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Discussione: Geopolitica

  1. #381
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    http://www.google.it/url?sa=t&source...hAo6LB5wiho-gw

    Notizie dall'ONU. E questi chi li ferma più con le necessità di coprire la propria crisi economica?
    Avevano già le pallottole in canna.
    Alcune dichiarazioni della parte opposta.
    ...
    Un "gioco infantile e dilettantesco", "un volgare falso" per creare tensioni tra Teheran e Riad: cosi' il presidente del Parlamento iraniano, Ali Larijani, ha liquidato le accuse rivolte dagli Usa all'Iran di aver tentato di uccidere l'ambasciatore saudita in America.

    Sullo stesso tono la dura reazione del portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, che in una dichiarazione diffusa dall'agenzia Irna ha bollato le accuse come "un copione prefabbricato e senza alcun fondamento", "un trucco tipico della vecchia politica ostile degli Stati Uniti e del regime sionista". Il portavoce ha assicurato che Teheran e Riad "mantengono rapporti di mutuo rispetto". "Queste false affermazioni non avranno alcun effetto sull'opinione pubblica della regione" mediorientale, ha aggiunto.

    Anche l'ambasciatore iraniano all'Onu si e' attivato immediatamente, scrivendo una lettera al segretario generale Ban Ki-moon e al Consiglio di Sicurezza in cui il regime degli ayatollah condanna "queste asserzioni vergognose" che fanno parte di "un ben congegnato complotto diabolico" ordito da Washington.
    ...

    Naturalmente della lettera all'ONU dell'ambasciatore iraniano non avremo notizie dai nostri media.
    Ultima modifica di ventunsettembre; 12-10-11 alle 18:48
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #382
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  3. #383
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Il vero problema è Wall Street
    ottobre 16, 2011 di byebyeunclesam

    Follow the money: dietro la crisi del debito in Europa si nasconde un altro gigantesco bailout di Wall Street
    Oggi (4 Ottobre u.s. – ndr) Ben Bernanke si è aggiunto alle voci di coloro che si dicono preoccupati per la crisi del debito in Europa. Ma perché esattamente l’America dovrebbe essere così preoccupata? Sì, noi esportiamo verso l’Europa – ma queste esportazioni non si esauriranno. E in ogni caso, sono piccole rispetto alle dimensioni dell’economia statunitense.
    Se si vuol capire la vera ragione, bisogna “seguire il denaro”. Un default greco (o irlandese o spagnolo o italiano o portoghese) avrebbe circa lo stesso effetto sul nostro sistema finanziario, dell’implosione di Lehman Brothers nel 2008.
    Caos finanziario.
    Gli investitori ne hanno già sentore. Le borse lunedì sono crollate ai minimi da 13 mesi a questa parte, in quanto gli investitori hanno venduto i titoli bancari di Wall Street.
    Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali Wall Street ha prestato solo circa $ 7 miliardi alla Grecia, a partire dalla fine dello scorso anno. Questo non è un grosso problema.
    Ma un default della Grecia o di qualsiasi altro Paese d’Europa gravato da debito potrebbe facilmente mandare a gambe all’aria le banche tedesche e francesi, che hanno prestato alla Grecia (e agli altri Paesi Europei traballanti) molto di più.
    Ecco dove entra in gioco Wall Street. Le grandi banche di Wall Street hanno prestato una montagna di soldi alle banche tedesche e francesi.
    L’esposizione totale di Wall Street verso l’insieme della zona euro ammonta a circa 2.700 miliardi di dollari. La sua esposizione verso Francia e Germania ammonta a quasi la metà del totale.
    E non sono solo i prestiti di Wall Street alle banche tedesche e francesi ad essere preoccupanti. Wall Street ha anche assicurato o scommesso su tutti i tipi di derivati provenienti dall’Europa – sull’energia, le valute, i tassi di interesse e gli swaps in valuta. Se va giù una banca tedesca o francese, gli effetti a catena sono incalcolabili.
    Capito? Seguite i soldi: Se la Grecia va giù, gli investitori cominciano a fuggire anche da Irlanda, Spagna, Italia e Portogallo. Tutto questo fa vacillare le grandi banche francesi e tedesche. Se una di queste banche crolla, o mostra segni di forte tensione, Wall Street è in guai grossi. Forse ancora più grossi di quanto non fossero dopo il crollo di Lehman Brothers.
    Ecco perché le azioni della maggiori banche statunitensi sono in calo dal mese scorso. Morgan Stanley lunedì ha chiuso al suo livello più basso dal dicembre 2008 – e il costo per assicurare il debito di Morgan è salito a livelli mai visti dal Novembre 2008.
    Si dice che Morgan potrebbe perdere fino a 30 miliardi di dollari se alcune banche francesi e tedesche fallissero. (Questo dal Federal Financial Institutions Examination Council, che tiene traccia di tutte le esposizioni transfrontaliere delle principali banche.)
    30 miliardi di dollari sono circa 2 miliardi in più del patrimonio che Morgan possiede (in termini di capitalizzazione di mercato).
    Ma Morgan dice che la sua esposizione alle banche francesi è pari a zero. Allora perché questa discrepanza? Morgan ha probabilmente stipulato un’assicurazione sui suoi prestiti alle banche europee, come anche ha delle garanzie da parte loro. Così Morgan si considera come se non fosse esposta.
    Ma qualcuno ricorda qualcosa come AIG? Era il gigante delle assicurazioni, che è fallito quando Wall Street ha iniziato a crollare. Wall Street pensava di aver assicurato le sue scommesse con AIG. Sbagliato, AIG non poteva pagare.
    Non siamo già passati da qui?
    I Repubblicani e i dirigenti di Wall Street che continuano a martellare contro la Dodd-Frank hanno torto marcio. Il fatto che nessuno sembra essere al corrente dell’esposizione di Morgan sulle banche europee o sui derivati – o della maggior parte degli altri giganti bancari di Wall Street – mostra che la Dodd-Frank non è andata abbastanza lontano.
    I regolatori ancora non sanno cosa sta succedendo a Wall Street. Non hanno un’idea chiara sull’esposizione in derivati dei giganti americani delle istituzioni finanziarie.
    È per questo che i funzionari di Washington sono terrorizzati – ed è per questo che il Segretario al Tesoro Tim Geithner continua a pregare i funzionari europei di salvare la Grecia e gli altri Paesi europei fortemente indebitati.
    Diversi mesi fa, quando la crisi del debito europeo ha cominciato a diventare evidente, le banche di Wall Street hanno detto di non preoccuparsi. Avevano poca o nessuna esposizione ai problemi dell’Europa. La Federal Reserve ha detto la stessa cosa. Nel mese di luglio, Ben Bernanke ha rassicurato il Congresso che l’esposizione delle banche degli Stati Uniti verso le nazioni europee in crisi era “molto piccola”.
    Ora ascoltiamo un’altra musica.
    Non vi sbagliate. Gli Stati Uniti vogliono che l’Europa salvi i suoi membri fortemente indebitati, in modo che possano ripagare quello che devono alle grandi banche europee. In caso contrario, le banche potrebbero implodere – trascinando con sè Wall Street.
    Ironia vuole che alcune delle nazioni europee indebitate (l’Irlanda è l’esempio migliore) siano sprofondate nel debito per salvare le loro banche dalla crisi iniziata a Wall Street.
    Il cerchio è chiuso.
    In altre parole, il vero problema non è la Grecia. E nemmeno l’Irlanda, l’Italia, il Portogallo o la Spagna. Il vero problema è il sistema finanziario – centrato su Wall Street. E non l’abbiamo ancora risolto.
    Robert Reich
    Fonte: vocidallestero
    [grassetti nostri]

    Il vero problema è Wall Street
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #384
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    Predefinito Rif: Geopolitica

    Ecco come morirete…
    19 ottobre 2011 | Autore admin
    Articolo di Mon-dart * Link
    A questo punto l’ intero etablishment, TUTTO l’ etablishment, sta lavorando ad un unico scopo: la demolizione controllata del sistema.

    Del maiale non si butta nulla … l’ importante, ora, è che il maiale non sfugga prima di lasciarsi macellare: questo è adesso lo scopo e preoccupazione principale di tutti i poteri, sia quelli occulti che quelli manifesti della politica, sia degli “oppositori ufficiali” che degli apparenti critici ( sponsorizzati ) del sistema … Ossia evitare una “svolta argentina”, evitare che in questa delicatissima fase il controllo della situazione possa loro sfuggire di mano, evitare ogni possibile spontanea reazione che non sia stata preventivamente ben pianificata.
    E lo stesso maiale da macellare sarà astutamente usato proprio per introdurre quel “cambiamento sistemico” per il quale tutto, da anni, ( in Italia in modo palese ed esplicito almeno da “Mani Pulite” ) è stato così sapientemente organizzato; e sarà fatto in modo che esso si diriga con le proprie stesse gambe verso il mattatoio.
    Ora più che mai vedremo quindi tutto il portentoso apparato dei media schierarsi compatto al servizio di tale scopo ( oltre le apparenze ingannevoli ! ), sia favorendo il dissenso verso il sistema che la sua canalizzazione verso la necessaria, furbesca e ben controllata demolizione del sistema stesso.
    ( In questo senso sia la marea “buona” dei vari contestatori ed organizzatori, sia quella “cattiva” dei gruppi violenti e/o della repressione, andranno lette esattamente come la materializzazione della stessa identica volontà sottostante ).

    Pensatevi come un maiale a Novembre:
    ( … è esattamente quello che siete, senza troppe metafore … )
    Fino a ieri vi lagnavate di essere tenuti in disparte da quella famiglia di fattori di cui vi sembrava comunque di far parte, vi chiedevate perchè mai vi tenessero rinchiusi in quell’ angusto spazio mentre loro erano liberi di muoversi in lungo e in largo, di sedersi a tavola a mangiare e discutere; vi lagnavate ma sopportavate la situazione grazie ai pochi momenti di sollievo che comunque vi erano concessi: la moglie del fattore vi accudiva portandovi ogni giorno di che sopravvivere, e quel bimbo vi dimostrava addirittura affetto, giocava volentieri con voi, vi parlava addirittura … e questo, ben lungi dal consapevolizzare lucidamente la vostra condizione di prigionia, vi induceva ad illudervi di poter, un giorno, sedere anche voi a quella tavola … ma non sareste mai giunti ad immaginare che proprio le persone e mani che vi prestavano quel poco di sollievo sarebbero state le stesse poi incaricate di macellarvi … ( … un dejà-vu troppo letterario, dite ? Provate a sostituire la parola “moglie” con “politica” e “bimbo” con “mass-media” … )
    Ma se questo esempio vi sembra troppo irrispettoso, guardatevi come un malato grave che, vedendosi morire ogni giorno di più ma non conoscendo le cause della sua malattia, spera ancora in una possibile guarigione, sostenuto in questo dai parenti ( serpenti ) che lo rincuorano continuamente dicendogli che “hai solo una brutta influenza” …
    … Ebbene no signori, Mondart è come lo spietato medico che, per il vostro bene, non tende a illudervi ma a mettervi di fronte alla realtà: non avete una brutta influenza, avete il cancro.
    “Potrò salvarmi ?” … Non lo so, le probabilità statistiche sono tutte contro di voi … ma sapere a cosa siete destinati potrà se non altro farvi usare meglio il tempo e le energie residue, evitare di credere a chi vuole ulteriormente ingannarvi, e rendervi più accorti nel caso riusciate a “passare la nottata”, in modo da poter forse evitare di riammalarvi in futuro allo stesso modo.
    Ebbene, la nottata è giunta, sotto forma di un’ “apparente crisi economica” che, guarda caso, ora si fa “sistemica”, ossia evolve verso uno stravolgimento sociale che era fin dall’ inizio il suo vero scopo finale.
    ( Necessaria almeno la lettura degli ultimi post e della premessa “Immaginario e Realtà“, in quanto tutto il discorso di questo blog è espresso in modo concettualmente sequenziale ).
    Ora, questo il futuro manifestarsi del morbo, e le tecniche che nell’ ordine useranno per riconvertirvi in insaccati commestibili:
    1) – Salvare i conti dei “Grandi Azionisti”: è il primo punto fermo di quel potere reale che altro non è che la loro stessa incarnazione politica. Tradotto, significa aspirare tutto l’ aspirabile dal corpo sociale produttivo e sacrificabile ( il maiale del nostro esempio, insomma ), per riempire al meglio quella “virtualità creditizia privata” usata proprio come motore socio-economico dal nostro sistema. Aspirazione di ricchezza che si tradurrà anche in tagli al welfare a alla spesa sociale, in quanto aventi la duplice funzione sia di recupero di finanze che di induzione di un forte malessere nella base popolare, malessere che servirà come propulsore alla fase finale della sua già pianificata ribellione.
    2) – Ritiro della massa monetaria circolante: a questo punto il sistema bancario farà in modo con vari espedienti ( chiusura dei crediti, richieste di rientro, aumento dei prezzi, tasse multe ecc. ) di azzerare il denaro ancora circolante ( denaro “virtuale” che, ripeto, è un espediente e strumento POLITICO che nulla ha a che fare con una concreta economia ) sia per poter “ripartire” che per indurre nel sistema la profondissima crisi sociale che obbligherà la massa a prender posizione
    3) – Offerta della rivolta come via d’ uscita: ora, e SOLO ORA, quando le due precedenti manovre saranno portate a compimento, si consentirà al dissenso di avere uno sbocco reale, ma solo esplodendo nella direzione offerta dallo stesso potere ( riassetto concordato, rivolta o rivoluzione, repressione violenta, guerra, al potere poco importa il “come” ). Per questo parallelamente si cerca di infiltrare nella massa questo “Immaginario rivoluzionario”, perchè sarà la prima carta giocata dal sistema per ottenere il suo stesso azzeramento ed il “progresso” verso una nuova forma di governance.
    ( Le attuali manifestazioni, che sono psicologicamente fomentate ma realmente impedite con un controllo “soft”, sono pertanto da intendere come “sondaggi preventivi”, prove generali, sperimentazioni di quel che si va preparando: ORA non è ancora il momento che abbiano successo – inteso sia nel senso della riuscita che in quello della repressione, non importa questo – ma intanto si instilla continuamente il loro desiderio immaginario, ossia proprio l’ arma più potente per poterle infine concretizzare ).
    Lo stravolgimento sociale finale è quindi indispensabile allo stesso cambiamento, distruzione e riassetto di un ciclo economico ormai sterile ed esaurito, ( ossia quella “rinascita” tanto strombazzata come “nuovo rinascimento”, “nuova era” ecc ) distruzione che sarà conseguita tramite l’ orientamento pilotato di un “caos sociale” scientemente indotto ed alimentato, caos che si configurerà nella sua parte finale appunto sotto forma di destabilizzazione generalizzata, rivolte, ed una quanto mai probabile sua “prevista soluzione” attraverso stravolgimenti violenti quali rivoluzioni e/o guerre.
    E se le guerre sono la via d’ elezione adottata nei paesi “esterni al sistema” e pertanto non controllabili attraverso moneta e consenso, le rivolte di massa saranno la via d’ elezione che si adotterà “all’ interno” dell’ Occidente civilizzato ( ben più pilotabile ), che ha fatto di questi due elementi ( moneta e media ) il suo formidabile strumento di controllo delle masse.
    Media che diventeranno quindi in questa fase particolarmente infidi, in quanto dovranno favorire il montare di uno scontento e di una potenziale ribellione, schierandosi APPARENTEMENTE a favore della massa, proprio per garantire sia la necessaria scintilla al dissenso che la sua già ben prevista strumentalizzazione e indirizzamento verso quelle opzioni di controllo già pianificate dal potere stesso; direzioni atte ad ottenere un cambiamento “di facciata”, ma non del sostanziale meccanismo del potere che dovrà mantenersi non solo intaccato da tali rivolte, ma del tutto occultato ed inspiegato agli occhi della stessa parte così sapientemente indotta a ribellarsi. Ribellione che sarà quindi condotta a rivolgersi verso gli apparati “visibili e consumabili” del potere stesso ( ossia la sovrastruttura politica e governativa ), mantendo intatta e non svelata la parte “reale, occulta e non sacrificabile” ( ossia il meccanismo dell’ indebitamento e suoi occulti propalatori ).

    La tecnica seguita sarà la solita ( e ormai ben nota in ogni sua variante ) della creazione e controllo sia del consenso che del dissenso, confezionata in diversi piatti e portate atte a soddisfare via-via palati che vanno dal popolare al colto-raffinato al più apertamente dissenziente, in modo da estendersi ed investire comunque ogni fascia della popolazione … attenti soprattutto ad Internet in questo periodo, che si rivolge ovviamente alla platea più “disincantata” ma con lo stesso fondamentale scopo ! ( Diffidate soprattutto di ogni network più o meno ufficiale e/o sponsorizzato, privilegiando i “cani sciolti”, che tuttavia rimangono ancora ad urlare, inascoltati, nel deserto … ).
    Molto spesso il messaggio manifesto ingannevole appare perfettamente logico e conseguente, ma solo perchè si starà facendo contemporaneamente leva su un aspetto puramente emozionale: leggete e valutate quindi sempre anche in tal senso ( cosa mi suscita nell’ intimo, quali sensazioni mi fa provare, qual’ è la mia reazione istintiva ) i messaggi mediatici che ora come mai vi bombarderanno di opinioni e sensazioni.
    Opinioni e sensazioni anche apparentemente opposte, ma abilmente confezionate dalla stessa mano: a ben guardare infatti, vedremo che in un messaggio ingannevole sarà sempre rispettato il punto, inderogabilmente fermo, di deviare il dissenso verso forme più o meno “rappresentative” ( ossia governo, opposizione, sistema “esplicito” e loro rispettive incapacità ) senza mai toccare le vere dinamiche sottostanti.
    Leggiamo in questo senso l’ interessante palinsesto Tv dei programmi Rai Nazionale, andati in onda la sera della manifestazione degli “Indignati”.

    UNA PERFETTA PROGRAMMAZIONE TV
    La serata televisiva parte ovviamente con il consueto Tg, che espone a modo suo gli eventi della manifestazione; segue in prima serata la prima puntata di una fiction storica, dal titolo “Violetta“, ambientata nel periodo del Risorgimento; in seconda serata uno “Speciale TG” dove si vede addirittura Marco Pannella ricevere insulti e sputi dai manifestanti.
    Ora, non solo vediamo che tutta la serata è incentrata sullo stesso tema della “Rivolta” ( induzione subliminale del “desiderata” del potere ), ma anche come essa venga presentata a livelli crescenti di appetibilità, palato, capacità critica, pur tenendo saldamente fermo lo stesso identico assunto di base: “questo governo è impotente a gestire la situazione” … il che è verissimo, in quanto è l’ attuale sistema stesso a prevedere esattamente ciò ( non “questo” quindi, ma “ogni” governo occidentale è oggi di fatto impotente ), ma tale verità sottaciuta viene presentata solo come “la colpa di quello specifico governo e di singoli personaggi” … Emozionalmente parlando si dovrà inoltre indurre tale messaggio in una varietà di salse sempre più complesse ed articolate, atte a soddisfare sia i palati più grezzi che quelli più consapevoli e raffinati, sia a scavalcare un crescente livello di capacità e opposizione critica … vediamo come.
    Il Telegiornale: il suo target è la massa, la fascia più bassa di consapevolezza e capacità critica, e benchè in genere ci si preoccupi ben poco del livello qualitativamente basso e fortemente mistificante dell’ informazione distribuita tramite Tg, in queste occasioni è d’ obbligo rispettare una superiore qualità, proprio perchè si dovranno dis-informare un maggior numero di possibili utenti ed un target qualitativamente più vasto … così il Tg evita di prendere una posizione apertamente dichiarata ( riconosce una folla di pacifici dimostranti, peraltro ufficialmente gratificata dalle stesse parole di un Draghi, e le contrappone l’ azione violenta degli “incappucciati” peraltro senza scadere nella consueta retorica delle manifestazioni che finiscono sempre in violenza, tenendo ben separate le due parti e rispettive responsabilità, ma puntando il dito sull’ incapacità della polizia a mantenere l’ ordine … e già questo mutato atteggiamento dalla linea generalmente tenuta deve farci fischiare le orecchie: le proteste genuine, anche se di portata ben inferiore come quella dei “No-Tav”, vengono brutalmente represse senza mezzi termini e troppa pubblicità, chiamando i manifestanti “teppisti” ) …
    In due parole, si vuole al contempo alimentare ed incoraggiare un generico senso di rivolta ( primo ingrediente indispensabile ), limitandone però l’ efficacia e la potenziale esplosività e riservandola per il momento giusto ( secondo ingrediente necessario, ossia IL TEMPOREGGIAMENTO e la posposizione, necessari agli aspiratori economico-virtuali onde poter fare il loro lavoro fino al massimo limite perseguibile … in tal senso sono state concertate sia l’ intervento dei guastatori che quello “soft” della repressione poliziesca, in modo da limitare la portata mediatica dell’ evento, ma senza “stroncarlo completamente” con la totale degenerazione nella violenza, in modo da poterlo riproporre in fasi successive ), e si anticipa e suggerisce subliminalmente l’ obiettivo finale, ossia il volgersi della protesta contro le solite istituzioni, incapaci sia di farsi carico dei macro-problemi che di gestire le spicciole emergenze ( terzo e ultimo ingrediente, ossia finalizzare le rivolte alla caduta dei governi in carica che, qui come altrove, dovranno essere sostituiti da un non ancora precisato “altro” ) …
    La Fiction “Violetta”: ( Vedi in Replay ) ispirata al romanzo “La Signora delle Camelie” pone un’ interessantissimo “doppio livello di lettura”, in quanto se emozionalmente e superficialmente la solita visione “romantica” della rivoluzione si mescola a perfezione con la struggente storia d’ amore dei due protagonisti ( tema portante ), a livello di lettura più profonda lascia trapelare una mezza verità già ben nota ad un pubblico culturalmente disincantato, ossia che “le rivoluzioni sono ben pianificate da persone che corrispondono con i piani alti della società”, e per niente frutto della rivolta estemporanea del popolo … Tutta la storia, che ha per protagonista uno studente universitario ( quindi un “intellettuale” dell’ epoca ) ed una donna le cui frequentazioni includono personaggi influenti dell’ alta società, evita il solito clichet da “rivolta del pane”, trasferendo la sua concertazione ad un ceto sociale abbastanza alto da strizzare l’ occhiolino agli “istruiti”, ma non abbastanza da mostrare le “vere stanze del potere” … in una parola si traspone la decisionalità dal popolo ad un livello appena superiore, coincidente non a caso sia con gli “intellettuali” che con una certa ricercatezza d’ ambienti …
    … Ma sono ANCORA BALLE, balle un po’ più articolate, atte a sostituire balle più semplicistiche … ma PUR SEMPRE BALLE, in quanto le decisioni vengono prese ben più in alto, e investono ben altri livelli e poteri sovranazionali … balle però assai funzionali, che servono nel contempo a strizzare l’ occhio alla fascia più istruita dei teleutenti ed a puntare il dito, ancora, contro le stesse “istituzioni visibili” già menzionate dal Tg …
    Lo “Speciale TG”: ( Vedi in Replay ) a livello ancora superiore di potenziale di opposizione critica viene portato lo stesso messaggio “dagli sempre a quel cane” con lo speciale del Tg: un report formalmente ben fatto che punta molto sul coinvolgimento emotivo e immedesimazione nelle ragioni “pacifiche” della manifestazione, salvo poi riportare l’ emozionalità così suscitata a riversarsi ancora sullo stesso obiettivo “governativo” anche grazie alla magistrale presentazione di un Pannella che riceve insulti e sputi da alcuni dimostranti ( min. 00.05.50, dopo un inquietante spot pubblicitario pro-rivolta contro un non meglio specificato “sistema”, spot che merita davvero di essere visionato ).
    L’ indignazione e l’ incazzatura salgono a livelli stratosferici, finendo subliminalmente però a riversarsi solo su un singolo, preciso personaggio, stranamente molto ridimensionato ad hoc e facilmente attaccabile ( avete presente quanto sia di norma reattivo e incazzoso Pannella, vero ? ) e che impersona guardacaso sempre l’ istituzionalità politica, mica quella finanziaria …
    A questo punto il telespettatore è emozionalmente del tutto coinvolto, e si chiederà se la tv non sia per caso impazzita, osando mostrare così apertamente e senza censura una rappresentazione di tanto realismo iconoclasta ( il filmato ha inizialmente spiazzato anche il pur vaccinato sottoscritto ) … peccato che tanta energia sollevata ricada ancora inutilmente sull’ ennesimo personaggio istituzionale, e si badi bene, non sul solito partito di governo, ma proprio su un’ icona che in passato impersonava la contestazione stessa, facendo leva quindi proprio sui più acerrimi contestatori ad indicare come il sistema sia marcio nella sua totalità …
    … Ma ancora, indicando quale bersaglio dell’ indignazione un obiettivo “ben visibile” ma di importanza assai marginale e del tutto sacrificabile …
    Perchè dite dunque che la televisione è “fatta male ?” … a me sembra fatta benissimo, parbleu …

    Verso una governance tecnica e trasnazionale ?
    Ora, il fatto vero, molto semplice per chi vuole vederlo, è che tutte queste manovre non faranno altro che preparare il terreno all’ aperto manifestarsi degli emissari del potere finanziario reale, attraverso futuri governi tecnici e trasversali, probabilmente direttamente gestiti da quelli che, non a caso, già oggi l’ èlite chiama ( e considera ) quali i veri “GOVERNATORI”.
    Come non vedere quindi in tutto questo sempre e solo la solita dinamica che si ripete: un nemico “finanziario” assolutamente trasversale, che entra DALLA PORTA SINISTRA ( ha sempre usato quella direzione e travestimento, e la sta tuttora usando ), ed organizza oggi ( attraverso siti, network, mainstream che di colpo diventano “sensibili” all’ opinione pubblica, nuovi e vecchi network che si spacciano per possibilisti visionari ecc ), sia la raccolta del dissenso popolare che l’ anticipazione della futura strategia tipicamente fascista di controllo delle masse che probabilmente verrà adottata, perlomeno nel breve periodo ( e in tale senso la simbologia tipicamente “rossobruna” di tanti nuovi network è molto indicativa, esplicita e psicologicamente e simbolicamente perfetta ).
    … Ora, stando così le cose, anche far capire gli inganni della propaganda ( come partecipare o disertare le manifestazioni stesse ) a questo punto purtroppo è socialmente ininfluente all’ atto pratico, perchè comunque qualsiasi “acquisita consapevolezza e volontà” semplicemente non ha a disposizione le direzioni alternative in cui potersi incanalare, se non solo quelle già stabilite dal sistema … E le direzioni proposte sono non a caso solo farmaci ( al tempo stesso stimolanti – sedativi – palliativi ), che hanno il compito di favorire ma procrastinare oggi quella che sarà la “loro” demolizione controllata di domani.
    ( LEGGI: sia la manifestazione popolare che l’ intervento degli incappucciati sono guidati dalla stessa mano, come anche i vari network che stanno nascendo ovunque per raccogliere ed incanalare la protesta. E dove non arriva la tradizionale simbologia di sinistra ad intortare gli allocchi arriva la “new-entry rossobruna”, ma il vicolo è inesorabilmente cieco, perchè non c’è attualmente una reale terza forza in campo: è sempre il medesimo potere che si propone attraverso un ingannevole gioco di specchi, lo stesso attore che recita sia la parte del “buono” che quella del “cattivo” per poter allettare ed imbrigliare ogni possibile alternativa, lo stesso autista che non solo indirizza il volante, ma “accellera o frena” a suo piacimento il veicolo sociale stesso ).
    L’ unica vera alternativa è in effetti costituita da quelli che denudano davvero il re denunciandone i più subdoli ed occulti meccanismi finanziari; purtroppo costoro non solo non hanno alcun potere reale, ma vengono tenacemente emarginati e/o volutamente distorti da quella stessa finta sinistra, o rossobruni o arcobaleni o variopinti predicatori dell’ ultim’ ora che dir si voglia … ai quali non frega un cazzo di rivelare veramente una bella cippa, nè di unificare una quanto mai potenzialmene temibile volontà popolare – se solo riuscisse veramente ad organizzarsi – in un momento tanto delicato … No: tutti costoro sono messi lì apposta dallo stesso potere finanziario per creare divisione, non unione, e guardacaso non tirano mai chiaramente in ballo le effettive dinamiche monetarie sottostanti, ma le rifuggono come il diavolo con l’ acquasanta.
    Dinamiche di potere che sono di carattere strettamente tecnico-finanziario, e su questo campo vanno affrontate e combattute: a nulla serve attaccarle con depistanti, obsolete e divisorie ideologie, come a nulla serve manifestare in un contesto di falsa rappresentanza politica.
    Volete fare qualcosa di veramente rivoluzionario ?? … Andate in banca e chiudete il conto, tanto per cominciare …

    Ecco come morirete… | STAMPA LIBERA
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #385
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    Andranno a votare per chi le imprigionerà nel chador o nel burka.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  6. #386
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    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #387
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  8. #388
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    Ultima modifica di Eridano; 28-10-11 alle 17:28
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  9. #389
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  10. #390
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    venerdì 28 ottobre 2011
    ________________________________________

    L'Alba dei Chip RFID

    Prefazione - Frankpro

    Nel mese di maggio del 2001, un progettista e consulente americano, William Pawelec, grande esperto di sistemi di sicurezza e collaboratore dei principali enti del governo Usa, nonché delle grandi compagnie petrolifere, rilascia una video-intervista al direttore del Disclosure Project, il Dott. Steven M. Greer.
    L'accordo prevede che l'intervista sia pubblicata solo dopo la morte di Pawelec, avvenuta nel maggio del 2007.
    In estrema sintesi, vi si narra dell'avvento dei microchip impiantabili, del loro incredibile sviluppo e del loro trafugamento, forse ad opera di uno dei c.d. Quattro Cavalieri, gli enti ultra-nazionali che a detta di Pawelec si disputerebbero da dietro le quinte le sorti e il controllo del pianeta e dei suoi ignari abitanti.
    Prima di lasciarvi alla lettura della intervista rivolgo a chi mi può rispondere la seguente domanda che ovviamente trapela, strisciante, dal testo: dove sono finiti tutti quei miliardi di microchip impiantabili rubati? (E' davvero possibile che ciascuno di noi ne conservi almeno uno nello stomaco, ingurgitato involontariamente col toblerone?)

    Nel dicembre 2010 The Disclosure Project ha ottenuto l'autorizzazione di pubblicare l'intervista. Il testo che segue è stato estratto dalla trascrizione dell'intervista, visibile a questo indirizzo.

    ---------------

    INTERVISTA


    Dott. Steven Greer (SG): Mi può dire il suo nome e descrivere brevemente la sua carriera di consulente per le forze armate e il governo?

    William Pawelec (WP): Certo. Mi chiamo William John Pavelec e ho 56 anni. Ho iniziato a lavorare per la Aeronautica Militare alla fine degli anni Sessanta. Ero specialista in programmazione e gestione informatica, inizialmente presso la base dell'aeronautica di Pope, subito dopo gli studi, e in seguito in Vietnam.
    Il primo avvistamento di oggetti volanti non identificati della mia vita è avvenuto allora, e ha risvegliato in me una nuova concezione della realtà (…)

    Quell'evento ha avuto un forte impatto sulla mia mente, innescando in me dei dubbi su cosa stesse succedendo davvero nel mondo. Era notte fonda, il cielo era limpido, ed era impossibile che mi sbagliassi: quello non era un elicottero né un aereo tra quelli che sapevo fare parte della flotta dell'aeronautica del '66.
    Poi sono partito per il Vietnam. Nel mio lavoro, ero coinvolto nell'elaborazione e l'invio di dati di intelligence a Washington. Inoltre svolgevo normali mansioni informatiche, come gestione dei dati sulla manutenzione, sul personale, eccetera. (...)
    Molti anni dopo ho ricominciato a usare le mie conoscenze informatiche dopo la morte della mia prima moglie nel '77: mi è stato chiesto di contribuire all’espansione di una azienda che si chiamava Rusco Electronics. Alla fine degli anni Settanta, la Rusco Electronics era diventata la prima azienda al mondo nella produzione e installazione di sistemi di controllo degli accessi. Un mio amico mi aveva chiesto aiuto perché voleva lasciare il suo posto di lavoro per avviare un'azienda sua, e gli ho detto “certo, mi piacerebbe.”
    Praticamente, in breve tempo – in un anno o due – sono passato da un lavoro aziendale nell'hinterland di Denver, che all'epoca stava crescendo come un fungo, a mansioni militari di livello nazionale che mi sono valse la riattivazione del nulla osta militare. Questo mi ha portato a svolgere molto lavoro per il Dipartimento di Stato, e alla fine - prima del 1980 - ho capito che l'azienda in cui ero impiegato stava per essere tecnologicamente rimpiazzata.
    Ho avviato una ditta mia insieme ad altri due ingegneri di Denver: uno era Hughes, che all'epoca si trovava presso la Buckley Air National Guard Base, la quale in realtà era la base primaria per la ricezione dei dati satellitari per scopi di sicurezza nazionale, e l'altro era Lochkheed. Bè, oggi si chiama Martin Lockheed, ma il suo nome ai tempi era Martin Marietta.
    Abbiamo avviato l'azienda e nel giro di nove mesi abbiamo sviluppato il sistema di sicurezza elettronico più potente dell'epoca. Ci gloriavamo perché i nostri sistemi avevano un ambiente grafico simile a Windows ancor prima di Macintosh: non c'era bisogno di inserire codici di comando, ma bastava premere e cliccare e spostare finestre. (…)
    Siamo stati tra i primi ad usare le tecnologie satellitari per creare collegamenti protetti tra una sede e l'altra. Questo ha portato a molti altri progetti, e alla fine, quando nell'84 ho lasciato la stessa ditta che avevo contribuito a creare, ho iniziato a lavorare per una di quelle società di consulenza che collaborano con il governo, un po’ come libero professionista e un po' come dipendente, per un certo periodo.
    È stato in questo periodo che, di nuovo, ho avuto l'impressione che qualcosa non quadrasse. Durante quel periodo sviluppavo sistemi protetti per interessi di sicurezza nazionale, oltre che sistemi per le grandi aziende. In quel mercato si richiedevano sistemi di sicurezza con lo stesso grado di complessità di una rete Web di oggi, e i sistemi partivano da mezzo milione a 25 milioni di dollari solo per l'hardware.


    A lasciarmi sorpreso erano i luoghi dove venivano usati i sistemi su cui lavoravamo. In particolare, quando ero alla EG&G, ci avevano commissionato il progetto di un sistema per una base. All'epoca la cosa mi divertiva: nessuno sembrava essere al corrente che c'era una base in Nevada, chiamata base di Tonopah, a est-sudest della cittadina mineraria di Tonopah, e che questa base era in realtà il luogo dove tenevano gli F-117 in servizio quando divennero operativi. Non li tenevano a Groom Lake: quello era solo un luogo usato per i collaudi. Tutta l'aerobrigata era di base li, in quel periodo.
    Ciò che mi preoccupava era che dovevamo prendere una decisione riguardo a ciò che stava succedendo a Tonopah. C'erano delle strutture di sicurezza sotterranee, a grande profondità. C'erano ascensori che salivano e scendevano, ascensori giganti che potevano ospitate un aereo, un pò come gli ascensori di una portaerei, ma sulla terraferma. E scendevano molto in profondità. Le strumentazioni che si vedevano sotto terra non erano quelle per gestire un normale aereo (generatori, condizionatori d’aria, ecc.) Cerano strumentazioni di tipo totalmente diverso.
    Ora, una cosa che ho trovato interessante dopo aver lasciato il progetto vari anni dopo, era che finalmente avevano annunciato l'F-117, e io mi chiedevo: che cosa faranno con Tonopah adesso? Avevano spostato gli F-117 in fretta e furia, e se ben ricordo avevano speso 75 milioni dl dollari in soli nove mesi per preparare la base dell'Aeronautica di Holloman per gli F-117. E non c'è niente di male in questo, ma perché affrettarsi a portarli via da Tonopah, attivando come base permanente, e non solo a scopo di test, alcune delle strutture sotterranee?
    Avevano bisogno di spostare aerei, equipaggi e personale a Holloman e prepararsi in fretta e furia per un nuovo progetto da svolgere lì. Ma niente faceva presumere a noi o al mio staff che installava materialmente gli impianti di sicurezza, che si trattasse di un altro aereo, nemmeno qualcosa di grosso come l'Aurora, di cui tutti avevamo più o meno sentito parlare.

    Intrighi con i microchip impiantabili.

    Ma devo fare un passo indietro. C'è un altro argomento che devo introdurre, che va ben oltre il tema ufologico che mi vedeva coinvolto, ma che in un certo senso è collegato, se parliamo di meccanismi alternativi di controllo da parte del governo. Uno dei miei hobby preferiti è sempre stato informarmi sulle nuove tecnologie, sperando che mi potessero giovare negli affari.

    Nel '79, quando vivevo e lavoravo a Denver, mi sono imbattuto in un'azienda — e se necessario posso documentarlo — di Northglenn, in Colorado, nella periferia a nord di Denver, che stava sviluppando un chip impiantabile destinato ai cavalli, perché allora - e forse anche oggi - c'era un grosso problema di truffe con i cavalli.
    L'uomo dell'azienda stava cercando, in buona fede, di sviluppare una tecnologia per identificare in modo unico ogni singolo cavallo. Quella “pillola” — se vogliamo chiamarla cosi, una pillola intelligente — all'epoca era già abbastanza piccola per poter essere impiantata sotto la pelle con un ago per cavalli, un grosso ago ipodermico. Me l'avevano mostrato, e funzionava. Potevamo leggere il chip con un lettore manuale a circa 2 metri di distanza. Ed era ancora una tecnologia primitiva.
    Nel settore della sicurezza, a quell'epoca, molti di noi si preoccupavano di come localizzare e seguire i movimenti delle persone sequestrate — in particolare con quello che stava succedendo in Europa, con il rapimento e l'uccisione di ufficiali della NATO e addirittura del primo ministro italiano (Se Pawelec si riferisce al caso Moro, all'epoca il primo ministro italiano era Andreotti, mentre Moro era presidente della DC - n.d.A.), a volte con estorsione di informazioni — e uno degli obiettivi del settore era sviluppare una tecnologia che ci permettesse di localizzare rapidamente o seguire queste persone, prima di tutto cercando di salvarle e secondariamente evitando che venissero estorte loro informazioni riservate.
    Ho portato questa tecnologia a una riunione della SCIF in Virginia, coordinata da un mio amico con la CIA e da un altro mio amico con il Dipartimento di Stato, per presentare questa tecnologia a quelli che ritenevamo che l'avrebbero usata responsabilmente [SCIF è l'acronimo di “struttura per informazioni compartimentate riservate", NdR] (...)
    Per via della natura di questo tipo di riunioni, alcune persone non si presentavano... non dicevano il loro nome completo o da dove venivano. Io potevo solo fidarmi che i miei due contatti avessero chiesto alle persone giuste di essere lì al momento giusto, e che fossero tutti individui responsabili.
    È stato un errore. Dopo quella riunione ho scoperto che due dei presenti non erano mai stati invitati, eppure sapevano della riunione, sapevano di cosa si parlava, sapevano chi ci sarebbe stato.
    Le indagini successive hanno indicato che uno di loro in realtà lavorava per il Ministero dell'Agricoltura, e un altro per il Ministero del Tesoro. Ciò che ci aveva spinti ad indagare su questi due uomini era che il modo in cui facevano domande, le domande stesse che facevano, l'atteggiamento che mostravano e anche il loro linguaggio del corpo indicavano che avevano delle motivazioni diverse da quelle ufficiali per usare questa tecnologia.

    Anzi, la loro principale preoccupazione era: quanto tempo ci vuole per fabbricarne un paio di miliardi? Ognuno può avere un identificativo unico?
    Dunque, questo particolare dispositivo, piccolissimo, forma di pillola, si prestava potenzialmente a molti usi.
    Fondamentalmente era una specie di transponder. Se riceveva una frequenza, rispondeva con il suo numero unico, che non si poteva modificare una volta fabbricato il chip. A questo chip si sarebbero potute aggiungere anche molte altre funzioni, come il monitoraggio di temperatura, pressione sanguigna, pulsazioni e anche onde cerebrali, ma per il momento erano ancora in fase di studio (...)

    Un'altra riunione con infiltrati.


    Nel 1984, scartabellando sulle riviste del nostro settore e di vari altri settori, ho trovato un'altra tecnologia: ho scoperto che c’era un professore dell'Università del Nuovo Galles del Sud - di cui ho ancora i fascicoli - che aveva trovato un modo per creare un chip microscopico al niobato di litio. L'aveva graffiato accidentalmente e per puro caso aveva a portata di mano un radiotrasmettitore e un ricevitore, cosi ha scoperto che a una certa frequenza poteva inviare un raggio energetico al chip, e il chip avrebbe risposto con un numero.
    Quindi si è messo a lavorare a quella tecnologia, di cui alla fine sono venuto a conoscenza.
    L'abbiamo fatto venire a Denver, nella nostra azienda, la Systems Group of Colorado, e abbiamo fatto un test. Aveva portato con sé dei chip primitivi, totalmente passivi e molto piccoli, lunghi 0,8 mm e solo 50 micron di spessore: graffiandoli era possibile creare una firma unica, esclusiva per ognuno.
    In teoria, a seconda delle dimensioni del chip e del graffio, il numero era irripetibile in una casistica nell'ordine di miliardi. In realtà il test che abbiamo fatto è stato divertente, perché abbiamo messo un trasmettitore e un ricevitore su una griglia di aerazione staccata dal nostro controsoffitto, che abbiamo usato a mò di antenna con la ricetrasmittente. E siamo riusciti a leggere quella cosa, incollata su un pezzo di cartoncino a una trentina di metri di distanza, con una griglia da controsoffitto che faceva da antenna decisamente primitiva. Non sapendo su quale frequenza si trovasse abbiamo dovuto inventarci una specie di antenna generica istantanea.
    Le capacità del chip erano impressionanti: restava leggibile anche attraverso sottili strati di materiale, come dei pannelli di compensato. Eravamo tanto colpiti che ancora una volta ho pensato che questa fosse una tecnologia davvero preziosa, anche perché avevamo scoperto attraverso degli esperimenti e dei progetti che lui aveva con sé che, disponendo un’antenna microscopica a spirale, avremmo potuto leggere il chip da più di un chilometro e mezzo di distanza.

    Qualche settimana dopo è tornato da me e ha detto che sarebbe bastato avere una antenna a spirale di 5 cm di diametro con un chip nel mezzo — in realtà ciò che fa l'antenna è agire da potente amplificatore, e ciò che restituisce è un'armonica della frequenza originale — e secondo i suoi calcoli sarebbe stato possibile leggere il chip da una distanza di 120 km. Era teoricamente possibile integrare anche altri attributi in questo chip, se fossimo riusciti a metterli a punto minuziosamente.
    Allora, ancora una volta ho portato questa innovazione - ma stavolta stando molto più attento — a una riunione che avevamo in Virginia con un'azienda di nostri fornitori, che sapevo essere coinvolti in molti progetti nel mondo dell'intelligence.
    Questa volta era presente il direttore della sicurezza dell’intero Dipartimento di Stato, e ancora una volta c'era un mio buon amico della CIA. E ancora, all’ultimo minuto, si sono presentate delle persone con le credenziali giuste, ma che non sapevamo chi fossero esattamente. E come abbiamo scoperto, c'erano ancora delle persone, sempre due, che solo in seguito abbiamo capito che non avrebbero dovuto esserci. Eppure avevano delle credenziali ottime.
    Dopodiché ho scoperto che non erano mai stati chiamati dai miei due contatti. eppure erano a conoscenza delle nostre telefonate. Sapevano esattamente a che ora, in che luogo e di cosa avremmo dovuto parlare. E apparentemente le mie chiamate passavano su una linea sicura.
    Nei miei archivi, anche in questo caso, figura il nome dell'allora direttore della sicurezza al Dipartimento di Stato, un uomo che conoscevo bene perché avevo progettato io il sistema di sicurezza, per lo meno in gran parte, per il quartier generale di Foggy Bottom, a Washington. Quindi ci conoscevamo molto bene, Bob e io. Uno dei suoi progetti di vita era che prima di andare in pensione voleva portare la sua famiglia, in particolare i figli in età di liceo, a vivere all’estero, quindi si è assegnato da solo il lavoro giusto: si è autodegradato a direttore della sicurezza per l'Africa Orientale. Lui e la sua famiglia poco dopo si sono trasferiti in Kenya, a Nairobi, e ci siamo tenuti in contatto con discrezione attraverso l'altra nostra comune conoscenza di Washington.
    E lui ha continuato a indagare su chi fossero questi due uomini. Una cosa che mi ha disturbato era che tutto a un tratto il professore ha ricevuto un'enorme sovvenzione, la tecnologia è stata trasferita, e lui non ha più dovuto lavorare per il resto della sua vita.
    A un mio amico di San Francisco, a cui avevo parlato con discrezione di questa tecnologia, perché era coinvolto in altri aspetti della sicurezza nazionale e si occupava di sistemi di localizzazione di persone, era stato assegnato un progetto per realizzare un sistema di sicurezza fisica - controllo degli accessi, videocamere, monitoraggio delle intrusioni, tutto insomma — per una piccola azienda della Silicon Valley, e mi aveva detto che la cosa gli sembrava inquietante perché quello che producevano sembrava stranamente proprio quello che io gli avevo descritto.
    Aveva costruito il sistema di sicurezza in questa fabbrica moderna che produceva miliardi di questi piccoli chip.
    Un anno dopo gli è stato chiesto se volesse riacquistare il suo sistema di sicurezza; stavano chiudendo la fabbrica dopo aver prodotto miliardi e miliardi di questi piccoli chip. Era una divisione di una azienda elettronica europea di una certa importanza che possedeva gli stabilimenti, la Siemens.
    Mi preoccupava che avessero fabbricato tutti questi chip, e come avessero voluto utilizzarli. Ne avevano costruiti miliardi, in grossi volumi, perché sono così piccoli che potreste prendere un wafer da quindici centimetri e mettercene sopra centinaia di migliaia senza accorgervi della loro presenza.
    Bob non ha smesso di cercare di scoprire chi fossero queste persone, per chi lavoravano, e quali fossero i loro piani. Con lui avevo fatto lunghe chiacchierate — parlo di metà anni Ottanta — su cosa stava succedendo davvero nel governo, chi controllava cosa, quali fossero le sue preoccupazioni, perché era giunto alla conclusione che stavano accadendo molte cose che non erano giuste.
    Probabilmente aveva allacciato dei contatti per saperne di più su cosa stava succedendo, e ha chiamato il nostro comune amico alla CIA, il quale collaborava con il governo da moltissimo tempo — era coinvolto fin dalla Seconda guerra mondiale, dall'epoca della fondazione stessa della CIA — che poi ha contattato me per dirmi che Bob aveva qualcosa di grosso, e quando fosse ritornato in patria per affari avremmo dovuto incontrarci.
    Qualche giorno dopo Bob stava andando a lavorare, appena dopo aver lasciato i due ragazzi a scuola, un liceo privato di Nairobi, credo. Si stava dirigendo verso l'ambasciata ed è stato tamponato lateralmente a un semaforo da una Land Rover blindata che arrivava a 100 km/ h. È morto sul colpo.

    L'inglese sull'auto, che era presumibilmente ubriaco alle sei, sette del mattino, è stato portato all'ospedale ed è immediatamente scomparso, e tutte le prove che aveva fornito come documentazione si sono rivelate poi false, come la sua identità. Bob è stato ucciso. È stato un attentato. Mi aveva sempre preoccupato il fatto che si fosse avvicinato troppo alle persone coinvolte con questa tecnologia di chip impiantabile. Abbiamo cercato per un paio d'anni, con discrezione, di scoprire chi aveva fatto tutto questo senza che il nostro governo si accorgesse di cosa stava succedendo. Chiunque fosse stato, aveva la capacità di fare breccia in qualsiasi momento e luogo nelle nostre istituzioni e sapere cosa accadeva in ogni istante.

    Gruppi di potere segreti

    SG: Chi pensa che fossero?

    WP: Le ricerche che ho svolto fin dai primi armi Ottanta da solo e con alcuni amici indicano che nel mondo esistono almeno quattro gruppi di potere. Dispongono di denaro oltre ogni immaginazione. Dispongono di tecnologie avanzate. Si sono impossessati di vari programmi all'interno del nostro governo, in particolare “progetti neri” [piani riservati militari/di difesa, NdT], e probabilmente anche nel governo russo e cinese. La politica per loro non è come la conosciamo noi.
    Hanno scopi totalmente diversi da quelli del nostro governo, o quelli che percepiamo come gli scopi del nostro governo. Sono in grado di monitorare ciò che accade attorno a loro oltre l'inimmaginabile, anche nei piccoli particolari. E chi sono queste persone... noi li chiamiamo semplicemente i “Quattro Cavalieri."

    Questi Cavalieri a volte lavorano insieme e volte lavorano l’uno contro l'altro. C'è una continua battaglia tra loro, di fondo, su chi dovrà prevalere nel mondo. La cosa che hanno in comune sembra essere l’assoluta smania di controllo, su tutto e tutti. Crediamo che sia per questo che in Nevada abbiamo notato capitare molte cose strane, e per qualche misterioso motivo ciò è legato agli eventi riguardanti quelle tecnologie di chip impiantabili che ho portato personalmente — ora me ne rendo conto — alle persone sbagliate nel governo, perché quelle tecnologie non sono mai state usate per gli scopi che proponevamo noi.

    SG: Questi due uomini che hanno partecipato alla riunione... che credenziali hanno usato per entrare? Erano dell`l'FBl?

    WP: Molto di più. Erano della NSA [Agenzia per la Sicurezza Nazionale], NRO [Ufficio Nazionale di Ricognizione], cose del genere. Ma poi abbiamo controllato, e non esistevano. Non esistevano. Eppure le loro credenziali erano immacolate, addirittura al punto che, alle barriere di sicurezza, riuscivano a identificarsi oltrepassando tutti i nostri meccanismi di accesso, sia biometrici - con impronte digitali o riconoscimento oculare - che di qualsiasi altro tipo, anche con codici di accesso numerici. Sapevano tutto, avevano tutto, e persino di qualità migliore rispetto alle agenzie governative, il che fa pensare. Significa budget illimitati.

    SG: Pensa che si trattasse, in un certo senso, di operazioni privatizzate, di aziende multinazionali, o che ci fossero dietro le istituzioni?

    WP: Se fossero aziende, il loro livello andrebbe oltre quello del personale di sicurezza di qualsiasi azienda con cui ho lavorato... e io ho lavorato con tutte le principali compagnie petrolifere, tutte le principali società informatiche, ho progettato sistemi di sicurezza molto sofisticati. L'unica area che considero strana in questo paese è il settore aerospaziale. Ho collaborato con varie società aerospaziali, sia lavorando fisicamente a progetti di sistemi o come consulente.
    Nel settore aerospaziale si svolgono parecchie attività che fanno pensare che esistano dei progetti neri che sono diventati ancora più neri. E che si stiano conducendo studi sull'elettrogravitazione, sulle tecnologie scalari, eccetera, di cui secondo noi non sono a conoscenza neanche quelli del Congresso, o persino delle forze armate, che approvano i budget per i progetti neri. Sono indipendenti. Sono finanziati attraverso meccanismi diversi.

    SG: Che cosa crede che venga fatto con questi chip impiantabili?

    WP: Penso che siano stati distribuiti. Ho avuto indicazioni all’interno delle forze armate che a molte delle nostre unità di Forze Speciali sono stati impiantati chip negli ultimi dieci anni, se non da più tempo ormai. E anche ad altre persone.


    SG: Il gruppo che gestisce i progetti segreti... quale pensa che sia il suo piano, e quali piani sono operativi?

    WP: Steve, io credo che la mia idea iniziale sugli scopi di vari progetti neri — già negli anni Settanta e i primi anni Ottanta, quando ho iniziato a rendermi conto di cosa stava succedendo, al di là del mio atteggiamento politico su come girasse davvero il mondo - fosse che comunque erano animati da buone intenzioni.
    Cercavano di difendere gli Stati Uniti. Cercavano di proteggere il mondo libero. Ma quando ci si trova coinvolti nella situazione, diventa sempre più evidente che esistono piani indipendenti dagli scopi degli Stati Uniti. Sembra che ci sia un atteggiamento di controllo: di potere e di controllo. Credo che potremmo definirla, in un certo senso, la seconda professione più antica del mondo.


    Articolo tradotto e pubblicato dalla rivista Nexus.

    Fonte

    L'Alba dei Chip RFID - INFORMARMY.com
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