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  1. #1
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    Predefinito Una Bibbia per ogni studente veneto

    Zaia: una Bibbia per ogni studente veneto
    La Gelmini: giusto, sono le nostre radici
    Il ministro dell'Istruzione: «Serve per formare cittadini responsabili e aiuta a conoscere la nostra storia»

    VENEZIA - Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha annunciato di voler donare una Bibbia nelle scuole della regione e questa iniziativa ha riscosso il plauso del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.

    L'idea è stata presentata in occasione dell'incontro fra Zaia e il Patriarca di Venezia, Angelo Scola, in visita pastorale nella sede del consiglio regionale, al quale il presidente ha donato un'edizione della "Bibbia di Gerusalemme".

    Il cardinale Scola: «Un passo di civiltà». Il patriarca di Venezia, ha commentato con queste parole l'iniziativa di Zaia. Secondo Scola, la diffusione capillare di questo «codice culturale essenziale» favorisce «ogni dialogo interreligioso»; che i giovani si misurino con la Bibbia è una pratica utile e positiva, ha concluso, «ma presuppone la necessità di aiutarli ad accostarvisi con costanza e metodo».



    Il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini plaude all'iniziativa annunciata dal governatore: «Giudico molto positivamente l'iniziativa di Luca Zaia di distribuire agli studenti una copia della Bibbia - ha detto il ministro - la scuola deve istruire i ragazzi, ma deve anche formare dei cittadini responsabili e degli adulti consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri». Per Gelmini, «questo insieme di valori e insegnamenti, nel mondo occidentale, è rappresentato dalla tradizione cristiana. È quindi importante che i nostri figli, nel bagaglio di conoscenze che la scuola deve garantire loro, possano incontrare fin da subito un testo che ha determinato la nascita della civiltà in cui viviamo e che parla ai cuori e alle coscienze di tutti».

    «Conoscere la Bibbia significa conoscere le nostre radici e la nostra storia - ha concluso - un insegnamento che i ragazzi devono imparare ad apprendere prima possibile, per poterlo interpretare correttamente nella propria vita».
    Zaia: una Bibbia per ogni studente veneto La Gelmini: giusto, sono le nostre radici*-*Il Gazzettino



  2. #2
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Giusto, considerando che il 90% dei cattolici non ha mai letto il testo portante della fede che vorrebbe professare.

    Non so, è come un idraulico che non ha mai utilizzato una chiave inglese.

    L'ipocrisia dei cattolici...

    E l'ipocrisia della Lega, che mescola riti celtici con quelli cattolici. Sapranno la differenza?
    Benvenuti nella Repubblica delle Banane di Eurolandia, dove i cittadini non contano nulla (ma non lo sanno). Un paese buono per le vacanze, non per chi ci vive, che deve emigrare, perché qui tutto è indecoroso.

  3. #3
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Citazione Originariamente Scritto da Zeitgeist Visualizza Messaggio
    E l'ipocrisia della Lega, che mescola riti celtici con quelli cattolici. Sapranno la differenza?
    Gli uni sono folclore, gli altri fede. La capisci la differenza?! hefico:

  4. #4
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Qualcuno ricorda a Zaia e alla Gelmini che nella Costituzione non c'è scritto che l'Italia è una repubblica teocratica fondata sulla religione come l'Iran, ma una repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla libertà religiosa (e sulla libertà di non avere religioni)?
    La Bibbia c'è un unico posto per leggerla e studiarla a scuola: l'ora (facoltativa) di religione. Stop!

  5. #5
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    mega byblon mega kakòn ?

  6. #6
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Citazione Originariamente Scritto da Zeitgeist Visualizza Messaggio
    Giusto, considerando che il 90% dei cattolici non ha mai letto il testo portante della fede che vorrebbe professare.
    I cattolici non sono mica protestanti!
    A parte il fatto che ne ascoltano la lettura a Messa, alle funzioni religiose, nei discorsi del Papa, ecc. leggere la Bibbia è sicuramente importante, ma è più importante conoscere il catechismo, e soprattutto avere la fede, partecipare ai Sacramenti, pregare, cercare di assecondare la Grazia di Dio, ecc.
    L'ipocrisia dei cattolici..
    Il rosicamento degli anticattolici(che durerà in eterno….).
    E l'ipocrisia della Lega, che mescola riti celtici con quelli cattolici. Sapranno la differenza?
    Certo che la sanno: i “riti” celtici della Lega hanno un importante significato politico, simbolico, comunitario, ma non religioso in senso proprio.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Citazione Originariamente Scritto da Con la Fiom Visualizza Messaggio
    Qualcuno ricorda a Zaia e alla Gelmini che nella Costituzione non c'è scritto che l'Italia è una repubblica teocratica
    fondata sulla religione
    Però l’Italia non è uno Stato laico, è un paese concordatario, come dispone l’articolo 7 della Costituzione.
    Anzi, c’è chi sottolinea il contrasto “tra l’art. 1 della Costituzione, secondo il quale "La sovranità appartiene al popolo" e l’art. 7, secondo il quale la Chiesa cattolica è indipendente e sovrana. Essendo la Chiesa un insieme di cittadini, quindi una parte del popolo, in linea di principio dovrebbe subordinarsi al popolo tutto. Ma la Costituzione riconosce una sovranità alla parte, oltre che al tutto. Per queste ragioni, non è chiaro se l’Italia è uno Stato concordatario o ancora confessionale. Certamente non è laico.”
    Con l’attuale Concordato la Repubblica italiana, tra l’altro, riconosce esplicitamente il valore delle cultura religiosa, e, in particolare, afferma che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano.
    Oltre a ciò, ci sono ad esempio le norme relative all'esposizione del crocifisso, in vari luoghi pubblici in generale, e nelle aule scolastiche in particolare, approvate per volontà di Mussolini nel corso degli anni '20, prima ancora che si giungesse alla stipulazione dei Patti Lateranensi, e che rimangono valide indipendentemente dagli stessi.

    Parere 27 aprile 1988, n. 63/88
    (Consiglio di Stato - Adunanza della Sezione II)
    Ministero della P.I.
    Insegnamento della religione cattolica ed esposizione dell'immagine del
    Crocifisso nelle aule scolastiche - Quesito.
    "La Sezione Vista la relazione in data 20 gennaio 1988, prot. n. 253, con la quale il Ministero della P.I. - Direzione generale istruzione tecnica -
    previa autorizzazione del Ministro, ha chiesto il parere del Consiglio di
    Stato in ordine al quesito indicato in oggetto;
    Esaminati gli atti ed udito il relatore;
    Premesso che:
    con il quesito di cui trattasi, l'Amministrazione, posto in evidenza il
    nuovo quadro normativo in base al quale viene impartito l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, chiede di conoscere se le
    disposizioni di cui all'art. 118 del R.D. 30 aprile 1924, n. 965 e quelle di
    cui all'allegato C del R.D. 26 aprile 1928, n. 1297, concernenti la
    esposizione dell'immagine del Crocifisso nelle scuole, possano considerarsi tuttora vigenti oppure debbano ritenersi implicitamente abrogate, perché in contrasto con il nuovo assetto normativo della materia.

    Considerato:
    In fatto ed in diritto quanto rappresentato dalla Amministrazione.
    La Sezione ritiene, anzitutto, di dover evidenziare che il Crocifisso o, più
    semplicemente, la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta
    il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice
    storica, come valore universale, indipendente da specifica confessione
    religiosa.
    In disparte da ciò, sembra che ai fini di un più razionale
    esame del quesito, sia opportuno tenere distinta la normativa riguardante l'affissione dell'immagine del Crocifisso nelle scuole da quella relativa all'insegnamento della religione cattolica.
    L'indagine deve mirare a stabilire, in buona sostanza, se, a parte
    l'indubbio significato storico-culturale cui si è prima accennato, le
    disposizioni citate in premessa le quali consentono l'esposizione
    dell'immagine del Crocifisso nelle scuole, siano tuttora vigenti oppure
    siano da ritenere implicitamente abrogate, perché in contrasto con il nuovo assetto normativo in materia, derivante dall'Accordo, con protocollo addizionale, intervenuto tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, con il quale sono state apportate modificazioni al Concordato Lateranense dell'11 febbraio 1929.
    A tale riguardo, devesi rilevare che le due norme citate, di natura
    regolamentare, sono preesistenti ai Patti Lateranensi e non si sono mai
    poste in contrasto con questi ultimi.
    Nulla, infatti, viene stabilito nei Patti Lateranensi relativamente
    all'esposizione del Crocifisso nelle scuole o, più in generale negli uffici
    pubblici, nelle aule dei tribunali e negli altri luoghi nei quali il
    Crocifisso o la Croce si trovano ad essere esposti.
    Conseguentemente, le modificazioni apportate al Concordato Lateranense, con l'accordo, ratificato e reso esecutivo con la Legge 25 marzo 1985, n. 121, non contemplando esse stesse in alcun modo la materia de qua, così come nel Concordato originario, non possono influenzare, né condizionare la vigenza delle norme regolamentari di cui trattasi.
    Non si è quindi, tuttora, verificata nei confronti delle medesime, alcuna
    delle condizioni previste dall'art. 15 delle disposizioni sulla legge in
    generale. In particolare, non appare ravvisabile un rapporto di
    incompatibilità con norme sopravvenute né può configurarsi una nuova
    disciplina dell'intera materia, già regolata dalle norme anteriori.
    Occorre, poi, anche considerare che la Costituzione repubblicana, pur
    assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose non prescrive
    alcun divieto alla esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come
    quello del Crocifisso, per i principi che evoca e dei quali si è già detto,
    fa parte del patrimonio storico.
    Né pare, d'altra parte, che la presenza dell'immagine del Crocifisso nelle
    aule scolastiche possa costituire motivo di costrizione della libertà
    individuale a manifestare le proprie convinzioni in materia religiosa.
    Conclusivamente, quindi, poiché le disposizioni di cui all'art. 118 del R.D.
    30 aprile 1924, n. 965 e quelle di cui all'allegato C del R.D. 26 aprile
    1928, n. 1297, concernenti l'esposizione del Crocifisso nelle scuole, non
    attengono all'insegnamento della religione cattolica, né costituiscono
    attuazione degli impegni assunti dallo Stato in sede concordataria, deve
    ritenersi che esse siano tuttora legittimamente operanti.

    Direttiva del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca- 3
    ottobre 2002 Prot n. 2667
    Oggetto: Esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche
    Come è noto alle SS.LL. le disposizioni che disciplinano l'esposizione del
    Crocifisso nelle aule delle scuole sano contenute nell'art. 118 del R.D. 30
    aprile 1924, n 965 recante disposizioni sull'ordinamento interno degli
    istituti di istruzione media, nell'art. 119 del R. D. 26 aprile 1928 n. 1297
    e nella tabella C allo steso allegata (Regolamento generale sul servizi dell'istruzione elementare).
    Tali disposizioni prevedono in particolare che il Crocifisso fa parte
    dell'ordinario arredamento delle aule scolastiche e che spetta al capo d'istituto (art. 10, comma 3, e art. 119 del R D. 965/1924) assicurare la
    completezza e la buona conservazione di tutti gli arredi occorrenti.
    Va precisato che le citate incombenze a carico dei capi di istituto non sono state né abrogate né modificate dalle disposizioni del Testo unico di cui al decreto legislativo 16 aprile 1994 n. 297 e del decreto legislativo 6 marzo 1998, n. 59.
    Il Consiglio di Stato, con parere n. 63, reso in data 27 aprile 1988, nel
    precisare che "la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta
    un simbolo dello civiltà e della cultura cristiana, della sua radice storica
    come valore universale, indipendente da specifica confessione religiosa" e che è opportuno tenere distinta la normativa riguardante l'affissione dell'immagine del Crocifisso da quella relativa all'insegnamento dello religione cattolica, ha confermato che dette norme sono ancora vigenti e non possono essere considerate abrogate dall'accordo intervenuto tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede nel 1984 (legge di ratifica 25 marzo 1985, n . 121) con il quale sono state apportate modificazioni al Concordato lateranense, dell'11 febbraio 1929, né dalla stessa Costituzione italiana entrata in vigore nel 1948. Sullo specifico tema si è espressa anche la Corte di Cassazione con sentenza 1 marzo 2000, n. 439, con riferimento a situazione non concernente la materia scolastica, ma relativo al rifiuto di assunzione dell'ufficio di scrutatore in presenza del Crocifisso in un'aula scolastica adibita a seggio elettorale.
    Per analogo caso, la stessa Corte di Cassazione, Sezione III, in data 13
    ottobre 1998 aveva affermato che la presenza del Crocifisso nelle aule
    scolastiche non contrasta con la libertà religiosa sancita dalla Costituzione.
    Recentemente (in data 16 luglio 2002) l'Avvocatura dello Stato di Bologna, alla quale è stato richiesto parere in merito, ha ritenuto ancora attuale l'orientamento a suo tempo espresso dal Consiglio di Stato, concludendo che "le disposizioni che prevedono l'affissione del Crocifisso nelle aule scolastiche vanno ritenute ancora in vigore" e che "l'affissione del Crocifisso va ritenuta non lesiva del principio di libertà religiosa".
    Sulla base di quanto sopra rappresentato, e tenuto conto della direttiva n. 2666 in pari data, le SS.LL. vorranno richiamare l'attenzione dei dirigenti scolastici sull'esigenza che sia data attuazione alle norme sopra menzionate attraverso l'adozione delle iniziative idonee ad assicurare la presenza del Crocifisso nelle aule scolastiche.
    fondata sul lavoro e sulla libertà religiosa (e sulla libertà di non avere religioni)
    Stai tranquillo, non si impedisce a nessuno di dannarsi l’anima per l’eternità!
    La Bibbia c'è un unico posto per leggerla e studiarla a scuola: l'ora (facoltativa) di religione.
    La Bibbia, regalata da Zaia o meno, uno se la legge dove gli pare, anche a scuola, e pure sul posto di lavoro, invece di ascoltare le cazzate dei sindacalisti…

  8. #8
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Citazione Originariamente Scritto da dime can Visualizza Messaggio
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    Mega byblon mega agazòn!

  9. #9
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Perché per distribuire la Bibbia bisogna giustificarsi con il fatto che "sono le nostre radici"? È la Bibbia, e dovrebbe bastare.
    «Non ti fidar di me se il cuor ti manca».

    Identità; Comunità; Partecipazione.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Una Bibbia per ogni studente veneto

    Citazione Originariamente Scritto da Defender Visualizza Messaggio
    Perché per distribuire la Bibbia bisogna giustificarsi con il fatto che "sono le nostre radici"? È la Bibbia, e dovrebbe bastare.
    Per chi è cristiano basta e avanza.
    Agli altri è bene rinfrescare la memoria...

 

 
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