti la Germania), circa 40mila in Vietnam, per un totale di perdite umane minore che durante la guerra di Secessione. Gli Stati Uniti non devono essere sottovalutati, non solo perché le loro risorse sono considerevoli, ma anche perché non hanno perso la loro energia. Nondimeno resta che, come gli Stati Uniti sono nati da un rifiuto dell’Europa, l’Europa non potrà farsi che contro gli Stati Uniti.
    L?intervista. De Benoist: ?La superpotenza Usa la soppressione delle radici e l?Europa? | Barbadillo



    BRICS e SCO becchini degli USA
    Ilija Vakhlakov
    Fino al vertice congiunto delle unione interstatali BRICS e SCO, che si svolge in questi giorni a Ufa, erano tra i pochi club di Stati dagli interessi dissimili e privi di un qualsiasi contenuto specifico. Tuttavia gli attuali progetti su trasporti e finanziari possono vanificare secoli di grande gioco degli USA
    I leader dei Paesi BRICS di volta in volta tengono riunioni congiunte, come i vertici G7, per discutere e agire su un comune messaggio “mondiale”, dimostrando una crescente importanza mondiale, ma non solo. Allo stesso modo, i Capi di Stato dei Paesi della SCO periodicamente comunicano tra loro dichiarando l’impegno a “tutto ciò che va bene contro ogni male”, ma oltre le parole non si andava. Perciò molti osservatori con malcelato stupore hanno visto quest’anno che le due organizzazioni iniziano un ambizioso e concreto sostegno a una revisione integrale della relazione geo-economica mondiale esistente.
    A metà 2015, al vertice di Ufa appare chiaro che BRICS e SCO diventano attori mondiali a pieno titolo e come tali vanno considerati. Questi ambiziosi superprogetti sono in primo luogo la nuova Banca di sviluppo dei BRICS e la riserva valutaria dei Paesi dell’associazione, così come il corridoio dei trasporti ed energetico della “Grande Via della Seta”, facendo della SCO un’influente unione politica ed economica. Nel caso che i promettenti progetti assorbano il traffico transatlantico, la base della globalizzazione attuale e le istituzioni finanziarie prevalentemente pro-USA cadranno nel dimenticatoio, e l’attuale egemone planetario, gli Stati Uniti, sarà finalmente emarginato dal mondo.
    La Nuova Banca di Sviluppo: miliardi per la Russia
    Cos’è la nuova banca di sviluppo? E’ un concorrente diretto degli usurati strumenti finanziari della trans-oligarchia come Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Entrambe tali strutture, controllate da Washington, hanno da tempo cessato di rispondere alla realtà perché non tengono conto del rapido sviluppo dei cosiddetti Paesi del terzo mondo, tra cui l’occidente vedeva i cinque Paesi BRICS. Questi ultimi non hanno alcuna leva sulle vecchie istituzioni finanziarie e non potevano sfruttare al massimo le proprie risorse per i propri progetti. Perciò pochi anni fa, i leader dei cinque Paesi decisero di creare la propria banca, dove essere azionisti con tutti i poteri necessari e l’accesso preferenziale a vere risorse. Da marzo a luglio di quest’anno i cinque Paesi BRICS hanno ratificato la creazione della banca ed entro la fine di quest’anno formeranno il primo pacchetto di progetti per gli investimenti futuri. Formalmente hanno permesso che il capitale della banca ammontasse a “soli” 100 miliardi dollari, ma con l’aiuto dei fondi in prestito su garanzia del fondatore, tale importo potrebbe facilmente aumentare a 300-400 miliardi di dollari. Quindi avviare la net economy: la banca di sviluppo guadagnerebbe miliardi da investimenti redditizi in infrastrutture, ricerca e progetti commerciali nel mondo, ponendo tassi speciali ai prestiti per le iniziative nel BRICS. Per la Russia, una nuova fonte per un facile uso dei fondi sarà cruciale date le sanzioni economiche imposte dall’occidente. Limitare l’accesso ai prestiti esteri a basso costo per un anno ha un impatto negativo su una serie di progetti infrastrutturali nazionali: costruzione di assi stradali e ferroviari e posa di condotte strategiche, scoperta di nuovi giacimenti di petrolio e gas e modernizzazione delle raffinerie. Nel prossimo futuro tutte queste iniziative avranno una solida base finanziaria grazie allo sviluppo della banca in cui la Russia avrà tutti i poteri necessari.
    La Nuova Via della Seta: gli USA emarginati
    La maggior parte dei progetti infrastrutturali russi, senza dubbio, sarà avviata sulla base dei nuovi interessi economici comuni dei Paesi della SCO. Si tratta del corridoio Estremo Oriente – Europa che rinnova la tradizione della Via della Seta medievale. La Cina è il motore ideale, ma la Russia è sempre estremamente importante, in quanto può di nuovo e più equamente integrarsi nell’economia mondiale, tramite partner chiave, con le più importanti arterie dei trasporti nel continente. Come è noto, i corridoi terrestri per centinaia di anni presiedettero agli scambi eurasiatici, e furono emarginati circa 500 anni fa quando gli europei aprirono le rotte marittime. Dopo aver stabilito il suo potere con il controllo delle rotte marittime, la civiltà “atlantica” per mezzo millennio ha dettato la sua volontà su tutti i popoli e neanche oggi è disposta a rinunciare allo status di egemone globale.
    Oggi, tuttavia, il commercio marittimo tra Vecchio Mondo e “tigri” dell’Asia orientale subisce gravi limitazioni. La merce che viaggia da Guangzhou a Rotterdam, su rotte marittime, impiega in media 45-60 giorni, a seconda delle rotte e ridurlo drasticamente è impossibile. Con la realizzazione del progetto della nuova rotta terrestre della Via della Seta, il viaggio di uno stesso volume di merce sul ramo settentrionale, attraverso la Russia, occuperebbe solo 10-12 giorni. Oltre alla velocità, diventa un fattore importante la sicurezza. Negli ultimi anni le comunicazioni marittime sono sempre più oggetto di assalti ed anche di contrattazione geopolitica. Ciò si manifesta in molti modi: dagli attacchi dei pirati al largo delle coste del Corno d’Africa e nello Stretto di Malacca agli scontri diplomatici tra superpotenze su isole contese o sui piani per la costruzione di canali transcontinentali. Problemi gravi potrebbero verificarsi alle linee di approvvigionamento degli idrocarburi dai Paesi del Golfo per tutto il mondo, che sono quasi esclusivamente marittime. Il fenomeno terroristico dello “Stato islamico” (un gruppo vietato dalla Corte Suprema russa) può sconvolgere la regole del gioco, reclamando un proprio ruolo geopolitico in Medio Oriente. Tra l’altro ciò comporterebbe il forte aumento del ruolo del petrolio e del gas russo nel mercato energetico mondiale. Non è un caso, ad esempio, che siano costruiti gasdotti dalla Siberia occidentale e orientale verso la Cina quali elementi di base della futura Via della Seta.
    Le conseguenze della costruzione e dell’ammodernamento del corridoio trans-Eurasia sono difficili da sopravvalutare. Basti dire che il passaggio del vettore degli scambi tra l’Europa e l’Asia agli itinerari terrestri inciderà immediatamente sulla configurazione dell’intero sistema finanziario mondiale ancora basato sul dollaro USA. La Nuova Via della Seta, che collega i produttori di materie prime più grandi del mondo ai principali mercati, rende gli USA semplicemente inutili, e la loro moneta irrilevante. E’ qui che l’Europa occidentale e l’Estremo Oriente potrebbero trovare il “punto di contatto” per un fruttuoso compromesso a lungo termine.
    La Federazione russa è all’avanguardia nel sostegno al mondo multipolare rompendo la morsa dell’ordine tradizionale per cui USA, potenze europee e monarchie del Golfo collaborano. Mosca ora affronta sanzioni economiche e altri aspetti negativi dovuti alle ambizioni geopolitiche di USA e Unione Europea (UE). Tuttavia, la Federazione russa ai primi di luglio di quest’anno ospita BRICS e Shanghai Cooperation Organization (SCO). Ciò significa che Mosca ospiterà nazioni come Brasile, Cina, India, Iran e Sud Africa, insieme a molte altre collegate alla SCO. In effetti, anche il Pakistan dimostra grande interesse per la SCO come altre nazioni dell’Asia centrale ritenute partner essenziali. In altre parole, è evidente che le élite politiche di Mosca ritengono di poter evitare i rapporti negativi con USA e Unione europea grazie alla forza di trazione della Federazione Russa. Allo stesso tempo, la Federazione Russa fa appello ai tradizionali alleati di Washington per via della natura mutevole della geopolitica. Pertanto Paesi come Egitto e Pakistan, e altri, si allontanano dal loro approccio apertamente sbilanciato verso Washington per uno più equilibrato. Infatti, anche se può sembrare che il Giappone sia completamente nel campo degli USA, è altrettanto vero che i leader del Giappone e della Federazione russa condividono diversi rapporti cordiali. Altrettanto importante, le élite politiche di Tokyo sanno bene che relazioni positive con Mosca sono nell’interesse del Giappone. Ciò vale in particolare per gli eventi geopolitici in Asia nordorientale riguardanti penisola coreana e Cina in cui la Federazione Russa è vista come onesta mediatrice. Inoltre, di grande importanza è la questione energetica perché il Giappone non si affida più al Medio Oriente.
    Asian News relaziona su fattori economici affermando: “L’obiettivo è rafforzare la cooperazione finanziaria contrastando il dollaro. Ciò che Cina e Russia già fanno è commerciare in altre valute. In realtà, la borsa di Mosca commercia già i futures in rubli-yuan e la Russia è uno dei tre massimi attori nella Banca di investimenti infrastrutturali asiatici (AIIB) insieme a Cina e India“.
    Le organizzazioni BRICS e SCO giungono in un momento molto opportuno per il Presidente della Federazione Russa Putin, perché mette in luce le sabbie mobili economiche e come Mosca non dipenda dalle potenze occidentali. Altrettanto importante, nonostante le parole del presidente degli USA Obama e di certi leader europei, è chiaro che la Federazione russa è tutt’altro che isolata. I media occidentali nel complesso hanno la possibilità d’immaginare un quadro assai negativo della Federazione Russa di Putin, ma le élite politiche a Mosca si concentrano sul sostegno del mondo multipolare nascente. In effetti, la Federazione russa è fermamente convinta che l’agenda da Guerra Fredda appartenga alle élite di Washington, perché Mosca continua a specificare che è aperta a scambi e colloqui con tutti. Tuttavia, nonostante l’approccio imparziale intrapreso dalla Federazione russa, è comunque evidente che questa nazione rifiuta la camicia di forza occidentale.
    https://aurorasito.wordpress.com/201...ini-degli-usa/


  4. #2534
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Armenia: fallita “color revolution”, l’USAID insulta il suo lacché

    Questa lettera è impagabile. L’ha scritta la signora Karen Hilliard, capo-missione in Armenia dello USAID (l’ente governativo “per lo sviluppo internazionale” ) ad Arthur Sakunts, militante dei diritti dell’uomo, insignito del premio “difensore della libertà” dall’ambasciatore Usa ad Erevan, nonché presidente della “Helsinki Citizen’s Assembly” di Vanazdor, una ong nata “spontaneamente dalla società civile” che denuncia in gran conferenze stampa la brutalità della polizia, ed organizza raduni e manifestazioni contro il governo che viola i diritti umani.

    Helsinki Citizens' Assembly Vanadzor Office

    In altre e meno orwelliane parole, Sakunts è uno a cui gli americani hanno affidato una parte centrale nella “rivoluzione colorata” che hanno innescato in Armenia. La cosa è cominciata il 19 giugno, con una manifestazione di protesta per il rincari delle bollette elettriche. Il presidente Serzh Sargsian si è dichiarato pronto a ricevere una delegazione di manifestanti; quelli hanno rifiutato. Poi ha cancellato gli aumenti; ma la folla si è adunata in continue manifestazioni nella piazza centrale di Yerevan, che si chiama Piazza Libertà. Scontri con la polizia che disperde la folla il 23 . Washington tuona contro “l’eccessivo uso della forza, le voci sulle violenze subite dai fermati”, e si dichiara “turbata dal fatto i giornalisti e i loro materiali sono stati presi di mira in modo particolare”.

    Insomma un serio tentativo di replicare la Maidan dell’Ucraina. Il mostruoso governo stroncatore die diritti umani, storicamente filorusso, andava rimpiazzato da uno aderente ai “nostri valori”.

    La bella impresa s’è però sfiatata quasi subito, come dimostra appunto la furente lettera che la signora Hilliard ha scritto, su carta intestata, al promotore su piazza dei diritti umani.



    Traduco:

    “Caro Mister Sakunts – Le scrivo per esprimere il mio allarme riguardo al calo significativo di dinamismo nelle manifestazioni a Erevan . Nonostante le sue assicurazioni riguardo all’impegno della società civile armena a difendere accanitamente i propri interessi, il numero dei manifestanti diminuisce, l’oratoria inflessibile senza concessioni sta evolvendo in pacifico dialogo col governo, e le richieste politiche sono state abbandonate. E’ chiaro che non siete riuscito ad usare adeguatamente le risorse che vi sono state fornite. I vostri risultati sono mediocri, e l’obbiettivo principale non è stato raggiunto.

    Però riteniamo sia inaccettabile interrompere l’attività su uno qualunque dei settori che abbiamo convenuto, perché ciò potrebbe compromettere lo svolgimento degli avvenimenti pianificati per l’Azerbaijan. Dovete fare tutti gli sforzi per alimentare ogni forma di protesta popolare. Il progetto è la pietra angolare della nostra strategia regionale nel prossimo avvenire. Le sue azioni determineranno la sua futura cooperazione con noi

    Karen R. Hilliard”.


    La signora Hilliard non è affatto contenta di come la causa della democrazia sta avanzando in Armenia. A Washington sono “allarmati” e devono averla sollevata di peso. E lei solleva di peso Sakunts, trattandolo non da decorato militante dei diritti umani e vittima predestinata del mostruoso governo filorusso, bensì come un suo stipendiato incapace e fannullone. Lo minaccia di licenziamento se non si dà da fare. Perché l’innesco della rivoluzione colorata armena è parte integrante di un piano regionale, che comprende l’Azerbaijan.

    L’esasperazione americana è da capire. A maggio è fallita una rivoluzione colorata in Macedonia. Accuratamente preoparata dalla Fondazione Soros, prevedeva, il 17 maggio, una enorme manifestazione di folla contro il governo, a Skopjie, capeggiata dal locale eroe dei diritti umani, il prescelto dall’Occidente Zoran Zaev. Si trattava di eccitare l’indipendentismo della forte minoranza albanese (il 30% della popolazione macedone), che avrebbe dato il “colore” verde-islamico. La cosa è stata mandata a monte da un tragico scontro a fuoco a Kumanovo (al confine col Kosovo) , dove le truppe speciali della polizia hanno sventato un’incursione di “terroristi albanesi”: ammazzandone 14, al prezzo di 8 agenti macedoni ucccisi. E’ subito risultato che gli ammazzati non erano albanesi locali (che non si sono mossi), ma gente del Kosovo Liberation Army, il semicriminale KLA che da sempre è sotto la protezione americana; e difatti i cadaveri sono stati sepolti con onori e in divisa del KLA a Pristina, come eroi. Questo gruppo doveva fare qualcosa di sanguinoso lo stesso giorno in cui il militante dei diritti umani Zaev avrebbe riunito per la sua manifestazione una folla di 70 mila persone ( che doveva essere salutata in anticipo da una delegazione del Partito socialista europeo guidato da Martin Shulz (il kapò) e Matteo Renzi, insieme a McCain): forse questi del KLA dovevano agire come i misteriosi cecchini di piazza Maidan? Il risultato è che, il 18, un enorme numero di macedoni è sceso in piazza, però a sostenere il proprio governo, fra urla e slogan contro “Soros” e la sua “Open Society”, che si capiva aver pagato la spontanea operazione.

    In Macedonia c’era da bloccare il Balkan Stream. In Armenia dal sottrarre a Mosca un alleato strategico, che Mosca ha protetto nei secoli (dai turchi, dagli azeri massacratori); che è membro dello CSTO (Collective Security Treaty Organization (CSTO), del CIS (Commonwealth of Independent States) della Unione doganale eurasiatica. La Russia è il massimo partner commerciale dell’Armenia; 2 milioni di armeni risiedono in Russia, due basi militari russi sono in Armenia.

    Per adesso, il piano è fallito. E due. Adesso vediamo cosa sanno fare in Azerbajian.
    Armenia: fallita ?color revolution?, l?USAID insulta il suo lacché - Rischio Calcolato | Rischio Calcolato

    In Azerbaijan, dove stanno facenco i "giochi europei"

  5. #2535
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    Predefinito Re: Geopolitica

    I giochi a quanto pare sono finiti.
    Male.
    Per gli amerikani.
    Che il loro modo di agire contando sui dollari sia ormai alla frutta?
    Però in Macedonia dopo quei fatti è andata direttamente la Nuland.
    Mi è piaciuta la ong "nata spontaneamente dalla società civile".
    Per quel tale Sakunts vedo bene, visti gli sviluppi, un bel soggiorno a Cuba.
    In quel di Guantanamo.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  6. #2536
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    Predefinito Re: Geopolitica

    L'AEREO CON A BORDO MATRIGNA E SORELLA DI OSAMA BI LADEN PARTITO DA MILANO...

    1 agosto - L'incidente del Phenom 300, precipitato a Blackbushe ieri dopo essere decollato da Milano con a bordo, secondo media sauditi, la sorella e la matrigna di Osama bin Laden, conferma un destino tragico della ricca e potente famiglia del fondatore e leader di al Qaeda. Anche il padre di Osama, Mohammed bin Awad bin Laden, e il fratello Salem Bin Laden infatti sono rimasti uccisi in incidenti aerei. Quando si dice ''le coincidenze''...

    Meno gente c'è in giro che potrebbe raccontare verità scomode e meglio è.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #2537
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    Predefinito Re: Rif: Geopolitica

    La Russia abbatte il golpe furtivo degli USA
    - di Tony Cartalucci –
    Sono tempi duri per l’industria della “rivoluzione colorata” degli USA. Perfezionato in Europa orientale dopo la caduta dell’Unione Sovietica e affinato durante la cosiddetta “primavera araba”, il processo di sovversione di un Paese per rovesciarne il governo con la copertura di proteste di massa inscenate sembra essere finalmente alla fine. Ecco perché negli Stati Uniti non è più possibile nascondere il fatto che dietro a tali proteste, che spesso anche nascondono il ruolo di elementi armati infiltrati segretamente, si dia l’ultima spinta ai governi presi di mira. La nazioni hanno imparato ad identificare, denunciare ed opporsi a tale tattica, e, una volta individuate le contromisure appropriate, l’efficacia dell’assalto travolgente, militare o politico, viene neutralizzata.
    Ciò s’è recentemente visto in Armenia durante le cosiddette proteste “Erevan Elettrica”. Erevan è la capitale dell’Armenia ed “elettrica” è in riferimento alla presunta motivazione dei manifestanti, l’aumento dei prezzi della luce. Le “rivoluzioni colorate” sono sempre iniziate con una motivazione apparentemente legittima, che rapidamente diventava politica scartando molte richieste legittime, le precedenti richieste pratiche, per concentrarsi quasi esclusivamente sul “cambio di regime”. Gli agitatori armeni che guidano Erevan “elettrica” neanche se ne rendono conto, usando la maggior parte del loro slancio iniziale nel tentativo di convincere il mondo che non sono un’altra sommossa appoggiata dagli USA.
    L’azione furtiva degli agitatori
    La prossima generazione di “rivoluzioni colorate” degli USA tenterà di offuscare i legami tra essa e i loro agitatori, nel tentativo di riprendere l’iniziativa strategica mantenendo la massima negazione plausibile. Ma se si osserva bene, scopriranno che per quanto ricorrano a offuscamento e sotterfugi, non potranno nascondere i collegamenti tra il dipartimento di Stato USA e la sua mafia.
    Insieme ai programmi di formazione finanziati per indottrinare gli studenti e creare avvocati e attivisti nelle arti più fini della sedizione, permettendogli di poter gestire per conto proprio le sommosse, gli Stati Uniti ritengono che ci sia sufficiente negazione plausibile per nascondere i legami tra essi e i capi della protesta. Sforzi simili furono fatti a Hong Kong e più recentemente in Thailandia, dove le sommosse apertamente appoggiate dagli USA furono aizzate da elementi addestrati e scatenati dagli agenti degli USA.
    Nonostante questa attenta disposizione, le proteste di “Erevan Elettrica” non hanno mai avuto un peso decisivo. La ragione è semplice: era sospettata di essere appoggiata dagli USA e i loro agenti più evidenti, che alla fine avrebbero dovuto guidare le proteste, non poterono farlo poiché confermarono il sospetto minando il proprio tentativo. Senza che simili agenti agiscano e diano ulteriore sostegno, proteste maggiori sono logisticamente e politicamente impossibili.
    Come abbattere un colpo di Stato furtivo
    I media della Russia influenzano sempre più la scena mondiale, avendo un ruolo essenziale nello smascherare e sventare la destabilizzazione e il rovesciamento del governo in Armenia da parte degli USA. La capacità di essere un passo avanti alla narrazione occidentale e denunciarne gli attori prima che siano sul palco, comporta che la gente sappia già cosa cercare. Quando i manifestanti scesero in piazza e le proteste si trascinavano, ONG e media occidentali le sostenevano confermando gli avvertimenti dei russi. Quando il goffo ed evidente agente USA Pashinjan si presentò, non ci furono dubbi che il prezzo della luce, da vero punto di contesa, veniva utilizzato per creare un più grande, dirompente e in definitiva pericoloso tentativo di cambio di regime eterodiretto.
    Altre nazioni hanno molto da imparare da come la Russia ha sventato questo ultimo tentativo degli USA di proiettare potenza all’estero disturbando la vita di un popolo sovrano a migliaia di miglia di distanza. Grazie a persone semplicemente informate di ciò che davvero succede, seguendo il denaro e denunciando gli attori coinvolti, il popolo dell’Armenia ha deciso da solo se sostenere o meno la sommossa, scegliendo saggiamente di no. Quando l’Armenia adotterà leggi simili a quella della Russia sulle ONG, con obbligo di dichiarare apertamente e quanto spesso ricevono finanziamenti esteri, il popolo valuterà se le sommosse che tali ONG sostengono siano veramente a favore dei loro interessi, o di quelli di Wall Street e Washington.
    La Russia abbatte il golpe furtivo degli USA | Informare per Resistere
    Ultima modifica di Erlembaldo; 05-08-15 alle 00:21

  8. #2538
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    Predefinito Re: Geopolitica

    Altri cuculi in arrivo.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  9. #2539
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    Predefinito Re: Rif: Geopolitica

    Dalle Russie con humour. E un tocco di comicità.
    Maurizio Blondet
    Questo è un pezzo estivo che vuol essere leggero e, una volta tanto, disimpegnato: metto le mani avanti. Tanto più che “Russia” e “senso dell’umorismo” sono sempre stati creduti contraddizioni in termini. Eppure, vengono dalle Russie (intese in senso vasto) notizie che testimoniano di un certo genio comico, balzano e paradossale. Persino in quelle zone lugubri dell’Ucrtaina travolta dalla guerra civile, arrivano occasioni di fresche risate.
    Da chi vorrebbero esser governati l’84 % degli ucraini?
    La malaugurata domanda l’ha posta ai suoi lettori il sito ucraino Nedelya.com – che, è il caso di precisare, è patriottico, ossia filo-governativo al massimo grado, vantandosi dotato di “coscienza patriottica nazionale” senza pari. Ebbene, adesso che abbiamo la democrazia occidentale, a quale leader – fra quelli del mondo – affidereste la guida del nostro paese?
    Hanno risposto 41.664 lettori. Di questi, l’84% ha decretato: “Putin!”.
    Lukaschenko, l’uomo forte di Bielorussia, è arrivato secondo a distanza: 5%.
    E Poroshenko, il presidente ucraino? L’1% l’ha dichiarato suo leader ideale, a pari merito con Angela Merkel, Marine le Pen, Obama. Superati dal cinese Xi Jinping (2%) e Zhirinovski. Stranamente, il capo del governo, quel Yatseniuk che la signora Nuland chiama familiarmente “Yats”, nemmeno compare nella classifica. Zero, come Timoschenko, Lukaschenko, Kolomoiski (l’oligarca che ha al suo servizio Pravi Sektor).
    Poll: 84% of Ukrainians would entrust Putin with Ukraine | OffGuardian
    La cosa ha suscitato ironici commenti da OffGuardian, un blog “dissidente” di giornalisti d el Guardian. Ammettiamo anche, dicono, che il Kremlino abbia mobilitato i suoi trolls di servizio per cliccare freneticamente sul nome Putin (cosa improbabile, dato che il sito Nedelya non è conosciuto se non in cerchie limitate), ma dove sono i trolls favorevoli a Poroshenko, gli entusiasti di Yats, i fan della Timoschenko, magari anche pagati? “Ciò depone per l’autenticità delle risposta: il fatto che nessuno – nessuno! – dei leader ucraini strappa alcun rispetto, gratitudine o amore, anzi sono tutti disprezzati. Putin invece riscuote rispetto, magari a denti stretti. Persino in Usa”. E ricordano gli inglesi, che in un sondaggio fatto nel 2013 tra 173 agenzie di stampa e giornali nel mondo, questi hanno additato in Putin numero uno della politica mondiale.
    Dalle Russie con humour. E un tocco di comicità. - Blondet & Friends

    Il sacerdote Russo che celebra messa in Antartide
    (iltimone.org) – "Anche i lavoratori russi del Polo Sud, così come qualsiasi altro credente, vogliono appoggio spirituale, una Chiesa dedicata a Dio". Parola di Sophrony Kirilov, sacerdote “inviato speciale” nell’isola King George, nell’arcipelago delle Shetland del sud. La chiesa più australe del mondo.
    Il sacerdote russo è una delle 100 persone a rimanere a queste latitudini anche durante l’inverno, quando le temperature arrivano a 25 gradi sotto zero; durante l’estate invece la zona si “popola” fino ad ospitare 500 persone.
    Kirilov, di 38 anni, è fa parte di un gruppo di preti russi che si danno il cambio per abitare in Antartide durante un anno. Questo – secondo quanto raccontato ad AP – è la sua quarta volta nel continente bianco. Un luogo per lui speciale: “Nel mondo non c’è tranquillità e silenzio. Ma qui è silenzioso abbastanza”, ha spiegato.
    La sua chiesa, dedicata alla Santa Trinità, è un piccolo edificio di legno fatto arrivare direttamente dalla Russia, consacrato nel 2004 e posto su una collina rocciosa nei pressi della base scientifica russa di Bellinghausen, in cui abitano tra le 15 e 30 persone. D’estate i turisti ed il personale delle stazioni internazionali della zona sfidano i venti per raggiungere la chiesa, ogni volta – secondo quanto racconta il prete -colpiti dalla bellezza del muro in cui sono situate le tipiche icone dorate della tradizione russa, raffiguranti santi e angeli. Mentre di notte la chiesa viene illuminata dal basso per essere un punto di riferimento luminoso – come una specie di faro – per le navi che solcano i mari australi.
    Kirilov ogni domenica officia Messa, leggendo le scritture in russo. “Grazie a Dio, questo è un regalo prezioso per noi”, spiega. Il resto della settimana, invece, il sacerdote lavora anche come muratore e falegname. Sono suoi per esempio i fiori sulla porta della chiesa, dipinti per avere un ricordo della natura durante il buio inverno antartico. Nel tempo libero invece si trasforma in un vero e proprio esploratore, battendo la zona in sci e motoslitta. Certo, racconta, la vita in Antartide non è facile e la lontananza dalla famiglia (Mosca è distante 16 mila chilometri) si fa sentire. Eppure Kirilov sente che il giorno in cui partirà per dare il cambio a un nuovo sacerdote inizierà a sentire nostalgia per questa terra inospitale. “Qui puoi pregare Dio in pace”, ha detto. “Sì, puoi farlo in qualunque parte della Russia, ma qui è qualcosa di speciale”.
    Il sacerdote Russo che celebra messa in Antartide | Azione Tradizionale


  10. #2540
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